AUGUSTA. Architetti, ingegneri, geometri denunciano le carenze dell’Ufficio tecnico comunale e chiedono un consiglio comunale monotematico

porto-augustaAugusta. Il raggruppamento dei professionisti di Augusta, che operano in particolare nel settore edile delle professioni tecniche, esprimono la loro solidarietà ai dipendenti precari del Comune impegnati nella difesa della loro attività lavorativa e auspicano che dai prossimi appuntamenti, in sede di Commissione regionale finanze e bilancio e in sede di prefettura, possano scaturire azioni risolutive o quantomeno soluzioni più stabili all’annoso problema che affligge tali lavoratori e loro famiglie. D’altra parte, ci preoccupa questo stato di agitazione perché alimenta ulteriormente le disfunzioni dell’Ufficio Tecnico Comunale e un esito negativo della vicenda porterebbe alla paralisi totale dell’U.T.C., oltre che di tutti gli altri uffici comunali che si reggono sull’apporto fondamentale di tali lavoratori. Questo raggruppamento di professionisti tecnici già da tempo e in varie sedi hanno evidenziato la problematica più ampia della scarsa funzionalità dell’Ufficio Tecnico, strettamente legata alla situazione dei precari e ad altri fattori, oltre che le problematiche connesse alla carenza di programmazione urbanistica, circostanze che insieme alimentano la crisi locale del settore edile già penalizzato dalla negativa congiuntura economica, con gravi ripercussioni su tutti i lavoratori del comparto che soffrono per l’alto livello di disoccupazione. In tal senso si auspica una maggiore attenzione da parte dell’Amministrazione comunale e in generale da parte delle istituzioni anche alle nostre istanze già da tempo avanzate per la salvaguardia del nostro diritto al lavoro, rivendicazioni che siamo pronti a riproporre, con puntuali proposte quali possibili soluzioni, in ogni momento e in ogni sede, ivi compreso il Consiglio Comunale monotematico che si dovrebbe tenere per affrontare tali problematiche. Questo raggruppamento di professionisti tecnici è stato altresì tra i promotori, assieme a imprenditori e all’Ufficio Diocesano per la Pastorale sociale e del lavoro, di un comitato spontaneo che sta tentando di creare un grande “Laboratorio per il Lavoro”, cercando di coinvolgere tutte le forze della città che vogliano dare il loro contributo per trovare soluzioni all’attuale crisi e portare la città verso nuovi percorsi di sviluppo e di benessere sociale, con l’obiettivo prioritario di vedere riconosciuto a tutti quel diritto prioritario che è il lavoro. Auspichiamo tuttavia che tale Laboratorio per il Lavoro non subisca pressioni o strumentalizzazioni politiche di parte ma rimanga nel tempo obiettivamente legato allo scopo iniziale di perseguire il lavoro come bene di tutti e non gli interessi di qualcuno. Purtroppo qualche segnale in tal senso già ci arriva e ci preoccupa, tuttavia cercheremo di proporre i dovuti correttivi nella speranza che si ritrovi fin da subito lo spirito iniziale che deve vederci muovere solo per la ricerca del bene comune. Se ciò non dovesse accadere, questo raggruppamento si vedrà suo malgrado costretto a prendere le distanze da tali soggetti e continuare a sostenere per conto proprio le azioni da tempo intraprese coinvolgendo solo quei soggetti che sono disposti a sposare lealmente le loro rivendicazioni con lo spirito della ricerca del bene collettivo che le muove.

   G.C.

AUGUSTA, DELUDENTE ASSEMBLEA SUL FUTURO DELLA CITTA’

3770670769Augusta. “Augusta, quale futuro?”: questo il titolo dell’assemblea svoltasi il pomeriggio di mercoledì 15 nell’aula magna dell’istituto “Ruiz”, organizzata da un “comitato spontaneo” di imprenditori e professionisti locali, preoccupati per il grave stato di crisi in cui versa la città. Sono state invitate a partecipare “tutte le forze della città di Augusta”, laddove con il termine “forze” si è inteso qualsiasi gruppo o associazione, dalle confraternite cattoliche all’associazione dei pensionati, dal circolo degli operai e degli artigiani alle associazioni d’arma. Il principio fondante, che si basa sul concetto di “cittadinanza attiva” , è che occorre un cambiamento di rotta per questa città e che, quindi, è necessario il contributo di tutti, un contributo di pensiero e azione, per ricordare una massima cara a Giuseppe Mazzini. Un contributo anche di impegno. Infatti, l’assemblea del 15 è stata considerata solo la prima tappa di un progetto partecipato per tentare di far rinascere questa città, per tentare di ridare un futuro ai giovani, come quello che si aspettavano e in cui credevano i giovani degli anni Sessanta del secolo scorso. Oggi qui i giovani non hanno futuro e sono costretti a emigrare, come emigravano a migliaia negli anni Cinquanta verso la Germania, il Belgio, l’America, l’Australia. Allora era un’emigrazione di braccianti, operai, manovali; oggi è un’emigrazione di giovani scolarizzati: diplomati e laureati, nonostante la presenza di un grande porto, secondo a Genova, nonostante l’esistenza di un polo industriale con tutte le problematiche che questo comporta. Ad Augusta i negozi chiudono, i commercianti languono, anche per le tasse esose, i professionisti stentano anche loro a lavorare. Tuttavia, nell’assemblea del 15 non sono state sollevate problematiche, non è stata tentata un’analisi dello stato delle cose, non è stata avanzata una proposta per l’inversione di rotta, provocando la profonda delusione di molti imprenditori, professioni e artigiani, recatisi al “Ruiz” per avviare una fase costruttiva di un processo che certamente non né breve né semplice. Ai presenti è stato chiesto di confermare o dare la propria adesione, di pronunciare sostanzialmente “coram populo” una sorta di “Io ci sto” o “Noi ci stiamo” a lavorare per il lavoro, perché il lavoro è la priorità in assoluto, “bisognosa dello sforzo di tutti”. Un appello considerato un doppione, visto che già era stato fatto preventivamente, tanto che sullo schermo erano proiettati i nomi di tutti gli aderenti. Il “comitato spontaneo” ha chiesto e ottenuto la collaborazione dell’ufficio diocesano per la pastorale sociale e del lavoro, in nome del quale don Angelo Saraceno ha tenuto una breve allocuzione, “non una predica né un comizio”, in cui ha sottolineato la funzione della Chiesa come mediatrice fra voci diverse, fra opposte fazioni, in grado di preparare il terreno per il dialogo in vista del raggiungimento del bene comune.

Cecilia Càsole

I CONSIGLIERI D’OPPOSIZIONE: “L’AMMINISTRAZIONE HA TRADITO IL PATTO CON GLI ELETTORI, IL SINDACO DEVE DIMETTERSI”

consiglieri d'opposizioneAugusta: “Volevamo che la gogna del Direttorio non cadesse anche su Augusta? L’amministrazione attuale ha tradito il patto con gli elettori. Il Sindaco deve rassegnare immediatamente le dimissioni”. Queste la battuta e la richiesta del consigliere di opposizione Giuseppe Di Mare alla maggioranza pentastellata, che in estrema sintesi racchiude le posizioni della minoranza una volta preso atto dell’abbandono del gruppo consiliare del M5s, condito con bocciatura politica, da parte del consigliere Nilo Settipani.Le dichiarazioni di Di Mare sono state raccolte nel corso della conferenza stampa tenutasi questo sabato mattina nella sala di Palazzo Zuppello incontro organizzato a stretto giro da tutti e dodici consiglieri di opposizione, dei quali otto presenti al tavolo dei relatori.Una minoranza eterogenea ma coesa, che chiede il “passo indietro” dell’amministrazione pentastellata. Secondo il consigliere Alessandro Tripoli “gravi inadempienze evidenziate, paradossalmente, da un attivista 5 stelle” sussisterebbero in capo all’Amministrazione. E ha aggiunto: “Riteniamo che le dimissioni di Settipani, oltre alle precedenti dimissioni di esponenti della maggioranza, rappresentino la crepa insediata all’interno del gruppo consiliare di maggioranza, certificando il fallimento politico di questa amministrazione”. A seguire l’intervento del consigliere Enzo Canigiula, che si è espresso sostenendo che “le dimissioni di Settipani non rappresentano l’abbandono del Movimento 5 stelle“, anche se probabilmente il Direttorio, come annunciato dal capogruppo del M5s Mauro Caruso, ne decreterà l’espulsione, “ma significano il distacco dalla maggioranza pentastellata del territorio”. Una sfumatura interpretativa dell’atto di Settipani, per poi precisare che l’apertura nei suoi confronti ci sarà nella misura in cui accetterà di fare opposizione all’attuale amministrazione. Dure considerazioni anche dal consigliere Salvatore Errante, sentenziando che “di tutto quello che intendevano perseguire nel programma elettorale non si è realizzato niente” e criticando poi alcune tra le più importanti decisioni assunte dalla maggioranza, senza la condivisione dell’opposizione, a partire dalla deliberazione del dissesto finanziario dell’Ente.Il consigliere Giancarlo Triberio non ha usato mezzi termini, definendo l’amministrazione attuale caratterizzata da “inadeguatezza del Sindaco e cattiva gestione amministrativa“. “Molti cittadini hanno creduto nel progetto dei 5 Stelle“, ha continuato Triberio, “ma il cambiamento promesso imbracato da consensi si è trasformato in un nulla assoluto: solo spot elettorali e progetti che non sono farina del loro sacco. Il Sindaco metta da parte la propria arroganza, scenda per strada con i cittadini e restituisca alla città una nuova speranza dimettendosi“.Infine il consigliere Marco Niciforo, per il quale la maggioranza non avrebbe perso solo un consigliere ma uno dei fondatori del M5s cittadino, ribadendo inoltre che “questa amministrazione ha la maggioranza numerica in Consiglio ma non ha mai avuto la maggioranza politica della città“. Ha infine rincarato la dose, chiedendo lumi ai diretti interessati sulle parole che Settipani ha affidatona alla propria pagina facebook, in particolare nel passaggio in cui il consigliere Settipani rende pubblico di aver “denunciato gravi irregolarità all’interno della mia amministrazione, tutto documentato“.         Cecilia Càsole