REFERENDUM COSTITUZIONALE: SI’ O NO AL CIRCOLO UNIONE, DIBATTITO FRA L’EX MINISTRO SALVO ANDO’ E IL GIUDICE DOMENICO GALLO

riforma dibattito Andò GalloAugusta. Un grande fervore intellettuale ha animato i soci e gli invitati del Circolo Unione di Augusta il pomeriggio del 28 ottobre. Argomento all’ordine del giorno è stata la riforma costituzionale realizzata dal governo Renzi, attraverso un dibattito, moderato da Giovanni Ranno, ingegnere, fra due illustri ospiti: l’ex ministro della difesa del primo governo Amato, Salvatore Andò, propugnatore delle ragioni del Sì al referendum, che  ha scaldato l’atmosfera con un excursus  storico durato 15 minuti, e il magistrato ed ex senatore Domenico Gallo, acceso sostenitore dei motivi per votare NO il prossimo 4 dicembre. L’ex ministro ha voluto evidenziare che è pienamente lecito modificare la Carta costituzionale del proprio Paese quando non è più al passo con i tempi, prendendo come esempio la Francia che ha avuto ben Costituzioni. Gallo ha attaccato la riforma affermando che si tratta di un mero bluff che tende a togliere diritti inalienabili ai cittadini italiani come la sovranità popolare. Il magistrato, con grande oculatezza, ha illustrato l’impossibilità dei cittadini di eleggere i componenti del nuovo Senato, i quali saranno costretti ad abbandonare i propri incarichi di sindaci e consiglieri regionali per viaggiare saltuariamente in direzione di Roma. Inoltre, si è mostrato profondamente sdegnato da quel deficit di democraticità di cui, a suo avviso, è anche complice la nuova legge elettorale Italicum poiché tenderà a definire una maggioranza assoluta di 340 seggi su 630 all’interno della camera dei Deputati del partito vincente al ballottaggio,  qualora non si dovesse superare già al primo turno il 40% dei consensi. Questo meccanismo privilegerebbe la figura dell’uomo solo al comando e il ko definitivo inflitto al potere legislativo da parte del potere esecutivo, il quale lo soppianterebbe. Nel secondo round , ciascuno dei due esponenti ha avuto altri 15 minuti di tempo per fare valere altre sue ragioni. Andò ha sostenuto  che eliminare il bicameralismo paritario condurrebbe a una velocizzazione dell’attuale farraginoso iter legislativo. Non solo, ha anche ribadito l’importanza di prendere come modello esemplare le forme di presidenzialismo di altri potenti Stati come la Russia, gli USA perché ritiene controproducente la rissa tra i vari poteri della nostra nazione. Ha rimarcato  il bisogno di modernizzare i princìpi che regolano il rapporto tra Stato e Regioni, oramai troppo vetusti perché le competenze delle Regioni dal 1948 a oggi sono decisamente mutati.

Per Andò  questa nuova riforma della Costituzione sfocerà in una risolutiva manovra di spending review (la famosa revisione della spesa pubblica sostenuta dal commissario straordinario Carlo Cottarelli che però poi non riuscì a funzionare), perché con la soppressioni di enti a suo dire inutili come il CNEL, con la definitiva abolizione delle province e con la riduzione del numero dei parlamentari di 215 unità si riuscirà a risparmiare tantissimo. Gallo  ha tacciato il Governo Renzi di essere l’artefice di una riforma populista e approssimativa, asserendo che secondo Renzi il modo migliore per risolvere una malattia è uccidere il malato. Questo perché è doloso a suo parere dire che si risparmierà con la riduzione del numero dei parlamentari poiché uffici, commissioni e tutta la burocrazia del Senato rimarrà in piedi. Inoltre ha dichiarato che in un Paese come l’Italia che urge di semplificazioni è totalmente gravoso approvare una riforma in cui 47 articoli della Costituzione attuale sono stati modificati con testi incomprensibili agli stessi costituzionalisti. Tutto questo non farebbe altro che gettare il nostro Stato in un’ulteriore lentezza procedurale e in un completo marasma. I 15 minuti del magistrato Gallo si sono conclusi con un’allusione al referendum del 1948 in cui la maggior parte degli italiani scelse di instaurare un regime repubblicano per evitare derive autoritarie, che, in caso di difficoltà del singolo tirannello al potere, sarebbero la causa della crisi di uno Stato. Gli italiani scelsero la repubblica per garantire la continuità delle istituzioni nonostante il repentino alternarsi dei governi. Secondo il magistrato noi dobbiamo tanti ai nostri predecessori e dobbiamo continuare a sostenere la loro decisione. In seguito, i due contendenti hanno avuto 5 minuti per fare le proprie conclusioni ; è emerso da ambedue le parti un caloroso invito a recarsi alle urne giorno 4 dicembre 2016 per non far trionfare come sempre accade il qualunquismo e il malumore nella politica  insito nella maggior parte del popolo italiano e che in politica si traduce nei termini dell’astensionismo, previsto per questa riforma al 43% circa. Oltre alla fermezza di saper prendere decisioni accurate e calibrate al millimetro, entrambi hanno consigliato di non votare per determinare le sorti del momentaneo governo, ma di entrare nel merito della riforma perché solo questa è la via giusta per esprimere un voto consapevole e ragionato.

   Sebastiano Gianino

REFERENDUM COSTITUZIONALE: SI’ O NO AL CIRCOLO UNIONE, DIBATTITO FRA L’EX MINISTRO SALVO ANDO’ E IL GIUDICE DOMENICO GALLOultima modifica: 2016-11-02T21:21:21+01:00da leodar1
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