AUGUSTA PIU’ DI MELILLI ESPOSTA AI TUMORI

Indagine epidemiologica dell’Agenzia ricerca cancro

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AUGUSTA. In questi giorni, l’ I.A.R.C. (Agenzia internazionale di ricerca contro il cancro), ha inserito Siracusa, unica nel sud Italia insieme a Napoli, Sassari, Salerno e Ragusa, tra i duecento Registri accreditati nel mondo. Questo prestigioso riconoscimento ha dato spunto agli autori del Registro di illustrare i risultati della loro ultima ricerca, che indaga, per la prima volta, l’incidenza e non solo la mortalità per tumori nella nostra provincia. Lo studio dimostra che, in provincia di Siracusa, tra il 1999 e il 2002, i tumori nella loro totalità hanno mostrato un’incidenza inferiore rispetto a quella osservata, nello stesso lasso di tempo, nelle regioni italiane del centro-nord e sovrapponibile a quella delle altre del centro-sud. Tra gli uomini infatti, il tasso standardizzato in provincia di Siracusa si è attestato su 450,4 casi annui per 100.000 abitanti, contro i 552,8 osservati sulla media degli altri Registri Italiani. Tra le donne invece, il tasso della nostra provincia è stato di 356 contro i 453 della media nazionale.  Fin qui sembra il paese di Bengodi, ma una lettura più attenta e approfondita dei dati ci racconta un’altra storia. Lo studio, infatti, rivela l’alta incidenza di alcune neoplasie in aree precise della provincia: leucemie a Lentini, fegato ad Augusta, tiroide a Siracusa, e il forte gradiente nord-sud ed est-ovest, con tassi d’incidenza nettamente più elevati della media nazionale nell’area industriale, guarda caso, di Augusta. Tra gli uomini infatti, il tasso standardizzato si attesta su 608,4 casi annui contro i 552,8 della media nazionale, mentre tra le donne, anche se resta il più alto della provincia, non supera i livelli medi italiani con 433,8 contro 453,1. Tra le singole sedi neoplastiche in eccesso rispetto ai valori medi nazionali si osservano: tumori del fegato, pancreas, melanomi, torace, pleura, utero, ovaio, encefalo, tiroide, linfomi H, mielosi e soprattutto polmone. I ricercatori che hanno eseguito lo studio giungono a considerazioni importanti che non lasciano, purtroppo, spazio a dubbi: 1) Innanzitutto non è vero, come si è creduto, che l’epidemiologia dei tumori in Sicilia si presenti omogenea; 2) la presunta protezione della dieta mediterranea nei confronti del popolo siciliano, alla luce dei dati augustani, va rivista. E’ bastato, infatti, innestare una forte attività industriale nella nostra area per farne, in meno di 50 anni, un territorio del tutto avulso dal resto del contesto siciliano e del tutto sovrapponibile ai profili epidemiologici di una realtà industriale del nord-Italia; 3) il ruolo giocato dalle esposizioni professionale e ambientali, con le prime ancora più determinanti rispetto a quest’ultime, si è rivelato elemento inscindibile nel presentarsi della patologia.  Non è un caso infatti che i forti eccessi rispetto ai dati medi nazionali siano stati osservati ad Augusta tra gli uomini, cioè tra i soggetti più esposti a fattori di rischio lavorativi. Tuttavia – conclude lo studio – la vicinanza di un vasto insediamento industriale non basta da sola a favorire lo sviluppo di alti tassi d’incidenza tumorale, ma svolgerebbe un’azione sinergica con altri fattori. Lo dimostrerebbe il caso di Melilli che, pur appartenendo alla stessa area industriale, mostra tassi nettamente più bassi rispetto ad Augusta, probabilmente determinati dalle differenti caratteristiche orografiche, idrogeologiche, ambientali e occupazionali.
  A.R.C.

AUGUSTA, MUSCATELLO, POSTE LE BASI DEL NUOVO PRONTO SOCCORSO. A GIORNI SARA’ APERTO IL TUNNEL AEREO PER COLLEGARE LE DUE ALI

 musca.jpgAUGUSTA. Il commissario straordinario dell’Azienda Sanitaria Provinciale (Asp) di  Siracusa, Mario Zappia,  che ha detto: “Dopo l’apertura dei nuovi locali del day-service di Oncologia e l’attivazione del Pronto intervento pediatrico, un altro importante tassello si è aggiunto con la consegna ufficiale dei lavori di completamento del nuovo Pronto soccorso e servizi di radiologia e laboratorio analisi . “A giorni sarà aperto anche il tunnel aereo di comunicazione tra le due ali dell’ospedale per rendere più funzionale la strutura”.

Alla firma erano presenti  il coordinatore sanitario del Distretto ospedaliero Sr2, Alfio Spina e  Domenico Fruciano, responsabile del Tribunale per i diritti del malato  I lavori sono stati aggiudicati alla ditta Giusylenia Srl di Agrigento per un importo di un milione 664 mila euro più IVA , con un ribasso del 25,20 percento.

  Per i  primi mesi del 2014 è prevista la fine dei lavori.

   Giulia Càsole

AUGUSTA, MALASANITA’ ORDINARIA : 5 MESI DI ATTESA PER UN ELETTROCARDIOGRAMMA

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AUGUSTA. Nonostante l’enormità della spesa per mantenere efficiente ed efficace il sistema sanitario italiano, nonostante le attrezzature costose che, sovente, vengono poco usate o addirittura non utilizzate, come nel caso di una camera iperbarica mai entrata in funzione all’ospedale di Augusta, ancora duole dove registrare casi di “malasanità” pubblica.  Il sistema sanitario privato funziona meglio di quello pubblico, anche se , spesso,  quasi tutte le cliniche private si reggono sui rimborsi pubblici. C’è, inoltre, da sottolineare il caso tutto italiano di molti medici che ricevono un discreto stipendio nel settore pubblico e poi rimpinguano questo stipendio negli istituti privati. Queste riflessioni vengono alla mente quando un augustano, residente però a Villasmundo, U. B. di 69 anni, ci telefona per segnalarci il proprio caso di utente che ha necessità di  un elettrocardiogramma. Si reca all’ospedale di Augusta e gli rispondono che può essere ospitato al “Muscatello” fra 15 mesi. Avete letto bene: per un elettrocardiogramma U. B. deve attendere fino a novembre 2013. Nel frattempo? Può subire un infarto, può morire?  Meglio recarsi alla clinica privata.

G. C.

RIFLESSIONI SUL RUOLO DELL’EPIDEMIOLOGIA

 musca.jpgAUGUSTA. A due mesi dal riordino dell’ospedale di Augusta, che si è concluso con la chiusura, ingiusta e irrazionale, dei reparti di ginecologia-ostetricia e del Centro Parto, non si placano le polemiche sulle promesse, fatte e non mantenute dalla Sanità, sul futuro dell’ospedale Muscatello che, secondo alcuni esponenti politici, “sino a questo  momento sembrano solo promesse da marinaio”. Questo stato di incertezza sulla sorte dell’ospedale, in particolare sull’uso e sulla data di completamento della nuova ala, preoccupa la gente, che, ancora scossa dalla chiusura dei reparti storici sopraccitati, perde giorno dopo giorno, fiducia e credibilità nelle Istituzioni. La gente si chiede ancora come sia stato possibile chiudere reparti di eccellenza e ben noti, da circa un quarantennio, per la efficienza  delle prestazioni sanitarie. E’ stato ipotizzato dal sottoscritto che, una delle cause che ha determinato la chiusura di questi reparti, è stato il mancato supporto degli indicatori epidemiologici alla valutazione della programmazione sanitaria del territorio. E’ noto infatti a tutti, che il ruolo primario dell’Epidemiologia è quello di cercare, per ogni patologia, il nesso tra causa ed effetto (Fattori di rischio), allo scopo di promuovere azioni di prevenzione, ma il suo campo di applicazione è vasto, tra cui vengono annoverati la sorveglianza ed il supporto alla programmazione sanitaria: “…oltre alla sorveglianza sanitaria e alla ricerca scientifica – dicono eminenti epidemiologi – l’altro grande vero scopo dell’informazione epidemiologica è quello del supporto guidato alla valutazione dei servizi ed alla programmazione sanitaria del territorio, senza i quali ogni studio diventa vano e fine a se stesso”. (Fonte: Cancer in Syracuse -Italy- 2007).

Le polemiche di questi giorni sulle “promesse da marinaio” fatte dalla Sanità e le preoccupazioni della gente che chiede, sempre con più insistenza, di essere informata correttamente sul proprio stato di salute e sulle misure da adottare per la prevenzione, mi hanno indotto a rileggere attentamente i dati epidemiologici ufficiali esistenti e fare delle riflessioni sul ruolo dell’Epidemiologia e dell’uso che di essa se ne è fatto nella pratica, in particolare ad Augusta.

Riflessioni che mi hanno lasciato amareggiato per aver constatato che le indagini epidemiologiche condotte in provincia di Siracusa, in molti casi sono risultate “vane e fine a se stesse” perché molto spesso di esse non se n’è tenuto conto. Per esemplificazione vengono riportati tre casi emblematici di questa anomalia: 1° il supporto alla programmazione sanitaria;  2° il controllo sanitario;  3° la  prevenzione dei tumori della pelle.

 

1° caso – Supporto alla programmazione sanitaria

   Sulla programmazione sanitaria dell’ospedale Muscatello di Augusta ne abbiamo parlato abbondantemente e non possiamo far altro che confermare quanto detto e cioè che la chiusura dei reparti di Ginecologia-Ostetricia e del Centro Parto è stato un atto ingiusto  e irrazionale perché preparato senza aver tenuto conto dei Fattori di Rischio Ambientale, riscontrati nel territorio attraverso i risultati delle numerose indagini Epidemiologiche. Una valutazione accurata dei risultati di queste indagini sicuramente avrebbe portato a soluzioni meno penalizzanti per la popolazione che vive nei comuni di Augusta, Melilli e Priolo.

 

2° caso – Controllo sanitario

   Un altro esempio della poca attenzione che è stata prestata alle analisi epidemiologiche viene rilevata dallo scarso controllo sanitario dei prodotti ittici venduti in loco. Agli occhi di tutti, oltre alle specie ittiche di provenienza non specificata, ancora oggi, anche se con meno frequenza, ad Augusta vengono venduti i cosiddetti “aranci americani”, crostacei tipici del porto di Augusta, presumibilmente ricchi di mercurio, pur sapendo che questo elemento è neurotossico. E’ inspiegabile come ciò possa ancora accadere dopo la pubblicazione e la divulgazione dello studio in cui viene evidenziato che le IVG (Interruzioni Volontarie di Gravidanza) ad Augusta risultano 4 volte superiori alla media nazionale, di cui un terzo praticate a causa di malformazioni riscontrate nel Sistema Nervoso Centrale del feto, malformazioni attribuite dai Ricercatori, senza alcuna remora, al mercurio contenuto nel pesce pescato nel porto di Augusta.  No comment!

  

3° caso –  Prevenzione dei tumori della pelle ad Augusta

   Nel 2007 con la pubblicazione del volume “I Tumori in provincia di Siracusa dal 1999 al 2002”, sono stati divulgati i risultati della prima indagine epidemiologica sulla “Incidenza” dei tumori. (Per “Incidenza” si intende il numero di nuovi casi annui per 100000 abitanti)

    L’indagine, condotta da 17 Registri Tumori nazionali, compreso quello di Siracusa, indicati come “pool Italia” ha interessato un’area che copre il 24% della popolazione italiana, un campione sufficiente per ottenere risultati “statisticamente significativi”

    Questa indagine ha consentito di tracciare un quadro sul rischio tumori nelle 17 aree geografiche d’Italia, da cui è risultato che la provincia di Siracusa presenta un profilo epidemiologico “a basso rischio”, paragonabile a quello del sud Italia, ad eccezione dell’area comunale di Augusta che  presenta un profilo epidemiologico “ad alto rischio”, paragonabile a quello del nord Italia.

   Questa anomalia sanitaria, tutta augustana, ha avuto grande risonanza in campo nazionale ed internazionale tanto che il caso, definito come “il caso Augusta” è stato trattato in Riunioni scientifiche dell’AIRTUM (Associazione Italiana Registri Tumori), in Convegni dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e divulgato in tutto il mondo attraverso la rivista, redatta dall’IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) “Cancer Incidence in five Continents”. In sede locale, la notizia ha destato grande preoccupazione ed allarmismo anche perchè questa criticità sanitaria è stata presentata come un primato assoluto nazionale, con la seguente frase, che ha fatto il giro del mondo: “Augusta, senza tema di smentita, è la città d’Italia col più alto Tasso di Incidenza di Tumori”. 

   Sentiamo il dovere di far presente che, da quel che è emerso dalla lettura attenta di questa indagine, a nostro avviso, il “Caso Augusta” non è stato affrontato con l’oggettività ed il rigore scientifico dovuti, infatti, del fenomeno sono state formulate diverse ipotesi di rischio e si è detto di tutto, tranne dell’unico fatto nuovo, il più rilevante, che è stato letteralmente ignorato. E’ emerso, infatti, che la tipologia tumorale che ha fatto schizzare il Tasso di “Incidenza” del comune di Augusta al di sopra del valore medio del “pool Italia”, è da addebitare ai “tumori della pelle non melanoma” che, nei maschi, incidono per il 32% sulla totalità dei tumori, un valore abnorme se paragonato ai valori medi “provinciale” e del “pool Italia” che incidono rispettivamente per 21,3% e per i1 14,9%. Ma di questa anomalia i mezzi di comunicazione di massa non hanno mai fatto menzione ed ancora oggi, la più alta criticità sanitaria riscontrata ad Augusta, (ripetiamo il 32% della totalità dei Tumori nei maschi), è quasi totalmente sconosciuta dalla popolazione locale. Riflessione: Come si può praticare la prevenzione di un esistente rischio se non si conosce l’esistenza del rischio?

La controprova che la vera criticità dell’ “Incidenza” dei tumori, ad Augusta, deriva dai “Tumori della pelle non melanoma” è data dal fatto che, escludendo questa tipologia tumorale, l’area comunale di Augusta presenta un profilo epidemiologico tumorale “a medio rischio”. Infatti, pur confermando che ad Augusta il Tasso di Incidenza dei “Tumori senza pelle” (ossia di tutte le tipologie tumorali, escluso quelle della pelle non melanoma) resta il più alto della provincia, seppur ridimensionato di molto, lo stesso risulta inferiore al Tasso del “pool Italia”, collocandosi tra l’undicesimo e il dodicesimo posto dei 17 registri nazionali. Per questo motivo riteniamo alquanto strano ed inspiegabile che non sia stato dato alcun peso al più rilevante Fattore di rischio tumori che è stato accertato ad Augusta.

Anche in questo caso sembra che le indagini epidemiologiche siano risultate “vane e fine a se stesse” e non come strumento da usare per informare ed educare i cittadini alla prevenzione.

 

Ho sentito il dovere di segnalare questi tre tipi di anomalie (ma sicuramente ce ne saranno altre) perché sono convinto che i problemi non possono essere risolti se non vengono affrontati nella loro interezza. I tre casi descritti, mettono in luce evidenti lacune nell’applicazione, nel controllo, e nell’informazione degli studi epidemiologici, lacune che devono essere colmate se si crede veramente  nella prevenzione.

 I cittadini hanno il diritto di essere correttamente informati di tutto, in particolare della situazione sanitaria che direttamente o indirettamente li riguarda, sia per partecipare attivamente ai programmi di prevenzione sia per non rischiare il declino totale della fiducia tra Istituzioni e Pubblico. Accogliamo il monito del Presidente della Repubblica dello scorso 25 Aprile di “rinsaldare la fiducia tra Istituzioni e Cittadini” con l’auspicio che ognuno faccia la propria parte nell’ambito delle proprie competenze.

           Giuseppe Moschitto

OSPEDALE Muscatello, la gente ha bloccato la chiusura

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 All’ interno di un ospedale vi sono persone che ogni giorno lottano per impedire che la vita di un essere umano si fermi prima del tempo. L’ospedale è un luogo in cui una battaglia dura giorno e notte; i medici sono coloro   cui ci affidiamo per debellare il male piccolo o grande che si trova nel nostro corpo.  Quindi,   gli ospedali lasciati a sé, senza fondi e attrezzature moderne, che fine potrebbero fare? L’ospedale Muscatello di Augusta ha rischiato la chiusura. Ma  perché chiuderlo?  Per quale  motivo? Semplicemente per una scelta di coloro che pensano prima al guadagno e poi al significato. Eliminare l’ospedale situato ad Augusta significherebbe, per trentacinquemila abitanti,  la perdita del luogo in cui molti sono nati, altri sono stati curati e altri ancora hanno salutato dopo che esso aveva salvato loro la vita, I cittadini di Augusta hanno detto NO  a tutto questo e si sono  ribellati  contro la chiusura, bloccando le vie d’accesso principali di Augusta.  Il „Muscatello“ non è stato chiuso, ma due importanti reparti,  quali Ginecologia-ostetricia e Pediatria, sono stati trasferiti  – non si capisce bene in base a quale logica – nel nuovo  mega ospedale di Lentini, mentre restano ancora vuoti, inspiegabilmente, i nuovi locali del „Muscatello“, costati milioni di euro e non sono stati attivati i nuovi reparti promessi, in sostituzione di quelli trasferiti. In fatto di salute, è necessario  pensare più con il cuore che con il portafogli.

   Federica Fiume

 

DONARE IL SANGUE CONVIENE

La Fratres impegnata a diffondere la cultura della donazione, specialmente fra i giovani studenti degli ultimi anni.

Intervista al presidente di Augusta, Salvatore Ponzio

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AUGUSTA. La Fratres nasce nel 1971 come Ente morale, con l’obiettivo di invitare la gente alla donazione anonima, gratuita, periodica e responsabile del sangue, del sangue midollare e degli organi. La Fratres è un’Associazione approvata da un decreto ministeriale del 1994,  nata in Augusta dieci anni prima, e si avvale di volontari, persone impegnate, attente alle problematiche dei propri simili e soprattutto preparate, il lavoro preliminare è, infatti, l’informazione circa l’importanza della donazione e il superamento di quelle piccole paure e resistenze che ci bloccano davanti ad un gesto così semplice eppure così solidale. Sì, perché la Fraternita costituisce il fondamento di questa nostra consociazione, che opera per la tutela della salute dei donatori e dei riceventi. La Fratres sviluppa un’azione permanente a tutti i livelli della vita sociale, specialmente nel mondo giovanile e studentesco, per la diffusione dell’educazione sanitaria e per la formazione della cultura del dono. Tutto questo seguendo il progresso e l’aggiornamento scientifico nel campo trasfusionale, contribuendo ad uno sviluppo più intenso della ricerca e della utilizzazione del sangue e dei suoi derivati e favorendone il buon uso.  Il presidente Ponzio ha risposto di buon grado ad alcune domande.

Voglio diventare donatore. Da dove comincio?

La stessa Associazione provvederà a metterti in contatto con il Centro Trasfusionale oppure Ti inviterà direttamente alle varie iniziative di socializzazione organizzate dalla FRATRES, consistenti spesso in vere e proprie Giornate della Donazione. Sembra superfluo sottolineare che donare sangue è un atto non soltanto consapevole, volontario e responsabile, ma anche gratuito: il sangue è la vita, e la vita non ha prezzo.

Tutti possono donare il sangue? No, non tutti. E a questo proposito occorre una seria presa di coscienza da parte del potenziale donatore che è invitato a un confronto con il personale sanitario di riferimento oltre che a compliare un questionario.  Essere in buona salute è il requisito fondamentale per donare. Ecco perché diventa necessario rispondere con estrema responsabilità alle domande sul proprio stile di vita. L’elenco completo delle cause di non idoneità e degli eventuali periodi di sospensione della donazione sono contenuti nella normativa di riferimento. In linea di massima, non possiamo donare se il nostro stile di vita non è sano, se usiamo droghe o se abbiamo rapporti sessuali a rischio, se beviamo oltre i limiti, se risultiamo positivi al virus dell’epatite o dell’Aids o se siamo affetti da altre malattie. Diventare donatori significa, quindi, tenere anche costantemente sotto controllo la nostra stessa salute. Quando dono il sangue posso correre qualche rischio? Anzitutto il consiglio è sempre quello di donare periodicamente e in modo sistematico. Questo perché il controllo abituale consente una diagnosi precoce di eventuali malattie infettive o di altra natura. Quanto ai rischi per il donatore, sono praticamente nulli se si esclude un’eventuale reazione emotiva legata alla paura dell’ago: in tal caso basta un bel respiro, mantenere la posizione supina e concentrarsi sull’importanza morale del gesto in atto, piuttosto che sul proprio braccio! Del resto, se doniamo solo il sangue intero, il prelievo non dura che pochi minuti. Né possono sussistere rischi di infezione, essendo il materiale utilizzato dal personale sanitario perfettamente monouso. Il donatore, comunque,  sarà informato dal personale sanitario sul comportamento da tenere nelle 24 ore successive alla donazione, in particolare a non seguire lavori pesanti. Con quale frequenza posso donare il sangue? Si consideri che nel giro di qualche ora dalla donazione il nostro organismo riesce già a rimpiazzare in modo fisiologico e naturale il plasma, e in pochi giorni si ricostituiscono globuli bianchi e piastrine. Occorrono invece tre o quattro settimane per i globuli rosso. Detto ciò, è la legge a stabilire il numero di donazioni che , in riferimento al sangue intero, non deve essere superiore a quattro per l’uomo, nel corso dell’anno, e due per la donna in età fertile; l’intervallo tra due donazioni, poi, non deve essere inferiore a novanta giorni. Nessuna indicazione viene data, invece, per il numero minimo di donazioni, lasciato alla volontà e alla coscienza del donatore. È vero che al donatore che lavora spetta un riposo?

Sì, è vero. Secondo la legge [Legge 219 del 21 ottobre 2005, art.8], il lavoratore dipendente che si reca a donare il sangue ha diritto all’astensione dal lavoro per la giornata in cui effettua la donazione; tale giornata viene però regolarmente retribuita. Per questo beneficio egli dovrà esibire al proprio datore di lavoro un certificato rilasciato dal Centro Trasfusionale in cui è avvenuta la donazione. Diversa è la situazione di uno studente che, non essendo legalmente paragonabile ad un lavoratore, non ha diritto a simili benefici. La dispensa dall’interrogazione del giorno sarà lasciata al buon cuore dei professori.

Che cos’è il gruppo sanguigno?

È una caratteristica ereditaria legata ai globuli rossi, a tutte le cellule dell’organismo e anche ai liquidi organici ( p. es.  es. il plasma). Sulla membrana dei globuli rossi e di tutte le altre cellule si trovano particolari sostanze chimiche indicate con le lettere A e B: se c’è soltanto la sostanza A si parla di gruppo A; se solo la B, di gruppo B; se sono presenti tutte e due le sostanze, si parla di gruppo AB, mentre nel gruppo 0 (ZERO), statisticamente più diffuso, esse non sono presenti. Altra particolarità è il fattore Rh: fattore Rh positivo (+), presente nell’85% delle persone, fattore Rh negativo (-) assente nel 15% della popolazione. Tutto ciò identifica il gruppo sanguigno di ciascun individuo che, tranne rarissimi casi patologici, resta lo stesso per tutta la vita.  Nella donazione è molto importante conoscere il gruppo sanguigno, perché non si può ricevere sangue che contenga sostanze che l’individuo non abbia già; quindi, per una trasfusione, occorre trovare sangue dello stesso gruppo, con l’eccezione del gruppo ZERO Rh negativo che identifica il cosiddetto donatore universale, mentre il gruppo AB è il gruppo di chi può ricevere da tutti.

Ho sentito parlare di autotrasfusione. Di che si tratta?

Nell’autotrasfusione donatore e ricevente sono la stessa persona. Essa,  infatti,  si effettua essenzialmente in caso di interventi chirurgici programmati e consiste nel prelievo del sangue dallo stesso paziente e nel sul pre-deposito in previsione di eventuali emergenze. In questo modo, a parte il risparmio sulle scorte, si eliminano i rischi di incompatibilità e di trasmissione di malattie infettive.

Un ultimo consiglio utile per chi dona
C
i sono alcuni accorgimenti da seguire sia prima che dopo la donazione. In genere,  si dona di primo mattino, e in tal caso il volontario dovrebbe stare a digiuno almeno dalla mezzanotte (unica concessione, un po’ di tè o caffè amaro). Si chiede di evitare comunque pasti abbondanti nelle 24 ore precedenti.  È consigliabile anche rimandare la donazione se durante la notte ci si è affaticati troppo, per  esempio dopo un turno di lavoro, e se nelle 24 ore precedenti si è fatta un’attività sportiva particolarmente intensa. Anche nelle 24 ore che seguono la donazione si consiglia di evitare sport o lavori particolarmente faticosi.  Subito dopo il prelievo, a ristoro, viene offerta una colazione e sarebbe opportuno evitare sia alcool che sigarette per almeno due ore. Nel corso della giornata è anche consigliabile bere da uno a due litri di acqua. Per qualsiasi altro dubbio o richiesta puoi contattare il Gruppo Fratres. Ti auguriamo una buona donazione.

     Cecilia Càsole

COSA SI PUO’ FARE PER IL MUSCATELLO

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Lettera aperta del Movimento Augusta agli Augustani al Sindaco del  Comune di Augusta

Ci permettiamo formalmente sottoporLe le due seguenti informazioni riguardanti la soppressione del punto nascita dell’ospedale di Augusta a favore dell’ospedale di Lentini. Non le nascondiamo che siamo fortemente contrariati circa l’esito del suo ricorso al TAR che non ha previsto contemporaneamente la richiesta di sospensione del decreto assessoriale cosa invece fatta dai Sindaci di Lampedusa e Lipari con esito positivo nonostante questi due ospedali fossero fortemente al di sotto dei 500 parti, mentre Augusta ha sempre superato negli ultimi anni le 600 unità nonostante tutte le problematiche, anche strumentali, cui è dovuto andare incontro.  Ritorniamo a cio’ che ancora si può fare: 1°) E’ stato concesso, entro il 30.06.2012, ai manager delle Aziende Sanitarie di elaborare un piano alternativo o domande di deroga per i presidi che sorgono in territori particolarmente a rischio; 2°) Siamo venuti a conoscenza di disservizi cui sono andati incontro le nostre partorienti presso l’ospedale di Lentini: mancanza di ascensori e pertanto percorsi non idonei per arrivare in reparto, deficit di personale infermieristico e parasanitario (per esempio la colazione viene servita non prima delle ore 10 del  mattino). Inoltre la maggior parte delle partorienti Augustane in atto sta preferendo ospedali e case di cura di Catania. Cosa peraltro da noi ampiamente prevista. Signor Sindaco, quale responsabile principale della salute dei Suoi cittadini, Le chiediamo se si è attivato:

1)                 Per ottenere una deroga, considerato che il nostro è un territorio a rischio da diversi punti di vista (rischio industriale, ambientale e sanitario). Si spera non con lo stesso risultato negativo del ricorso al TAR.

2)                Per recarsi, presso l’ospedale di Lentini onde accertare se la ricettività e l’assistenza siano idonee. Cosa che rientrerebbe nelle mansioni di un Sindaco sensibile e che ha dovuto subire un simile provvedimento.

Nel caso in cui non si dovesse sentire sufficientemente motivato la preghiamo di dircelo chiaramente in maniera che Movimenti Cittadini e Associazioni pro-Ospedale possano attivarsi in proprio sia livello politico che legale.

     Francesco Ruggero                                    

AUGUSTA, LA FINE DEL MUSCATELLO E’ INCOMINCIATA, NONOSTANTE LE RASSICURAZIONI DI CARRUBBA, A SPESE DEI CONTRIBUENTI

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AUGUSTA. Il sindaco Carrubba ha inondato (a spese del contribuente, cioè nostre) la città con migliaia di manifesti e volantini per “informare i concittadini” della sua soddisfazione e dei magnifici risultati della sua disperata battaglia in difesa del nostro ospedale: si disse pronto a farsi arrestare, puntò i cannoni, sparò, vigilò e -nonostante abbia pubblicamente confessato di essere stato preso in giro dal governatore Lombardo e dall’assessore Russo- la vittoria fu raggiunta. Così il nostro sindaco, sempre a spese nostre, ci comunica che l’ospedale è salvo, nonostante la “dolorosa perdita” del punto nascite, della ginecologia e dell’ostetricia; è salvo perchè verrà istituito il reparto di neurologia (lo stesso che sulla carta dovrebbe stare ad Augusta da almeno quindici anni e che invece finora non si è proprio visto), verrà istituito il “polo d’eccellenza” di oncologia (quattro letti ordinari e sei in day hospital, una miseria senza né capo né coda ma sicuramente antieconomica e inutile) e, infine, rimarranno ben quattro posti di pediatria. Ma in tanta soddisfazione è necessario informare il sindaco che gli attuali otto posti di pediatria sono tutti occupati e che, siccome è già iniziato lo smantellamento, non ci sono più i margini per fronteggiare esigenze particolari  l’altra sera un bambino di Augusta è stato trasferito all’ospedale di Siracusa “per mancanza di posti letto”. Così chiediamo al sindaco di spiegarci come faremo con metà degli attuali posti letto di pediatria, gli chiediamo come possiamo essere soddisfatti se ogni emergenza dovrà essere un viaggio della speranza verso questo o quell’altro ospedale della Sicilia mendicando un letto e pregando che il paziente arrivi vivo. E allora completiamo noi l’informazione; informiamo il sindaco che il principio della fine è ormai in atto, informiamo che la definitiva chiusura del Muscatello è cominciata; e lo informiamo che a forza di puerili menzogne ha perso ogni credibilità e che i cittadini gli chiedono un atto di responsabile dignità: le immediate dimissioni.

 Enzo  Inzolia

Ci scippano l’ospedale, ma le patologie restano ad Augusta, Priolo e Melilli.

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Epidemiologia e Programmazione Sanitaria/ Analisi di Giuseppe Moschitto

Con la pubblicazione nel 2006 dell’Atlante della Mortalità e dei Ricoveri per i Tumori e per le Patologie cronico degenerative in Provincia di Siracusa “… Rerum Conoscere Causas”, il terzo della serie, si è chiuso un ciclo di 11 anni (1995-2005) di indagini epidemiologiche che hanno dotato la Provincia di una autorevole e preziosa Banca Dati di indici sanitari, indispensabili alla  Sanità provinciale e regionale per attivare i piani di prevenzione, per valutare l’efficienza e la qualità dei servizi sanitari e per preparare programmi di adeguamento e di sviluppo delle strutture sanitarie basati sui bisogni reali della popolazione. Questo ultimo punto è stato esplicitato, dallo stesso Comitato scientifico del Registro Territoriale di Patologia, nel modo seguente: “… il principale obiettivo di questo lavoro, in fondo, rimane quello di poter suggerire al decisore politico e all’alto management ipotesi di allocazione delle risorse e di pianificazione degli interventi sanitari in Provincia di Siracusa attraverso la conoscenza esatta dei dati epidemiologici, collegando la Programmazione Sanitaria dei prossimi anni ai reali bisogni sanitari del territorio siracusano”.

 

Le linee guida che suggeriscono di utilizzare i dati Epidemiologici a supporto della programmazione sanitaria, da quanto risulta da dichiarazioni rilasciate dai diretti interessati nell’ultimo decennio, sono state condivise all’unanimità dalla Comunità Scientifica, dagli operatori Sanitari e dai Politici, compresi l’Assessore alla Sanità della Regione siciliana in carica dott. Massimo Russo ed il suo predecessore prof. Roberto Lagalla. (vedi appendice)  Ma solo a parole e non nei fatti. Sorge, infatti, il dubbio che il piano sanitario regionale, per quel che riguarda la provincia di Siracusa (D.A. n° 1377/2010), sia stato redatto senza rispettare le linee guida condivise da tutti, ossia senza aver preso visione né dei risultati dei numerosi studi monografici condotti saltuariamente da qualificati ricercatori, né dei risultati emersi dalle indagini epidemiologiche sistematiche condotte dal Registro Territoriale di Patologia dell’ASL 8 di Siracusa, dal 1995 al 2005, un arco di tempo di 11 anni sufficiente per validare l’attendibilità e la significatività statistica dei dati. La fondatezza del dubbio deriva dal fatto che, nonostante le indagini epidemiologiche ufficiali abbiano messo in evidenza che nel comprensorio territoriale dei Comuni di Augusta, Melilli e Priolo, sono stati riscontrati i Tassi più alti della provincia di patologie teratogene, perinatali, neonatali e ginecologiche, la Sanità regionale decreta di chiudere i Reparti di ginecologia-ostetricia e pediatria dell’ospedale Muscatello, proprio quei reparti che vantano la domanda sanitaria relativa più alta della Provincia. La conferma della chiusura, che avverrà a breve termine, è stata data con la promulgazione dell’ultimo decreto pubblicato nella GURS del 05/01/2012. Una decisione ritenuta illogica, se si fa fede alla criticità sanitaria locale che deriva dalle patologie sopradette ed incoerente perché contraria alle dichiarazioni fatte da eminenti Personalità e dagli stessi estensori del piano sanitario. (In Appendice vengono riportati stralci delle dichiarazioni fatte da Personalità accademiche, sanitarie e politiche sull’utilizzo delle indagini epidemiologiche ai fini della Programmazione sanitaria). A questo punto, è d’obbligo conoscere cosa è veramente emerso dai dati empirici prodotti e qual è  il grado di criticità sanitaria accertato nell’area comunale di Augusta, Melilli e Priolo.  Per correttezza bisogna premettere che le indagini epidemiologiche, come tutte le indagini statistiche, si prestano ad essere interpretate in modo diverso da persone diverse per cui è difficile capire qual è il VERO (reale) grado di criticità. Sarebbe quindi giusto che si conoscesse, il grado di criticità percepito dalla gente dalle notizie divulgate dai media  negli ultimi decenni, con frequenza quasi giornaliera, ed il grado di criticità reale che è emerso dagli studi epidemiologici ufficiali. Grado di criticità percepito dalla popolazione residente:  

1- Incidenza delle malformazioni congenite: circa quattro volte superiori alla media nazionale

2- Mortalità per malformazioni congenite: circa quattro volte superiori alla media nazionale

3- Mortalità per malattie perinatali: circa quattro volte superiori alla media nazionale

4- Mortalità Infantili: media provinciale 62,2% in più della media regionale. Dato su cui pesano notevolmente le mortalità per malformazioni congenite e per malattie perinatali riscontrate ad Augusta e Melilli. (dal che si deduce che in queste due aree comunali i Tassi di Mortalità Infantili dovrebbero essere da terzo mondo)

5- Interruzioni Volontarie di Gravidanza: circa due volte superiori alla media provinciale e circa quattro volte superiori alla media nazionale

6- Mercurio nei Capelli delle Donne di Augusta: 27% in più rispetto alle Donne di Catania. Viene asserito però che “Le concentrazioni di mercurio trovate nei capelli delle donne di Augusta erano molto vicine a quelle riscontrate ai suoi tempi a Minamata” (da rabbrividire!!!) 

7- Composti organoclorurati nel latte materno delle puerpere di Augusta: concentrazioni dal 70 all’82% in più rispetto a quelle riscontrate nelle puerpere di Catania. Questo quadro sanitario da allarme rosso così come è stato riportato dai media, per la sua alta  drammaticità, è stato definito dalla stampa locale “sconvolgente…e tale da far sobbalzare gli abitanti dei centri industriali della nostra provincia”, ha contribuito ad esasperare gli animi dell’intera popolazione dell’area industriale facendola precipitare in un pericoloso stato di terrore cronico, ed è riuscito persino a polarizzare l’attenzione del mondo intero su questo fenomeno, meglio conosciuto come “Il Caso Augusta”. Sembra però che i Responsabili della Sanità regionale non abbiano avvertito la gravità del caso, in quanto, insensibili alla preoccupazione della gente ed al grido di allarme lanciato dalle parti scientifiche, sociali e culturali, e come se nulla fosse successo, decidono di reiterare il Decreto che sancisce la soppressione dei due reparti dell’ospedale Muscatello di Augusta, reparti essenziali per i trattamenti terapeutici e per tenere sotto una attenta osservazione l’evolversi di un fenomeno così drammatico.

   Grado di criticità sanitaria reale:

A causa delle oggettive difficoltà interpretative dei dati epidemiologici, il grado di criticità sanitaria  reale può essere valutato soltanto da specialisti in materia o da enti accreditati come l’OER (Osservatorio Epidemiologico Regionale). Nel caso specifico, anche se, dalla valutazione fatta dall’OER, la situazione sanitaria reale del territorio dovesse risultare meno critica di quella percepita, ma superiore al limite di soglia, (e non può essere altrimenti), non si capisce perché la Sanità si ostina ancora  a  depotenziare  l’ospedale di Augusta anzichè rendere più efficienti i servizi essenziali.

Urge allora che la Sanità faccia chiarezza su questo argomento. Personalmente, seppure convinto che i dati diffusi dai media siano stati amplificati ed enfatizzati al massimo, sono altrettanto convinto che la criticità sanitaria in questo territorio resta  ancora alta. Ritengo sia doveroso che la Regione presti la massima attenzione affinché le informazioni date alla gente siano veritiere, trasparenti e chiare. Per concludere, se quanto sopraesposto è vero chi può dare torto  alla popolazione di questa area geografica, che tanto ha dato allo Stato ed alla Regione, quando contestano il decreto che ritengono ingiusto perché redatto disattendendo le norme basilari che regolano la programmazione sanitaria? In fondo non chiedono altro che sia riconosciuto loro il diritto alla Salute, sancito dalla nostra Costituzione e dalla Organizzazione Mondiale della Sanità. Vogliamo ribadire che i cittadini di questa area industriale NON CHIEDONO PRIVILEGI MA SOLTANTO CHE LA GIUSTIZIA PREVALGA SULLA INGIUSTIZIA.

    Giuseppe MOSCHITTO  – Chimico industriale

 

ABBIAMO PERSO: GINECOLOGIA A LENTINI. L’AVEVAMO DETTO: IL GIORNO INFAUSTO E’ ARRIVATO

img.jpgAvremmo voluto esordire in altro modo. Eravamo attaccati a un sottilissimo filo di speranza. Pensavamo, speravamo, desideravamo ardentemente che il colpo di remi del sindaco che ci troviamo avrebbe potuto far  mutare le posizioni. Quale illusione! Eppure l’avevamo detto più e più volte in quasi quattro anni, da quando, cioè, alla Regione comandano Lombardo e Russo,  che il Muscatello era in pericolo. Su “Augustanews” abbiamo detto che il 18 sarebbe stato il giorno infausto. Siamo stati profetici, sbagliando di qualche giorno solo perché siamo caduti nell’ultima illusione provocata dall’appassionato discorso del Carrubba che, in consiglio comunale,  una settimana fa, sembrava intenzionato, lancia in resta, ad andare contro tutto e tutti, pur di salvare il Muscatello, sembrava pronto a barricarsi dentro. E’ durata un giorno questa speranza.  Il 21 febbraio Ginecologia-ostetrica  a Lentini. Il barricadero s’è arreso subito, forse perché ha visto che pochi cittadini  erano con lui. Per forza, gli augustani, apatici e abulici per natura quali siamo, si sono probabilmente stancati o, forse, sono indifferenti al fatto che i figli nasceranno altrove, non più ad Augusta. A meno che  non ritornino all’antico, a oltre cinquant’anni fa, quando si nasceva in casa, come sono  nati in casa chi scrive. Suo fratello e sua sorella.

  Giorgio Càsole