Il romanzo di Antonello Carbone: un misterioso “giallo” nella Taormina goethiana

L’’autore sarà ospite del Teatro Stabile di Catania per la rassegna Librinscena –  Al Teatro Musco lunedì 16 dicembre alle ore 19  

carbone_antonello_copertina_libroCATANIA  – Riprendono a grande richiesta – e a ritmo serrato – gli incontri di Librinscena, la rassegna di novità letterarie organizzata e promossa dal Teatro Stabile di Catania. Il prossimo appuntamento è per lunedì 16 dicembre alle ore 19 al Teatro Musco per presentare il romanzo d’esordio del giornalista Rai Antonello Carbone, intitolato “A Taormina, d’’inverno”(Manni Edizioni – distribuzione PdE).  Definito dalla critica un tenue noir, intrigante e da leggere tutto d’un fiato, presentato in anteprima in maggio al Salone internazionale di Torino e nei giorni scorsi tra gli stand della Fiera internazionale di Roma “Più Libri, Più Liberi”, il racconto ha coinvolto un vasto pubblico di lettori tanto da andare in pochi mesi in ristampa. Il web ha fatto da cassa di risonanza per un effetto domino di consensi riscontrato in occasione delle varie presentazioni in giro per l’Italia. Per Giacomo Cassisi, il personaggio protagonista del racconto, si apre ora il palcoscenico dello Stabile. L’autore Antonello Carbone sarà intervistato da Ornella Sgroi, il reading sarà affidato agli attori catanesi Mario Opinato e Manuela Ventura. La storia (raccontata in 54 brevi capitoli legati tra loro dai titoli di famose canzoni italiane, come fosse una colonna sonora) è uno spaccato di vicende siciliane, l’ambientazione è tra Taormina, Castelmola e Catania. Al capoluogo etneo è dedicata in particolare la dettagliata descrizione di un momento che antecede la festa di Sant’Agata, nei pressi del Giardino Bellini.

    CATERINA ANDO’

Prosegue Librinscena 2013, il ciclo di novità letterarie promosso dal Teatro Stabile di Catania

CON ELVIRA SEMINARA ARRIVA LA PENULTIMA FINE DEL MONDO

La scrittrice catanese presenta il suo romanzo e offre un aperitivo apotropaico per gli opportuni scongiuri.

seminara.jpgCATANIA – Si buttano giù, nel vuoto, e sorridono. Non si tolgono la vita, ma escono dalla vita Perché lo fanno? La domanda serpeggia lungo tutte le pagine del romanzo. La penultima fine del mondo, nuova fatica della pluripremiata scrittrice e giornalista catanese Elvira Seminara: un racconto il suo, edito nel 2013 per i tipi di Nottetempo, dalla scrittura leggera e divertente, comicamente lieve e satirica, ma che lascia in gola e nell’ anima gli interrogativi di sempre. Il libro è infatti lucida metafora del conformismo globalizzato della nostra società dominata dai media e dall’ effimero, dove però s’ impone un labile confine: la confusione tra la vita e la sua ineluttabilità verso la morte. L’ autrice sarà protagonista martedì 10 settembre, alle ore 21, del terzultimo appuntamento di LibrinScena 2013, il ciclo di incontri letterari promosso dal Teatro Stabile di Catania, nella suggestiva cornice del cortile Platamone, intitolato all’attrice Mariella Lo Giudice. La rassegna, premiata da vivo successo, è stata voluta fortemente dal direttore dello Stabile etneo Giuseppe Dipasquale, per rinnovare così la formula del dialogo con rinomati autori di novità editoriali, nel mondo della narrativa e del giornalismo. 

La nuova edizione di LibrinScena 2013, alla cui cura ha collaborato Ornella Sgroi, è sostenuta dal prezioso contributo dello Sheraton Catania Hotel. La conduzione della serata sarà affidata alla stessa Sgroi, la letture dei brani all’attore Giampaolo Romania. Previste inoltre le proiezioni del booktrailer del romanzo realizzato da Rosario Castelli e di un altro booktrailer di Giovanni Romolo Flaccomio. Innovativa nella scrittura e creativa pop artist, Elvira Seminara condurrà il suo pubblico ad investigare su un surreale caso “noir”, che ha come set un paese da favola, alle pendici dellEtna, con il suo fiume, il suo campanile, la sua pineta, con tanti cani e tanti bambini, simbolo per eccellenza di candida innocenza. Una piccola marqueziana Macondo, insomma, in cui irrompe il contemporaneo con la sua drammaticità: la gente comincia a morire, lanciandosi da balconi e scarpate, senza nessun motivo apparente. Da questo momento tutto inizia a sfaldarsi. Ed è qui che la vena artistica della versatile autrice si dispiega in tutta la sua forza: la Seminara , infatti, comincia a raccontaminare, a rici-creare(per sua stessa ammissione, due neo-verbi a lei molto cari), delineando, così, una città distopica. Anti-utopica. Dove è sempre notte e piove quasi sempre. Piove acqua e piovono inspiegabilmente, quei suicidi che lasciano il mondo con un ghigno beffardo. Partirà uninchiesta che spingerà verso piste di ogni genere, da quella tossico-ambientale a quella satanica. E la stampa internazionale si appassionerà al caso, trasformando il paese in un centro di attrazione mediatica, dove tutto è metafisico, inspiegabile. Per preparare scaramanticamente gli intervenuti all’incontro con “La penultima fine del mondo”, Elvira Seminara offrirà un aperitivo “apotropaico” adeguato a rafforzare gli opportuni scongiuri. E ciò grazie alla disponibilità dell’Azienda Parisi di Carlentini, che per l’occasione ha predisposto diversi tipi di pane che prenderanno la forma dei più tradizionali,  accreditati, efficaci (?)  portafortuna. Insomma per affrontare nella migliore disposizione un tema come quello trattato, è necessaria unatmosfera “magica” e rilassante, alla quale contribuirà il maestro Ferdinando D’Urso, compositore e sassofonista, che ha creato per l’occasione il brano “Ad ali spiegate”. D’Urso eseguirà anche altri pezzi di cui è autore, contenuti in “L’Arsenale delle apparizioni”, disco di prossima uscita, inciso con il suo gruppo “I giganti della montagna”, prodotto e distribuito dalla Slam Productions: una selezione di composizioni che cercano di mettere insieme gli stilemi compositivi della musica d’arte occidentale (in particolare quella legata alla seconda scuola di Vienna) e gli aspetti improvvisativi del jazz d’avanguardia. Il tutto spennellato di musica popolare siciliana. Immancabile il brindisi al (forse) scampato pericolo, grazie al contributo dellAzienda vinicola Al-kantara di Pucci Giuffrida. Il successivo appuntamento con “LibrinScena” è fissato per sabato 14 settembre, alle  ore 21, sempre alla Corte “Mariella Lo Giudice” con la lettura-spettacolo di Fabrizio Gatti, giornalista d’inchiesta del settimanale “L’espresso”, autore dell’incisivo “Gli anni della peste” (Rizzoli), illuminante riflessione sul fenomeno mafioso.

 Caterina Rita Andò

LA SCRITTRICE SIMONETTA AGNELLO HORNBY INAUGURA LIBRINSCENA, GLI INCONTRI LETTERARI PROMOSSI DAL TEATRO STABILE DI CATANIA

Lunedì 17 giugno 2013, ore 21 – Palazzo Platamone, Corte “Mariella Lo Giudice”

 

53.jpgCATANIA – «Il male che si deve raccontare raccoglie le mie memorie di violenza domestica prima in Sicilia e poi in Africa e in Inghilterra, ma non è soltanto un libro di denuncia. Parlo anche di come combattere la violenza domestica e proteggere le vittime, secondo un sistema semplice ed efficace messo a punto da Lady Scotland, coraggiosa avvocatessa inglese diventata ministro sotto il governo Blair».  Vibrante è la missione sociale e civile che anima Simonetta Agnello Hornby, palermitana d’origine e inglese d’adozione, al pari della Scotland in prima linea per lunghi anni nell’attività forense britannica. L’esperienza nei tribunali, in difesa di donne e minori, ha sviluppato nella Agnello una lucida consapevolezza, tangibile anche nella sua produzione di scrittrice. Eccola rinnovare il suo impegno sul campo contro una delle piaghe più dolorose della società moderna con una nuova opera, appunto Il male che si deve raccontare, che presenterà a Catania “in doppio” con il suo ultimo romanzo d’ambientazione siciliana, Il veleno dell’oleandro.

 

 

L’autrice mette qui a fuoco, con la sapienza della sua immaginazione, un micromondo che vuole rappresentare i guasti, le ambizioni e le ansie di liberazione dell’universo famigliare: un altro successo annunciato per una delle firme più amate in Italia e tradotte all’estero. Entrambi i volumi sono editi da Feltrinelli.   L’appuntamento è fissato per lunedì 17 giugno alle ore 21, nella suggestiva Corte di Palazzo Platamone, intitolata all’attrice Mariella Lo Giudice. L’incontro-evento  inaugura la nuova edizione di LibrinScena, che il Teatro Stabile di Catania dedica al mondo della letteratura, della narrativa e del giornalismo. Una rassegna di forte richiamo e pregnanza culturale, la cui nascita è stata tra i primi atti della direzione di Giuseppe Dipasquale, che alla guida dello Stabile ha moltiplicato le occasioni per offrire alla città iniziative mirate a celebrare l’Arte in tutte le sue declinazioni, seguendo il fil rouge che lega tra loro generi e discipline.  Accanto a Doppiascena e FilminScena, ecco dunque tornare e alternarsi il ciclo più squisitamente letterario. E per avviarlo non poteva esserci ospite più adatta, visto anche il felice matrimonio culturale che nella passata stagione ha unito la Agnello Hornby al Teatro Stabile di Catania, portando in scena la riduzione teatrale de “La mennulara”, firmata dall’autrice insieme a Gaetano Savatteri, per la regia di Walter Pagliaro. Saranno dunque i profumi della Sicilia, con tutte le sue luci e le sue ombre così abilmente disegnate dalla penna immaginifica che ha saputo creare altri best sellers come La zia marchesa, Boccamurata e Vento scomposto, a caratterizzare l’esordio della rassegna, che quest’anno si veste di maggiore internazionalità, rinnovandosi in parte anche nella formula, come nel caso del primo incontro di cui la scrittrice sarà unica protagonista insieme agli attori dello Stabile etneo, in un dialogo aperto e diretto con il pubblico.   L’ingresso à gratuito.

 

     Caterina R. Andò