La legalità spiegata ai giovani presso l’auditorum della Marina Militare

legal marisicilia.jpgAUGUSTA. Sabato 21 aprile nell’auditorium della Marina Militare, alla presenza dell’amm. div. Raffaele Caruso, comandante di Marisicilia, si è tenuta la conferenza conclusiva sul tema della legalità. La Marina Militare che da sempre è impegnata in questa direzione, ha invitato giovani studenti  , in rappresentanza del liceo Megara, dell’istituto  A. Ruiz, e del P. Napoli di Augusta, e  del Nautico di Siracusa, all’incontro organizzato con il questore di Palermo,  Nicola Zito. Quello che accomuna i rappresentanti della Marina e il questore, oltre all’attaccamento verso la Sicilia, è il fatto che ritengono noi giovani il futuro della società: “Dobbiamo stare attenti ai giovani … per instaurare un rapporto di stima e collaborazione”, queste le parole del rappresentante della Polizia di Stato apparse sul Corriere del Mezzogiorno del 2 novembre 2011. La conferenza all’auditorium della Marina Militare  è stata aperta dai saluti della dirigente del liceo Megara, la professoressa Maria Concetta Castorina, che ha introdotto il tema della conferenza, ovvero il promuovere i principi della legalità nell’ambito del progetto C3, promosso dalla Comunità Europea. Imparare la responsabilità che deriva dal vivere civile, la partecipazione attiva alle decisioni della comunità sono solo alcuni dei valori che i ragazzi partecipanti al progetto hanno imparato, attività a cui hanno aderito anche alcuni uomini della casa circondariale di Augusta. Subito dopo questa breve introduzione è stato proiettato un filmato realizzato dai ragazzi, che attraverso la loro testimonianza diretta, hanno spiegato le attività svolte nell’ambito del progetto. L’importanza di quest’ultimo consiste proprio nel fatto che la scommessa vera, in un paese democratico che vuole crescere, come l’Italia, è quella di formare le giovani generazioni alla cultura della legalità.

Ed è proprio la legalità come libertà, ma anche come sicurezza, ad essere stato l’argomento su cui si è basato l’incontro con il questore Nicola Zito che, nato a Matera nel 1949, è dal 9 giugno 2011 Dirigente Generale di P.S. Ciò che colpisce della figura del questore, è che nonostante la lunga esperienza e professionalità, abbia più volte sottolineato, durante l’incontro, la volontà di rompere con il ruolo istituzionale a lui attribuito, per portare il suo aiuto all’intera società. Il questore, subito dopo aver preso la parola, ha introdotto l’evoluzione del concetto di sicurezza, infatti mentre prima era vista come un limite alla democrazia, adesso si tende a sottolineare il binomio libertà- sicurezza, vista come un bene primario. Le principali libertà sono quelle di espressione e di impresa, libertà che purtroppo molti imprenditori oggi non hanno, in quanto costretti pagare il pizzo ad organizzazioni criminali. Ma come diceva Borsellino “chi ha il coraggio di sostenere i propri valori muore una volta sola, chi ha paura muore ogni giorno”. Ecco che allora legalità vuol dire avere il coraggio di essere cittadini, vuol dire fare un piccolo passo tutti insieme, quotidianamente. L’eroe è infatti, secondo il questore, la sconfitta della democrazia; la memoria di Falcone e Borsellino deve essere un monito costante per tutti noi, deve essere esercitata ogni giorno. La legalità, intesa come rispetto di regole, non è un fine, ma deve essere considerata uno strumento, per dare forza a chi è più debole, per migliorare il più possibile la qualità della vita, al maggior numero di persone possibile. La legalità è dunque lo strumento per garantire la giustizia sociale. Ma in Italia imperversa la “morale del motorino”(A. Camilleri). Come con il motorino si può evitare la fila, destreggiarsi tra le auto, e allo stesso tempo passare con il rosso e andare contromano; così in Italia si fa quel che si vuole, fregandosene delle regole. Sentite come dei limiti, sofferte e mal accettate, dovrebbero invece rappresentare la base di ogni società civile. Cosa fare per poter migliore la situazione? Il questore Zito afferma senza alcuna incertezza che la ricetta per sconfiggere l’illegalità è quella di fare il nostro meglio in ogni cosa, riprendendo le parole di G. Falcone “Un uomo fa quello che è suo dovere fare, quali che siano gli ostacoli, i pericoli o le pressioni. Questa è la base di tutta la moralità umana.” È necessario pertanto non delegare ad altri le proprie responsabilità e non farne una questione ideologica, con la consapevolezza che se la mafia colpisce ilMmeridione, colpisce l’intera Italia: solo allora la mafia, che è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione, allora avrà anche una fine. E in tutto questo la scuola ha, ed avrà, un ruolo fondamentale: quello di offrire a noi giovani la possibilità di diventare dei cittadini liberi; in fondo “la speranza è un seccatore indiscreto di cui non ci si può liberare”. La manifestazione si è conclusa con domande di alcuni alunni, coordinati dalla professoressa Rita Pàncari, cui il questore Zito ha risposto volentieri.

Martina Serra

La legalità spiegata ai giovani presso l’auditorum della Marina Militareultima modifica: 2012-04-26T10:17:18+02:00da leodar1
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