Il lungomare Rossini: una fogna a cielo aperto

 

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  Come si fa a chiamare “lungomare” una strada che si affaccia sì sul mare, ma un mare  fortemente inquinato?  Inquinato da quasi un cinquantennio, dagli scarichi fognari, tanto che è assolutamente vietato e farsi i bagni e pescare. Nel 1968 fu  progettato dall’ng. Olivotti di Udine di impianto di depurazione per bonificare il golfo, ma, a tutt’oggi, nonostante, da un lustro almeno, tutti noi cittadini paghiamo la non esigua tassa sul depuratore, il depuratore è  in mente Dei. Per quanto riguarda l’area dove, periodicamente,si verifica il fenomeno dell’acqua alta, come a Venezia,  i residenti  si sono molto risenti per le affermazioni del giovane all’assessore ai Lavori pubblici,  Rinzivillo,  pubblicate  sul quotidiano “La Sicilia” di sabato scorso.  Per rispondere a Rinzivillo e,soprattutto, per mettere l’Amministrazione comunale di fronte alle proprie responsabilità,  i proprietari delle palazzine, regolarmente allagate, si sono riuniti nello studio di un avvocato  affinché, tra l’altro, invii al sindaco  una diffida ad adempiere  e per  chiedere eventualmente un congruo risarcimento per i danni passati e, eventualmente, futuri.  Diffida  simile era già stata inviata, n paio d’anni fa,  dal giornalista Giorgio  Càsole al sindaco Carrubba, il quale non solo non si fece vivo  nel quartiere, né agì per risolvere il problema annoso,  ma non rispose nemmeno, così come non ha nemmeno o risposto il direttore generale del Comune, Gaetano Petracca, a una  garbata lettera dello stesso Càsole nel diceembre scorso, lettera  in cui, a nome dei residenti,  il giornalista quasi lo supplicavo di intervenire. “Ci pensino i residenti”, ha detto al quotidiano  il giovane assessore Rinzivillo. “Per quanto ci compete, infatti, noi stiamo provvedendo (anche per questo ci siamo riuniti nello studio legale)”, hanno detto i residenti,  ma il buon assessore Rinzivillo, proprio perché giovane, non sa che non sono stati i residenti a sopraelevare  Via delle Saline, ma fu il Comune che volle asfaltare, per motivi, sacrosanti, di traffico veicolare, quella che era una strada sterrata e appena  un viottolo, come afferma  il geometra Santo Carrubba, memoria storica del quartiere, uno dei primi residenti di quelle palazzine sorte negli anni Sessanta su saline colmate, sì, come dice Rinzivillo, con tanto di regolare licenza edilizia, per edilizia  cooperativa convenzionata, ma solo quando il Comune, acquisendo terreno delle varie cooperative e sopraelevando il manto, si è verificato il fenomeno dell’acqua alta.

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“Prima il quartiere non si allagava”, afferma Carrubba. Evidentemente chi non ha rispettato le giuste pendenze non ha voluto le canalizzazioni è stato il Comune, che avrebbe dovuto prevedere il fenomeno e avrebbe dovuto rispettare i cittadini che, regolarmente, avevano lì costruito le palazzine. Cittadini che non sono di serie B né possono essere trattati a pesci in faccia, quasi come i cani randagi che stazionano in permanenza di fronte all’area – altra grave piaga che, certo, non può essere estirpata dai cittadini. Questi sono stati i sentimenti provati dagli abitanti, non solo per le parole del giovane Rinzivillo, ma perché altrove, vedi area di fronte al lido Granatello, circolo nautico, la ditta incaricata dei lavori per la realizzazione della strada di fuga ( non chiamiamola lungomare) ha realizato una serie di canalizzazioni per evitare il fenomeno dell’acqua alta ricorrente anche lì, e ha realizzato persino il marciapiede, ciò che non è stato fatto nell’area della”calle veneziana”. “Siamo cittadini di serie B o al circolo nautico ci sono i soliti papaveri che godono dei soliti privilegi? “, Questo è il “grido di dolore” lanciato dai residenti. Che il Comune non voglia provvedere a venire incontro a questi sfortunati residenti, lo si evince anche dal fatto che il manto stradale del cosiddetto lungomare non ha le pendenze giuste, e  risulta  anche questo, come Via delle Saline, talmente sopraelevato nei pressi dell’area delle palazzine che queste sono come in un catìno, dove saranno convogliate l’acqua piovana e quella proveniente dalle mareggiate. Mareggiate che, puntualmente, invaderanno il “lungofogna”, non essendo possibile considerare una vera barriera frangiflutti la massicciata che è  stata pota in essere. Il giovane assessore Rinzivillo sostiene che sono stati compiuti lavori per pulire il canalone di Via delle Saline, che costeggia la scarpata, che corre sotto la linea ferrata. Perché non fa un salto l’assessore e si rende conto che il lavoro è stato fatto in maniera raffazzonata, così alla bell’e meglio.? Ma, quand’anche fosse stato fatto bene, il canalone o “saione” è stato otturato dalla ditta che sta svolgendo i lavori sul “lungofogna Rossini. Ditta che, come si può constatare dall’allegata foto, ha collocato un tubo che dovrebbe convogliare l’acqua del canalone stesso, ma ho posizionato il tubo talmente in alto che non pesca nel canalone. La ditta,( sua sponte?) ha realizzato il marciapiede di fronte al circolo nautico. Perché non lo ha fatto davanti alle palazzine della “calle veneziana”?. I cittadini residenti stanno facendo quanto è nelle loro facoltà per risolvere i problemi, il Comune faccia il proprio dovere e non discrimini nessuno. “Assessori  e consiglieri non vengano poi a chiederci il voto” , diceva una signora  agguerrita quando abbiamo preso appunti per realizzare questo servizio.

 

 D.C.   Nelle foto: foto acqua alta” lungofogna “Rossini”, canalone Via delle Saline

Il lungomare Rossini: una fogna a cielo apertoultima modifica: 2010-09-16T20:59:00+02:00da leodar1
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