AUGUSTA/ SCENDE LA PIOGGIA E CROLLA LA BIBLIOTECA

biblio.jpgAUGUSTA. “Scende la pioggia, ma che fa/ crolla il mondo addosso a me”.  Questo è l’incipit di un famoso ritornello della celebre canzone “Scende la pioggia”, cantata e portata al successo da Gianni Morandi nel 1970. Ricordiamo  questi due versi per parafrasarli in  “Scende la pioggia e crolla la biblioteca”. La pioggia cui ci riferiamo è quella tempestosa dello scorso lunedì 23 , quando, poco dopo l’una del pomeriggio,  si sono aperte le cateratte del cielo, come nel biblico diluvio, e l’acqua si è rovesciata sul territorio di Augusta. La biblioteca è quella, parziale, di chi scrive, allocata in uno scantinato che si affaccia sulla strada pubblica denominata Via delle Saline. La foto non rende giustizia della scena quale è apparsa nell’immediatezza dell’evento dell’inondazione dello scantinato da parte dell’acqua che, come un fiume, scorreva sulla via citata. Nel momento cruciale, dopo  il boato del crollo che ha richiamato la presenza sul posto, non c’è stato tempo di scattare una foto, ma solo quello di salvare il maggior numero di libri, di giornali, di memorie scritte e dattiloscritte, di documenti, amorevolmente raccolti nel corso di mezzo secolo, potremmo dire. La foto non mostra nemmeno il fango rimasto dopo la ritirata delle acque. La foto è stata scattata egualmente, il giorno dopo,  come testimonianza di un evento che ha provocato una ferita sul piano emotivo-affettivo, non solo e non tanto per ragioni economiche. Quella di  lunedì scorso è stata l’ennesima inondazione  subìta dalla biblioteca allocata nello scantinato da vent’anni a questa parte, dal 1992, da quando, cioè,  è stato acquistato l’appartamento, costruito nel 1960  secondo la tipologia dell’edilizia convenzionata  per cooperative.  In un  appartamento di una  palazzina vicina ha abitato, per quasi quarant’anni, l’attuale sindaco, figlio di quel geometra Pippo Carrubba, scomparso  giusto tre anni fa, di questi tempi. Specifichiamo  questo dato perché  il primo cittadino era ed è ben consapevole del fenomeno dell’acqua alta,  che si ripete proprio dove sorgono le palazzine. Lo zio del sindaco, Santo Carrubba, anch’egli geometra, memoria storica del quartiere, residente sin dai primordi, ha ripetuto più  volte ai colleghi della carta stampata che il fenomeno dell’acqua alta non si è manifestato se non quando l’Amministrazione comunale ha deciso di asfaltare Via delle Saline, che risulta sollevata rispetto all’area dove furono costruite, con regolare licenza edilizia,  le palazzine –  area colmata dove una volta,  e fino a cinquant’anni fa, c’erano, appunto, le saline. Se il Comune avesse provveduto a realizzare caditoie e altri sbocchi per l’acqua piovana, sostiene il geometra Carrubba, il problema non si sarebbe mai posto. Invece, si fece affidamento solo su un canalone, che corre alle pendici della  ferrovia, che passa da lì, per consentire lo smaltimento. Nel corso degli anni, però, il canalone non è servito perché  non ripulito per incuria del Comune o dell’ente ferroviario, i quali , molto italianamente, hanno giocato al solito gioco dello scarica barile, nefasto per gli utenti. Tale canalone, oggi,  è addirittura del tutto inservibile perché “devitalizzato” dalla ditta che vinse l’appalto per il rifacimento del Lungomare Rossini, rifacimento finanziato con fondi della Protezione civile, come preziosa via di fuga in caso di calamità, anche perché si tratta dell’arteria più breve che dal centro cittadino conduce all’ospedale Muscatello. Il rifacimento della strada non ha portato alcun miglioramento. Anche qui la pavimentazione risulta sollevata rispetto all’area delle palazzine, i cui proprietari sono stati costretti a sobbarcarsi a  una spesa non indifferente per dotare l’area di pompe  interrate di sollevamento,  per arrestare, almeno  per una parte, il fenomeno dell’acqua alta e comunque per non farlo prolungare nel tempo.  Ma  è rimasto “scoperto” il  il lato di Via delle Saline, che, letteralmente, diventa come il letto di un fiume in piena, le cui acque, si riversano, appunto, sistematicamente all’interno degli scantinati e anche con forza quando soffia il vento e, specialmente, quando transitano  i mezzi, anche pesanti autobotti, che provengono dalla parte opposta del Lungomare Rossini.  Ecco perché, dopo vent’anni dì inondazioni, la  biblioteca di scrive è crollata.

   Giorgio Càsole

AUGUSTA/ SCENDE LA PIOGGIA E CROLLA LA BIBLIOTECAultima modifica: 2012-07-29T07:14:00+02:00da leodar1
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