OSPEDALE MUSCATELLO, GUERRA DI COMUNICATI: CARRUBBA vs. LOMBARDO!

muscatello.jpgAUGUSTA. Ancora schermaglie per tentare di salvare i reparti del Muscatello, Ginecologia-ostetricia e pediatria, destinati, per decreto assessoriale della Giunta regionale Lombardo, a essere trasferiti a Lentini, dove è stato inaugurato il nuovo, enorme (progettato oltre vent’anni fa) ospedale, in cima a un’acropoli fuori città: un ospedale, quello di Lentini, “tutelato” politicamente dal lentinese Gennuso, deputato regionale della lista Lombardo e, in qualche modo, dall’ex presidente alla Provincia, Bruno Marziano, del Partito democratico che è in Giunta con lo stesso Lombardo. Martedì 14 c’è stata una riunione in prefettura per tentare di trovare un accordo, per tentare di salvare la  “capra” di Lentini e i”cavoli” di Augusta, dove pure è stato  costruito un altro ospedale, mai entrato in funzione, costato fior di milioni di euro.  Il sindaco di Augusta, Carrubba, ha sempre sostenuto che per il  Muscatello occorreva seguire le vie legali e usava toni poco accesi, poco “vivaci” forse perché non ha il coraggio civile che dimostrò Giovanni Saraceno il 28 dicembre 1960, quando capeggiò la protesta popolare contro lo “scippo” del porto di Augusta o, forse perché aspirava a essere candidato alle prossime regionali nella lista MPA dello stesso Lombardo. Ora che questa seconda ipotesi sembra tramontata,   Carrubba sembra essersi svegliato dal torpore, usa toni “vivaci, minaccia reazioni dure e  lancia strali, come quello che vi trascriviamo, diffuso poco dopo la trasmissione di un altro comunicato-stampa, proveniente da Palermo. Carrubba afferma: “Solo per il rispetto del ruolo che ricopro e per la sede istituzionale che ha ospitato l’incontro” /cioè la prefettura, n.d.r./, “mi limito a definire tale comunicato ‘di part’”, considerato che la nota riporta una ricostruzione «fuorviante» della riunione. Fermo restando che buona norma istituzionale, che evidentemente non tutti conoscono, imporrebbe che l’emanazione dei comunicati su incontri a cui hanno partecipato più enti andrebbe concordata nei contenuti, smentisco innanzitutto, per sgomberare il campo dagli equivoci, che ci sia stata mai una mia sottoscrizione in alcun cronoprogramma, in nessuna sua parte mi sono riservato di aderire nelle prossime 24-48 ore. Tale termine, su espressa richiesta dell’Assessorato regionale, deve servire per redigere il nuovo decreto assessoriale che dovrà sostituire il n°1377 del 25 maggio 2010, e all’Azienda Sanitaria di Siracusa, per integrare in maniera esaustiva il cronoprogramma, attesa la sua palese carenza, rispetto ai chiarimenti richiesti e alle istanze rappresentate dal sindaco di Augusta. Confermo che, in sede di riunione, ho ribadito ancora una volta che se prima non vengono attivati i reparti previsti in entrata, cosi come più volte promesso, a questo punto solo verbalmente dal presidente Lombardo e dall’Assessore Russo per arricchire e potenziare l’offerta sanitaria nel territorio, non darò mai alcun consenso al trasferimento in uscita di reparti. In particolare non può essere messa in discussione la permanenza del reparto di pediatria al Muscatello, atteso che può essere finanziato con i fondi della legge regionale relativi alle patologie connesse al territorio industriale”. Fin qui Carrubba. Domanda: Se come sindaco, responsabile della sanità nel Comune, può impedirei trasferimento del reparto di pediatria, perché non fa lo stesso con quello di ginecologia-ostetricia, stante che la situazione ambientale è la stessa per madri e figli? Lo stesso Carrubba può sempre appellarsi a quella legge regionale che prevede il potenziamento delle strutture sanitarie pubbliche che insistono nelle aree a crisi di rischio ambientale, cme appunto è quella di Augusta-Priolo-Melilli.

Giorgio Càsole

18 FEBBRAIO 2012: GIORNO INFAUSTO NELLA STORIA DI AUGUSTA: “IL MUSCATELLO” PERDERA’ GINECOLOGIA E PEDIATRIA

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AUGUSTA. I nodi sono venuti al pettine. Fra qualche giorno, il 18  febbraio, l’ospedale civico “Muscatello” di Augusta, per la cui  realizzazione si tassarono persino gli augustani di Boston, USA, perderà due importanti reparti: quello di ginecologia-ostetricia e quello di pediatria. Il primo fu un reparto di eccellenza, per moliti anni, durante la direzione dello scomparso  e indimenticato prof. Salvatore Paci, augustano che volle ritonare nella sua città, dopo anni di lavoro a Catania. La decisione del temuto trasferimento è stata ratificata da Franco Maniscalco, direttore generale dell’ASP, Azienda provinciale di Siracusa, che prende ordini dall’assessore alla Sanità Russo, magistrato in aspettativa, che, a sua volta, agisce di concerto con il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, medico psichiatra, anch’egli in aspettativa. Russo ha avuto l’ardire di pronunciare la seguente battuta: “Poiché non vedo donne incinte a protestare davanti all’assessorato, vuol dire che facciamo bene a chiudere i reparti gi ostetricia in molti ospedali siciliani, compreso quello di Augusta.”  Non appena venuti a conoscenza del giorno del trasferimento, gli attivisti del comitato pro ospedale hanno intensificato la raccolta delle firme e hanno cominciato a protestare, così come ha protestato, finalmente anche il sindaco Carrubba sia parlando “vivacemente” con il direttore Maniscalco, sia con il presidente Lombardo, come ha riferito il primo cittadino al consiglio comunale nella sessione ad hoc tenutasi la sera di venerdì 10, durante la quale Carrubba ha letto un comunicato-stampa trasmessogli dalla presidenza della Regione, il cui testo è il seguente:  “Tra i cittadini di Augusta e anche nell’Amministrazione civica sta montando un comprensibile allarme circa il trasferimento a Lentini del reparto di ginecologia, spostamento che, secondo gli impegni che avevo assunto, si sarebbe effettuato solo contestualmente al trasferimento di altri reparti nell’ospedale di Augusta. Intendo tranquillizzare la popolazione e l’Amministrazione. Ho già parlato in tal senso con il direttore generale dell’azienda sanitaria provinciale: ci sarà la contestualità promessa. Dovranno arrivare prima i nuovi reparti”. Questo comunicato significa solo una cosa: che i due suddetti reparti saranno comunque trasferiti a Lentini (quindi, Lombardo non smentisce il suo assessore Russo).L’unica concessione cher il “governatore” fa è che se entro il 18 non saranno aperti i due reparti promessi, cioè neurologia e oncologia, il trasferimento sarà solo rinviato. Ecco che cosa ha scritto Giovanni Canigiula, instancabile attivista pro Muscatello, nel sito di fb da lui stesso promosso ea amministrato “Augustani pro Ospedale:  “SIAMO TUTTI TRANQUILLI, AVREMO NEUROOOOOOOOOOOLOGIA , ONCOOOOOOLOGIA DI ECCELLENZA IN CAMBIO DEI REPARTI DELLE MAMME, DELLE DONNE E DEI BAMBINI !!!! RICORDIAMO, A CHI ANCORA NON LO SAPESSE, CHE IL “MUSCATELLO” E’ STATO COSTRUITO CON I SOLDI DEI NOSTRI PADRI E DEI NOSTRI NONNI ATTRAVERSO UNA TASSA COMUNALE VERSATA NEGLI ANNI CINQUANTA !!! RESTITUITECI LA SEMPLICE NORMALITA’ E LASCIATECI IN PACE !” E’  uno straziante grido di dolore, che dovrebbe essere condiviso da tutti gli augustani, amministrazione comunale in testa, come in quel fatidico 28 dicembre 1960, celebrato e ricordato innumeri volte da chi scrive. Quel giorno gli augustani, guidati dal loro vice sindaco e dal consiglio comunale salvarono il porto. Cose di cinquantadue anni fa.

 Giorgio Càsole

OSPEDALE MUSCATELLO, GLI AUGUSTANI RACCOLGONO FIRME E… ASPETTANO IL MIRACOLO

musca.jpgAugusta è dopo il capoluogo, la città più grande della provincia siracusana, inoltre nel suo territorio sono presenti complessi industriali che senza soluzione di continuità con i comuni limitrofi di Prioli e Melilli, rappresentano il polo petrolchimico più grande d’Europa all’interno del quale si sta progettando la costruzione di un rigassificatore. Un’ area quindi in piena crisi, in cui il rischio d’incidenti rilevanti è legato alla contemporanea esistenza di tre rischi (militare, sismico e industriale) che possono essere sottoposti a effetto domino. Nel nord-est siracusano esiste un triangolo produttivo (Augusta, Melilli, Priolo) densamente popolato, biologicamente penalizzato ed economicamente non avvantaggiato. E’ obbligatorio, quindi, affrontare, per Augusta – Brucoli – Priolo – Villasmundo e Sortino, un attento esame delle specifiche esigenze territoriali che indica un aumento dei bisogni sanitari. Da ciò deriva la necessità del mantenimento dei reparti e dei servizi dell’ospedale pubblico di Augusta, ma soprattutto il potenziamento strutturale e strumentale dell’ospedale civile, in modo che rispondano alle esigenze di un territorio così densamente popolato in termini di presenze umane e di rischi. Gli studi epidemiologici dell’ Autorità giudiziaria dell’O.M.S, dell’Enea e dell’Assessorato regionale Sanità dimostrano come nell’area del triangolo industriale sia la mortalità che l’incidenza dei tumori sono  in continuo aumento, inoltre i distretto di Augusta presenta una frequenza più elevata rispetto alla media nazionale nell’ambito delle patologie infiammatorie polmonari, di malformazioni congenite. In data 12/06/2009 la commissione istituita dai rappresentanti dell’ASL 8 e dell’azienda ospedaliera Umberto I di Siracusa delibera una proposta di rimodulazione della rete ospedaliera della provincia di Siracusa, prevedendo per l’ospedale di Augusta 121 posti letto per acuti e 32 posti letto per lungodegenza e riabilitazione. Nonostante tutto quanto suddetto il decreto dell’assessorato regionale per la salute del 25/05/2010 stravolge la pianificazione aziendale riguardo al presidio ospedaliero di Augusta prevedendo il trasferimento della psichiatria, del punto nascita e del reparto . di ginecologia-ostetricia e pediatria presso l’ospedale di Lentini con il conseguente ridimensionamento dell’ospedale di Augusta a circa 70 posti letto.

Quindi, nel luglio del 2010,  nonostante un documento redatto dell’ASP di Siracusa che evidenzia un numero di ricoveri al l  “Muscatello” di Augusta superiore a quello  di Lentini si attua, con una scelta incomprensibile, la chiusura del reparto di Augusta. Il 25/05/2010 viene pubblicato il decreto assessoriale regionale per la salute che prevede che il punto nascita, la ginecologia e ostetricia e la pediatria dell’ospedale di Augusta sono temporaneamente allocati presso il presidio ospedaliero di Lentini, e ciò senza tener conto che la casistica di ginecologia e ostetricia dell’ospedale di Augusta ha sempre assicurato dal 1980 un numero di pazienti superiori a tutti gli ospedali della provincia di Siracusa, con una riduzione registrata solo nel biennio 2007/2008,  legato all’inizio dei lavori di adeguamento strutturale alle normative di sicurezza nazionali del reparto di ginecologia ed ostetricia. Nello stesso biennio i primari di cardiologia e medicina, che a vario titolo si trasferirono in altri ospedali, non venivano integrati, il primario del laboratorio analisi non veniva sostituito e il concorso a primario di cardiologia non veniva bandito. Tutto ciò ha eterminato il conseguente “impoverimento” dell’ospedale di Augusta. Naturalmente alla  notizia del decreto dell’assessorato regionale per la salute che stravolgeva la pianificazione aziendale riguardo al presidio ospedaliero di Augusta il popolo augustano non è rimasto a guardare, lo testimoniano i diversi scioperi dove i cittadini, rimasti soli dopo il dietrofront del sindaco, probabilmente per ragioni politiche, cercano da soli di farsi giustizia immobilizzando la città, organizzando cortei per le strade o raccogliendo, come nei giorni scorsi, firme per una petizione al fine di scongiurare in  extremis il già decretato trasferimento. Il19 gennaio scorso doveva essere celebrata una seduta di consiglio comunale avente come oggetto il salvataggio dei reparti del Muscatello che dovranno essere trasferiti a Lentino, ma la riunione del massimo consesso civico è stata rinviata e dovrà tenersi entro la prossima settimana. Ma forse sarà  già troppo tardi. Gli augustani aspettano il miracolo.

Antonio Ranno.

LA FIACCOLATA E IL MUSCATELLO: SORBELLO? PRESENTE!, CARRUBBA? ASSENTE! – di Giorgio Càsole

fiac.jpgA Lentini stanziati 40 mila euro per sfamare 2oo persone in tempi di crisi

AUGUSTA. Alle  6 del pomeriggio di lunedì 17 ottobre in Piazza Duomo c’è un capannello  di gente. La popolazione è stata informata attraverso locandine e social network. Per quell’ora è stato fissato in quella piazza il luogo d’incontro e di partenza per una fiaccolata in difesa del Muscatello, l’ospedale civico , cioè pubblico, che, per decreto del’assessore regionale alla salute, Russo, dev’essere privato di due importanti reparti: quello di ostetricia-ginecologia e quello di pediatria, da trasferire a Lentini,, secondo un piano di “rifunzionalizzazione”, orribile termine per indicare che la sanità pubblica è diventata troppo onerosa  e occorre  articolare meglio sul territorio le risorse per evitare sprechi e, quindi, per risparmiare. Ci sono alcune considerazioni da fare. La prima: non siamo nel nord Italia, dove ci sono cittadine molto vicine l’una all’altra con piccoli e anche efficienti ospedali pubblici, ma non più in grado di soddisfare al meglio tutte le esigenze dell’attuale società tecnologicamente avanzata,che ha necessità di costosissime attrezzature(risonanza magnetica, camera iperbarica), sì che è meglio specializzare gli stessi nosocomi vicini, dando la possibilità all’utenza di rivolgersi all’uno o all’altro a seconda delle esigenze, ricevendo da ciascuno il meglio in fatto di persone e di mezzi; la seconda: Il Muscatello di Augusta serve un ampio bacino di utenza, che comprende più comuni ed è ubicato i un’area considerata già nel 1990, dallo stesso ministero dell’ambiente, ad alto rischio di crisi ambientale, come quelle di Milazzo e di Gela: per queste aree la stessa Regione Sicilia, con propria legge, ha deciso il “potenziamento” non già il depauperamento degli ospedali: ergo, il Muscatello, a norma di legge, non dovrebbe subire alcun taglio, ma  dovrebbe essere, appunto, potenziato; non volendo far questo e non volendo/potendo andare contro legge si adopera l’orrendo neologismo del burocratese: rifunzionalizzazione

terza considerazione: in loco, in territorio di Augusta, cioè, esiste una struttura privata “Villa Salus”, nata come clinica ortopedica per integrarsi con il Muscatello, privo  delò rerparto di ortopedia e traumatologia, divenuta nel tempo una’imponente struttura che fa concorrenza al civico nosocomio perché è in regime di convenzione:riceve, cioè, soldi pubblici: quarta considerazione:  Lentini ha espresso un deputato regionale, Gennuso, militante nell’MpA, Movimento per l’Autonomia, fondato e guidato da quel “governatore” Lombardo che è a capo della Regione Siciliana ed è il responsabile massimo della “rifunzionalizzazione”, malattia  che ha colpito molti nosocomi siciliani.

Lo stessa mattina della fiaccolata a Lentini viene inaugurato in pompa magna il nuovo ospedale, presente lo stesso Lombardo dallo sguardo sfuggente (non guarda mai la telecamera e volta lo sguardo da un parte e dall’altra)presente, pour cause, il direttore generale dell’ASP siracusana, Franco Maniscalco che ha stanziato la bella somma di 40 000 euro (avete letto bene: quarantamila) per l’evento, che prevede un catering, cioè una “mangiata”, per usare un termine schiettamente nostro, per duecento persone, alla faccia della crisi, della necessità del risparmio che viene chiesto sempre ai poveri cristi. Ovviamente, a Lentini e a Carlentini sono tutti  arcifelici perché, finalmente, dopo un’attesa di vent’anni vedono aperto e in funzione il nuovo ospedale: quello vecchio, vicino al cimitero, fa logisticamente e esteticamente schifo. Il nuovo ospedale è bellissimo a vedersi, posto in collina, lontano dal centro, in un luogo che si pensa non inquinato. Ma è grande, troppo grande per i tempi odierni,  concepito e progettato in tempi di benessere. Bisogna riempirlo. E allora che fare? Occorre “rifunzionalizzare”, cioè,  ridurre la spesa.  Secondo questa logica,  i piccoli ospedali non possono più esistere, anche perché  le nuove tecnologie, tac, risonanza, camera iperbarica, costano e non è possibile dotare ogni struttura di queste tecnologie. Le cliniche private, convenzionate con il Servizio sanitario Nazionale, però, ne sono tutte fornite. Lentini ha un ospedale nuovissimo, ma troppo grande, , Lentini ha un deputato dell’MPA, combattivo e tenace, che minaccia d’incatenarsi a favore del nuovo ospedale, e, allora, che si fa? Niente di meglio che, nell’ottica della “rifunzionalizzazione” togliere alcuni reparti dall’ospedale di Augusta e accorparli a quelli di Lentini,  andando contro una legge della stessa Regione siciliana che prevede il potenziamento degli ospedali nelle aree ad alto rischio di crisi ambientale, quale indubbiamente è quella di Augusta, e nonostante i milioni di euro spesi per il nuovo padiglione, per migliorare il quale sono stati già stanziati circa 10 milioni di euro. Un padiglione che da anni ormai è abbandonato, non utilizzato, mentre continuiamo a pagare gli affitti per gli ambulatori che sono ubicati nel cosiddetto palazzo di vetro di Via Trieste, in locali di proprietà di Pippo Amara. Un fiume di denaro pubblico speso e da spendere che  sembra non preoccupare più di tanto Franco Maniscalco che si fa ritrarre sorridente a tutti denti sulla copertina di un giornale aziendale finanziato sempre con soldi pubblici. I poveri cristi augustani non ci stanno. Non ci stanno a perdere il proprio ospedale, perché, perdendo i due reparti di ginecologia e pediatria, il rischio è di perdere l’ospedale in quanto tale, giacché non si può definire ospedale una struttura con meno di 120 posti letto. C’è da aggiungere che, disgraziatamente, per quanto riguarda ginecologia, non sono più i tempi del primario Salvatore Paci, la cui fama attirava mamme a frotte da fuori Augusta. Anche il reparto di Medicina non vive tempi gloriosi. C’è chi sostiene, e forse non a torto, che il disegno politico a favore di Lentini prevedeva l’abbassamento della qualità nei reparti, per dimostrare che l’utenza s’è abbassata e non si possono mantenere doppioni in un  territorio così strutturato. I poveri cristi augustani da tre anni hanno intuìto il disegno e da tre anni organizzano manifestazioni a a favore del mantenimento e dell’integrità del Muscatello.  In un primo momento il primo cittadino, Carrubba, è sembrato favorevole toto corde a ogni iniziativa, aggiungendo di voler seguire le vie legali, come il fallimentare ricorso al TAR, per tutelare il Muscatello, senza mai arrivare alla decisione che prese nel 1960 l’allora vicesindaco Giovanni saraceno di occupare porto e altri gangli vitali di Augusta per difendere l’unità amministrativa del porto di Augusta. Il decreto ministeriale era già pronto. La rivolta popolare, guidata, appunto da Saraceno,  che non provocò danni né alle persone né alle cose, fu così efficace, specie anche  perché bloccò l’attività portuale vitale per i rifornimenti nazionali di carburante, da far annullare il decreto e tutto tornò come prima. Il decreto assessoriale per “scippare” il Muscatello di altri due reparti – quello di psichiatria era stato scippato prima – è ancora in pieno vigore. Il primo cittadino si è defilato, forse perché ha in animo di candidarsi alle prossime regionali proprio nel partito di Lombardo. I poveri cristi augustani alla fiaccolata del 17 ottobre  sono diventato un serpente umano che s’è ingrossato a mano a mano che ci si avvicinava al Muscatello, dopo aver attraversato da Piazza Duomo, Via Principe Umberto e, dopo la Porta Spagnola, Via Lavaggi e Viale Italia, con l’animazione dei giovani che urlavano slogan contro Carrubba, la cui assenza era rimarcata dalla vistosa presenza del sindaco di Melilli, Sorbello, in prima fila con la fascia tricolore. Mescolato in mezzo alla folla il deputato dell’ARS Vinciullo,che, recentemente, s’è  scagliato contro Franco Maniscalco per la “scomparsa” prima e la”rottamazione” dopo della camera iperbarica per il Muscatello, costata 5oo milioni di lire e mai entrata in funzione. Fra i dimostranti incontriamo Luigi Marino, ex consigliere e assessore democristiano, che se la prende con chi non partecipa alla manifestazione. “Gl’indifferenti fanno il gioco del nemico”, afferma Marino. In poco tempo i partecipanti alla fiaccolata diventano circa mille e cinquecento. I poveri cristi augustani, organizzati in comitato, hanno deciso la fiaccolata del 17 ottobre, dopo l’ultima, fallimentare, del 27settembre, non solo come contraltare all’inaugurazione “pantagruelica” dell’ospedale di Lentini, ma come fatto simbolico, per significare che la fiaccola è  ancora viva. Fino a quando?

 Giorgio Càsole 

Il Diabete: quali terapie per il futuro?

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L’ International  Inner  Wheel di Augusta ha organizzato, il 21 Ottobre 2011, presso l’Auditorium di Palazzo San Biagio, una conferenza  dal  titolo: “ Il Diabete: nuove frontiere di ricerca”, tenuta dal Dott. Salvatore Italia, Specialista di Endocrinologia e Direttore Medicina Interna presso l’Ospedale di Avola. La Presidente dell’International  Inner Wheel, Sig.ra Tina Sanfiorenzo,  nell’introdurre la serata, ha sottolineato che il Club di Augusta ha voluto inserire questa conferenza nel suo programma di attività, nell’intento  di svolgere un servizio di informazione e di sensibilizzazione della collettività cittadina poiché il diabete è una malattia del benessere ed è talmente diffuso da costituire un’emergenza sociale e sanitaria. Ha, poi, preso la parola il relatore, Dott. Salvatore Italia, che avvalendosi di un ricco repertorio di diapositive, ha illustrato le cause, le terapie  e le complicanze, soprattutto cardiovascolari, associate al diabete, ma evidenziando anche come questa malattia sia la conseguenza  di stili di vita scorretti, di cattiva alimentazione e di scarsa attività fisica. I dati statistici rivelano che oggi il diabete, soprattutto quello di tipo 1, è una malattia in crescita che colpisce sempre di più gli adolescenti e  i giovani con il rischio che essa diventi un’emergenza sociale e sanitaria. ” Il diabete è curabile, ma non guaribile, – ha detto l’illustre relatore – anche se nel campo delle terapie, la medicina ha fatto registrare notevoli progressi.  Oggi, la ricerca, supportata dalla tecnologia, nutre concrete speranze per la realizzazione, in tempi brevi, di un piccolo pancreas artificiale. Questo campo promette grosse prospettive, ma dobbiamo essere cauti  dal momento che il diabete è una condizione non fatale.  Nel frattempo cerchiamo di utilizzare al meglio la terapia efficace e sicura che abbiamo a disposizione”.

L’auditorio ha molto apprezzato la relazione del Dott. Italia che, con un linguaggio chiaro ed accessibile a tutti, ha saputo esporre un argomento medico e scientifico alquanto complicato, suscitando,  a conclusione della conferenza,  interventi interessanti. 

    Angela Gigli Amato Addetta Stampa Inner Wheel

La fiaccolata della speranza

 

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Ha avuto corso ieri sera la “fiaccolata della speranza”, promossa dagli organizzatori per manifestare il più ampio dissenso alle ultime disposizioni che prevedono il ridimensionamento dell’ospedale Muscatello. Il corteo, che ha visto la partecipazione di circa un migliaio di persone, compreso quelle provenienti dai paesi limitrofi, ha iniziato silenziosamente il suo percorso partendo da piazza Duomo per dirigersi verso il piazzale dell’ospedale Muscatello, dopo avere attraversato via Giovanni Lavaggi, viale Italia e piazza America, quest’ ultima meglio conosciuta come “fontana”.

E’ bastata quella luminosità irradiata dalle migliaia di candele accese, luci di speranza,  per evidenziare ancor più quei volti tristi, resi ancor più cupi dalla fioca intensità di luce che partiva dal basso, volti pieni di rabbia che ancor oggi esprimono disappunto e delusione verso la classe politica che ha permesso negli ultimi decenni la “naturale” riduzione delle nascite, quasi a voler cancellare del tutto il dato dei nascituri ad Augusta, attraverso la chiusura del reparto pediatria dell’ospedale Muscatello,  a voler impedire la “tracciabilità delle nascite” dei bambini in quest’area notoriamente  compromessa e avvelenata dall’ industrializzazione selvaggia e dall’inquinamento.

Augusta ha bisogno di cure; tra la folla, un accalorato e disperato urlo di speranza: “L’ ospedale non si tocca”.

  Giuseppe Tringali –   foto  di Salvo Cappello

 

Il mistero della camera iperbarica

sanità, politica, augustaDopo diversi anni non si hanno più notizie della costosa apparecchiatura che non è mai stata montata e giacerebbe inutilizzata nei magazzini dell’ospedale”. A chiedere spiegazioni alla direzione dell’Asp, su quello che pare  mistero è il deputato al’ARS, Enzo Vinciullo (OPdl, ex AN)Il deputato siracusano ha reso noto,ndurante una conferenza stampa tenuta nel circolo EzraPoun presieduto da Puccio Forestiere,  di aver presentato sulla vicenda, un’interrogazione parlamentare indirizzata al Presidente della Regione e all’Assessore regionale della Salute. “La mancata utilizzazione di questa struttura – spiega Vinciullo – costringe i medici dell’ospedale di Augusta a trasferire i malati presso l’ospedale Umberto I° di Siracusa, il più vicino centro ospedaliero fornito di camera iperbarica, con i conseguenti e prevedibili rischi per chi, colpito da embolia, ha la propria vita legata alla velocità di intervento sanitario”. Vinciullo chiede spiegazioni sulla mancata entrata in funzione dell’apparecchiatura che, per le proprie peculiarità tecniche e mediche, è da ritenersi all’avanguardia per la cura dei malati colpiti da embolia o necessari di particolari terapie iperbariche. La camera iperbarica, completa di tutti gli accessori, costata, alle casse regionali, centinaia di migliaia di euro è inutilizzata, nonostante sia indiscutibile la necessità di averla attiva, visti i numerosi casi di embolia registrati negli ultimi anni sia ad Augusta che nei centri costieri che usufruiscono dell’assistenza ospedaliera dell’ospedale Muscatello. L’on. Vinciullo chiede di nominare un ispettore per verificare la veridicità di quanto asserito da alcuni sanitari e se le condizioni rispondono al vero di “mettere in funzione detta camera iperbarica per garantire il pronto intervento medico in quei casi ove sia necessaria una immediata terapia iperbarica ed avviare una inchiesta per appurare i motivi che hanno causato la mancata attivazione della camera iperbarica dell’ospedale “Muscatello” di Augusta, onde individuare gli eventuali responsabili di questa ignominiosa vicenda”.

C. C. Enzo

QUANDO AL MUSCATELLO NASCEVANO PIU’ BAMBINI CHE ALTROVE IN PROVINCIA

RSCN0165.JPGAugusta. Sono trascorsi poco più di quarant’anni anni da quando il reparto di ginecologia-ostetricia dell’ospedale Muscatello di Augusta mieteva i primi successi divenendo in breve tempo un Centro Parto di eccellenza, paragonabile per la qualità delle prestazioni mediche ai migliori Centri Parto regionali. Un successo dovuto non al caso ma esclusivamente alla professionalità ed alla dedizione del Personale medico e paramedico guidato dal primario prof Salvatore Paci, abile professionista, apprezzato non solo per la sua alta preparazione scientifica ma anche per le sue doti morali ed umane. Il Centro Parto del Muscatello era diventato il fiore all’occhiello della Sanità provinciale di cui gli augustani andavano orgogliosi. Dal 1970 al 1979 (10 anni) al Centro Parto di Augusta sono nati 7507 bambini con una media di 750,7/anno, raggiungendo il massimo nel 1975 con 868 nuovi nati; nel decennio successivo (1980- 1989) si è registrata una lieve flessione con 6984 nuovi nati (698,4/anno), ma nulla di preoccupante perché dovuta al fenomeno generale del calo delle nascite, in linea con l’andamento nazionale; dal 1990 al 2000 (11 anni) le nascite sono state 6945 (631/anno), un calo più marcato che fa scattare il primo allarme, attribuito all’andata in quiescenza del primario; il calo è continuato ad aumentare nel decennio successivo, dovuto a diversi motivi, quali il rinvio, sine die, dell’assetto della pianta organica e la fuga di alcuni medici, attestandosi alla fine del 2006 a circa 500 nascite l’anno. Negli anni 2007-2008 c’è stata una flessione verticale dovuta ad un evento del tutto contingente quale la ristrutturazione dei locali, raggiungendo il minimo storico con circa 300 nuovi nati/anno.

Questo evento, è stata la causa del declino del Muscatello.  E’ chiaro che 300 nascite/anno sono poche per mantenere un Centro Parto, motivo per cui l’assessorato alla sanità regionale, nel preparare il nuovo piano di riordino ospedaliero della provincia, senza tenere conto del passato ed ignorando che il riferimento di circa 300 parti/anno era un valore assolutamente privo di rappresentatività statistica, (essendo la domanda del bacino naturale di utenza del Muscatello, secondo i dati ISTAT, di circa 650 parti/anno e non 300), decreta l’eliminazione del Centro Parto di Augusta con una motivazione che sa di cinismo: costa troppo, si deve chiudere.  Una scelta non condivisa dai cittadini di Augusta, ritenuta ingiusta perché non supportata da elementi di valutazione oggettivi, ed anomala perché è incomprensibile che si possa chiudere, anziché riconoscerne il merito, una struttura che per decenni si è distinta per qualità ed efficienza. Il decreto, infatti oltre alla presunta illegalità per la mancata applicazione dell’art. 6 della legge 5, per cui il comune di Augusta ha fatto ricorso al TAR di Catania, presenta, a giudizio del sottoscritto, altre anomalie riconducibili al metodo di valutazione usato per il riordino ospedaliero, metodo che non ha tenuto conto né di alcuni Indicatori epidemiologici né dei reali Indicatori demografici del territorio, indici che hanno un ruolo determinante nel processo decisionale per la distribuzione delle risorse economiche nel territorio. Indignati per tale ingiustizia, i cittadini di Augusta si sono rivolti alle parti politiche chiedendo loro di far luce sulle molte ombre che il decreto assessoriale presenta, ma fino ad ora sono arrivate soltanto risposte ambigue e fuorvianti. Pare che i giochi siano stati fatti e per il Centro Parto di Augusta non c’è scampo: deve chiudere. Dall’altare alla polvere.
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 Giuseppe Moschitto   Chimico industriale

IL COMITATO PRO-MUSCATELLO DI AUGUSTA RITIRA LE DIMISSIONI

Il comitato  fa l’esame di coscienza e  a distanza di poco si ricostituisce.

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A seguito dell’ “incidente di percorso” causato dal raduno cittadino organizzato il 27 settembre alla nuova Darsena dal comitato a difesa del presidio ospedaliero “Muscatello” di Augusta, raduno che avrebbe provocato nel contempo le dimissioni degli organizzatori per non avere  raggiunto i risultati sperati in termini di partecipazione alla protesta,  lo stesso comitato, nel riconoscere  comunque responsabilmente  un difetto nella macchina organizzativa, ha deciso ieri di ricostituirsi per portare avanti le ragioni della protesta.

In effetti, il sit-in del 27 settembre con  la partecipazione di qualche centinaio di cittadini è risultato deludente a fronte degli altri sit-in, quello del 26 marzo scorso, per esempio, che portò alla nuova darsena circa 5.000 persone, o quello del 30 e 31 maggio che vide il blocco totale delle attività e della viabilità. Molto probabilmente, si dirà, l’evento è stato fortemente  condizionato  dalla visita ad Augusta del governatore di Sicilia Lombardo il quale, si dà il caso, nel giorno precedente rassicurava la cittadinanza che non ci sarebbe stata una vera e propria chiusura del Muscatello  bensì  un graduale spostamento di alcuni reparti a Lentini,  alla luce dei  provvedimenti che sarebbero piombati “dall’alto” (come se la nostra regione non fosse a statuto autonomo). Succede quindi che il discorso ad effetto del governatore riesce in qualche modo, alla vigilia del raduno cittadino, a dividere l’opinione pubblica, tanto che  la manifestazione  rischia di fallire e il comitato decide conseguentemente di dimettersi.

La questione sembrava essersi conclusa fin quando l’azienda sanitaria provinciale di Siracusa non decide di emanare frettolosamente, in barba al principio della gradualità e contestualità enunciata da Lombardo, una prima disposizione che attualizzerebbe, dal 30 settembre, il trasferimento a Lentini dei reparti di ostetricia, ginecologia e pediatria e il day hospital di talassemia, compromettendo così quel delicato equilibrio che vedeva già  una parte dell’ opinione pubblica schierata contro le decisioni dei nostri amministratori.

«Da oggi stesso – dicono quelli del comitato  – saremo nuovamente in piazza per informare la popolazione degli ultimi sviluppi della situazione che riguarda il Muscatello.

Invitiamo il sindaco, l’Amministrazione e il Consiglio comunale a intraprendere le azioni necessarie per far rispettare la piena integrità del nostro ospedale».

   Giuseppe  Tringali

L’ ADDIO DEL COMITATO CITTADINO COSTITUITOSI PER LA DIFESA DEL MUSCATELLO

Sarà l’ addio al Muscatello ……..?

LETTERA APERTA DEL COMITATO

AUGUSTA,  28 SETT 2011

muscatello.jpgAlla luce di quanto è successo nella manifestazione del 27, il comitato cittadino, che si era costituito volontariamente a difesa dell’ospedale Muscatello, ha deciso con una sofferta decisione di sciogliersi autonomamente. L’arrivo del governatore Lombardo che ha ribadito il nuovo riassetto del Muscatello, cioè la rifunzionalizzazione dell’ospedale e 2 posti letto per un servizio di assistenza di base pediatrica, ci aveva convinto a non disdire lo sciopero del 27 settembre. La giornata della manifestazione, non ha sortito gli effetti sperati di coinvolgimento della popolazione augustana e ci assumiamo le nostre responsabilità, forse non abbiamo saputo dare le giuste informazioni. Ci rammarichiamo che l’ospedale verrà chiuso alle donne, mamme e bambini, ma cerchiamo di avere fede su ciò che il governatore Lombardo ha detto nell’aula magna che l’ospedale sarà anzi potenziato con strutture d’eccellenza e che i trasferimenti dei reparti avverranno contestualmente a quelli assegnati. Il Comitato stigmatizza l’assenza di persone delle istituzioni e dei sindacati politicizzati lasciando in abbandono dei cittadini che chiedevano un loro diritto, protestando per bloccare un’ingiustizia sociale. Ringraziamo tutte le donne, mamme, studenti, i lavoratori del porto operanti sui rimorchiatori che ci sono stati sempre vicino in questa vertenza e tutta la cittadinanza sensibile che ci ha seguito. Un ringraziamento particolare a tutte le forze dell’ordine che, con la loro professionalità hanno condotto, in piena sicurezza, l’ordine pubblico evitando che le manifestazioni degenerassero.

Tutti i componenti del comitato saranno sempre presenti e affiancheranno coloro che in avvenire si prenderanno a cuore il problema dell’ospedale, quando ci saranno tempi migliori. Un grazie a tutta la città.

   Il Comitato