LO SQUARCIO NELLA GIGANTOGRAFIA “BENVENUTI NELLA CITTÀ DI DOMENICO”

San Domenico tabelloneAUGUSTA. Quando si entra in Augusta, lo sguardo va immediatamente su una gigantografia posta in posizione strategica in alto su un angolo del muro di cinta dell’ex campo sportivo, in contrada Fontana. E’ la gigantografia (nella foto) su cui si legge “Benvenuti nella città di Domenico”. Domenico, chi? Si potrebbe domandare lo straniero, il forestiero ignaro. Dall’iconografia si dovrebbe intuire che si tratta di San Domenico, il protettore della città. A Catania metterebbero un cartellone simile senza scrivere Sant’Agata? Transeat. Un’insegna di “Benvenuto” fa sempre piacere. Fatto sta che quest’insegna non è più leggibile come  prima. Si scorge subito un ampio squarcio. Metà del messaggio di accoglienza è saltato.  Che benvenuto è se non lo esprime chiaramente? Ci sarebbe da vergognarsi, visto che è proprio il primo impatto con Augusta.  Lasciamo da parte, per ora, la vergogna che si dovrebbe provare lasciando ancora  ben visibile l’ex campo sportivo degradato, con i muri-gruviera. La gente di Augusta, talmente abituata allo sconcio di quell’area, probabilmente, non ha fatto caso al cartellone squarciato. Chi ci ha fatto caso e  s’è vergognato quale cittadino sensibile è stato Filippo Zanerolli, giovane titolare d’un’azienda di grafica pubblicitaria che già nel 2013 aveva offerto alla municipalità i propri servigi per mettere  in sicurezza l’impianto su cui insiste la gigantografia. Lo aveva fatto gratuitamente, con la sola condizione di poter esporre il logo dell’azienda in un angolo dell’enorme manifesto di benvenuto. Niente di male. Ormai, è quasi una prassi. A  Marina di Ragusa, per esempio,   in una pubblica piazza, ai piedi di una statua raffigurante san Padre Pio si legge una targa da cui si apprende che il verde è curato da una certa ditta. Il 30 marzo scorso, Zanerolli, con una lettera regolarmente protocollata, chiede all’Amministrazione comunale l’autorizzazione “per la messa in sicurezza del suddetto supporto” della gigantografia. C’è il rischio, infatti, che il supporto si smembri ancora, che perda altri pezzi e che qualche pezzo possa andare addosso a qualcuno, auto o pedone. Zanerolli esplicita chiaramente nella sua richiesta che “i costi complessivi  saranno completamente a carico della Pixel Communication Srls al fine di apportare migliorie e far risplendere nuovamente l’immagine del Nostro Patrono San Domenico all’ingresso principale della Città di Augusta”. Notate l’avverbio “completamente”, inserito quasi a voler fugare ogni dubbio su eventuali costi a carico del Comune. Notate le maiuscole usate dal giovane Zanerolli, animato da uno slancio quasi commovente. Zanerolli è attaccato a quell’insegna.

Lo è come cittadino innamorato della sua città e come amministratore di una piccola azienda che vuole vedere legittimamente fiorire. Vedere cadere a pezzi l’immagine simbolo della città gli  fa male. Lui  s’è messo sotto l’ala protettiva del santo di Guzman, che, secondo la leggenda, apparve per far fuggire i turchi che stavano per sbarcare in città. Il giovane Zanerolli conclude la lettera con una frase rituale  (“certi di un  cortese e fattivo riscontro”), ma in cui crede fermamente. Dopo pochi giorni riceve la risposta scritta da parte del responsabile dell’ufficio urbanistica.  Felice in cuor suo per il sollecito  “riscontro”, Zanerolli apre la busta convinto di doversi mettere all’opera. Invece, la doccia fredda. Zanerolli stenta a credere. Legge che la richiesta “non può essere accolta favorevolmente in quanto in quella localizzazione, secondo il vigente Piano degli impianti pubblicitari e delle pubbliche affissioni con delibera di C.C. [Consiglio Comunale] n. 49/2009, non è prevista l’installazione di nuovi impianti. In ogni caso, l’impianto di che trattasi non è mai stato regolarizzato, così come previsto dal Regolamento del vigente Piano degli impianti pubblicitari e delle pubbliche affissioni”.  Osserva Zanerolli: “Se l’impianto non è stato mai regolarizzato, come mai è ancora lì, per di più in condizioni precarie? Che cosa si aspetta a eliminare ciò che non è regolare, cioè abusivo? E  come mai non è stata eliminata tutta la cartellonistica pubblicitaria autentica, non certo per Augusta, che sta accanto al cartellone di “benvenuto”?  Meritano risposta  le domande di Filippo Zanerolli? Secondo noi, sì. Come si butta a terra con le ruspe una casa senza licenza, cioè abusiva, si deve abbattere un cartellone non in regola. Uno solo? E gli altri? Sono stati compiuti gli accertamenti?

Giorgio Càsole

LO SQUARCIO NELLA GIGANTOGRAFIA “BENVENUTI NELLA CITTÀ DI DOMENICO”ultima modifica: 2016-05-07T15:01:06+02:00da leodar1
Reposta per primo quest’articolo