“Giù le mani dall’ospedale”. Questo è stato lo slogan gridato ieri dal presidente del consiglio comunale, Amato, a non più di mille persone riunite in Piazza Duomo per una nuova assemblea sulle sorti dell’ospedale civico, il Muscatello, destinato a essere soppresso o a essere drasticamente ridimensionato a pronto soccorso, secondo i piani di razionalizzazione della Regione Siciliana. In questi giorni, proprio mentre scriviamo, nella sede del parlamentino siciliano, si deve discutere questa delicatissima materia. Perciò, all’assemblea di ieri, il sindaco Carrubba a gran voce ha invitato i cittadini a essere presenti al consiglio comunale aperto all’interno dell’ospedale, a partire dalle 9 del mattino di oggi e a partecipare a un viaggio a Palermo, anche con i mezzi messi a disposizione dall’ amministrazione comunale, domani o il 19, per essere “dignitosamente” presenti nel capoluogo siciliano per far sentire il dissenso degli augustani contro la sciagurata ipotesi di chiudere o ridimensionare il Muscatello, che serve un ampio bacino di utenza, rappresentato dagli abitanti dei Comuni di Augusta, Melilli e Priolo, costituenti il polo petrolchimico più inquinante d’Europa, e di Sortino, Villasmundo, per non parlare della popolazione carceraria nel penitenziario lungo la strada di Brucoli e di tutto il personale che fa capo a Marisicilia, la base della Marina Militare fra le più importanti d’Italia. Si tratta solo di una questione di giorni. Il progetto è quello, già prospettato in passato, di favorire l’ospedale di Lentini. Quello di Augusta dovrebbe invece essere potenziato, anziché soppresso o ridimensionato, anche perché sono già stati spesi circa nove miliardi di lire per il nuovo padiglione mai entrato in funzione. Il grande assente di ieri, nel palco dei comizi, era il priolese Pippo Gianni, eletto all’Assemblea Siciliana, grazie anche ai voti della gente di Augusta, che ora ricopre la carica di assessore regionale all’ambiente. Carrubba, appassionandosi molto, ha detto che mentre parlava non si sentiva uomo di parte, ma cittadino di Augusta che non può sopportare l’idea che la nostra gente debba farsi curare a Lentini o nella struttura privata, Villa Salus, di Augusta.
Giorgio Càsole.