Memoria degli anni 1933-2007 – di Giorgio Càsole
L’Abbadessa anticipò di decenni la riforma varata dal ministro Luigi Berlinguer con lo Statuto delle studentesse e degli studenti, che dà agli alunni il diritto di conoscere “ tempestivamente “ il voto ricevuto.
Al di là del momento formale a scuola, L’Abbadessa era disponibile a instaurare colloqui personali, anche a casa, eccezionalmente. Nella sua abitazione, un pomeriggio della primavera del 1966 invitò tutti gli alunni coinvolti nella redazione e nella realizzazione del primo giornale del liceo, Il Cicerone, senz’alcun intervento
della cassa scolastica, autogestito e autofinanziato.
Il primo numero conteneva una satira goliardica nei confronti dei docenti e degli alunni più in vista per varie ragioni. Taluni docenti si risentirono non poco e l’Abbadessa volle fare il trait-d’union fra docenti e discenti, impartendo a questi ultimi una lezione sulla libertà: la libertà di ciascuno finisce dove incomincia quella dell’altro. Quella volta gli studenti uscirono frastornati dal colloquio con la giovane insegnante. Non capirono, cioè, che cosa avessero a che fare concetti così nobili, così alti, come quello della libertà e del rispetto per gli altri con una modesta e innocua satira goliardica, di gran lunga inferiore a quella che si potevano permettere i clerici vagantes in epoca medievale.
Il Cicerone
Gli studenti avevano voglia di esprimersi in maniera diversa da quella dell’interrogazione tradizionale, avvertivano anche il bisogno di aver di fronte persone dialoganti e non semplici trasmettitori del sapere, presi dal ritmo ossessivo della spiegazione-interrogazione-correzione compiti.
Il Cicerone era nato come strumento per soddisfare entrambe le esigenze. Sotto la testata era riportata la dicitura “organo interno del liceo classico “Mègara” Augusta”. Ciò potrebbe indurre a credere che Il Cicerone fosse finanziato direttamente dall’istituzione scolastica. Non era così, come abbiamo accennato sopra. La scritta fu apposta perché l’allora preside Sebastiano Lo Nigro, anch’egli di Catania come Boemi, concesse che il giornale fosse distribuito e venduto all’interno della scuola. Nient’altro. Il Cicerone pesò interamente sulle spalle – in tutti i sensi – di chi s’era assunto la responsabilità di promuoverlo e realizzarlo: chi scrive. I soli due numeri che uscirono furono stampati a Catania: il primo costò quarantamila lire, il secondo, con maggiore foliazione, sessantamila. Da Catania i pacchi delle copie venivano trasportati a mezzo autobus di linea.
Non c’erano al liceo Mègara i segni premonitori di quella che sarà poi chiamata la questione giovanile, né era apparsa su Il Cicerone un’inchiesta “pruriginosa” come quella sui comportamenti sessuali dei giovani condotta dagli studenti del liceo classico “Parini” di Milano e pubblicata sul giornale interno, La Zanzara. L’inchiesta suscitò immediatamente un putiferio tanto che se ne occupò la magistratura ordinaria e i liceali responsabili chiamati in giudizio. Il caso fu così clamoroso da diventare un caso nazionale. Niente di tutto questo ad Augusta, ma la vita de Il Cicerone fu effimera, come lo fu quella del contemporaneo comitato studentesco, proposto al preside Lo Nigro dallo studente responsabile del giornale.
IL COMITATO STUDENTESCO
Al liceo i ragazzi vogliono poter dire la loro anche sui rapporti con gl’insegnanti, non vogliono sentirsi soltanto ricettacoli passivi della trasmissione del sapere, vogliono sentirsi soggetti dialoganti. Nel dicembre ’65 propongono al capo d’istituto la costituzione di un vero comitato studentesco, quale risultato di una delega effettiva agli studenti, anche se non previsto dalla normativa. Sono di là da venire i decreti delegati che consentiranno regolari elezioni per i rappresentanti di classe e d’istituto.
Il preside Lo Nigro, che aveva insegnato al prestigioso liceo classico “Cutelli” di Catania, dove simili iniziative erano state attuate, concede la costituzione del comitato, ma solo dopo una lunga attesa, il 20 gennaio 1966, fa svolgere regolari elezioni per i rappresentanti delle classi quarte e quinte ginnasiali, per le prime, per le seconde e terze liceali e per la sezione scientifica annessa, costituita due anni prima.
“L’atmosfera che si è venuta creando, durante la votazione è stata insolita, nuova, emozionante – oserei dire – per gli alunni del nostro istituto”, annota il cronista sul primo numero del Cicerone nell’articolo che ha un titolo esplicativo e programmatico: “Costituito il comitato interno: giù le barriere!”. Il pezzo così prosegue: “Taluni, attratti dal sapore della novità, si mostravano attivamente interessati; altri malcelavano la propria indifferenza con sguardi attenti e altri ancora, sotto il velo della noncuranza, facevano intravedere una punta di scetticismo per la manifestazione, cui partecipavano solo perché deciso in alto loco”. Alla presidenza del comitato è eletta una donna, Teresa Micalizio, rappresentante delle terze classi.
Sin dall’inizio al comitato vengono “lanciate severe staffilate, con intenzioni manifestamente polemiche nei confronti degli stessi membri, che hanno infirmato lo spirito di concordia e di unione che dovrebbe regnare sovrano nel nostro liceo”, osserva con dispiacere il cronista del Cicerone.
Il comitato resta in vita poco più di tre mesi.
Il 2 aprile di quel 1966, infatti, tutti i componenti, all’unanimità, si dimettono di fronte all’indifferenza del preside, “deplorando la quasi totale inadempienza di un programma di iniziative, presentato in precedenza…” osserva sconsolato il cronista del Cicerone nel secondo e ultimo numero del giornale. Berkeley, negli Stati Uniti, sede dell’università della California, nei cui campus, in quell’anno, si hanno i prodromi della rivoluzionaria contestazione del 1968, sembra essere a una distanza siderale.
L’ATTIVITA’ TEATRALE
Nel febbraio di quel 1966, tuttavia, la scuola offre agli alunni la possibilità di andare a Catania, di pomeriggio, per assistere a una rappresentazione ad hoc dei pirandelliani Sei personaggi in cerca di autore, con Turi Ferro protagonista, nella sede del Teatro Stabile, allora unica, in Via Umberto, la piccola ma efficiente sala “Angelo Musco”.
La proposta piace subito. Le adesioni sono moltissime. Il 1° febbraio si riempiono due pullman “sotto il diretto controllo”, è precisato nel primo numero del Cicerone, di due giovani docenti augustani di latino e greco: Giovanni Satta e Alberto Terranova, destinati a diventare, per oltre un decennio, preside dello scientifico il primo e del classico il secondo.
Il Cicerone dedica all’evento l’articolo di apertura. L’impatto è molto coinvolgente dal punto di vista emotivo e cognitivo, tanto che, archiviate le esperienze del comitato e del giornale studenteschi, i liceali decidono in proprio, senza nemmeno l’avallo formale della scuola, di organizzare e rappresentare il 27 dicembre di quel 1966, con una replica mattutina l’indomani per gli alunni delle medie inferiori, un recital in due tempi, di beneficenza per gli alluvionati del Polesine, nel grande cine-teatro Kursaal Augusteo, chiuso da anni all’attività teatrale e riaperto solo per l’occasione. La serata riscuote un enorme successo di pubblico e di cassetta.
Nell’ ultima foto in alto: GIORGIO CÀSOLE nei panni del pretore, a sinistra di spalle GIUSEPPE SCAPELLATO (L’usciere), a destra di spalle PIERO CASTRO (Pubblico Ministero), al centro di spalle LAURA ORTISI