INTRROGAZIONE AL PARLAMENTO EUROPEO SUL RIGASSIFICATORE DI MELILLI

rigas.jpgUn’Altra Storia” associazione politico-culturale, presieduta da Rita Borsellino, insieme ai comitati di Melilli-Priolo da tempo hanno segnalato la pericolosità dell’impianto che la Ionio S.r.l. intende realizzare in una zona industriale già tristemente famosa come “triangolo della morte”, dove l’effetto domino potrebbe generare una catastrofe anche solo per un errore umano, dove la presenza di un affollato porto commerciale non garantirebbe le misure di sicurezza legate alla distanza da mantenere rispetto alle navi gasiere e dove ancora la presenza del porto militare ci fa diventare anche zona a rischio nucleare, quando periodicamente siamo visitati da sommergibili nucleari, forse meno sicuri delle centrali, come denunciato da Legambiente.

L’unico politico sempre sensibile e coerente si è dimostrata Rita Borsellino, che già in un sua visita ad Augusta aveva manifestato il suo parere negativo ad autorizzare la costruzione dell’impianto, in una zona dove non mancano le centrali e sarebbe invece necessario bonificare e programmare un piano industriale che non sfrutti il territorio. 

UN’ALTRA STORIA AUGUSTA

Radar anti-migranti puntato nel golfo di Augusta

Advanced_Coastal_Surveillance_Radar.jpgL’ultimo regalo della ex ministra Stefania Prestigiacomo agli abitanti del triangolo della morte Melilli-Augusta-Priolo, l’area a più alto rischio ambientale di tutto il Mediterraneo. Si tratta di uno dei radar acquistati dalla Guardia di finanza in Israele per far la guerra ai migranti, lo stesso che era stato installato nella riserva naturale del Plemmirio, Siracusa, e poi smantellato per non deludere i concittadini-elettori della prima donna dei berlusconiani doc di Sicilia, fortemente preoccupati per le sue potenti emissioni elettromagnetiche. “Lo trasferiremo da un’altra parte, lontano dai centri abitati”, aveva annunciato la Prestigiacomo. Detto e fatto. Adesso il radar anti-migranti si mostra in tutta la sua pericolosa grandezza puntando al Golfo di Augusta, in cima ad una collina calcarea di località Cugnicello Palombara, nel comune di Melilli, all’interno di quella che sino al 2000 era una delle più importanti stazioni per le telecomunicazioni della Marina militare e delle forze Usa e Nato. Peccato che il nuovo impianto della Gdf è tutt’altro che distante dalle popolazioni: a due passi c’è Melilli con i suoi 12.000 abitanti; più sotto i centri di Priolo Gargallo ed Augusta e chilometri e chilometri di raffinerie ed industrie petrolchimiche, interminabili file di camini, torri e ciminiere che avvelenano l’ambiente e il territorio. Un golfo, quello tra Augusta e Siracusa, che di sbarchi di migranti nell’ultimo secolo non ne ha visti ancora, ma che invece è meta tutti i giorni, 365 giorni all’anno, delle soste di petroliere, navi portacontainer zeppe di sostanze altamente tossiche, finanche sottomarini e portaerei a propulsione nucleare. La più grande pattumiera d’Europa, esposta al rischio sismico e ai maremoti, dove la follia delle transnazionali dell’energia vorrebbe costruire perfino un immenso rigassificatore… È sempre più disumano il volto del capitalismo d’Italia.

   Antonio   Mazzeo   AgoraVox Italia

DI PAOLA E MONTI BLOCCHERANNO IL PROGETTO FARAONICO DI IGNAZIO LA RUSSA?

di paola.jpgL’ EX MINISTRO LA RUSSA AVEVA FATTO APPROVARE DAL “GOVERNATORE” LOMBARDO IL PROGETTO DEI BOMBARDIERI NUCLEARI A NISCEMI DAL COSTO  MILIARDARIO IN EURO. CHE FARA’ IL NUOVO MINISTRO?

Un ministro in divisa fra i “tecnici” del professor Monti: Giampaolo Di Paola, (nella foto),capo di stato maggiore della Difesa, fino a tre anni fa guidava il Comitato che riunisce 26 paesi della Nato. Gradi e medaglie coprivano il petto. Dopo il maresciallo d’Italia Rodolfo Graziani, ministro nella Repubblica di Salò ( ultima trincea di Mussolini ), ecco il primo militare a sedere al tavolo di governo. Sono passati 68 anni, Monti stava per nascere, insomma, noi un po’ cambiati, eppure se invochiamo il ritorno delle alte uniformi vuol dire che lo sconforto è profondo: meglio un ex ammiraglio dalla divisa ancora tiepida che l’avvocato Ignazio Benito Maria La Russa, signore della guerra. Ha vissuto gli anni da ministro con l’entusiasmo di un combattente al quale, pur negata la fortuna di battersi al fronte ( come annunciano cultura e nome che lo accompagnano ) conquista la fiducia di chi programma bombe e invasioni. Le spiate di Wikileaks rivelano l’idillio coi falchi del Pentagono. Messaggi segreti tra l’ambasciata di Roma e il ministro della difesa Robert Gates. “Stai per incontrare La Russa. È l’uomo giusto.

 Strenuo difensore dell’aumento delle spese militari e sostenitore dei comuni interessi nella sicurezza transatlantica… Una rarità in Europa. Uomo chiave per conseguire gli obiettivi di potenziamento delle basi Usa nel territorio italiano. Con lui al governo faremo richiesta del riconoscimento giuridico della nuova stazione Usa Navy di Gricignano, Napoli, supporto logistico per i comandi nel Mediterraneo. Ci aiuterà a smuovere gli ostacoli che frenano il progetto Muos a Niscemi, Sicilia”. È il centro telecomunicazioni via satellite che riunisce le cittadelle armate del pianeta.  La Russa si è spazientito per le solite lagne delle popolazioni attorno alla base: macché pauroso inquinamento elettromagnetico, aria sana come in montagna. “Ci sta dando aiuto a fare un passo avanti col presidente della regione Lombardo: il suo ufficio nega le autorizzazioni”. Al Pentagono sperano bene, e hanno ragione. Missione compiuta: l’11 maggio Lombardo e il suo assessore all’ambiente ripetono come pappagalli le garanzie del ministro: nessun pericolo, andate avanti. Adesso arriva un tecnico che sa cos’ è la guerra: speriamo possa salvare dalle casse quasi vuote i miliardi messi in bilancio dal signore che lo ha preceduto. Quei bombardieri con testate nucleari pesano nella contabilità dei disastri italiani per 17, 20, 22 miliardi, prezzi che si gonfiano man mano che la progettazione avanza. Non sarebbe il caso di rimandare l’acquisto ad anni spensierati per versare almeno gli spiccioli nei serbatoi delle polizie che non hanno benzina ? Purtroppo impossibile fermare l’acquisto dei Predator ultima generazione, due già arrivati con radar e motore di ricambio. In fondo solo 15 milioni. Possiamo bombardare i nemici senza pericolo: i nostri piloti restano a casa. La perdita di La Russa non rallegra l’industria pesante. Interlocutore perfetto sul filo della tracotanza quando nel blog annuncia la promozione di Giovanni XXIII, Angelo Roncalli,  a “patrono delle forze armate”. Il ministro accoglie con entusiasmo la proposta del generale arcivescovo Vincenzo Pelvi, guida dei cappellani militari. Ed ecco il papa della Pacem in Terris comandato a vegliare sui professionisti delle armi per aver risposto al servizio militare durante le prima guerra mondiale,  in sostituzione del fratello Zaverio costretto a mantenere la famiglia col lavoro nei campi. Roncalli  “combatte” negli ospedali militari e annota nel diario che “per fare la guerra bisogna essere matti”.

   Ippolito Mauri

 

 

 

LA FIACCOLATA E IL MUSCATELLO: SORBELLO? PRESENTE!, CARRUBBA? ASSENTE! – di Giorgio Càsole

fiac.jpgA Lentini stanziati 40 mila euro per sfamare 2oo persone in tempi di crisi

AUGUSTA. Alle  6 del pomeriggio di lunedì 17 ottobre in Piazza Duomo c’è un capannello  di gente. La popolazione è stata informata attraverso locandine e social network. Per quell’ora è stato fissato in quella piazza il luogo d’incontro e di partenza per una fiaccolata in difesa del Muscatello, l’ospedale civico , cioè pubblico, che, per decreto del’assessore regionale alla salute, Russo, dev’essere privato di due importanti reparti: quello di ostetricia-ginecologia e quello di pediatria, da trasferire a Lentini,, secondo un piano di “rifunzionalizzazione”, orribile termine per indicare che la sanità pubblica è diventata troppo onerosa  e occorre  articolare meglio sul territorio le risorse per evitare sprechi e, quindi, per risparmiare. Ci sono alcune considerazioni da fare. La prima: non siamo nel nord Italia, dove ci sono cittadine molto vicine l’una all’altra con piccoli e anche efficienti ospedali pubblici, ma non più in grado di soddisfare al meglio tutte le esigenze dell’attuale società tecnologicamente avanzata,che ha necessità di costosissime attrezzature(risonanza magnetica, camera iperbarica), sì che è meglio specializzare gli stessi nosocomi vicini, dando la possibilità all’utenza di rivolgersi all’uno o all’altro a seconda delle esigenze, ricevendo da ciascuno il meglio in fatto di persone e di mezzi; la seconda: Il Muscatello di Augusta serve un ampio bacino di utenza, che comprende più comuni ed è ubicato i un’area considerata già nel 1990, dallo stesso ministero dell’ambiente, ad alto rischio di crisi ambientale, come quelle di Milazzo e di Gela: per queste aree la stessa Regione Sicilia, con propria legge, ha deciso il “potenziamento” non già il depauperamento degli ospedali: ergo, il Muscatello, a norma di legge, non dovrebbe subire alcun taglio, ma  dovrebbe essere, appunto, potenziato; non volendo far questo e non volendo/potendo andare contro legge si adopera l’orrendo neologismo del burocratese: rifunzionalizzazione

terza considerazione: in loco, in territorio di Augusta, cioè, esiste una struttura privata “Villa Salus”, nata come clinica ortopedica per integrarsi con il Muscatello, privo  delò rerparto di ortopedia e traumatologia, divenuta nel tempo una’imponente struttura che fa concorrenza al civico nosocomio perché è in regime di convenzione:riceve, cioè, soldi pubblici: quarta considerazione:  Lentini ha espresso un deputato regionale, Gennuso, militante nell’MpA, Movimento per l’Autonomia, fondato e guidato da quel “governatore” Lombardo che è a capo della Regione Siciliana ed è il responsabile massimo della “rifunzionalizzazione”, malattia  che ha colpito molti nosocomi siciliani.

Lo stessa mattina della fiaccolata a Lentini viene inaugurato in pompa magna il nuovo ospedale, presente lo stesso Lombardo dallo sguardo sfuggente (non guarda mai la telecamera e volta lo sguardo da un parte e dall’altra)presente, pour cause, il direttore generale dell’ASP siracusana, Franco Maniscalco che ha stanziato la bella somma di 40 000 euro (avete letto bene: quarantamila) per l’evento, che prevede un catering, cioè una “mangiata”, per usare un termine schiettamente nostro, per duecento persone, alla faccia della crisi, della necessità del risparmio che viene chiesto sempre ai poveri cristi. Ovviamente, a Lentini e a Carlentini sono tutti  arcifelici perché, finalmente, dopo un’attesa di vent’anni vedono aperto e in funzione il nuovo ospedale: quello vecchio, vicino al cimitero, fa logisticamente e esteticamente schifo. Il nuovo ospedale è bellissimo a vedersi, posto in collina, lontano dal centro, in un luogo che si pensa non inquinato. Ma è grande, troppo grande per i tempi odierni,  concepito e progettato in tempi di benessere. Bisogna riempirlo. E allora che fare? Occorre “rifunzionalizzare”, cioè,  ridurre la spesa.  Secondo questa logica,  i piccoli ospedali non possono più esistere, anche perché  le nuove tecnologie, tac, risonanza, camera iperbarica, costano e non è possibile dotare ogni struttura di queste tecnologie. Le cliniche private, convenzionate con il Servizio sanitario Nazionale, però, ne sono tutte fornite. Lentini ha un ospedale nuovissimo, ma troppo grande, , Lentini ha un deputato dell’MPA, combattivo e tenace, che minaccia d’incatenarsi a favore del nuovo ospedale, e, allora, che si fa? Niente di meglio che, nell’ottica della “rifunzionalizzazione” togliere alcuni reparti dall’ospedale di Augusta e accorparli a quelli di Lentini,  andando contro una legge della stessa Regione siciliana che prevede il potenziamento degli ospedali nelle aree ad alto rischio di crisi ambientale, quale indubbiamente è quella di Augusta, e nonostante i milioni di euro spesi per il nuovo padiglione, per migliorare il quale sono stati già stanziati circa 10 milioni di euro. Un padiglione che da anni ormai è abbandonato, non utilizzato, mentre continuiamo a pagare gli affitti per gli ambulatori che sono ubicati nel cosiddetto palazzo di vetro di Via Trieste, in locali di proprietà di Pippo Amara. Un fiume di denaro pubblico speso e da spendere che  sembra non preoccupare più di tanto Franco Maniscalco che si fa ritrarre sorridente a tutti denti sulla copertina di un giornale aziendale finanziato sempre con soldi pubblici. I poveri cristi augustani non ci stanno. Non ci stanno a perdere il proprio ospedale, perché, perdendo i due reparti di ginecologia e pediatria, il rischio è di perdere l’ospedale in quanto tale, giacché non si può definire ospedale una struttura con meno di 120 posti letto. C’è da aggiungere che, disgraziatamente, per quanto riguarda ginecologia, non sono più i tempi del primario Salvatore Paci, la cui fama attirava mamme a frotte da fuori Augusta. Anche il reparto di Medicina non vive tempi gloriosi. C’è chi sostiene, e forse non a torto, che il disegno politico a favore di Lentini prevedeva l’abbassamento della qualità nei reparti, per dimostrare che l’utenza s’è abbassata e non si possono mantenere doppioni in un  territorio così strutturato. I poveri cristi augustani da tre anni hanno intuìto il disegno e da tre anni organizzano manifestazioni a a favore del mantenimento e dell’integrità del Muscatello.  In un primo momento il primo cittadino, Carrubba, è sembrato favorevole toto corde a ogni iniziativa, aggiungendo di voler seguire le vie legali, come il fallimentare ricorso al TAR, per tutelare il Muscatello, senza mai arrivare alla decisione che prese nel 1960 l’allora vicesindaco Giovanni saraceno di occupare porto e altri gangli vitali di Augusta per difendere l’unità amministrativa del porto di Augusta. Il decreto ministeriale era già pronto. La rivolta popolare, guidata, appunto da Saraceno,  che non provocò danni né alle persone né alle cose, fu così efficace, specie anche  perché bloccò l’attività portuale vitale per i rifornimenti nazionali di carburante, da far annullare il decreto e tutto tornò come prima. Il decreto assessoriale per “scippare” il Muscatello di altri due reparti – quello di psichiatria era stato scippato prima – è ancora in pieno vigore. Il primo cittadino si è defilato, forse perché ha in animo di candidarsi alle prossime regionali proprio nel partito di Lombardo. I poveri cristi augustani alla fiaccolata del 17 ottobre  sono diventato un serpente umano che s’è ingrossato a mano a mano che ci si avvicinava al Muscatello, dopo aver attraversato da Piazza Duomo, Via Principe Umberto e, dopo la Porta Spagnola, Via Lavaggi e Viale Italia, con l’animazione dei giovani che urlavano slogan contro Carrubba, la cui assenza era rimarcata dalla vistosa presenza del sindaco di Melilli, Sorbello, in prima fila con la fascia tricolore. Mescolato in mezzo alla folla il deputato dell’ARS Vinciullo,che, recentemente, s’è  scagliato contro Franco Maniscalco per la “scomparsa” prima e la”rottamazione” dopo della camera iperbarica per il Muscatello, costata 5oo milioni di lire e mai entrata in funzione. Fra i dimostranti incontriamo Luigi Marino, ex consigliere e assessore democristiano, che se la prende con chi non partecipa alla manifestazione. “Gl’indifferenti fanno il gioco del nemico”, afferma Marino. In poco tempo i partecipanti alla fiaccolata diventano circa mille e cinquecento. I poveri cristi augustani, organizzati in comitato, hanno deciso la fiaccolata del 17 ottobre, dopo l’ultima, fallimentare, del 27settembre, non solo come contraltare all’inaugurazione “pantagruelica” dell’ospedale di Lentini, ma come fatto simbolico, per significare che la fiaccola è  ancora viva. Fino a quando?

 Giorgio Càsole 

CONTRO LE DISCARICHE ABUSIVE TOLLERANZA ZERO CON LE TELECAMERE

Coordinatore l’augustano Domenico Morello

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Il Presidente della Provincia regionale di Siracusa, Bono, e l’assessore provinciale all’Ambiente Giuseppe Poidomani hanno presenziato all’installazione della prima telecamera per il controllo di aree del territorio  utilizza tedi fatto come discariche abusive. La prima telecamera è stata installata nei pressi della Grotta del Monello, sulla provinciale Cassibile-Floridia. “Si tratta di un esperimento innovativo” – ha dichiarato Bono – “che ci aiuta nella prevenzione e nella lotta al fenomeno delle discariche abusive. Questa telecamera si trova in un’area di interesse turistico che va particolarmente salvaguardata essendo anche riserva naturale. E’ la prima di venti telecamere che saranno installate in tutto il territorio provinciale, nelle aree più a rischio. L’installazione delle telecamere s’ inquadra  nell’àmbito della politica di riqualificazione e riduzione della spesa dell’ente provincia.  Infatti in quest’ occasione abbiamo rinnovato un vecchio contratto con Telecom che ci costava cento mila euro a bimestre e che ora ci costa 40 mila, includendo sia tutti i servizi preesistenti, telefonia e trasmissione dati, che il nuovo servizio di telecamere , con il controllo e gestione delle stesse. Si tratta di strumenti che hanno una visione a 360 gradi e di ultima generazione” . L’assessore Poidomani  ha detto  che  il progetto prevede anche la fornitura agli agenti di polizia provinciale di un IPAD al quale le telecamere invieranno un avviso di presenze anomale nell’area controllata. In questo modo si può intervenire per l’ individuazione e repressione di eventuali atti non consentiti”. All’installazione era presente anche il dirigente dell’ufficio Ambiente e Territorio, l’augustano  Domenico Morello che coordina le attività della campagna di prevenzione “Tolleranza zero” contro le discariche abusive in provincia.

MP P.  nella foto, Il momento dell’inaugurazione della prima telecamera (D. Morello, il primo da ds.)

MANIFESTAZIONE UNITARIA PER IL LAVORO E LO SVILUPPO NELLA PROVINCIA DI SIRACUSA

PER LA PRIMA VOLTA A SIRACUSA, GLI INDUSTRIALI, I LAVORATORI E LA CHIESA CATTOLICA ASSIEME PER CHIEDERE LAVORO E SVILUPPO

    

Si è svolta ieri 21 ottobre a Siracusa l’interessante manifestazione unitaria a sostegno del lavoro e lo sviluppo, promossa dal “tavolo permanente” della Provincia di Siracusa, alla quale hanno aderito migliaia di manifestanti, molti dei quali accorsi in autobus dalle diverse zone della provincia e il cui incontro era stato programmato a Campo Scuola Pippo Di Natale; il corteo, iniziato alle 16.45, ha attraversato Corso Gelone e Corso Umberto per terminare a Piazza Archimede,  dove i manifestanti si sono radunati alle 18.45.

Un evento singolare, unico, dove significativa è stata la rappresentanza di Confindustria e dell’ Ufficio Diocesano della pastorale sociale del lavoro, sostenuto nientemeno dai tre vescovi del sud-est della provincia della diocesi di Siracusa, Noto e Ragusa (ultimamente hanno portato avanti, tra l’altro, un’istanza durissima contro le ipoteche sulla casa dei lavoratori in un momento di forte crisi), assieme ai rappresentanti di quasi tutte le categorie dei lavoratori operanti nella nostra provincia. Presente anche una delegazione del “tavolo permanente del lavoro e lo sviluppo” della Provincia di Ragusa. Per ultimo, una delegazione di dipendenti comunali di Augusta, che dal mese di agosto non percepiscono più lo stipendio.   

Al centro della strada hanno sfilato i manifestanti mentre i politici questa volta li abbiamo visti solo ai margini della manifestazione, nei marciapiedi; a questi, infatti, è stato impedito dagli organizzatori di “fare passerella” e di parlare in pubblico.

Nel palco allestito in Piazza Archimede hanno preso parola gli organizzatori,  i rappresentanti sindacali, il segretario della CNA, una giovane cooperativista e un giovane imprenditore.

La manifestazione ha visto la partecipazione di: CONFINDUSTRIA – CONFAPI – CNA – CLAAI – CONFCOMMERCIO – CONFESERCENTI – CONFAGRICOLTURA – CIA – ASSOCIAZIONE GENERALE DELLE COOPERATIVE – LEGA DELLE COOPERATIVE – CONFCOOPERATIVE – CGIL – CISL – UIL – UGL – ORDINE DEI COMMERCIALISTI E DEGLI ESPERTI CONTABILI – ORDINE DEI CONSULENTI DEL LAVORO – COLLEGIO DEI GEOMETRI – ASSO STAMPA – ASSOCIAZIONE ANTI RACKET – UFFICIO DIOCESANO DELLA PASTORALE SOCIALE DEL LAVORO / PASTORALE PER LE MIGRAZIONI/ PASTORALE GIOVANILE / CARITAS DIOCESANA.

Giuseppe Tringali