IL RUOLO DFELLA PREFETTURA DI SIRACUSA, SOLIDARIETA’ SENZA CONFINI ANCHE DELLA GENTE DI AUGUSTA

images (1).jpgAUGUSTA – Continuano senza sosta gli sbarchi di migranti irregolari al Porto grande di Siracusa. Dopo lo sbarco di 105 migranti irregolari  più un cadavere di donna (48 uomini, 22 donne e 35 minori), avvenuto nel pomeriggio del 2 settembre c.a. alle ore 15:30 circa, la Capitaneria di Porto di Siracusa rende noto che nella notte del 3 settembre. sono sbarcati nel Porto Grande di Siracusa 95 cittadini extracomunitari, probabilmente  di nazionalità siriana di cui  19 uomini, 28 donne e 46 minori. Il barcone su cui navigavano verso le coste siciliane è stato segnalato in mattinata da un migrante a bordo tramite una chiamata da telefono satellitare successivamente rintracciato. L’unita è stata raggiunta dall’ unità della Guardia Costiera motovedetta CP 304 della Capitaneria di Porto di Pozzallo e in aggiunta la motovedetta CP 271 della Capitaneria di Porto di Catania a circa 90 miglia a sud est di Siracusa. I migranti soccorsi sono stati successivamente trasbordati a bordo delle unità della Guardia Costiera per motivi di sicurezza. Alle ore 2.40 di notte,  il convoglio navale ha raggiunto il porto di Siracusa  dove i cittadini extracomunitari tra cui diversi minori e bambini hanno ricevuto l’assistenza sanitaria. 

Un gesto di particolare generosità e solidarietà è stato compiuto a Siracusa dove, all’ospedale Umberto I, è stato autorizzato il prelievo multiorgano sulla quarantanovenne siriana sbarcata lo scorso mercoledì lungo le coste siracusane e deceduta per emorragia cerebrale. La donna era un’ infermiera professionale a Damasco,  sfuggita alla guerra assieme al marito e ai loro due figli. “Per le sue gravi condizioni di salute verificate al momento dello sbarco, con evidenti segni di sofferenza cerebrale” – sottolinea il coordinatore dell’Ufficio Trapianti dell’Asp di Siracusa Franco Gioia – “era stata ricoverata d’urgenza all’ospedale Umberto I e, dopo due giorni, per l’aggravarsi delle condizioni, era stata trasferita nel reparto di Rianimazione. Il marito, pur nella sofferenza per la perdita della propria consorte, travalicando i confini della disperazione per la guerra che li ha costretti a fuggire e il proprio credo religioso islamico, non ha esitato a dare un segnale di grande altruismo al popolo che li aveva accolti acconsentendo al prelievo di fegato e reni per restituire la vita ad altre tre persone”. Il prelievo è stato eseguito dalle équipe provenienti dall’Ismett di Palermo, dal Policlinico di Catania e dell’ospedale Umberto I di Siracusa. Il fegato e un rene sono andati a Palermo, l’altro rene nel capoluogo etneo. La Prefettura di Siracusa è impegnata sin dall’inizio dell’emergenza sbarchi nell’attivazione di ogni possibile misura utile a garantire presso la struttura le migliori condizioni igienico-sanitarie, pur a fronte dell’enorme difficoltà di mantenere standard adeguati in presenza di flussi migratori che determinano spesso condizioni di sovraffollamento tali da non rendere pienamente visibili – soprattutto nei casi di possibili, concomitanti emergenze di natura sanitaria – gli sforzi quotidianamente attuati in tale direzione con la preziosa collaborazione di Emergency, dell’ASP e del Comune di Siracusa.

Nella consapevolezza della necessità di proseguire senza risparmio di energie nell’opera di costante miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie della struttura, è già stato programmato ed è in corso di realizzazione, con risorse straordinarie messe a disposizione dal Ministero dell’Interno in virtù del maggior numero di presenze e dell’accentuato turn over registratosi nelle ultime settimane, un intervento mirato alla sostituzione di  kit igienici, oltre che all’installazione di batterie mobili di bagni e docce. L’Umberto I è stato inizialmente attivato, in stato di emergenza, sulla base di specifici affidamenti temporanei in conformità ai servizi già resi dalla struttura nel contesto della cosiddetta Emergenza NordAfrica, conclusasi alla fine dello scorso mese di febbraio. Recentemente, in considerazione del ripetuto utilizzo della struttura, d’intesa con il Ministero dell’Interno, il rapporto con l’Ente gestore è stato formalizzato con apposita convenzione. Analogamente si procederà, appena conclusa la necessaria attività istruttoria, con riferimento al Centro Papa Francesco, reso operativo l’8 agosto scorso in concomitanza con l’arrivo sulle coste siracusane, in rapidissima successione, di diverse centinaia di migranti, tra cui numerosissimi minori non accompagnati.  Il collocamento dei minori stranieri non accompagnati nelle strutture attivate dalla prefettura aretusea, in stato di emergenza, per l’accoglienza dei migranti adulti (e minori accompagnati) – Centro Umberto I di Siracusa e, da alcuni giorni, Centro Papa Francesco di Priolo Gargallo – è effettuato, ai sensi dell’art.403 c.c., a cura dell’Autorità di Pubblica Sicurezza, in accordo con la competente Autorità Giudiziaria minorile, in ragione dell’accertata indisponibilità, nell’immediatezza dello sbarco, di idonea sistemazione nell’ambito delle comunità a tal fine specificamente autorizzate o iscritte nell’apposito albo della Regione Siciliana (art.26 legge 22/86). La presenza di minori stranieri non accompagnati presso il Centro Umberto I e ora, in via prioritaria, in quanto più idoneo, presso il Centro Papa Francesco costituisce, all’evidenza, una modalità di accoglienza di carattere assolutamente emergenziale alla quale i Comuni interessati e l’autorità di pubblica sicurezza continuano a fare ricorso, in via eccezionale, per il tempo strettamente necessario all’individuazione di idonea comunità di accoglienza, ovvero, qualora nel frattempo il minore, con il necessario supporto del tutore, acquisti lo status di richiedente asilo, nell’ambito del circuito SPRAR. Proprio su tale ultima, fondamentale modalità di accoglienza  la Prefettura sta già da tempo indirizzando la massima attenzione, in costante raccordo con i competenti uffici centrali, dal momento che, grazie anche all’importante contributo offerto dalle organizzazioni di volontariato in vista della pronta attivazione della procedura di tutela, diversi minori hanno già avanzato domanda di asilo. Ciò in analogia a quanto già positivamente sperimentato con riguardo ad altre peculiari categorie di migranti, quali in particolare donne sole o con bambini, che hanno potuto trovare valida ospitalità nell’ambito di strutture SPRAR prontamente attivate, su input ella stessa  Prefettura, sul territorio siracusano.

 

-“Erano stipati su un peschereccio di oltre 15 metri”. Il comandante della motovedetta CP 322 della Guardia costiera di Lipari ha descritto così la scena che ha avuto davanti in mare a circa 35 miglia dalle coste Siracusane. Il mezzo è stato inviato nell’area segnalata per soccorrere i migranti , molte donne e bambini. Da quando in Siria è scoppiata la guerra civile, le popolazioni scappano, una delle vie è raggiungere i paesi europei passando per la Sicilia e l’Italia, una tappa obbligata. Così nel giorno della visita del ministro degli Interni Angelino Alfano a Siracusa un ennesimo episodio dell’emergenza umanitaria che da mesi vede impegnati migliaia di uomini e donne delle forze dell’ordine, sanitari, volontari. E’ scattata ancora una volta la procedura di emergenza. Due motovedette della Guardia costiera e un rimorchiatore hanno trasbordato i migranti tra cui tre feriti. Una donna, probabilmente colpita da ictus, è rimasta paralizzata, per fortuna tra i migranti c’era anche un chirurgo siriano che ha prestato i primi soccorsi. I tre feriti sono stati trasportati all’ospedale Muscatello di Augusta. Alle ore 19.45 un primo mezzo della Guardia costiera è arrivato ad Augusta con 138 donne e bambini. Il rimorchiatore Punta Magnisi è arrivato alle 22 con un altro gruppo di 155, di cui 8 donne e 12 minori. Ad attenderli le forze dell’ordine, personale della capitaneria, la protezione civile del comune, i mezzi di soccorso del 118 e della Misericordia, personale medico. Al lavoro gli uomini del Gruppo interforze di contrasto all’immigrazione clandestina della procura di Siracusa per le prime indagini, che hanno raccolto i racconti dei migranti. In 293 hanno viaggiato per settimane attraverso territori ostili per raggiungere la Libia o l’Egitto dove si sono imbarcati. Sul mezzo che li ha portati a terra molte donne tenevano stretti  in grembo i più piccoli. Tutti i migranti , completate le operazioni di identificazione, sono stati trasferiti in pullman nei centri di prima accoglienza di Priolo e Siracusa.

 G.C.

AUGUSTA, LICEO “MÈGARA” A RISCHIO DOPPI TURNI

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AUGUSTA.  E’ stato  quantificato in circa 5.5oo euro il danno subìto dal liceo  “Mègara” a causa della visita dei ladri che, nello scorso agosto, sono penetrati all’interno del plesso di Via Adua da dove hanno asportato,  indisturbati,  computer, monitor e altri  strumenti informatici . Il  consiglio di Istituto del liceo ha preso atto del furto e ha “scaricato” dall’inventario i beni rubati. Lo stesso consiglio ha deciso che per l’anno scolastico già iniziato le otto classi del liceo classico saranno allocate nel plesso di Via Adua, forse per pochi mesi, certamente per l’ultima volta. Il plesso di Via Adua, cinque piani più il piano terra, previsto per civili abitazioni,  fu affittato, per una spesa di  250/300 mila euro,   dalla Provincia Regionale di Siracusa,  otto anni fa,  per consentire al “Mègara”  la riattazione con criteri antisismici dei due plessi della cosiddetta cittadella degli studi in contrada Paradiso, che ospitavano il liceo classico “Mègara” propriamente detto e il liceo scientifico “Saluta”.  Oggi, com’è noto, esiste solo il liceo  “Mègara” con quattro indirizzi: classico, scientifico, linguistico e delle scienze umane. I due plessi, dopo cinque anni, sono stati rimessi in sicurezza e alunni, docenti e personale tecnico e ausiliario sono stati  ritrasferiti alla cittadella, ma non tutti. Il plesso di Via Adua è rimasto  aperto solo per dodici classi senza aule  alla cittadella, pur rimanendo l’esborso dell’ingente somma riportata prima.  Un intero palazzo, che prima ospitava ottocento alunni, circa ottanta fra personale docente e no, con laboratori di vario tipo, per due anni è stato occupato solo da circa centocinquanta duecento alunni, staccati dal contesto scuola, insoddisfatti di recarsi in quel plesso, lontano dalla cittadella, con l’impossibilità di socializzare con gli altri compagni. Anche i docenti erano insoddisfatti, costretti al pendolarismo fra la cittadella e il plesso.  Insoddisfatti anche i dirigenti dell’ente Provincia e i cittadini contribuenti per l’eccessivo costo. Qualcuno ha fatto i conti. Se, invece, di affittare il palazzo detto Capuano, dal nome dell’ex proprietario dell’area dove sorge il plesso, fosse stato costruito una vera scuola, oggi avremmo un edificio pubblico idoneo  e non si pagherebbero quattrini per altro affitto. Gli amministratori provinciali, prima  della legge  regionale che prevede l’abolizione delle province, hanno bandito una  gara per l’affitto di nuovi locali, in vista della scadenza del contratto per l’affitto del “Capuano”. Nessuno, però, ha risposto all’avviso pubblico. Quindi, non appena scadrà il contratto d’affitto, il “Capuano” tornerà nelle mani dei proprietari e gli alunni del classico  destinati a quel plesso, saranno costretti a frequentare il turno pomeridiano in uno dei due plessi della cittadella.  Questo è il timore espresso dalla dirigente del “Mègara”, Maria Concetta Castorina, che, al collegio docenti e in consiglio d’istituto,  ha denunciato, con toni vibranti, politici e amministratori che hanno  così negletto i problemi della prima istituzione scolastica superiore della città, che proprio quest’anno ha compiuto ottant’anni di vita.

Giorgio Càsole  – docente e componente  del Consiglio d’Istituto e della Giunta esecutiva del “Mègara”

GAETANO INCARDONA GIUDIZIO IMMEDIATO il 29 SETTEMBRE

images.jpgAUGUSTA.  L’arciprete, sospeso, della Chiesa madre di Augusta, Gaetano Incardona, nato a Buccheri il 13 febbraio del 1939 e attualmente  domiciliato nella chiesa del Santissimo Salvatore in Via Necropoli Grotticelle a Siracusa, il 29 settembre comparirà davanti al giudice Michele Consiglio  quale imputato per aver commesso abusi  sessuali in danno di una  ventiduenne che si era recata da lui per confessarsi, abusando della sua autorità quale parroco della chiesa madre di Augusta. Questa è la motivazione dell’accusa che, oltre alla denuncia della persona offesa, ha allegato agli atti un DVD, che, stando al pubblico ministero,  dovrebbe inchiodare  l’anziano sacerdote alle sue responsabilità.  Gaetano Incardona  fu arrestato nella scorsa primavera proprio in séguito alla denuncia della ragazza. Turbata da un primo approccio durante la confessione, accompagnata dal padre, si era recata alla caserma  dei Carabinieri per sporgere denuncia.  I CC  consigliarono alla giovane di recarsi nuovamente da Incardona, munita di una microtelecamera per  riprendere e registrare i comportamenti del sacerdote.  Acquisita la prova documentale, ora agli atti della procura, i carabinieri arrestarono l’arciprete che, grazie all’età, ottenne gli arresti domiciliari e, successivamente, una vera e propria espulsione dal territorio di Augusta. Il divieto di entrare nel territorio  di pertinenza del Comune è ancora in vigore, anche perché, subito dopo la denuncia della ventiduenne e il  clamoroso caso mediatico provocato dall’arresto del sacerdote, un’altra giovane, una ventiseienne augustana, ha presentato denuncia ai Carabinieri facendo riferimento a abusi subiti dallo stesso sacerdote anni fa. La nuova denuncia è anch’essa agli atti del processo, definito “immediato” nella notifica all’imputato e alle persone offese.  Incardona è difeso dagli avvocati Giuseppe Piccione e Ettore Randazzo. Nell’attesa delle risultanze processuali, Incardona rimane parroco titolare della parrocchia Maria SS. Assunta, la Chiesa Madre di Augusta.  L’arcivescovo di Siracusa, infatti,   ha respinto le dimissioni presentate da Incardona mente era agli arresti domiciliari. Secondo il diritto canonico – sostiene il presule aretuseo _ occorre aspettare la fine del processo.

Giorgio Càsole

AUGUSTA, 12 SETTEMBRE, COMMEMORAZIONE DI GIACINTO FRANCO, EROE DEI NOSTRI TEMPI

2382317211.jpgAUGUSTA  – Giovedì 12 settembe 2013 ricorre il primo anniversario della scomparsa del dott. Giacinto Franco, già primario di pediatria nell’ospedale Muscatello e socio ISDE (medici per l’Ambiente). Alle ore 19,00 in Chiesa Madre, ad Augusta,  celebrata una santa messa per ricordarlo. Alla celebrazione  un momento commemorativo con testimonianze e interventi. L’invito è rivolto a tutti coloro che lo hanno conosciuto e apprezzato per quanto ha fatto in difesa della popolazione di Augusta e del territorio circostante. Non sto qui a ricordare degnamente quello che ha significato per me, e per tutti coloro che lo hanno conosciuto: Giacinto, un autentico vulcano di idee e di azioni, che ha coinvolto le nostre vite, mettendoci a conoscenza dei tanti morti per tumori e degli anomali nati malformati di Augusta, di cui molti ne erano ignari. Fu colui che, coinvolgendo il pretore Antonino Codorelli, determinò le indagini sulle origini di tali nascite, e diede l’impunt ad azioni e proteste per la difesa della salute e dell’ambiente: ricordiamo gli inceneritori, il depuratore, le discariche dell’Oikothen e, per ultimo, il rigassificatore di Melilli. Credo di poter parlare a nome di tutti dicendo che il ricordo di Giacinto rimarrà sempre vivo in quanti l’hanno conosciuto e amato, toccati dalla semplicità e dall’onestà di un uomo che ha veramente fatto la storia di Augusta. Non è retorica dire che Giacinto, oltre ad essere stato marito, padre e nonno esemplare, era un comune e disinteressato amico, che ci ha insegnato un modo per crescere da esseri umani consapevoli e onesti. Personalmente sono convinto che è questo l’insegnamento più forte che Giacinto ci ha lasciato e che ci fa guardare al passato per sapere come andare avanti ora e nel futuro.

  Luigi Solarino