AUGUSTA. Ancora una denuncia di Legambiente contro il rischio di inquinamento da arsenico con riferimento all’autorizzazione concessa per scavare pozzo per uso industriale in contrada Cusumano. Il testo della denuncia: “Con riferimento all’avviso pubblicato all’albo pretorio del Comune di Augusta così descritto: “AVVISO PER SCAVO POZZO PER USO INDUSTRIALE IN C.DA S. CUSUMANO AUGUSTA DELLA DITTA BUZZI UNICEM” – Validità dal 10/02/2014 al 25/02/2014 – Protocollo 3513 del 21/01/2014 – Registrazione 398 del 10/02/2014 – Atto 1002\aug del 20/01/2014” e con cui si dà notizia dell’istanza avanzata dalla Buzzi Unicem S.p.A. per l’autorizzazione a eseguire ricerche idriche sotterranee per uso industriale nel proprio fondo sito nella Contrada S. Cusumano mediante lo scavo di un pozzo nella p.lla 97 del foglio di mappa n. 87, l’ associazione Legambiente di Augusta osserva e segnala che: – la cementeria Buzzi Unicem di S. Cusumano (Augusta) è ubicata nell’”Area a Elevato Rischio di Crisi Ambientale” costituita dai territori dei Comuni di Augusta, Priolo, Melilli, Siracusa, Floridia e Solarino, dichiarata tale con delibera del Consiglio dei Ministri in data 30 novembre 1990; lo stabilimento inoltre ricade parzialmente all’interno della perimetrazione del Sito di Bonifica di Interesse Nazionale (SIN) di Priolo, istituito con Decreto del Ministero dell’Ambiente 10/01/2000 e successive modifiche; a seguito delle indagini di caratterizzazione fu a suo tempo rilevata la contaminazione dei suoli dell’area della cementeria con il superamento del limite normativo per l’arsenico e la contaminazione prevalente di Cromo esavalente della falda idrica; l’approvvigionamento di acqua industriale allo stabilimento Buzzi Unicem può facilmente essere assicurato con l’utilizzazione delle acque depurate della città di Siracusa e convogliate alla zona industriale attraverso condotte già esistenti. Stante la nota compromessa situazione ambientale dell’area e del SIN, Legambiente si oppone al rilascio dell’autorizzazione di ricerca, scavo e sfruttamento delle risorse idriche per fini industriali, paventando che tali attività possano determinare ulteriori squilibri nel già precario stato delle componenti ambientali.”
Legambiente Augusta