INDAGINI EPIDEMIOLOGICHE IN AUGUSTA E IN SICILIA

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AUGUSTA. Fanno ancora discutere due episodi accaduti di recente che hanno avuto come protagonisti i due più alti esponenti del Registro Tumori di Siracusa: 1) il prof  S. Sciacca, direttore scientifico del Registro Tumori integrato delle province di CT, ME, SR ed EN, ha dichiarato: “In Sicilia, fino a cinque-sei anni fa, non c’era nessuno studio serio sullo stato di salute della popolazione, come se questo fosse un problema sanitario e non un diritto del cittadino” (La Sicilia del 18/06/2013). Dichiarazione, forse provocatoria, quella del prof Sciacca che, però, lascia trapelare molti dubbi sulla validità delle indagini epidemiologiche condotte negli anni passati.  2) il prof  A. Madeddu, direttore sanitario dell’ASP 8 di Siracusa e vice presidente nazionale dell’AIRTUM (Associazione Italiana Registri Tumori), nel presentare i dati di “Incidenza” dei Tumori in prov. di Siracusa ha affermato: “C’è un problema di Incidenza di malattie tumorali che è documentata a Priolo e Augusta, mentre lo stesso non si può dire per Melilli dove il dato è entro i limiti” (La Sicilia del 26/06/2013). A questa dichiarazione, è seguita una dura critica da parte della dott/ssa Mara Nicotra, ricercatrice di biologia marina, contestando i dati esposti dal prof. Madeddu. Questo spiacevole episodio, oltre a confermare che la valutazione di uno studio spesso è opinabile, ha evidenziato che esiste una palese diffidenza  tra personalità di spicco della ricerca scientifica siracusana, diffidenza che nella gente comune si traduce in perdita di credibilità delle notizie, diffuse nel corso degli anni, sulla situazione sanitaria locale. Dalle notizie stampa si può rilevare che episodi del genere, nel campo scientifico, non sono poi tanto rari. Fatti del genere, ritengo, meritano un’  attenta  riflessione per acquisire consapevolezza che i risultati di una ricerca possono essere distorti anche dalla soggettività di valutazione. Questi episodi sono stati lo spunto per ricordare che nel 1980 la città di Augusta, sulla base di indagini epidemiologiche assolutamente prive di fondamento scientifico, fu insignita della “onorificenza” di “città dei malformati”, onorificenza che  fino a oggi viene spesso usata dai  mezzi di comunicazione di massa per  innalzare la nostra città agli onori della cronaca internazionale. Ma è tutto vero quello che è stato detto e scritto sulle malformazioni congenite ad Augusta?  Io ho sempre avuto molti dubbi sulla veridicità delle informazioni divulgate dai media, motivo per cui, spinto anche dagli episodi descritti sopra, ho ritenuto opportuno scrivere un breve memorandum dal titolo:“Malformazioni Congenite ad Augusta – Percezione e Realtà”, in cui: 1) vengono descritti i due casi che sono stati l’origine e la conferma della definizione data ad Augusta di “città dei malformati”  2) viene fatta richiesta di un  riesame delle indagini epidemiologiche sulle M.C. condotte ad Augusta fino ad oggi e di informare la popolazione degli esiti. Di quanto sopra ho ritenuto doveroso informare la Commissione straordinaria che regge attualmente il Comune di Augusta e chiesto un colloquio per esaminare a fondo questo delicatissimo problema molto sentito dalla popolazione di Augusta.

           GIUSEPPE MOSCHITTO  –  Chimico industriale

MALFORMAZIONI CONGENITE AD AUGUSTA: PERCEZIONE E REALTA’- di Giuseppe Moschitto

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AUGUSTA.  E’ risaputo che le indagini epidemiologiche, così come le indagini statistiche in genere, spesso vengono interpretate in modo diverso anche quando si parte dallo stesso risultato sperimentale. La soggettività delle interpretazioni può essere causata da pregiudizi, da ideologie diverse, da interessi personali ed altro, ma non sono da escludere i Fattori di Confondimento, sempre in agguato, se non si presta grande attenzione anche ai particolari che potrebbero sembrare irrilevanti. Motivo per cui superficialità e distrazione, in epidemiologia, non sono ammesse. Nonostante questa consapevolezza molte anomalie interpretative e valutative, attribuibili a probabile superficialità o distrazione, sono state riscontrate nelle indagini riguardanti le Malformazioni Congenite (M.C.) condotte ad Augusta, come si evince dal fatto che i risultati divulgati dai Media, (quelli percepiti dalla popolazione) spesso differiscono da quelli reali (rilevati alla fonte). Di queste divergenze di valutazione se n’è parlato poco, anzi certe discordanze spesso sono state ignorate od occultate invece di essere considerate un’utile occasione per un approfondimento dell’ indagine.  Personalmente, da sempre ho avuto il dubbio che il “Caso M.C. ad Augusta” sia stato mal gestito, e rimane ancora avvolto nel mistero, per la presunta superficialità con cui il problema è stato affrontato, sia dal punto di vista metodologico sia dal punto di vista informativo. Infatti, dalla lettura meticolosa dei numerosi studi diretti ed indiretti sulle M.C., condotti dal 1980 in poi, sono emerse molte anomalie che vanno dalla assoluta mancanza di significatività statistica alla ambiguità interpretativa dei risultati, anomalie che non consentono di formulare ipotesi eziologiche attendibili. Addirittura alcune valutazioni conclusive, a giudizio del sottoscritto, risultano contraddittorie incompatibili e paradossali, tanto da minare la credibilità dei dati divulgati dai media. Per comprendere quanto l’informazione mediatica si scosti dalla realtà ritengo sia sufficiente descrivere due casi emblematici, accaduti a distanza di venti anni l’uno dall’altro:

il 1° caso riguarda l’incidenza dei nati con malformazioni congenite all’ospedale Muscatello di Augusta nel 1980, ed il 2° caso riguarda le mortalità per malformazioni registrate nel Distretto di Augusta (comuni di Augusta e Melilli) dal 1995 al 1999.  1° caso:  Il dubbio sulla attendibilità delle informazioni riguardanti le M.C. ad Augusta è nato nel 1980 quando furono diffuse, attraverso la stampa, notizie allarmanti riguardanti un grave fenomeno osservato al Centro Parto dell’ospedale di Augusta e cioè “un’altissima percentuale di bambini nati con gravissime Malformazioni Congenite”. Un fenomeno, definito in ambito locale, di estrema criticità sanitaria e senza precedenti che generò terrore e tanta rabbia tra la popolazione locale.   Una valutazione diametralmente opposta fu fatta invece da una  Commissione di esperti, nominata ad hoc dalla Regione Siciliana secondo cui il fenomeno era da considerare statisticamente irrilevante, in quanto la percentuale dei nati malformati all’ospedale Muscatello di Augusta dal 1970 al 1980 (undici anni di osservazioni) risultava inferiore a quelle provinciale regionale e nazionale, e la percentuale registrata nei primi nove mesi del 1980 (l’anno in cui scoppiò il caso M.C.), anche se più alta di quella del decennio precedente, risultava ancora più bassa di quella del Centro Parto di Noto e  molto bassa rispetto a quella considerata critica, posto che “nel mondo i bambini che alla nascita presentano M.C. si attestano intorno a 3 – 5%”.  (D.A. n. 26883 del 16/10/1980). Per memoria riportiamo i dati registrati nei 4 ospedali della Provincia tenuti sotto osservazione: percentuale dei nati malformati sul totale dei nati dal 1970 al 1980: Ospedale di Noto = 1,13%; Ospedale di Avola = 0,59%; Ospedale di Siracusa = 0,54% e Ospedale di Augusta = 0,34%. Percentuale dei nati malformati sul totale dei nati nei primi nove mesi del 1980: Ospedale di Noto = 1,30%; Ospedale di Augusta = 1,12% ; Ospedale di Siracusa = 0,91% e Ospedale di Avola = 0,66%.   Valori che vengono ritenuti, ancora oggi, molto bassi. Per quel che riguarda la leggerezza e la superficialità con cui furono diffusi dati di dubbia attendibilità, è importante far presente che all’epoca, era impossibile fare una valutazione corretta del fenomeno M.C. a causa dell’assoluta mancanza di un protocollo scientifico unitario sulle metodologie di osservazione, registrazione e valutazione dei risultati. Infatti, a fronte di 75 casi registrati in tutta la Provincia dal Medico Provinciale, nei quattro ospedali tenuti sotto osservazione, furono rilevati 217 casi, ossia 2,89 volte maggiore di quelli registrati dal Medico Provinciale, pur mancando i dati dell’ospedale di Lentini.  (D.A. n. 26883 del 16/10/1980). E’ doveroso inoltre precisare che la percentuale dei nati malformati era stata calcolata per struttura ospedaliere e non per comune di residenza delle madri.Quanto basta per poter affermare che, all’epoca, risultava impossibile fare una valutazione del Fenomeno M.C. per l’assoluta mancanza di dati attendibili. Ciononostante il fenomeno dei nati malformati all’Ospedale Muscatello di Augusta, a cavallo degli anni 1980 1981, venne enfatizzato in modo talmente spropositato, da tutte le agenzie di stampa nazionali ed internazionali, da creare un clima di terrore nella popolazione di Augusta, in particolare tra le donne in età fertile ed ancora di più tra le donne in stato di gravidanza.  Grazie a questo accanimento mediatico, costruito su basi prive del minimo fondamento scientifico, Augusta, per il mondo intero, diventò, in men che non si dica, “La città dei malformati”, un marchio che ancora oggi si porta addosso.  2° caso: L’altro fatto eclatante che ha terrorizzato la popolazione di Augusta, è accaduto nel gennaio del 2001, con la divulgazione dei risultati delle indagini sulle Mortalità per M.C. in provincia di Siracusa dal 1995 al 1999. La prima notizia apparsa su un quotidiano locale così recita: “I dati evidenziano in maniera purtroppo chiara come ad Augusta vi sia una percentuale di mortalità per malformazioni congenite altissima, praticamente il doppio rispetto alla media provinciale, regionale e nazionale”. Fanno eco a questa notizia i commenti, con tono catastrofistico, di quasi tutti i quotidiani e dei canali televisivi nazionali, che avvalorano questa criticità sanitaria corredando i loro articoli con i dati  numerici . Questi i numeri riportati dai media: “ad Augusta è stato registrato un TSI (Tasso Standardizzato sulla popolazione Italiana) di 8,5 morti per 100000 abitanti vs 4,0 ; 4,4 ; e 3,3 rispettivamente della media provinciale, regionale e nazionale”. (nota: precisiamo che per Augusta si intende il Distretto di Augusta composto dai comuni di Augusta e Melilli; e che il valore del TSI si riferisce soltanto ai Maschi e non al TSI totale Maschi + Femmine). Ovviamente la preoccupazione ad Augusta sale alle stelle e si ripete lo stesso rituale sperimentato nel 1980: del caso si occupano i vertici degli Organi Istituzionali amministrativi, sanitari e sindacali per fare luce su questa situazione drammatica. Le “riunioni”, i “vertici” e i “summit” si sprecano, tra conferme, smentite e minacce di far chiudere le aziende dell’area industriale, alle quali viene attribuita la causa di questo gravissimo disastro sanitario, in quanto esclusivo del Distretto di Augusta, ed incontestabile in quanto “i numeri sono numeri e parlano chiaro”. Questa la valutazione sulla mortalità per M.C. divulgata dai media e percepita dalla popolazione. Risaliamo alla fonte: il volume “La salute di Aretusa e… i padroni del Tempo”, Atlante delle mortalità in provincia di Siracusa dal 1995 al 1999, redatto dal Registro Territoriale di Patologia dell’ASL 8 di Siracusa e dall’Istituto di Igiene dell’Università di Catania, un documento dovizioso di dati molto particolareggiati. Leggiamo questi dati e traiamo le nostre conclusioni: Se leggiamo attentamente tutti i dati riportati nell’atlante senza trascurare alcun particolare, emerge che se ci si attiene soltanto ai dati riportati in tabella la valutazione risulta inficiata da un Fattore di confondimento più grande di un grattacielo, dovuto al fatto che il numero di casi di mortalità registrati si riferiscono a tutte le fasce di età, compresi gli ultrasettantenni, diversamente da quanto tutti credevano che “le mortalità per M.C. interessavano esclusivamente la prima fascia di età” (0 – 4 anni).  In particolare, emerge che nel Distretto di Augusta, sempre nei Maschi, soltanto il 50% delle mortalità ricade nella prima fascia di età, ma la cosa più sconvolgente è che addirittura il 30% delle mortalità ricade nella fascia di età degli ultrasettantenni, una distribuzione anomala e molto diversa da quella degli altri Distretti sanitari della provincia. E’ ovvio che la valutazione sanitaria, in particolare per il Distretto di Augusta, per come è stata dedotta, presentata e divulgata non può avere alcuna validità né logica né scientifica. Come sia stato possibile ignorare questo “particolare” resta ancora un mistero da chiarire.

E’ però certo che questa “leggerezza”, di cui  non si è mai fatto cenno, è stata l’origine di una distorsione valutativa che avrebbe potuto evitare tante riunioni finite sempre con un nulla di fatto e,  secondo il sottoscritto, provocato:

   1) Grandissima preoccupazione tra la popolazione di Augusta e Melilli (il danno).

   2) Un aumento del TSI del 5,0% rispetto al Tasso Grezzo, mentre il valore atteso basato sulla struttura della popolazione, se tutti i casi fossero ricaduti nella prima fascia di età, avrebbe dovuto essere più basso del 4,6% (la beffa).

   3) Errata valutazione eziologica per aver attribuito il 30% delle mortalità a Fattori di Rischio Ambientale, ossia l’effetto che precede la causa, (il  paradosso). Anche questo secondo caso, costruito su basi molto discutibili, ma enfatizzato oltre misura, mette in evidenza come un fenomeno può essere interpretato in modo diverso se non viene affrontato con il metodo che il rigore scientifico impone.  Alla luce di quanto detto sopra diviene logico supporre che anche altre indagini possano essere inficiate da errori di valutazione per cui ritengo sia legittimo chiedere che venga fatto un  riesame degli studi sulle M.C. e di quelli ad esse collegate, prendendo in considerazione anche quei particolari ritenuti irrilevanti e che invece risultano avere un peso determinante nel processo di interpretazione e di valutazione di un’indagine. Tra quelle che meritano di essere riesaminate con priorità elenchiamo: le “Mortalità Perinatali” i “Tassi di Mortalità Infantile”,  le “Interruzioni Volontarie di Gravidanza”,  le “Ipospadie” . Il tutto allo scopo di fare chiarezza  sulle molte zone d’ombra riscontrate, e conoscere il vero grado di criticità delle patologie prenatali e post neonatali ad Augusta. La popolazione di Augusta ha il sacrosanto diritto di conoscere la Verità sul proprio stato di salute, sia in senso positivo che negativo senza enfatizzazioni né sconti.  Tutto questo, oltre a favorire le azioni di prevenzione, sicuramente contribuirà a far acquisire ai cittadini  più credibilità e fiducia nelle Istituzioni.

       Giuseppe Moschitto   –  chimico industriale