Dopo diversi anni non si hanno più notizie della costosa apparecchiatura che non è mai stata montata e giacerebbe inutilizzata nei magazzini dell’ospedale”. A chiedere spiegazioni alla direzione dell’Asp, su quello che pare mistero è il deputato al’ARS, Enzo Vinciullo (OPdl, ex AN)Il deputato siracusano ha reso noto,ndurante una conferenza stampa tenuta nel circolo EzraPoun presieduto da Puccio Forestiere, di aver presentato sulla vicenda, un’interrogazione parlamentare indirizzata al Presidente della Regione e all’Assessore regionale della Salute. “La mancata utilizzazione di questa struttura – spiega Vinciullo – costringe i medici dell’ospedale di Augusta a trasferire i malati presso l’ospedale Umberto I° di Siracusa, il più vicino centro ospedaliero fornito di camera iperbarica, con i conseguenti e prevedibili rischi per chi, colpito da embolia, ha la propria vita legata alla velocità di intervento sanitario”. Vinciullo chiede spiegazioni sulla mancata entrata in funzione dell’apparecchiatura che, per le proprie peculiarità tecniche e mediche, è da ritenersi all’avanguardia per la cura dei malati colpiti da embolia o necessari di particolari terapie iperbariche. La camera iperbarica, completa di tutti gli accessori, costata, alle casse regionali, centinaia di migliaia di euro è inutilizzata, nonostante sia indiscutibile la necessità di averla attiva, visti i numerosi casi di embolia registrati negli ultimi anni sia ad Augusta che nei centri costieri che usufruiscono dell’assistenza ospedaliera dell’ospedale Muscatello. L’on. Vinciullo chiede di nominare un ispettore per verificare la veridicità di quanto asserito da alcuni sanitari e se le condizioni rispondono al vero di “mettere in funzione detta camera iperbarica per garantire il pronto intervento medico in quei casi ove sia necessaria una immediata terapia iperbarica ed avviare una inchiesta per appurare i motivi che hanno causato la mancata attivazione della camera iperbarica dell’ospedale “Muscatello” di Augusta, onde individuare gli eventuali responsabili di questa ignominiosa vicenda”.
C. C. Enzo