Anche noi Augustani, assieme ai Priolesi, dovremmo essere chiamati democraticamente a esprimerci- (prof.Giorgio Casole)
L’appello del comitato cittadino “AugustAmbiente” per oggi è rivolto ai Melillesi:
1) Perché trattasi di impianto a rischio di incidente rilavante che verrebbe realizzato nel petrolchimico di Priolo, zona dichiarata ad elevato rischio di crisi ambientale, in cui si sono verificati gravissimi incidenti a cominciare da quello che nel 1985 interessò e distrusse l’Icam e quelli più recenti che hanno interessato il suddetto triangolo industriale.
2) Perché l’area nella quale si vorrebbe collocare l’impianto è zona sismica di primo grado che, come ci ha recentemente ricordato Barberi, è soggetta a terremoti disastrosi per i quali qualunque precauzione tecnologica sarebbe inutile. E l’On. Giuseppe Zamberletti, presidente della Commissione grandi rischi della Protezione civile, aggiunge: «La Sicilia orientale in Italia è come la California per gli Stati Uniti. Lì si aspetta il Big One, il grande terremoto. Qui da noi il Big One atteso è quello della Sicilia orientale. Se si verifica provoca almeno 50 mila vittime».
3) Per la paralisi di tutte le attività portuali civili e militari (in media ogni tre giorni) che l’arrivo delle metaniere provocherebbe nel porto di Augusta.
4) Perché annualmente in Sicilia arrivano 25 miliardi di m3 di metano dalla Algeria ed 8 miliardi dalla Libia che in massima parte vengono convogliati nel resto d’Italia e solo in piccola parte servono per i consumi regionali. Per cui le aziende del petrolchimico che ancora impiegano olio combustibile nei loro impianti potrebbero tranquillamente utilizzare tale metano per i loro fabbisogni e ci viene difficile capire come questo non lo abbiano ancora fatto.
Lo scorso marzo AugustAmbiente ha inviato un esposto alla Corte dei Conti di Palermo e Roma per danno economico diretto che lo Stato riceverebbe nel caso che fosse costruito il rigassificatore di Melilli. Visto che lo Stato Italiano, con la delibera 178/2005 dell’Autorità per l’Energia e il Gas, volta ad incentivare la realizzazione e l’utilizzo di nuovi terminali di rigassificazione, “assicura, anche in caso di mancato utilizzo dell’impianto, la copertura di una quota pari all’80% di ricavi di riferimento. Tale copertura è riconosciuta per un periodo di 20 anni” ed ovviamente il denaro necessario proverrebbe dalle bollette dei cittadini.
Pertanto AugustAmbiente sostiene il No dei Melillesi al rigassificatore in quanto opera non necessaria, mentre è necessario sfruttare le nostre risorse e riservare maggiore attenzione alle energie rinnovabili e non inquinanti, come fotovoltaico ed eolico ed altre.
IL COMITATO