AUGUSTA FORUM AUGUSTANO SUI BENI CULTURALI DEL TERRITORIO – di Cecilia Càsole

Image96AUGUSTA.  Il  PD di Siracusa ha organizzato, con il coordinamento di Beatrice Basile, già soprintendente di Siracusa, un forum per la salvaguardia e la tutela del patrimonio culturale in senso lato del territorio siracusano. Il primo dibattito si è svolto ad Augusta, per l’area nord della provincia, presenti uomini e donne di Augusta, Melilli e Villasmundo, che hanno offerto il loro contributo per tracciare un itinerario dell’arte  nelle rispettive aree, sì da proporre  progetti per la salvaguardia, la tutela e la fruibilità di monumenti, siti archeologici e habitat naturalistici. Beatrice Basile ha posto l’accento sull’importanza delle indicazioni “dal basso”, cioè da parte delle popolazioni residenti, mettendo in secondo piano proposte e progetti calati dall’alto. Per questo all’iniziativa è stato dato il nome di “forum”, cioè di dibattito e non di convegno, per evitare relazioni cattedratiche e per favorire la maggiore partecipazione del pubblico, anche perché il fine ultimo è quello di proporre una legge di iniziativa popolare da presentare all’assemblea regionale, di quella regione Sicilia, cioè, su cui si sono appuntati gli strali di molti convenuti, prima fra questi la stessa Basile,  che ha sottolineato la farraginosità della normativa regionale e l’insipienza di non pochi dirigenti e funzionari regionali. Sulla stessa lunghezza d’onda dell’ex  soprintendente il  dirigente del settore beni culturali di Priolo, Domenico Mercurio, augustano di nascita, il quale ha ricordato che del patrimonio culturale italiano il “33 per cento risiede in Sicilia”, ma non ci sono né mezzi, né persone, né denari a sufficienza per tutelare questo patrimonio e per farlo diventare addirittura un’occasione di reddito per i luoghi in cui è ubicato, offrendo anche opportunità di lavoro. Il patrimonio culturale, inteso nell’accezione più ampia, può rappresentare una fonte di guadagno, ma bisogna  progettare, investire e fare opera di promozione, altrimenti monumenti significativi, come quelli di Augusta, non solo non sono conosciuti fuori città, come l’ex hangar per dirigibili risalente alla prima Guerra mondiale o come i forti Garsia e Vittoria, fortificazioni fatte costruire, durante la dominazione spagnola, suun isolotto al centro del porto, a presidio della città, non solo sono chiusi da tempi immemorabili e non visitabili nemmeno dagli augustani, ma, addirittura, corrono  il rischio di croll, come può succedere al castello svevo, voluto dal fondatore di Augusta, lo svevo Federico II, oggi posto sotto sequestro penale dalla procura della repubblica di Siracusa, in séguito a una denuncia della locale sezione di Italia Nostra, che ha causato anche l’apertura d’un’indagine a carico dell’attuale presidente della Regione, Crocetta, e del suo immediato predecessore, Lombardo.

Da alcuni rappresentanti di associazioni di volontariato, che hanno a cuore il problema della tutela e della fruibilità di questo nostro impareggiabile e invidiabile patrimonio, sono state messe in evidenza non solo le responsabilità della Regione Siciliana, ma anche quelle dello Stato,  al cui demanio fanno capo monumenti, come il castello aragonese di Brucoli, che potrebbe divenire una forte attrazione turistica, con tanto di sbigliettamento, ma che invece, nonostante i quattrini spesi  per un primo restauro, resta ostinatamente chiuso, anche a fronte d’un’offerta di guardania da parte di un’associazione senza scopo di lucro. Responsabilità ha anche  l’ente Comune se non provvede a tutelare le zone umide dove nidificano tante varietà di uccelli, come le ex saline Regina, che potrebbero attrarre un esercito di naturalisti, saline che stanno correndo un serio pericolo  a causa di lavori non svolti sui canaloni, attraverso cui viene convogliata l’acqua del mare, attualmente otturati. Grida d’allarme sono stati lanciati da Ilario Saccomanno per mantenere intatta l’unità territoriale dell’ex hangar e del parco circostante fino all’ex idroscalo (quest’ultimo già pesantemente deteriorato) e da Emilia Ferrara per salvaguardare dalla distruzione l’area del Petraro, in territorio di Villasmundo, la Frazione amministrativa di Melilli. Non è possibile, per ragioni di spazio, dar conto di tutti gli interventi. Però, ecco in sintesi, qual è il quadro desolante che riguarda Augusta: a)      Le gravi condizioni del  Castello Svevo, oggetto di formale denuncia alla magistratura da parte di Italia Nostra Italia Nostra; b)      Il parco dell’hangar, per il quale l’Amministrazione Comunale ha confermato la volontà di  realizzazione rinunciando però alla concessione dello stesso hangar; c)       Lo stato di abbandono del monumentale convento di S. Domenico, oggetto di un intervento di restauro incompiuto; d)      La situazione del Parco del Molinello, realizzato con  un corposo intervento finanziato da  fondi europei e oggi in completo abbandono, con le strutture ormai vandalizzate; e)      La mancata utilizzazione del forte Vittoria, anch’esso restaurato con fondi europei e di fatto non fruibile; f)       La mancata fruizione del Castello di Brucoli, anch’esso restaurato e in condizioni di poter essere aperto al pubblico ad opera di associazioni; e la necessità di prevedere un ampliamento dell’area di tutela e valorizzazione che comprenda castello e attiguo fiordo, la cui straordinaria valenza paesaggistica e storica è messa in pericolo da interventi fortemente invasivi  realizzati per la nautica da diporto; g)      L’area archeologica di Mègara Hyblaea,  aperta al pubblico e con regolare biglietto d’ingresso, ma in condizioni di forte degrado e con l’antiquarium ormai chiuso da decenni.     Per il territorio di Melilli, come ricordato su, è stato sollevato il caso del Petraro, area archeologica la cui salvaguardia dall’avanzata delle cave è stata oggetto di una lunga battaglia, e in cui è stato ammesso a finanziamento un progetto d per attività turistica promosso da Comune, dal CAI Siracusa e da un’Associazione culturale; in atto, l’area è gravemente minacciata dall’apertura di una discarica, contro la quale è in atto una battaglia di Legambiente.Durante il dibattito  è stato usato l’ossimoro “silenzio assordante” delle pubbliche istituzioni riguardo a queste tematiche. Bisogna invertire la tendenza. Dev’essere la base, dev’essere la gente del territorio che deve far sentire la voce forte, non isolata e non episodica, perché questo patrimonio sia fruibile da tutti e sia anche una possibilità di guadagno.

Cecilia Càsole

AUGUSTA FORUM AUGUSTANO SUI BENI CULTURALI DEL TERRITORIO – di Cecilia Càsoleultima modifica: 2016-03-01T21:19:53+01:00da leodar1
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