AUGUSTA/ RACCOLTA DI FIRME PER LA PETIZIONE AL VESCOVO DI SIRACUSA, SALVATORE PAPPALARDO

I FEDELI REAGISCONO CONTRO LA MACCHINA DEL FANGO SUL PARROCO  PRISUTTO

Prisutto raccolta firmeAugusta. Di “due pesi e di due misure “ si fa cenno  nella  petizione  al presule aretuseo, redatta e firmata da moltissimi fedeli della parrocchia retta da don Palmiro  e dagli estimatori del prete per rispondere punto per punto alle accuse montate dalla macchina del fango. Nella petizione, pur nel rispetto formale, i  fedeli  lanciano accuse ben precise. Per l’intelligenza dei lettori, ecco il testo integrale  della petizione (G.C.):  Augusta, Alla cortese attenzione di mons. Salvatore Pappalardo, Arcivescovo di Siracusa. Eccellenza Rev.ma, ci duole importunarla e farlo con questa lettera aperta, ma crediamo che il tacere in certe situazioni divenga peccato, e che ciò non giovi alla Chiesa di Cristo, e in particolare a tutti i fedeli che sono in Augusta. Ci rivolgiamo a Lei, nostro Vescovo, pastore di questa porzione di gregge affidato alle sue cure. Da Cristiani, Cattolici praticanti, non possiamo non esprimere la nostra amarezza nell’assistere impotenti e sempre più stupiti agli attacchi che da oltre due anni don Palmiro Prisutto, nostro parroco, arciprete della città di Augusta, subisce da parte di uno sparuto numero di persone da sempre ostili al suo operato; un’ostilità immotivata e scandalosa agli occhi di una città che invece è vicina e solidale al suo parroco, parroco che Lei stesso ci ha donato come nostra guida, dopo i giorni tragici dell’arresto di don Incardona, recentemente condannato per quei tristi fatti, nel primo grado di giudizio. Una ferita ancora aperta. Lei forse non conosce pienamente che P. Prisutto ha accettato una realtà parrocchiale molto diversa da quella che poteva apparire nelle solenne funzioni che scandiscono l’anno liturgico o durante i fausti giorni della sua visita pastorale, allorché le varie organizzazioni religiose cittadine vengono chiamate a intervenire dando l’immagine di una comunità sana, rigogliosa, vitale, ma ben diversa dalla realtà. P. Prisutto ha ereditato una comunità parrocchiale ridotta in macerie, spopolata dai parrocchiani che, abbandonata la Chiesa Madre, migravano verso altre parrocchie; una parrocchia privata di tanti gruppi il cui apporto era vitale per la vita della nostra comunità ( per ultimi,  gli scout trasferitisi in altra parrocchia nel dicembre 2010); parrocchia spopolata dai parrocchiani, ma riempita nel vuoto creatosi, dalle confraternite, che assurgevano a un ruolo mai avuto dalle stesse, un ruolo che sembrava artatamente disegnato da qualche laico desideroso di porsi al centro e alla reale guida dell’intera comunità ecclesiale locale, affidando ai presbiteri il solo ruolo di officianti. Don Prisutto,  da presbitero augustano,  ben consapevole della realtà locale, pur muovendosi in un terreno scosceso e minato si è posto alla guida della parrocchia con semplicità e apertura di cuore verso tutti, conquistando subito l’affetto e la stima non solo dei suoi parrocchiani,  ma di tutta la città, mettendosi a servizio di tutti noi in modo encomiabile e senza mai risparmiarsi, malgrado il peso di reggere da solo, senza l’ausilio di un collaboratore parrocchiale, il mandato da Lei ricevuto e conciliando il suo ministero con l’impegno scolastico.

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AUGUSTA. ANCHE IL NOSTRO GIORGIO CÀSOLE INVIA ESPOSTO-DENUNCIA ALLA PROCURA ARETUSEA PER LA SALVEZZA DEL CIVICO OSPEDALE “MUSCATELLO”

Ospedale Muscatello assemble del 30 maggio 2015Augusta. Dopo Pippo Gianni, che per primo ha inviato una denuncia alla Procura di Siracusa per la mancata applicazione a favore dell’ospedale Muscatello, una delle quali prende il nome di Legge Gianni, anche il nostro Giorgio Càsole, ha trasmesso alla Procura aretusea, un esposto-denuncia, esposto che tutti possono far proprio modificando solo i dati personali. Per questo vi proponiamo il testo integrale,  tranne alcuni dati sensibili :“Il sottoscritto Giorgio Càsole, giornalista,  nato a Augusta il…. ivi residente in…, espone quanto segue: Dopo anni di battaglie politiche, finalmente, il 26 marzo 2014 l’Assemblea Regionale Siciliana ha approvato la Legge Regionale 29 aprile 2014 n.10 rubricata “Norme per la tutela della salute e del territorio dai rischi derivanti dall’amianto”, pubblicata nella G.U. Regione Siciliana n°19 del 9 maggio 2014 (All.1). Gli obiettivi specifici introdotti dalla normativa sono molteplici e riguardano, oltre alla tutela della salute nei luoghi di vita e di lavoro, anche la mappatura, la bonifica ed il recupero di tutti i siti, impianti, edifici e manufatti presenti nel territorio regionale in cui sia rilevata la presenza di amianto. Tutto l’impianto legislativo è rivolto alla possibilità, per le pubbliche amministrazioni locali, di reperire le risorse finanziarie necessarie al raggiungimento degli obiettivi prefissati, anche in termini di assistenza alle persone affette da malattie derivanti all’esposizione amianto. Nonostante i termini per la sua attuazione fossero assai stringenti, in coerenza con i valori costituzionali tutelati ed nonostante l’urgenza insita nelle finalità di primaria rilevanza perseguite, può dirsi che, ad oggi, la normativa in esame risulta largamente inattuata, prima, e volontariamente depotenziata, poi.

Il Piano Regionale Amianto

L’art. 3 L.R. 19/14 ha istituito, presso il Dipartimento Regionale di Protezione Civile, l’Ufficio Amianto (in sostituzione della soppressa “Commissione Regionale Amianto”) con il compito, tra gli altri, di completare, entro 24 mesi dalla data di entrata in vigore della legge, e cioè entro il 9/5/2016, il censimento e la mappatura della presenza di amianto nell’intero territorio regionale e di conseguire, entro il 9/5/2017 l’obiettivo della totale rimozione di ogni manufatto in cemento amianto nel territorio regionale A tal fine l’Ufficio Amianto avrebbe anche dovuto, entro 120 giorni dall’entrata in vigore della legge, e cioè entro il 09/09/2014, ridefinire ed aggiornare, secondo le prescrizioni del Piano Nazionale Amianto 2013, il Piano di protezione dell’ambiente, di decontaminazione, di smaltimento e di bonifica, ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall’amianto[1] al fine di consentire l’adozione, con decreto del Presidente della Regione Siciliana, del nuovo Piano Regionale Amianto con validità quinquennale. Per tali scopi la Legge Regionale aveva stanziato € 21.000,00 per l’esercizio finanziario 2014, ed € 27.000,00 sia per l’esercizio finanziario 2015 che per quello 2016, e così complessivamente ben € 75.000,00. Ad oggi il Piano Regionale Amianto non è stato aggiornato e non è dato conoscere lo stato di avanzamento dei lavori, né l’effettivo impiego delle risorse a ciò destinate, ed anzi lo stesso Ufficio Amianto è stato drasticamente depotenziato, riducendo in modo significativo il personale ivi assegnato (Decreto Presidente Regione Siciliana n. 516/GAB del 9/2/2016 – All.2).

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L’AUGUSTANO ROY PACI E MAURO OTTOLINI, OMAGGIO A W.C. HANDY, IL PADRE DEL BLUES

A Notomusica l’unica tappa siciliana: venerdì 12 agosto 2016, ore 21.15, Cortile del Collegio dei Gesuiti

royNOTO – Roy Paci incontra Mauro Ottolini e il suo Quintetto: ed è subito blues, emozione, incanto. Uno degli eventi musicali più attesi dell’estate è quello che il 12 agosto li vedrà protagonisti al Festival Internazionale Notomusica, con il concerto intitolato “Penta Blues – Roy Paci & Mauro Ottolini play W. C. Handy”. Nasce infatti da un’idea dei due leader il viaggio musicale alla ricerca di William Christopher Handy, artista leggendario, noto anche come il padre del blues per la sua prolifica vena compositiva. Un interprete e un autore che diede alla luce centinaia di brani politematici e ricchi di “sfumature blu”, quelle di una musica vocale e strumentale la cui forma originale è caratterizzata tra l’altro dall’uso, nella melodia, delle cosiddette “blue note” (un intervallo di quinta diminuita, considerato “dissonante dall’armonia classica”). Siamo di fronte ad un jazz primigenio dalla vocazione corale e dall’intensità primordiale, che racconta storie di uomini e donne, musica, amore e denaro che manca, giochi d’azzardo, e dipinge un piccolo minuzioso ritratto della New Orleans di inizio Novecento. La purezza lirica del trombone di Ottolini si intreccia qui con la virtuosa emancipazione linguistica di Roy Paci e con la straordinaria intensità vocale di Vanessa Yorke, sostenuti da una sezione ritmica nella quale spicca il talento del giovane Roberto De Nittis al pianoforte e l’originale apporto di Riccardo Di Vinci e Zeno De Rossi al contrabbasso e alla batteria. Per Roy Paci l’esibizione a Notomusica ha il sapore del ritorno a casa. Nato ad Augusta (Siracusa) nel 1969, appena tredicenne è già prima tromba della banda municipale. Si trasferisce in Sudamerica e torna in Italia dopo aver passato qualche tempo alle Canarie, tutti luoghi che si riflettono nel suo stile musicale. Nella penisola suona in decine di dischi e concerti (fra l’altro con Persiana Jones, Mau Mau, Zu, Banda Ionica) e nel 1999 fonda l’etichetta Etnagigante. Pur continuando a collaborare con numerosi artisti italiani (Africa Unite, Parto delle Nuvole Pesanti, Vinicio Capossela, Ivano Fossati, Giorgio Conte), pubblica nel 2001 il primo album da protagonista, “Baciamo le mani” a nome Roy Paci & Aretuska, il suo ensemble.

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