Il “lungofogna” chiamato lungomare

Fogne_Lungomare_Rossini_013.jpgFogne_Lungomare_Rossini_007.jpgFogne_Lungomare_Rossini_004.jpgFogne_Lungomare_Rossini_005.jpg“Odio gli indifferenti”, diceva Antonio Gramsci, cui il Comune di Augusta ha dedicato una via. Volgendo lo sguardo a quella che si mostra essere oggi Augusta, di indifferenza purtroppo ce n’è in abbondanza per tante, sin troppe problematiche che affliggono e tormentano questa disgraziata cittadina. Ma di odio, forse, non ce n’è  a sufficienza per abbattere il diffuso disinteresse, spesso aggravato dall’apatia.

Esempio lampante di tale raffigurazione  è la sconcertante, vergognosa e squallida vicenda delle fogne a cielo aperto nel Lungomare G. Rossini. Da più di  40quarant’anni tutto è fermo e non vi sono segnali di cambiamento. Le fogne rimangono al loro posto, continuano a puzzare e a negare l’incanto e il sogno di quello che sarebbe altrimenti un’ammaliante litorale prospiciente il Castello Svevo.

I danni, ovviamente, sono immani e per l’ambiente e per la salute umana.  A causa dello scarico di sostanze fognarie non solo l’ecosistema risulta pesantemente alterato,  ma, per via delle inalazioni, è anche altissimo il rischio di gravi patologie, in primo luogo polmonari, per la salute dei cittadini. Solo l’essere umano, con la sua cieca “furia distruttrice”, può essere in grado di partorire un tale aborto di inciviltà, con noncuranza e dispregio nei confronti di una delle più incantevoli bellezze paesaggistiche, storiche e culturali  della nostra Isola, se non d’Italia.

Zecche uccise con la fiamma ossidrica

zecca.jpgLe zecche uccise con la fiamma ossidrica. Possibile?  Sì, è possibile.  E’ accaduto ad Augusta in una delle zone più belle del litorale: Punta Izzo. In quella zona esistono tre stabilimenti balneari, ufficialmente denominati elioterapici, riservati ai dipendenti civili, ai sottufficiali e agli ufficiali della base navale di Augusta.  In anni passati, di questi tempi , l’amministrazione comunale provvedeva a sistematiche opere di disinfestazione. Oggi le casse comunali, evidentemente, si sono talmente impoverite che non è possibile procedere a bonificare almeno le aree più soggette all’invasione  di questi e altri fastidiosi parassiti . C’è un’altra zona, oltre a quella di Punta Izzo, che è presa di mira. E’ la zona delle ex saline dove sono state costruite numerose case, un vero e proprio villaggio, che, sia detto per inciso, ogni anno viene sistematicamente allagato con l’arrivo degli acquazzoni. Questo “villaggio” è letteralmente assalito dalle zanzare che, in questo periodo, diventano più aggressive, tanto chi  vi abita è costretto a ricorrere a ogni mezzo disponibile per proteggersi: zanzariere,  fornellini con piastrine che emettono veleni, zampironi , spray medicinali, ecc: una formidabile batteria  che, a volte, è impotente, come si sono rivelati inefficaci tutte le risorse per eliminare le zecche negli stabilimenti di Punta Izzo. La fiamma ossidrica sembra essere l’unico mezzo in grado di sterminarle.  A Punta Izzo, però, la disinfestazione è stata attuata in tempi da primato, a cura del direttivo del circolo “elioterapico”, anche se, in un primo tempo, si è dovuto fare corso a mezzi troppo decisi per debellare alcune specie di zanzare troppo aggressive.

       Giorgio Càsole

Giù le mani dall’ospedale

ospedala_muscatello_augusta_N.jpgGiù le mani dall’ospedale”. Questo è stato lo slogan gridato ieri  dal presidente del consiglio comunale, Amato, a non più di mille persone riunite in Piazza Duomo per una nuova assemblea sulle sorti dell’ospedale civico, il Muscatello, destinato a essere soppresso o  a essere drasticamente ridimensionato a pronto soccorso, secondo i piani di razionalizzazione della Regione Siciliana. In questi giorni, proprio mentre scriviamo, nella sede del parlamentino siciliano, si deve discutere questa delicatissima materia. Perciò,  all’assemblea di ieri, il sindaco Carrubba a gran voce ha invitato i cittadini a essere presenti al consiglio comunale aperto all’interno dell’ospedale, a partire dalle 9 del mattino  di oggi e a partecipare  a un viaggio a Palermo, anche con i mezzi messi a disposizione dall’ amministrazione comunale, domani o il 19,  per essere “dignitosamente” presenti  nel capoluogo siciliano per far sentire il dissenso degli augustani contro la sciagurata ipotesi di chiudere o ridimensionare il Muscatello, che serve un ampio bacino di utenza, rappresentato dagli abitanti dei Comuni di Augusta, Melilli e Priolo, costituenti il polo  petrolchimico più inquinante d’Europa, e di Sortino, Villasmundo, per non parlare della popolazione carceraria nel penitenziario lungo la strada di Brucoli e di tutto il personale che fa capo a Marisicilia, la base della Marina Militare fra le più importanti d’Italia. Si tratta solo di una questione di giorni. Il progetto è quello, già prospettato in passato, di favorire l’ospedale di Lentini. Quello di Augusta  dovrebbe invece essere potenziato, anziché soppresso o ridimensionato, anche perché sono già stati spesi circa nove miliardi di lire per il nuovo padiglione mai entrato in funzione. Il grande assente di ieri, nel palco dei comizi, era il priolese Pippo Gianni, eletto all’Assemblea Siciliana, grazie anche ai voti della gente di Augusta, che ora ricopre la carica di assessore regionale all’ambiente. Carrubba, appassionandosi molto, ha detto che mentre parlava non si sentiva uomo di parte, ma cittadino di Augusta che non può sopportare l’idea che la nostra gente debba  farsi curare a Lentini o nella struttura privata, Villa Salus, di Augusta.

                                                  Giorgio Càsole.