GRAVE INCIDENTE STRADALE AD AUGUSTA NEI PRESSI DELL’ARSENALE. IL CONTRIBUTO DELLA MARINA MILITARE ALLA SICUREZZA STRADALE

2016081312093320160813121025AUGUSTA . Sabato 13 agosto, poco prima delle ore dodici, è avvenuto un grave incidente stradale in via Giovanni Lavaggi, dopo la Porta Spagnola, in prossimità dell’ingresso dell’Arsenale marittimo, che ha coinvolto due mezzi, una minicar e uno scooter. Subito si sono formate file di autoveicoli in entrambi i sensi di marcia per uscire e entrare nel centro storico, bloccando il traffico per oltre un’ora, con alcuni automobilisti di passaggio che hanno cercato di dare assistenza ai malcapitati. Lo scooterista, riverso a terra nel margine destro della carreggiata, politraumatizzato con evidenti ferite lacero contuse, gridava per il dolore, mentre dall’altra parte della carreggiata una minicar ribaltata su un lato, ai margini della recinzione dell’Arsenale, con due giovani a terra per lo schock ma senza danni apparenti. Dalla fila degli autoveicoli incolonnati è intervenuto  il Comandante Salvo Consoli dell’Ufficio Prevenzione generale dello Stato Maggiore della Marina che, casualmente, era sul posto e si è subito messo a disposizione degli infortunati, verificando telefonicamente con il 112 che i soccorsi fossero stati già avvertiti e non tardassero ad arrivare, stante le strazianti urla dello scooterista. Il Comandante, essendo abilitato con apposito brevetto dalla Marina Militare a intervenire in caso di emergenza sanitaria, nel caso di infortuni con perdita di coscienza e arresto cardiocircolatorio per effettuare, in particolare, le  manovre rianimatorie previste dai protocolli internazionali, è rimasto presente sul luogo dell’incidente per assistere gli sventurati, vigilando sulle loro condizioni di salute, rassicurandoli fino all’arrivo dell’ambulanza del 118, che ha provveduto a  trasferire lo scooterista all’ ospedale. Inutile evidenziare come i soccorsi non sempre possano arrivare prontamente sul luogo dell’incidente come, lo stesso, nessuna pattuglia delle forze dell’ordine. Parlando con il Comandante apprendiamo che l’ufficiale è anche abilitato alle investigazioni scientifiche per la ricostruzione dei sinistri stradali, motivo per cui gli chiediamo la sua opinione sul sinistro avvenuto: – “Preciso che per pronunciarsi tecnicamente sulle cause di un sinistro e sulla sua dinamica è necessario effettuare uno studio peritale che richiede dei rilievi che devono essere effettuati sul luogo dell’incidente, sui mezzi e sui feriti. Tuttavia posso dire con ogni probabilità, per posizione finale dei veicoli coinvolti, e dalla entità delle ferite, visibilmente riportate dagli infortunati, che  la minicar, muovendosi in discesa abbia perso il controllo del mezzo e sia andata a collidere con lo scooter che procedeva in salita nella corsia di marcia opposta, centrandolo nella parte posteriore  e sbalzando con forza il conducente verso il ciglio della strada. Determinante è stato per la salvezza della vita dello scooterista infortunato l’uso del casco che proprio in questi casi gioca un ruolo fondamentale per evitare i traumi del cranio che spesso hanno conseguenze invalidanti o fatali. C’è da dire per altro –  prosegue il Comandante Consoli – che il punto di collisione sia avvenuto provvidenzialmente nella parte posteriore del motoveicolo, che per la violenza dell’urto si è frantumato in numerosi pezzi, poiché diversamente avremmo avuto un bilancio peggiore. Per quanto riguarda le minicar il discorso da fare è concentrato sull’uso del veicolo da parte di una utenza che attraversa l’adolescenza, una fascia di età particolare dove tra euforia e assenza di esperienza si rischia di trasformare questi mezzi in pericoli stradali mobili, essendo stati costruiti e garantiti per percorrere le strade a velocità ridotte. La formazione e la responsabilizzazione all’uso di tali veicoli deve essere fortemente incisiva e senza inutili ipocrisie la condotta deve essere concessa solo a chi ne dimostra di averne le qualità. Infine resta da specificare che le condizioni del manto stradale non sono delle migliori, infatti il coefficiente di attrito è inadeguato e la perdita di aderenza in caso di emergenza non è garantita. Il manto andrebbe infatti rinforzato o quanto meno rigato per garantire risposte adeguate  alla stabilità dei mezzi che devono pertanto percorrere il tratto stradale a velocità ridotta, garantiti dalla separazione delle corsie per il tratto in esame con appositi divisori stradali.” Stessa riflessione vale anche per via Xifonia dove la discesa a esse che immette su ponte è testimone di passati incidenti stradali per cui anche qui occorrono interventi manutentivi di sicurezza. Sul ponte di via Xifonia è stato installato da tempo un lettore di velocità i cui limiti imposti sono di 50 km/h, ma a quanto pare sono veramente pochi gli utenti che li rispettano. Certo, se trasformassimo in denaro tutte le violazioni degli utenti trasgressori avremmo ottenuto, oltre ad una maggiore sicurezza comportamentale, le risorse per la sicurezza infrastrutturale. “Dall’esperienza di questo incidente emerge inoltre un problema di sicurezza per l’isola augustana, sicurezza sia di ordine civile che militare. Di ordine civile, perché deve essere garantita la fluidità della circolazione stradale per ogni emergenza di protezione civile e sanitaria, di ordine militare poiché indispensabile assicurare i collegamenti con la base navale e con l’arsenale marittimo. L’esperienza delle lunghe file che si formano in punti sensibili della viabilità stradale che bloccano l’accesso all’isola, in caso di incidente stradale come questo, non devono passare inosservati. Sarebbe opportuno monitorare con telecamere vigilate i punti sensibili di accesso alla città, magari predisponendo un intervento rapido di pattuglie di forze dell’ordine che possano garantire rapidamente la fluidità del traffico, l’accessibilità dei mezzi di soccorso, comunicando situazioni critiche in tempo reale al Comando Marittimo Sicilia e alla base navale, ciò a salvaguardia della sicurezza nazionale, della vita dei cittadini e di ogni operatore che lavora ad Augusta. Certo per venire a capo del problema sicurezza stradale, Augusta – prosegue il comandante – potrebbe diventare città pilota per la predisposizione di un progetto di sicurezza stradale che, rilevando i punti critici del sistema viario, stabilisca un piano di interventi e di monitoraggio al fine di ridurre al minimo la sinistrosità stradale”.

 Giuseppe Tringali

LA CARITAS CITTADINA AUGUSTA ACCOGLIE AL CENTRO UTOPIA I DETENUTI DEL CARCERE DI BRUCOLI

IMG_20160713_212751AUGUSTA – A conclusione di una serie di incontri organizzati dalla “Caritas Cittadina Augusta” presso il Centro Utopia della parrocchia S. Lucia di Augusta, ha avuto luogo nel mese di luglio una festa, aperta a tutte le parrocchie, dove un gruppo di detenuti, provenienti dalla Casa di reclusione di Brucoli, hanno vissuto un loro momento di libertà offrendo, al nutrito pubblico presente, uno spettacolo denso di emozioni. Si tratta del coro musicale “Swing Brucoli Brothers Band”, magistralmente diretto da Maria Grazia Morello, rientrante in un progetto educativo fortemente voluto da alcuni anni dalla direzione del carcere di Brucoli, con Antonio Gelardi direttore, presente IMG_20160713_212143quella sera tra il pubblico in sala, assieme alla moglie. Un esempio di eccellenza che ha sempre trovato terreno fertile nella Caritas e nella Chiesa siracusana, impegnata in più fronti per creare una interazione e una sinergia tra carcere e società civile, apparentemente inconciliabili tra loro. Tra i detenuti del coro polifonico, Salvatore Capuano ha recitato alcune poesie, Alberto Termini ha interpretato “Se bruciasse la città” dI Gianni Morandi, Giuseppe Nicolosi ha cantato “Meraviglioso” di Negramaro, e ancora.. Renato Tortora, con “Napulè”, per onorare la sua città e il famoso cantautore Pino Daniele, a poco tempo dalla sua scomparsa. Uomini, ancor prima di essere detenuti, che hanno creduto e visto nella “musica, una via per la libertà”, questo anche il titolo del progetto, oltre che .. un modo per fuggire, senza allontanarsi. Poco prima dell’inizio dello spettacolo, si è visto il nostro arcivescovo, mons. Salvatore Pappalardo, aggirare compiaciuto tra i tavoli del grande piazzale all’aperto, per incontrarsi con don Angelo Saraceno, il responsabile del Centro Utopia, gli altri sacerdoti, salutare il pubblico e, con loro, i parenti dei detenuti. Alla serata erano inoltre presenti la dott.ssa Emilia Spuches, capo area trattamentale, gli educatori carcerari che collaborano al nobile progetto di inserimento sociale, assieme ai rappresentanti Caritas delle parrocchie Chiesa Madre, S. Andrea, S. Francesco di Paola, S. Maria del Soccorso, Sacro Cuore, S. Lucia, S. Giuseppe Innografo e San Nicola di Brucoli. A finire dello spettacolo, si è cantata a coro la sigla finale, “La città di Pulicinella” mentre, dopo uno scrosciante applauso, si sono viste abbassare le luci e le musiche. I detenuti venivano scortati per far sì rientro nelle loro celle, ma con il cuore colmo di gioia e l’orgoglio di se stessi, lieti non solo di essere usciti per alcune ore dal proprio dramma ma, soprattutto, di aver condiviso con altri un momento infinito di libertà e umanità.

Giuseppe Tringali