L’ inganno del Risorgimento

storia, cultura, risorgimentoAUGUSTA. Giorno 29 aprile,  nell’auditorium “Don Paolo Liggieri” del  civico palazzo S. Biagio di Augusta, si è tenuta la presentazione del libro “Il Sud e l’inganno del Risorgimento” di Giacomo Càsole , storico e scrittore, da anni impegnato a promuovere le verità storiche riguardanti un periodo così complesso quale l’unità d’Italia che coinvolse anche la Sicilia. Il convegno-dibattito ha fornito ottime e interessanti chiavi di lettura, sopratutto nell’anno in cui si festeggia il 150° anniversario dell’unità d’Italia.

Per addentrarci meglio nell’argomento, abbiamo deciso di intervistare  l’autore del libro, Giacomo Casole, fondatore e presidente dell’associazione culturale “ Due Sicilie”.

Lei ha intitolato il suo libro “Il Sud e l’inganno del Risorgimento”. Perché usare proprio il      termine “inganno” in riferimento a un determinato periodo storico, solitamente definito da autorevoli storici e scrittori fondamenta per l’unità d’Italia?

Nelle prime tre righe del capitolo denominato il “Razzismo” ha riportato una frase, presumibilmente  credibile di Luigi Carlo Forini, nominato luogotenente una volta conquistato il Regno delle due Sicilie: “ Altro che Italia, questa è Africa. I beduini a riscontro di questi cafoni sono fiori di virtù civile”. Supponendo la veridicità della fonte da cui proviene questa espressione, vuole spiegarci le motivazioni per cui i meridionali vennero considerati inferiori , addirittura peggio dei beduini?

 

“Come ho avuto modo di spiegare durante la presentazione del mio libro, innanzitutto bisogna mettersi d’accordo sul significato della parola “ Risorgimento” che derivando dal verbo risorgere, sta a indicare “resurrezione” o meglio” riscatto” e “rivalsa”.

Ma il Sud che era già da tantissimo tempo uno Stato sovrano libero e indipendente da ingerenze straniere, non aveva bisogno di risorgere né di riscattarsi da alcunché, pertanto molto semplicisticamente posso dirle che il significato di Risorgimento non può adattarsi a tutta l’Italia del 1860.

E’ il Nord che ha bisogno di riscatto in quanto frammentato in piccoli Stati,  è ancora soggetto a pesanti influenze straniere come l’Austria,  che domina direttamente il Lombardo-Veneto. Ed è sempre il Nord che ha l’esigenza per poter crescere ed espandersi, di liberarsi, di riscattarsi, di risorgere; dunque,  è in questo senso che si può parlare di inganno, di imbroglio per la gente del Sud,  a cui si è fatto credere fino a oggi che il “Risorgimento “ fosse un’esigenza sentita e necessaria per tutta l’Italia che si doveva creare come Nazione. Il Sud è già una nazione, e ha un nome conosciuto e rispettato in tutta l’Europa e nel mondo. Il Sud era conosciuto come il “Regno delle Due Sicilie” e possedeva  una lingua e una cultura comuni, oltre a leggi e  usi propri. Per fare l’Italia,  solo il Sud fu stato costretto a rinunziare alla propria peculiarità, alla propria cultura e ai propri averi.  Infatti,  tutti i beni del Regno delle Due Sicilie furono sequestrati e trasferiti al Nord,  che così creò le basi per trasformare la propria povera economia in quella industriale e capitalistica che conosciamo. Il Nord ha ingannato il Sud convincendolo che perseguire la strada dell’unificazione era la sola possibile al bene comune e così come sappiamo bene noi al Sud, non è stato, anzi,  al contrario,  non solo il Sud ha perso tutto, ma ci ha guadagnato il dileggio e il disprezzo oltre a un diffuso razzismo che da allora continuamente serpeggia in ogni discorso, in ogni articolo, in ogni situazione. Il Sud è diventato una questione con l’unità d’Italia, quella meridionale e da allora a oggi ( a 150 anni suonati) non c’è soluzione. Le ricordo che la Germania ha colmato il divario con la sorella dell’Est in meno di un ventennio, in Italia al contrario ancora si discute il da farsi. Altro che inganno questo risorgimento!” Per quale motivo in Italia l’eccidio dei meridionali, avvenuto durante la spedizione dei mille, rimane un mistero, se non un tabù? A tal proposito cosa si può fare per risvegliare la coscienza meridionale?

 “I piemontesi che,  immediatamente conquistato il Regno delle Due Sicilie, vennero a contatto con il popolo meridionale, si accorsero da subito che la lingua, la cultura, gli usi e i costumi erano differenti dai loro, loro  che parlavano una lingua molto più simile al francese che all’italiano, che avevano modi e gesti affettati. Essi  non solo non compresero nulla, ma l’impatto un po’ brusco con il chiassoso e colorito popolo meridionale, li portò a respingere in toto quelle persone e quelle situazioni che non avevano mai visto e non solo non capirono mai nulla , ma non si sforzarono nemmeno di farlo.

Così, nei loro giudizi superficiali e affrettati, subentrò immediatamente il razzismo per persone o cose che erano al di fuori da loro e che non capivano.

Tutte le forme di razzismo d’altronde sono dettate da ignoranza e da prevaricazione. D’altronde il popolo meridionale non fu docile carne da macello, ma cercò con una guerra partigiana, definita guerra di brigantaggio, di contrastare l’invasione manu militari di questa nazione straniera. E questo non poteva far piacere ai piemontesi invasori, i quali ancora di più si inasprirono contro il popolo meridionale, definito beduino, africano,  ecc.”

Quali furono le conseguenze economiche, politiche e sociali che, purtroppo ancora oggi si ripercuotano nella nostra terra?“Innanzitutto, devo dirle che l’eccidio della popolazione meridionale è avvenuto non solo durante la cosiddetta spedizione dei Mille,  ma anche e soprattutto durante l’occupazione sabauda.

Garibaldi si rese responsabile del famoso episodio di Bronte, dove alcuni contadini,  credendo ai falsi proclami del dittatore, si erano  impadroniti delle terre di alcuni possidenti. Un intero paese fu dichiarato in stato d’assedio, sei cittadini innocenti furono fuciliati a seguito di un processo sommario condotto dal boia Bixio e molte altra centinaia furono rinchiuse per lunghi anni in carcere, senza processo e senza sentenza. Così Garibaldi liberava il Sud, così il Sud pagava il prezzo del Risorgimento fasullo. I Savoia fecero di peggio comportandosi talvolta con ferocia indiscriminata senza guardare in faccia uomimi, donne o bambini,  per ridurre all’obbedienza e alla ragione il popolo meridionale. Si comportarono talvolta con brutalità  talmente gratuita e insopportabile da essere paragonate successivamente  ai peggiori barbari o alle SS naziste. Le conseguenze furono : la diffidenza verso i nuovi governanti, considerati a volte peggiori di quelli vecchi e l’allontanamento progressivo ma ineluttabile da quegl’ideali che avevano  reso possibile il Risorgimento e dall’idea di Nazione giusta ed equa. “Recentemente sono state celebrate le nozze tra il principe ereditario William d’Inghilterra e Kate Middleton. Sorvolando sulla piacevolezza o no di quello che viene definito dalla stampa mondiale il matrimonio del secolo, è strano c Quali furono le conseguenze economiche, politiche e sociali che, purtroppo ancora oggi si ripercuotano nella nostra terra? Che in questo matrimonio non siano stati invitati gli eredi di Casa Savoia, artefici dell’unità d’Italia, mentre era presente Carlo di Borbone, discendente della famiglia Borbonica del Regno delle due Sicilie. Che  ne pensa? “Premesso che il matrimonio di un rampollo della casa reale inglese non  sfiora nemmeno lontanamente i miei interessi e se mai appartiene al gossip, tuttavia si può notare non dico con soddisfazione ma con interesse la notizia che sia stato invitato a questa cerimonia un erede della Casa Reale delle Due Sicilie. Ciò significa che almeno in idea l’antico e glorioso Stato meridionale vive ancora non solo nel gossip , ma anche nella mente e nel cuore di tutti quei meridionali che dovrebbero andare orgogliosi del proprio passato e della propria storia.”

Federico Tringali

CIRCOLO UNIONE: gettate le basi per un (futuro) museo etno-antropologico

“Vita civile e vita religiosa in Augusta: un legame secolare” – 7 giorni di esposizione di 170 oggetti vari, oltre 3000 visitatori, oltre tre secoli di storia studiati – un successo del Circolo Unione in nome del servizio alla comunità. Potrebbe essere il primo passo per realizzare quel museo etno-antropologico ideato, oltre trent’anni fa,  da Elio Salerno.

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Sabato 24 aprile si  è chiusa  la mostra organizzata dal Circolo Unione “Vita civile e vita religiosa ad Augusta: un legame secolare” , iniziativa che ha coinvolto,  a vario titolo,  la presidente, il direttivo, i soci del circolo e i cittadini che, numerosi, otre 3000,  hanno visitato l’esposizione.  La mostra ha permesso ai visitatori di scoprire un passato della nostra città fatto di piccole cose, di quotidianità, di gesti e riti che hanno accompagnato lo svolgere del tempo e hanno plasmato il proprio intimo rapporto con la religiosità. Inoltre si è voluto dare ai giovani uno spunto di riflessione su un” angolo di piccola storia”. Sono stati esposti oltre 170 oggetti che hanno documentato, soprattutto,  la religiosità domestica che, per alcuni secoli, ha costituito ad Augusta un momento fondante dell’essere “famiglia”. Si è evitato di dare una mera lettura estetica agli oggetti di arte religiosa popolare, cercando invece di tentare la ricostruzione dei loro contesti d’uso, di ciò che è stato il loro “ senso” all’interno della casa. I “santini”, le acquasantiere, le stampe devozionali, i piccoli messali, le antiche coroncine, hanno spesso dipanato nei visitatori il gomitolo dei ricordi della propria infanzia. E poi gli olii, le incisioni, le pitture su vetro, le cartapeste destinate a fasce sociali più alte, insieme alla testimonianza di atti di una “vita civile”, hanno completato la mappa di un percorso culturale che ha segnato la vita di una larga parte della nostra comunità cittadina condizionandone i quadri di riferimento, i sistemi di rappresentazione, i rapporti sociali, i sogni. L’evento è stato reso possibile grazie alla generosità dei proprietari dei pezzi esposti, alla contribuzione degli sponsor  (Hotel Venus, Biemme Car) e al patrocinio della Provincia Regionale di Siracusa.                                                                                                    

            Gaetana Bruno Ferraguto

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  Chiusa la mostra si ci chiede quale tipo di contributo abbia apportato nella società augustana. Di certo non supportata dai “Potenti” locali, da quelli religiosi in quanto ritenuta un pò pagana, da quelli civili in quanto vista come  fonte di ulteriore confusione in un clima di molteplici iniziative più o meno culturali, la mostra  ha saputo elevarsi al di sopra delle umane e meschine critiche e raggiungere un obiettivo altamente nobile, riscuotendo in tal modo un vero successo. In effetti tramite i vari oggetti, messi in esposizione, ben descritti e allocati nei vari contesti storici da tre validi professionisti che incessantemente si sono alternati alla guida dei visitatori, la mostra ha permesso di riesaminare varie fasi di vita di un tempo che fu. Usi, abitudini, riti, testimonianze di un popolo cresciuto tra sacrifici e sofferenze ma confortato dall’osservanza di regole e modelli civili e  religiosi che di fatto ne hanno nobilitato il breve passaggio terreno. Un esempio per tutti: parecchi ragazzi, prima in visita scolastica organizzata, sono tornati successivamente con i rispettivi genitori o nonni  a cui con entusiasmo hanno espresso  colorite frasi tipo- “vedi papà, vedi nonno,  quella è un frammento della famosa tela del sabato santo, che veniva calata in Chiesa Madre con  una cerimonia del tutto particolare al cui termine la gente si abbracciava e faceva la pace, anche i nemici più acerrimi dimenticavano i dissapori accumulatisi nell’anno-. Risposta del familiare-” ahimè, con la scomparsa di questa  tradizione  è cessata anche la sana abitudine di fare la pace per Pasqua. Sarebbe opportuno ricercare e riattivare molte delle nostre antiche tradizioni-.

  Un ringraziamento particolare alla Provincia Regionale di Siracusa che patrocinando la mostra ha dimostrato di saper riconoscere e privilegiare una sana e asettica iniziativa culturale al servizio della popolazione.

     Gaetano Gulino

Nelle foto (di Gaetano Gulino): visita di alunni della scuola primaria, una sezione della mostra                                                                                                                  

RIEVOCAZIONE STORICA DELLO SBARCO A MESSINA DI DON GIOVANNI D’AUSTRIA

 

Messina 18 aprile 2011 – Oggi, con inizio alle ore 11, ha avuto luogo presso il Forte “San Salvatore” di Messina la conferenza stampa di presentazione della terza edizione della “rievocazione dello sbarco a Messina di don Giovanni d’Austria”, evento di alta rilevanza promosso anche quest’anno dall’Associazione culturale “Aurora” insieme alla “Marco Polo System” di Venezia e coorganizzato con il Comune di Messina e la Provincia Regionale di Messina. I lineamenti organizzativi della manifestazione di quest’anno sono stati illustrati dal dott. Fortunato Manti (Presidente dell’Associazione culturale “Aurora”), dal prof. Vincenzo Caruso (direttore artistico dell’evento) e dall’on. Nanni Ricevuto, Presidente della Provincia Regionale di Messina. Moderatore della conferenza il dott. Enrico Casale, giornalista pubblicista, studioso di storia militare e storia patria. Erano presenti, inoltre, il C.V. Santi Le Grottaglie (Comandante del Distaccamento di Messina della Marina Militare), il C.V. Antonio Musolino (Comandante della Capitaneria di Porto di Messina), gli assessori Pippo Isgrò e Dario Caroniti in rappresentanza dell’on. Giuseppe Buzzanca (Sindaco della città di Messina), il Col. Joselito Minuto (Comandante del Gruppo Aeronavale della Guardia di Finanza), il C.F. Francesco Capparucci (Comandante Zona Fari), l’ing. Mauro Sidoti in rappresentanza dell’ing. Gianfrancesco Cremonini (Agenzie Industrie Difesa – Arsenale di Messina), la dott.sa Daniela Faranda (Vice Presidente dell’Ente Teatro Vittorio Emanuele), il sig. Carmelo Recupero (Lega Navale di Messina), la dott.sa Michaela Stagno d’Alcontres (Istituto Italiano dei Castelli).

Nutrito il pubblico con personaggi di spicco quali l’architetto storico Nino Principato e l’editore Antonino Sfameni.

Numerose le attività in programma quest’anno. L’ormai consueta rievocazione, evento centrale della manifestazione, che vedrà quest’anno delle innovazioni di alto contenuto storico. La Regata Velica “Don Giovanni d’Austria – Trofeo città di Messina”, organizzata dalla Lega Navale in collaborazione con i circoli velici messinesi, inserita per la prima volta nel calendario nazionale della Federazione Italiana Velica (FIV). Sarà ristampato il libro “I Siciliani nella battaglia di Lepanto”, di G. Arenaprimo (ed. 1892), nella collana delle Edizioni Antonino Sfameni (EDAS) “Lo Stretto di Messina nella Storia Militare”. Al corteo storico e alla rievocazione prenderanno parte le rappresentanze, in costumi d’epoca, dei comuni di Sermoneta (LT), Venezia, Lepanto, Marino Laziale (Roma), Nicosia e, per la città di Messina, la Compagnia di Armi Rinascimentali. Realizzazione di un convegno, nella prima decade del mese di agosto, in sinergia con il Museo del Mare di Palermo sul tema “il soggiorno di don Giovanni all’Abbazia Benedettina di S. Martino delle Scale di Palermo”. Nel mese di settembre sarà organizzata un’attività espositiva, inerente i costumi di scena di Opere Liriche ambientate nel periodo rinascimentale presso il Teatro Vittorio Emanuele, e una mostra di opere riferite al XVI secolo costudite dalla Biblioteca Regionale. Saranno presenti le Autorità venete, greche, maltesi e veneziane e sarà chiesta la partecipazione del Sindaco di Ratisbona, città natale di Don Giovanni dove esiste una riproduzione, autorizzata nel 1978 dal Sindaco di Messina, della statua del condottiero.

L’intera manifestazione si caratterizza per la sinergia realizzata tra l’Associazione Culturale “Aurora” e la Società Marco Polo System di Venezia, il Comune di Messina, la Provincia Regionale di Messina, l’Autorità Marittima dello Stretto, il Distaccamento di Messina della Marina Militare Italiana, la Capitaneria di Porto di Messina, il Gruppo Aeronavale di Messina della Guardia di Finanza, il Reparto Supporto Navale, il Comando Zona Fari, l’Agenzia Industrie Difesa (Arsenale di Messina), l’Autorità Portuale, la Lega Navale di Messina, i Circoli Velici di Messina, la Soprintendenza BB.CC.AA. di Messina, l’Ente Teatro Vittorio Emanuele, la Biblioteca Regionale di Messina, l’Ente Fiera Internazionale di Messina, la “Marina del Nettuno”, l’Istituto Italiano dei Castelli, il Comune greco di Lepanto, la Regione Veneto, il Comune di Venezia, il Ministero della Cultura di Malta, il Museo del Mare di Palermo. Il luogo ed il nome di Lepanto sono strettamente legati alla storia militare del Mediterraneo. Oggi, lasciata alle spalle la tragica dimensione dello scontro, può essere assunto quale punto di riferimento del Mediterraneo, delle storie e delle culture che lo compongono, perché è indiscutibile che, anche se contrapposte, quella domenica del 7 ottobre del 1571, tutte le lingue, le culture, le religioni lì, nella tragedia, si sono ritrovate. Messina, grazie alla sinergia tra i soggetti promotori e le istituzioni cittadine si prepara quindi ad accogliere, durante il periodo del Ferragosto, un evento turistico e culturale capace di attrarre migliaia di visitatori e di esportare nei paesi del Mediterraneo l’immagine della città dello Stretto e il ruolo che ebbe nella storia.

  Enrico  Casale

Visita all’Osservatorio Astrofisico di Catania

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Giorno 31 marzo alcuni ragazzi delle classi quinte del nostro Liceo Mègara hanno avuto la possibilità di visitare l’Osservatorio Astrofisico di Catania, grazie ad un incontro organizzato dalla nostra docente Anna Lucia Daniele. La struttura, immersa nel verde, è sede dell’Istituto Nazionale di Astrofisica e, alla sua sommità, presenta l’osservatorio vero e proprio, un locale a base circolare  cupolato, contenente la ‘Barra Equatoriale’ per l’osservazione del Sole. Nella astro.jpgprima parte dell’incontro i ragazzi hanno assistito ad una conferenza tenuta dalla ricercatrice dott. ssa Carla Buemi riguardante la vita delle stelle, e in particolare, della stella Sole. Sono state presentate delle foto ingrandite della fotosfera solare, che si presenta granulosa e ribollente, per via dei moti convettivi. A questi ultimi sono legate le macchie solari, cioè delle zone della fotosfera che appaiono più scure rispetto a quelle circostanti, causate da un’intensificazione del campo magnetico che inibisce l’attività convettiva. In questo modo le zone interessate, avendo una temperatura più bassa, risultano ‘fredde’ e ci appaiono scure. Le macchie solari compaiono con una certa periodicità, 11 anni, e quest’anno dovrebbero essere di nuovo visibili in gran numero.
La seconda parte della visita si è svolta nel locale dedicato all’osservazione del Sole, ma, a causa delle condizioni atmosferiche, non è stato possibile usufruire della ‘Barra Equatoriale’.
Un buon motivo per ritornare l’anno prossimo sperando di poter osservare il Sole.

   Dorotea  Roggio

Telerondine nell’ isola dei famosi

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I meno giovani  ricorderanno certamente gli slanci culturali che Giorgio Càsole, non ancora prof., ha più volte dato in questi lunghi anni alla città di Augusta. Non a caso Rosario Fiorello, tanto per citare un personaggio noto, proprio con lui ha mosso i primi passi esordendo per la prima volta nello spettacolo “Bazar umoristico”  della compagnia “Teatro Gruppo”  diretta dallo stesso Càsole e nella quale anche chi scrive, allora giovinetto, recitava il ruolo di un  vigile urbano di provincia.  Il nostro prof. l’abbiamo poi rivisto in tv nella veste di direttore di telegiornale, a telemarte, la stessa emittente locale radiotelevisiva che diede i natali di speaker radiofonico a  Fiorello, attraverso la quale il D.J. Fiorello, nel vecchio locale “Monte Amara” durante una delle sue infinite serate ebbe l’incontro col paladino della “dance music” Claudio Cecchetto. Erano i tempi in cui, ricordo,  nel vecchio locale di Monte Amara esistevano due ingressi: uno principale, dove si entrava esibendo regolare biglietto e uno secondario, dietro la piscina, dove l’altra metà dei ragazzi e delle ragazze potevano entrare liberamente senza biglietto, e questo lo sapevano tutti.

 Andando a ritroso coi tempi troviamo ancora Càsole nella veste di editore della prima e unica televisione di Augusta, “Radiotele Rondine” (seconda in Sicilia solo a “Teletna), emittente che all’epoca “rischiò” di diventare la terza rete nazionale di Sicilia, Rai 3.

 TeleRondine iniziò a trasmettere in forma sperimentale nell’Aprile del 1978 dagli scantinati della clinica ospedaliera “Villa Salus” e per volere del suo direttore recentemente scomparso, dott. Innocenzo Galatioto,  per poi trasferirsi in centro negli studi di via Principe Umberto 132 .

Lì accorsero, da tutti i rioni, molti giovani speranzosi di sottoporsi al “provino” che li avrebbe  resi  famosi in quel misterioso e magico  mondo della radiotelevisione, quando la tv era ancora in bianco e nero e le radio andavano ad occupare liberamente le prime frequenze FM. Il segnale dell’emittente televisiva TeleRondine, irradiato da un impianto trasmittente con 1.000 watt di potenza e diffuso sui canali 29 62 31 UHF, era diretto da Umberto Bassi, da non confondere con l’esponente leghista perché questi era un bravo tecnico sottufficiale della marina militare italiana, tanto che  il segnale veniva ricevuto a Siracusa città, in provincia di Catania e da mezza Calabria, grazie a un ripetitore piazzato strategicamente sui Monti Climiti, in territorio di Melilli, nell’alto di una vallata.

Tra i programmi trasmessi dall’emittente megarese particolare menzione aveva Spazio Poetico” condotto sempre da  Càsole, dove venivano presentati molti talenti creativi della nostra terra dimostrando, inaspettatamente, un vero successo di pubblico, proprio per la possibilità di presentare in passerella tali personaggi. Agli inizi del 1980, l’emittente aderisce al consorzio TVA Televisioni Associate,  per interrompere definitivamente le proprie trasmissioni alla fine del 1988.

Erano anche i tempi in cui un altro fenomeno, quello delle radio libere, andava espandendosi straripando l’etere della comunicazione in Italia, proprio come oggi avviene nel mondo con le moderne chat di internet.

Noi c’eravamo, i ragazzi di allora: Saro Fiorello che non superò il primo provino radiofonico,  Franco Tanasi con la trasmissione pomeridiana di musica dance con tanto di effetti speciali che piacevano alle ragazzette, Sandro Bonaccorsi con la musica “by night” e le sue note romantiche che andavano perdendosi nella notte lacerando i cuori delle mature signore, Primo Acireale, Corrado Quartarone e tanti  altri o forse tutti i giovani dell’isola perché, a pensarci bene, eravamo tantissimi e ci volevamo tutti bene, anche quando facevamo a cazzotti.

E le nostre storie andavano raccontate nelle pagine dei giornali della provincia, come oggi succede con il “Giornale di Augusta” o con “augustanews.tk” dove, per caso o per fatalità, col  prof. Giorgio Casole ci siamo ritrovati per provare ancora una volta a dare un ulteriore slancio, attraverso un forum cittadino libero e incondizionato, alla cultura, all’ arte, alla musica e alla storia della nostra “Augusta” cittadina che non potrà tramontare mai.

    Giuseppe  Tringali

Perché la gente non accorre più numerosa alla tradizionale asta di San Giuseppe?

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Vi ricordate la tradizionale vendita all’asta che veniva svolta ad Augusta il 19 marzo per la festa dedicata a San Giuseppe, quando dal  balcone di fronte alla chiesa si affacciava, impellicciato,  quel noto personaggio, di nome  Joe Conforte, accerchiato dalle sue bionde sventole e dai suoi “strani” collaboratori? Tradizionalmente i devoti, grandi e piccini, partecipavano in massa, accorrevano da ogni quartiere della città, anche se a oggi non si è capito se  per devozione al  Giuseppe santo o al Giuseppe (Joe) uomo. Il dubbio rimane, visto che oggi la gente non accorre più come prima, cioè da quando Joe Conforte, fuggito per frode fiscale dal Nevada in Brasile, non potrà più raggiungere la sua citta natìa, Augusta . Si sa solo che Joe era un personaggio di grosso “calibro” e gli piaceva tanto apparire imboccando il  suo enorme sigaro, in attesa che si finisse la vendita degli articoli “alla portata di tutti” per acquistare e a caro prezzo i bastoni di torrone alle mandorle, e il  bastone di Giuseppe, il santo  ovviamente. Una grande soddisfazione per Joe Conforte, l’amico di Frank Sinatra, il ragazzo emigrato in cerca di fortuna da Augusta negli Stati Uniti d’America, in cerca di una dea bendata che non tardò ad arrivare perché, secondo le dichiarazioni da lui stesso rese all’epoca al prof. Giorgio Càsole durante un’intervista televisiva , nella vita il segreto del successo si divide in tre parti: bisogna cogliere l’occasione giusta, avere tanto cervello e tanta forza.  Una vera forza la sua, si sa, con le sue case da gioco, il casino, il casinò e, soprattutto, tanto cervello, lo stesso che lo indotto ad abbandonare tutto in età avanzata per  andare in Brasile in esilio dorato. La conoscono tutti ad Augusta la vera storia di Joe Conforte, una notorietà resa ancor più brillante dal film biografico che dall’America arrivò  nella sala cinematografica di questo nostro ridente paesotto di provincia, nella sala dell’ormai dismesso cinema Impero, oggi ridotto a un pugno di “macerie” perché distrutto dal tempo e  dall’indifferenza dei nostri  amministratori  comunali che non hanno saputo  acquisire al patrimonio comunale un locale che poteva diventare un  sala teatrale in pieno centro storico, per non parlare di quell’altro monumento in via di degrado che è il Kursaal Augusteo. E non solo  al cinema  Joe Conforte si faceva ammirare, con sequenze riprese dal vivo proprio qui ad Augusta della processione di Joe con le sue sventole e il sigaro in bocca, seguito dalla banda musicale e dal maresciallo delle guardie municipali. perché,  si ricorderà, anche la stampa nazionale e  il settimanale L’Espresso non seppero,  all’epoca,  sottrarsi al fascino misterioso del nostro illustre concittadino, che fu persino intervistato dal celebre e popolare giornalista televisivo e della carta stampata Enzo Biagi.

Il tradizionale bastone di torrone venduto all’asta di San Giuseppe, invece, quest’anno  è stato acquistato da un arbitro, Sebastiano Di Franco, ragazzo di buona famiglia e devoto a San Giuseppe, il santo.

    Giuseppe  Tringali

DONATO IL “CARRO MATTO” AL MUSEO STORICO DI FORTE “CAVALLI”

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Messina 24 marzo 2011

 Un nuovo reperto sarà presto a disposizione presso il Museo Storico della Fortificazione dello Stretto di Messina di Forte Cavalli (Larderia): si tratta del “carro matto”, esemplare donato al Museo Storico dai fratelli Angelo, Andrea e Francesco Privitera di Barcellona Pozzo di Gotto (ME) per documentare i “carrumatti”, particolari carri da trasporto utilizzati per la costruzione delle fortezze dello Stretto nel tardo ‘800. 

carrumatto 2.JPGIl reperto si trova ora presso l’Arsenale Militare dove, nell’ambito dei consolidati rapporti culturali che legano l’importante struttura dell’Agenzia Industria Difesa e il Museo di Forte Cavalli, grazie alla disponibilità dell’ing. Gian Francesco Cremonini, verrà restaurato da maestranze specializzate. Il Museo della Fortificazione dello Stretto di Messina, realizzato con la collaborazione della Fondazione Bonino Pulejo e del Comune di Messina, si presenta con nuovi reperti e, anche per quest’anno, la storica sala adibita in origine al controllo del fossato e del ponte levatoio del Forte. Il percorso del Museo, partendo dagli importanti studi balistici del generale Giovanni Cavalli, inventore della rigatura dei cannoni, attraverso le sale del forte, racconta la storia della difesa dello Stretto dal periodo post-unitario alla Seconda Guerra Mondiale mediante tavole iconografiche e oggetti appartenenti alla struttura. Il Museo offre l’occasione di conoscere un pezzo di storia dimenticata della città di Messina e i giovani, in particolare, avranno l’occasione di “toccare con mano” la storia studiata sui libri attraverso i filmati dell’Istituto Luce, le bombe d’aereo cadute sulla città, le carte annonarie necessarie a ricevere pane e minestra durante l’ultimo conflitto mondiale, i reperti, le mostre fotografiche e la rassegna di armi, uniformi e materiali.

  Enrico  Casale

I liceali celebrano l’unità d’Italia attraverso i film- commento del prof. Francesco D’Isa

lic.jpgSi è svolta la terza assemblea d’istituto del liceo  nell’aula magna altrimenti nota come teatro comunale. Il tema trattato è stato il 150° Anniversario dell’Unità d’Italia. L’argomento è stato  presentato ed esposto inizialmente dal rappresentante di istituto Ottavio Pugliares, che ha elencato le vicende storiche  caratterizzanti caratterizzato a e spedizione dei Mille di Garibaldi.  Pugliares ha ricordato che i Garibaldini erano appena mille, contro un esercito ben equipaggiato e ben armato del Regno delle Due Sicilie: i Garibaldini non avrebbero vinto senza il tradimento dei vertici militari del Regno e senza la protezione della flotta inglese.  Gli studenti successivamente hanno potuto seguire un percorso basato sulla proiezione di frammenti di film, con il commento del docente di lettere Francesco D’Isa. Gli spezzoni cinematografici erano tratti dai seguenti film: 1860, di Alessandro Blasetti; Viva l’Italia, di Roberto Rossellini; Bronte- cronaca di un massacro che i libri di storia non hanno raccontato, di Florestano Vancini. Tra una visione e l’altra dei filmati, il dibattito ha coinvolto alcuni alunni, tra cui Sergio Angelo Fichera, Gaetano Volpe, Federica Giangrande e, naturalmente, anche Ottavio Pugliares.

   Luca  Santoro

Don Miguel Cavallè al Circolo Unione Augusta

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“Vincere l’Indifferenza”. Questo il titolo del libro di Padre Miguel Cavallè, questo il titolo della Conferenza che lo stesso ha tenuto al Circolo Unione giovedì 24 febbraio. Una partecipazione massiva ha caratterizzato quello che si può definire un vero evento  formativo-culturale . Il salone di rappresentanza era strapieno e molta gente ha dovuto rinunciare a parteciparvi per mancanza di posti.  Luci spente all’inizio, al pianoforte il maestro Rosy Messina , al microfono la sorella Cettina e l’avv. Giovanni Intravaia per una accorata recitazione di brani prodotti ad hoc da quest’ultimo,  e sullo schermo gigante uno scorrere di immagini veramente toccanti, di quelle che appunto non possono lasciare il pubblico in atteggiamento di indifferenza.  L’avvocato    introduce l’argomento della serata e presenta con tanto di rispettabile curriculum, il conferenziere, Padre Miguel.  Le ultime scene hanno riprodotto le gesta di  carità  di Madre Teresa di Calcutta e dello stesso Sacerdote dei “Legionari di Cristo” circondato da un gruppo di poveri bimbi di colore, ma la piacevole e dotta conversazione che segue assume quasi i toni di una lectio magistralis su argomenti di economia, scienza, geopolitica, sociologia, filosofia,  di teologia  per concludersi con una chiara esortazione , diretta in particolare al popolo presente dei Cattolici, di comportarsi come tali e di preferire l’eccellenza alla mediocrità.  “Il mondo – ha tenuto ad evidenziare il reverendo –  attraversa una fase di cambiamento, di svolta epocale. Le sfide sono tante e delicate. Per  affrontarle, in modo da realizzare il bene della persona umana, è necessario che quest’ultima si rimbocchi le maniche e prenda tra le mani i fili della storia.  Solo così l’uomo d’oggi potrà uscire dall’apatia e dal sonno e vincere l’indifferenza”.  La presidente del Circolo, dott.ssa Gaetana Bruno Ferraguto,  ha ringraziato padre Miguel e l’avv. Intravaia  per aver offerto questi spunti di riflessione sul momento storico attuale e sull’uomo che vive e agisce in esso. Qualificati interventi della prof.ssa Tea Sortino, Dirigente Scolastico del I° Istituto Comprensivo P. Di Napoli, della prof.ssa Angela Gigli, Presidente Provinciale Fraternita Laica Domenicana “ S Tommaso D’Aquino”, del prof. Giuseppe Garilli e del prof. Alberto Terranova hanno impreziosito la serata conclusasi, al solito, con scambio di doni e fiori alle signore.

      Gaetano   Gulino

Recensione di Giovanni Intravaia- Presidente dell’Accademia Cattolica della Santa Croce di Gerusalemme – promotore dell’evento.<< È bello   pensare, di “esserci  nella storia “, se quel personale “essere nella storia” ha   un senso. Per fare questo, cioè per “vivere con senso”, sembra indispensabile tenere presenti almeno tre cose: la consapevolezza del momento storico in cui si vive, la conoscenza del proprio ruolo in questo mondo e l’accettazione della responsabilità di fronte alla propria missione . L’ ispirazione del libro    nasce    dalla lettura della Parola di Dio , in questo caso non attraverso le Scritture, ma attraverso gli Atti del Magistero della Chiesa, in particolare attraverso la lettura dell’ Esortazione Apostolica Novo Millennio Ineunte, degli inizi dell’anno 2000.In essa, Giovanni Paolo II , parlava della vita cristiana incentrata,   nel « trasformare con Cristo la storia ».Si tratta di una chiamata personale ad “essere nella storia”, per trasformare la storia    e renderla  più rispettosa dell’ uomo. Perciò è nato questo libro. La speranza che queste righe possano essere di concreto aiuto  in questa direzione, è  l’ obiettivo che ha mosso l’autore, un Occidentale che ama l’Occidente. Padre Miguel Cavallè, con un linguaggio straordinariamente chiaro e diretto, ha la capacità di indicare una strada per giungere alla soluzione e lo fa senza disturbare governi, organizzazioni sovranazionali o internazionali  , ma indirizzandosi al lettore del libro. L’autore non fornisce un palliativo, né alcun “buonismo”. Non ci dà una medicina facile da prendere, ma che ha tante controindicazioni e quel che è peggio che non è in grado di curare. Il testo pone il lettore al centro del mondo assieme agli altri, tanti o pochi che siano, con i quali condividiamo ogni nostro giorno, ogni nostro anno di esistenza. In questo senso gli ambiti del contendere sono tre: quello dei mezzi di comunicazione di massa, quello dell’educazione o della famiglia e della scuola, quello del Diritto che deve essere in grado di esplicarsi autenticamente in diversi ambiti. Dalle visioni generali, arriviamo alla nostra individualità, alla nostra responsabilità e scopriamo una forte chiamata a vincere le resistenze. Sembra una soluzione semplice e naturale, invece può richiederci fatica, impegno e addirittura stanchezza. Ciò può ci ricondurci all’indifferenza, contro la quale la soluzione è soltanto guardare ad una speranza che sola è in grado di muovere il mondo nella direzione della felicità.Il testo di P. Miguel Cavallé  ha un pregio straordinario: con parole chiare e non dispersive ci dona una soluzione semplice e piena di Speranza, per chiamare il mondo alla Felicità. Tanti vi hanno rinunciato ed hanno la pretesa che anche gli altri vi rinuncino,  ma l’orgoglio che li anima non si può conciliare  con il vero e con il bene, e alla fine tale orgoglio si abbraccia unicamente alla disperazione e non certo alla Speranza. Questa invece,  apre all’Infinito e   ci chiama ad essere coraggiosi, sicuri e determinati>>.

Vincere l’indifferenza

MiguelCavalle11_thumb.jpgcopertina libro cavalle.jpgGiovedi 24 febbraio, alle ore 18.30, nel salone di rappresentanza del Circolo Unione di Augusta, Padre Miguel Cavallè ha tenuto una conferenza sul suo libro “Vincere l’Indifferenza”  organizzata dall’avv. Giovanni Intravaia, Presidente dell’ Accademia Cattolica della Santa Croce di Gerusalemme. Padre Miguel Cavallè, sacerdote dei Legionari di Cristo, è nato a Barcellona, Spagna, dove  ha vissuto i primi 18 anni della sua vita. In quella città ha sentito  la chiamata di Dio alla consacrazione totale a Lui e, dopo il liceo, è  entrato a far parte della Congregazione dei Legionari di Cristo (1986). Ha vissuto tre anni in Città del Messico, come direttore accademico dell’Irish Institute. Il 1 gennaio dell’anno 2000 è stato ordinato sacerdote. E’ laureato in filosofia (1996) e in teologia (2001). Ha  conseguito il  Master in “Studi Umanistici Classici” (Salamanca, 1989), “Bioetica” (Roma, 1998), “Chiesa, Ecumenismo e Religioni” (Roma, 2010). Ha interrotto il dottorato di ricerca in teologia dogmatica, per dedicarsi interamente alla pastorale con le anime, e ciò  da dieci anni, incessantemente, fino ad oggi, principalmente nel meridione d’Italia. Ha fondato centri culturali in diverse città d’Italia. Ha tenuto e tiene conferenze su temi di attualità in Italia, Spagna, Stati Uniti, Messico, Venezuela, Cile, Colombia e Brasile.  E’ Presidente della “Fondazione Villaggio dei Ragazzi” di Maddaloni (CE) e Coordinatore del Movimento Regnum Christi per il  Sud Italia. Ha fondato e presiede l’ONG “V.I.D.A. – Volunteers for International Development Associated” il cui scopo è quello di  aiutare le persone, in modo particolare i bambini, che vivono in situazione di particolare disagio nei paesi del terzo mondo, soprattutto in India.

Dichiara di essere << Profondamente felice >> ! “

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