RIGASSIFICATORE, SOLARINO E FRANCO LANCIANO UN ALTRO J’ACCUSE

Mentre alcuni  scienziati italiani e russi preannunciano per la Sicilia orientale un terremoto più disastroso di quello dell’Aquila

 

Lettera Aperta all’on. Raffaele Lombardo,  Presidente della Regione Sicilia

Nel giorni 19 e 20 aprile 2012 si è svolto nell’’Hotel Bellini di Catania (ex Jolly) un convegno organizzato dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), con la partecipazione dei massimi esperti europei e internazionali di inquinamento ambientale e relative ricadute sulla salute umana. In questo convegno, quali invitati ufficiali, abbiamo preso parte attiva come esperti locali, e si è messo a punto un progetto pilota riguardante la ricerca di tutta una serie di biomarcatori nella popolazioni residenti nelle tre aree industriali siciliane. Sono state valutate e approvate le varie tipologie di biomarcatori da ricercare e le classi di popolazioni. Da parte nostra abbiamo presentato tutti gli studi epidemiologici effettuati nella nostra area, i dati sulle emissioni e l’inquinamento ambientale, oltre a una dettagliata tipologia dei vari impianti industriali in atto esistenti. Data la maggiore complessità dell’area industriale siracusana rispetto a quelle di Gela e Milazzo, è stato ritenuto indispensabile aumentare il numero e la complessità dei biomarcatori (metalli pesanti, diossine, Ipa e organo clorurati, etc.), in ciò convinti dai riscontri delle indagini epidemiologiche che evidenziano un preciso rapporto di causa-effetto per determinati tipi di emissioni.

Molto apprezzato e ritenuto utile, in quanto a oggi unico, il nostro studio sui metalli pesanti effettuato sulla popolazione femminile in età fertile.

Questo progetto pilota sarà finanziato dall’OMS e partirà entro l’anno, per poi essere esteso negli anni successivi alle restanti aree a rischio di Europa.

Tutti i partecipanti OMS, nelle considerazioni finali, si sono dichiarati ancora più consapevoli della già risaputa grave situazione ambientale e sanitaria del triangolo industriale siracusano e hanno condiviso le nostre proposte di azioni urgenti, quali il controllo in continuo delle emissioni, la delocalizzazione degli stoccaggi pericolosi, la messa in sicurezza di impianti e stoccaggi, considerata l’alta sismicità dell’area, il divieto di coltivare e pascolare nell’area industriale, considerata l’evidente contaminazione della catena alimentare e, a tal proposito, hanno apprezzato la nostra proposta di coltivare l’area esclusivamente a oleaginose da utilizzare come materia prima nella produzione di biodiesel.

Il 10 maggio prossimo, l’OMS produrrà una relazione ufficiale informativa sul Convegno alla Regione Sicilia sponsorizzatrice del convegno.

A leggere i quotidiani di questi giorni, sembra che la presa di coscienza dell’OMS sulla situazione sanitaria e ambientale delle aree a rischio sia in netto contrasto con quanto invece propone la classe politica nazionale e regionale.

1)      Il ministro Clini, cui immediatamente avrebbe fatto eco la Regione Sicilia, si sarebbe dichiarato favorevole all’utilizzazione di frazioni di RSU come combustibile nei cementifici, con la conseguenza che il cementificio di Priolo Buzzi-Unicem, che già brucia copertoni usati e pet-coke di Gela, inquinerebbe ancor di più sotto forma di diossine, metalli pesanti e particolato ultrafine come Lei ha avuto modo di leggere nelle relazioni da noi inviateLe. Praticamente si esce dalla porta per rientrare dalla finestra in maniera peggiorativa, in quanto le emissioni dei cementifici risultano più inquinanti rispetto a un inceneritore, in quanto i loro limiti sono notevolmente più permissivi.

2)      Vengono riportate Sue dichiarazioni circa una rapida autorizzazione al rigassificatore di Melilli. Al riguardo nutriamo seri dubbi che Lei, con una semplice e prima visita al sito interessato, abbia potuto convincersi a prendere tale repentina decisione. Pensiamo che trattasi di forzature giornalistiche, considerata la fonte, la stessa che in passato ha incensato ripetutamente gli impianti di incenerimento e di rigassificazione. Infatti noi non ci siamo dimenticati di quanto Lei ebbe a dirci il 19.2.12 a Priolo, in relazione all’autorizzazione al rigassificatore, che “mai sarò io a uccidere i miei figli”.

In relazione al rigassificatore vi sononumerosi pareri contrari di esperti, ultimo dei quali, quello del direttore dell’Enea di Bologna, prof. Alessandro Martelli che evidenziava come da un lato la sismicità dell’area e dall’altro il progetto della Ionio Gas che non prevede interramento completo dei 3 serbatoi né l’isolamento sismico degli stessi, sia una decisione avventata. Le ricordiamo che trattasi di un’area sismica di 1° grado. Purtroppo, ufficialmente,  le carte sono in regola per il D.M. del 23/9/1981, che declassò l’area da sismicità S12 a S9, che permane a oggi, nonostante che, dopo il sisma del 1990, vi siano stati ripetuti inviti dei tecnici della stessa Regione (CRU voto n. 431/91) e del GNDT (Gruppo Nazionale Difesa Terremoti) a riclassificarla di 1° grado (S12). Senza contare la contemporanea presenza del rischio militare e del rischio da incidente industriale data la contiguità con gli impianti.

A conferma di queste considerazioni aggiungiamo quanto diffuso da Rainews24 il 18 aprile u.s.(il servizio può essere rivisto sul link http://www.rainews24.rai.it/it/canale-tv.php?id=27506), in cui esperti come Giuliano Panza docente di Sismologia della Università di Trieste, il prof. Vladimir Kossobokov dell’Accademia di Scienze russa, Carlo Doglioni docente di Scienze della Terra dell’Università di Roma, lo stesso prof. Alessandro Martelli dell’Enea di Bologna e il prof. Raffaele Azzaro, responsabile dell’INGV (Istituto Nazionale Geofisica e Vulcanologia) dell’Università di Catania hanno prospettato la possibilità non remota, nella Sicilia sud orientale, di un terremoto di intensità superiore migliaia  di volte  a quello dell’Aquila.

A certa Stampa vorremmo ricordare come in passato, la pubblicità in senso ecologico sul metano sia stata ingannevole, in quanto esso rimane un combustibile fossile come il petrolio e, dalle nostre caldaie e dai turbogas a metano esce, oltre alla CO2, anche una maggiore quantità di nanoparticolato il che contrasta con le preoccupazioni espresse dalla OMS.

On. Lombardo, in base alle evidenze scientifiche acquisite auspichiamo che le Sue eventuali decisioni vadano nella direzione di quanto da Lei sempre sostenuto, che non risulteranno dannose per la sicurezza e la salute dei cittadini e per l’ambiente della nostra area e pertanto auspichiamo che, come a Brindisi, venga negata l’autorizzazione al rigassificatore, in quanto tali impianti vanno fatti in siti sicuri e con le massime garanzie progettuali.

On. Lombardo tutti siamo responsabili dell’ambiente, della sicurezza e della salute di questa martoriata area, noi come cittadini medici e/o tecnici lo siamo due volte, mentre Lei, come cittadino, Medico e Governatore lo è tre volte.

Da Decontaminazione Sicilia e AugustAmbiente,

 Luigi Solarino e Giacinto Franco

 

La legalità spiegata ai giovani presso l’auditorum della Marina Militare

legal marisicilia.jpgAUGUSTA. Sabato 21 aprile nell’auditorium della Marina Militare, alla presenza dell’amm. div. Raffaele Caruso, comandante di Marisicilia, si è tenuta la conferenza conclusiva sul tema della legalità. La Marina Militare che da sempre è impegnata in questa direzione, ha invitato giovani studenti  , in rappresentanza del liceo Megara, dell’istituto  A. Ruiz, e del P. Napoli di Augusta, e  del Nautico di Siracusa, all’incontro organizzato con il questore di Palermo,  Nicola Zito. Quello che accomuna i rappresentanti della Marina e il questore, oltre all’attaccamento verso la Sicilia, è il fatto che ritengono noi giovani il futuro della società: “Dobbiamo stare attenti ai giovani … per instaurare un rapporto di stima e collaborazione”, queste le parole del rappresentante della Polizia di Stato apparse sul Corriere del Mezzogiorno del 2 novembre 2011. La conferenza all’auditorium della Marina Militare  è stata aperta dai saluti della dirigente del liceo Megara, la professoressa Maria Concetta Castorina, che ha introdotto il tema della conferenza, ovvero il promuovere i principi della legalità nell’ambito del progetto C3, promosso dalla Comunità Europea. Imparare la responsabilità che deriva dal vivere civile, la partecipazione attiva alle decisioni della comunità sono solo alcuni dei valori che i ragazzi partecipanti al progetto hanno imparato, attività a cui hanno aderito anche alcuni uomini della casa circondariale di Augusta. Subito dopo questa breve introduzione è stato proiettato un filmato realizzato dai ragazzi, che attraverso la loro testimonianza diretta, hanno spiegato le attività svolte nell’ambito del progetto. L’importanza di quest’ultimo consiste proprio nel fatto che la scommessa vera, in un paese democratico che vuole crescere, come l’Italia, è quella di formare le giovani generazioni alla cultura della legalità.

Ed è proprio la legalità come libertà, ma anche come sicurezza, ad essere stato l’argomento su cui si è basato l’incontro con il questore Nicola Zito che, nato a Matera nel 1949, è dal 9 giugno 2011 Dirigente Generale di P.S. Ciò che colpisce della figura del questore, è che nonostante la lunga esperienza e professionalità, abbia più volte sottolineato, durante l’incontro, la volontà di rompere con il ruolo istituzionale a lui attribuito, per portare il suo aiuto all’intera società. Il questore, subito dopo aver preso la parola, ha introdotto l’evoluzione del concetto di sicurezza, infatti mentre prima era vista come un limite alla democrazia, adesso si tende a sottolineare il binomio libertà- sicurezza, vista come un bene primario. Le principali libertà sono quelle di espressione e di impresa, libertà che purtroppo molti imprenditori oggi non hanno, in quanto costretti pagare il pizzo ad organizzazioni criminali. Ma come diceva Borsellino “chi ha il coraggio di sostenere i propri valori muore una volta sola, chi ha paura muore ogni giorno”. Ecco che allora legalità vuol dire avere il coraggio di essere cittadini, vuol dire fare un piccolo passo tutti insieme, quotidianamente. L’eroe è infatti, secondo il questore, la sconfitta della democrazia; la memoria di Falcone e Borsellino deve essere un monito costante per tutti noi, deve essere esercitata ogni giorno. La legalità, intesa come rispetto di regole, non è un fine, ma deve essere considerata uno strumento, per dare forza a chi è più debole, per migliorare il più possibile la qualità della vita, al maggior numero di persone possibile. La legalità è dunque lo strumento per garantire la giustizia sociale. Ma in Italia imperversa la “morale del motorino”(A. Camilleri). Come con il motorino si può evitare la fila, destreggiarsi tra le auto, e allo stesso tempo passare con il rosso e andare contromano; così in Italia si fa quel che si vuole, fregandosene delle regole. Sentite come dei limiti, sofferte e mal accettate, dovrebbero invece rappresentare la base di ogni società civile. Cosa fare per poter migliore la situazione? Il questore Zito afferma senza alcuna incertezza che la ricetta per sconfiggere l’illegalità è quella di fare il nostro meglio in ogni cosa, riprendendo le parole di G. Falcone “Un uomo fa quello che è suo dovere fare, quali che siano gli ostacoli, i pericoli o le pressioni. Questa è la base di tutta la moralità umana.” È necessario pertanto non delegare ad altri le proprie responsabilità e non farne una questione ideologica, con la consapevolezza che se la mafia colpisce ilMmeridione, colpisce l’intera Italia: solo allora la mafia, che è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione, allora avrà anche una fine. E in tutto questo la scuola ha, ed avrà, un ruolo fondamentale: quello di offrire a noi giovani la possibilità di diventare dei cittadini liberi; in fondo “la speranza è un seccatore indiscreto di cui non ci si può liberare”. La manifestazione si è conclusa con domande di alcuni alunni, coordinati dalla professoressa Rita Pàncari, cui il questore Zito ha risposto volentieri.

Martina Serra

LA LEGALITÀ SPIEGATA AI GIOVANI dal capitano dei CC

 

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“LEGALITA’ E’ LIBERTA”

AUGUSTA. “La legalità è libertà”, credo che, con le parole di Johann Wolfgang Goethe, si possa riassumere lo spirito che è stato alla base della conferenza che si è tenuta nell’aula magna-teatro comunale e che ha avuto per argomento un tema sempre attuale, quello della legalità: relatore il capitano Giuseppe Musto, comandante della compagnia dei Carabinieri di Augusta.  All’incontro, organizzato dal docente Alfio Castro, hanno partecipato tutte le classi quarte e quinte dei tre licei Megara.Subito dopo il saluto della  dirigente scolastico Maria Concetta Castorina e le presentazioni iniziali, la conferenza ha assunto un taglio esistenziale, più vicino alla realtà quotidiana. Il capitano Musto ha,  infatti,  affermato sin da sùbito, che “è quasi impossibile dare una definizione di legalità senza cadere nell’errore di fare della retorica”. Troppo facile affermare, in maniera astratta, che la legalità, intesa come rispetto di regole, è uno strumento, per dare forza a chi è più debole, per una più equa distribuzione delle risorse, secondo il merito o il bisogno. Più complesso è invece il rendersi conto che “per legalità si intende l’onestà del quotidiano”: tutti noi, per cambiare certe situazioni non proprio ottimali, dobbiamo impegnarci in prima persona, infatti “quello che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo, l’oceano avrebbe una goccia in meno” (Madre Teresa). Quando a Falcone degli studenti chiesero cosa dovessero fare per combattere la mafia, il magistrato rispose “Pagate il biglietto dell’autobus”. Già questo, che apparentemente può sembrare un gesto semplice, in realtà,  ci permette di essere liberi, liberi poiché si è sicuri di fare la cosa giusta. I veri eroi non sono dunque quelli dei film, ma “tutti coloro che, nonostante le mille difficoltà che il nostro Paese attraversa, riescono ad andare avanti onestamente.”  Una volta Paolo Borsellino disse “E’ bello morire per le proprie idee… chi ha il coraggio di sostenere i propri valori muore una volta sola, chi ha paura muore ogni giorno.” Questo cambiamento di mentalità può però avvenire solo partendo da incontri come questo e solo se ci rendiamo conto che imparare a comportarci in maniera legale vuol dire riconoscere che ciò è giusto indipendentemente dalla paura della punizione.  Ed è stata proprio la speranza che le cose un giorno potessero migliorare a spingere il capitano Musto a scegliere quello che oggi è il suo lavoro, quando frequentava il liceo scientifico di Secondigliano, area napoletana in cui imperversava la camorra. Ed è stata sempre la fiducia nel proprio lavoro a permettergli di accettare il trasferimento nella nostra città di Augusta, considerata purtroppo “zona disagiata”.  Consapevole che il suo è un lavoro in “proiezione”, concetto che non deve essere disgiunto da un certo ottimismo, ci ha invitato a migliorare la nostra polis: in fondo una candela accesa può accendere mille candele spente. Ma mille candele spente non ne possono accendere neppure una.

Martina  Serra