Gli autori saranno ospiti dello Stabile per Librinscena il 18 dicembre, Teatro Verga, ore 21
CATANIA – «Fa venire il sangue al cervello, a chi come noi ama il Mezzogiorno, ripercorrere le occasioni perdute di ieri e di oggi. Ma che razza di classe dirigente è quella che lascia affondare un pezzo dell’Italia?» Coraggiosi, lucidi, autorevoli. Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, giornalisti e scrittori, firme del più prestigioso quoidiano nazionale, il Corriere della Sera, continuano a denunciare e documentare il fallimento di un’intera classe politica in un altro bestseller, il quinto, scritto a quattro mani. Dopo La Casta , La Deriva, Vandali e Licenziare i padreterni (tutti per i tipi di Rizzoli), è ora la volta di Se muore il Sud (Feltrinelli, 2013), titolo più drammatico che ipotetico. Entrambi gli autori saranno ospiti del Teatro Stabile di Catania per la rassegna Librinscena. A intervistarli in aperto dialogo sarà un giornalista prestigioso come Nino Milazzo, già vicedirettore del Corsera e da luglio presidente dello Stabile etneo. L’appuntamento è per mercoledì 18 dicembre alle 21 al Teatro Verga. L’ingresso è libero, come per tutti gli incontri di Librinscena, alla cui cura collabora Ornella Sgroi. Se muore il Sud avanza e affonda nella piaga del degrado e della corruzione, ponendo al centro della riflessione l’annosa e mai risolta “questione meridionale”.
Stella e Rizzo proseguono così, senza fare sconti, nella loro spietata analisi sociopolitica ed economica. La denuncia parte sempre e coerentemente dai fatti e dalle contraddizioni del Bel Paese, ben evidenziate nella nota ufficiale di presentazione del libro. Due giovani su tre affogano senza lavoro e la Regione Sicilia butta 15 milioni per 18 apprendisti fantasma. Ci sono treni che marciano a 14 km l’ora e i fondi Ue vanno a sagre, sale bingo e trattorie da Ciccio. Quattrocento miliardi di fondi pubblici speciali spesi in mezzo secolo e il divario col Nord è maggiore che nel dopoguerra. I vittimisti neoborbonici ce l’hanno con tutti a partire da Ulisse e intanto il Meridione si fa sorpassare anche dalla regione bulgara di Sofia. Figurano più braccianti disoccupati a Locri che in tutta la Lombardia ma i soldi vanno ai mafiosi che incassano contributi anche sui terreni confiscati. La Calabria ricava in un anno da tutti i suoi beni culturali 27.046 euro ma i Bronzi di Riace restano per anni sdraiati nell’androne del Consiglio regionale. La Sicilia è la regina del Mediterraneo con 5 siti Unesco ma le Baleari hanno 11 volte più turisti e 14 volte più voli charter. Undici miliardi buttati per l’emergenza rifiuti ma la Campania muore di cancro e a Bagnoli sono avvelenati anche i parchi giochi. Municipalizzate che non girano al fisco le tasse trattenute ai dipendenti ma si prendono il lusso di non sfruttare patrimoni immobiliari enormi. Assolutamente deficitari gli investimenti esteri mentre a Messina una procedura fallimentare si chiude in media dopo 25 anni. Sovrintendenze cieche davanti alla devastazione delle coste e vincoli paesaggistici sul pitosforo di un giardino privato. Un’inchiesta serrata, appassionata, contundente. Con fatti, numeri, storie e aneddoti irresistibili, Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella denunciano una situazione insopportabile: senza fare sconti ai corsari politici e imprenditoriali del Nord, ma inchiodando alle sue responsabilità una classe politica ingorda e inconcludente che pare quasi non accorgersi che il Mezzogiorno rischia la catastrofe. Sergio Rizzo è inviato ed editorialista del Corriere della sera, dopo aver lavorato a Milano Finanza, al Mondo e al Giornale. Tra i suoi libri, per Rizzoli: Rapaci, La cricca e Razza stracciona. Gian Antonio Stella, vicentino, è editorialista e inviato di politica, economia e costume al “Corriere della Sera, il giornale in cui, dopo gli anni della gavetta giovanile e l’assunzione al pomeridiano “Corriere d’Informazione, è praticamente cresciuto. Vincitore di premi giornalistici (dall’«È» assegnato da Montanelli, Biagi e Bocca al «Barzini», dall’«Ischia» al «Saint Vincent» per la saggistica), ha scritto numerosi saggi. Tra i più noti: Schei, un reportage sul Nordest; Chic, un viaggio ironico e feroce tra gli italiani che hanno fatto i soldi, Lo spreco, tutti per Mondadori, e ancora Dio Po, gli uomini che fecero la Padania, pamphlet sulla Lega, e L’orda. Per Rizzoli, Quando gli albanesi eravamo noi; Odissee. Italiani sulle rotte del sogno e il romanzo Il maestro magro. Con Feltrinelli ha pubblicato Tribù s.p.a. Foto di gruppo con Cavaliere bis. Sergio Rizzo è inviato ed editorialista del Corriere della sera, dopo aver lavorato a Milano Finanza, al Mondo e al Giornale. Tra i suoi libri, per Rizzoli: Rapaci, La cricca e Razza stracciona. Come si è anticipato, a questi titoli vanno aggiunti quelli firmati insieme a Gian Antonio Stella: cinque titoli ai quali, c’è da scommettere, seguiranno altre importanti inchieste. Intanto “Se muore il Sud” è destinato riaprire con forza lo storico problema del Mezzogiorno.
Caterina Rita Andò