L’esperienza teatrale sarà ripetuta, ancora una volta per iniziativa degli studenti, qualche anno dopo, nel maggio del 1970, al cinema Impero (risalente, come s’intuisce dalla denominazione, all’epoca fascista), nei pressi della Piazza Duomo, oggi chiuso da molti anni. Fu realizzato un palcoscenico su misura per ospitare, ancora una volta un programma articolato: spicca l’atto unico La lezione di Ionesco, rumeno di lingua francese, stimato rappresentante, ma da noi ancora sconosciuto all’epoca, del cosiddetto teatro dell’assurdo. (Da sinistra RITA MENTESANO, PINA LUPO, GIACOMO CASOLE)
LA SEZIONE SCIENTIFICA DIVENTA LICEO AUTONOMO
Nello stesso 1970, la sezione scientifica annessa al classico ottiene la sua autonomia e sarà intitolata cinque anni dopo ad Andrea Saluta, illustre matematico cittadino, ultimo direttore della Regia Scuola Tecnica e primo preside della Regia Scuola Complementare “Principe di Napoli”.
L’intitolazione dell’istituto al preside Andrea Saluta avviene il 6 novembre 1975, nel corso di una cerimonia nell’androne della sede del liceo scientifico nella cosiddetta cittadella degli studi. (Nella foto a lato: 1975 – Cerimonia di intitolazione dello scientifico ad Andrea Saluta; da sin. SEBASTIANO SALUTA, figlio di Andrea, sacerdote ANTONIO GIARDINA, il preside dell’epoca, GIOVANNI BRUNO)
La proposta dell’intitolazione era stata avviata dal preside Giovanni Bruno, che, dopo l’approvazione del collegio dei docenti, chiese e ottenne il parere favorevole del sindaco Carmelo Saraceno e del prefetto e successivamente inoltrò la richiesta al Ministero della Pubblica Istruzione.
Nel corso degli anni Settanta e nella prima metà degli Ottanta, alla guida del liceo scientifico, ormai ubicato stabilmente nella cittadella degli studi, si avvicendarono numerosi presidi che, tuttavia, rimasero troppo poco tempo per poter avviare progetti a lunga scadenza.
Un grande evento galvanizzò alunni e docenti del liceo scientifico: fu la “tre giorni” organizzata per impulso del preside Vincenzo D’Aquino, per la formazione di una coscienza antimafiosa, nella primavera del 1978, l’anno successivo alle manifestazioni studentesche dette dei “ragazzi del ‘77”, che si riverberarono anche al Saluta sub specie dell’occupazione dell’istituto, in anticipo rispetto a manifestazioni consimili periodicamente ripetutesi negli anni Novanta nel periodo autunnale. Nella primavera del 1978, dunque, studenti e docenti furono ospiti del teatro della Marina Militare, a ragione dell’insufficienza cronica dei locali e dell’inesistenza dell’aula magna nella cittadella degli studi. L’intervento più atteso di quelle intense mattinate dedicate alla formazione di una forte coscienza civica fu quello del giornalista-scrittore-commediografo Giuseppe Fava, originario di Palazzolo Acreide, ma operante a Catania, noto per le sue coraggiose denunce tanto che, nel gennaio 1984, cadde sotto il piombo mafioso.
Fava incantò il pubblico che gremiva il teatro non solo per la sua notorietà, ma anche grazie alla presenza fisica: abbigliamento casual, la barba curatissima che gli ornava il viso, da cui staccava un marcato naso aquilino, la voce impostata. Ovviamente, Fava attirò l’attenzione del pubblico grazie, soprattutto, alla sua parola di uomo fermo e coraggioso. (nella foto, GIUSEPPE FAVA, terzo da sinistra)