Il Teatro Stabile di Catania ospita lo spettacolo scritto e diretto da Francesco Randazzo. “Notte segreta” e “La sbornia”

Dal 4 al 6 aprile alla sala Musco per la stagione “L’isola del teatro” – dall’1 al 6 aprile “La sbornia” di Eduardo: i numeri del lotto si scoprono in sogno

 tagli-teatroCATANIA – Prosegue con successo alla sala Musco la rassegna “L’isola del teatro”, che dal 4 al 6 aprile vedrà in scena la pièce “Notte segreta”, scritto e diretto da Francesco Randazzo. Lo spettacolo, ospite del Teatro Stabile di Catania, è prodotto dalla compagnia siracusana “La bottega del pane” e vede come protagoniste Emanuela Trovato e Rossana Veracierta. «Al centro del racconto ambientato nel XVII secolo – spiega l’autore e regista Francesco Randazzo – ci sono due giovani novizie delle Clarisse della Consolazione, Conforto e Assunta, chiuse nella cella di un convento barocco siciliano e sottoposte a un duro rito iniziatico e penitenziale di mortificazione della carne: devono pregare e vegliare, nel silenzio inquietante delle ore notturne, due vecchie monache morte in “odore di santità”, i cui corpi sono messi a sedere accanto a loro per spurgare i loro liquidi organici: un’’antica usanza imbalsamatoria di cui esistono tutt’oggi testimonianze in varie località del Meridione, da Palermo a Ischia. Le due innocenti e “irresistibili” ragazze si domandano il perché del loro destino, chiuse al buio, o peggio al riverbero delle luci che entrano dalle feritoie o che provengono da flebili torce e lumi, con le ombre spaventose e tremolanti come sfondo e le morte a far da compagnia». Conforto e Assunta, nel loro raccontare e raccontarsi, per sempre legate l’una all’altra, rivendicano il loro usurpato diritto di vivere con gioia e libertà la giovinezza.

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“Scusate la polvere”, malincomica commedia umana, la nuova produzione del Teatro Stabile di Catania al Musco dal 18 al 23 marzo

image29CATANIA – “Scusate se faccio polvere” è l’ironico epitaffio che la caustica Dorothy Parker, con estremo sense of humor, previde per le proprie ceneri. Elvira Seminara, anch’essa raffinata scrittrice e giornalista di costume, trasferisce quasi alla lettera l’arguta epigrafe nel titolo del suo thriller satirico Scusate la polvere, pubblicato da Nottetempo nel 2011. Tre anni e tante copie dopo, il romanzo è stato trasposto drammaturgicamente e approda in palcoscenico nella nuova produzione realizzata dal Teatro Stabile di Catania. L’’adattamento è firmato da Rita Verdirame, ordinaria di Letteratura italiana e già autrice di importanti riduzioni, come Gli anni perduti di Brancati, ancora per il TSC. Il progetto, sottolinea il direttore Giuseppe Dipasquale, “esalta la vocazione dello Stabile alla valorizzazione non solo della drammaturgia ma anche della narrativa isolana, con particolare attenzione alle novità più recenti». Lo spettacolo andrà in scena alla sala Musco dal 18 al 23 marzo. La dark comedy sarà poi al Comunale di Trecastagni nel weekend del 29 e 30 marzo, all’interno del cartellone allestito dallo Stabile etneo in sinergia con il Comune pedemontano.

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Nuovo incontro di “Libri ad alta voce, Letture della novella verista. Verga, Capuana, De Roberto”

Al centro del terzo appuntamento il racconto “Tortura” di Luigi Capuana. Lunedì 17 marzo, ore  17, Salone di lettura della Biblioteca Regionale

biblioteca1-750x400CATANIA – Dopo il grande successo di critica e pubblico riscosso dai primi due appuntamenti, il ciclo “Libri ad alta voce, Lettura della novella verista. Verga, Capuana, De Roberto” prosegue con un nuovo incontro dedicato questa volta alla novella “Tortura” di Luigi Capuana. La terza lettura scenica della rassegna – curata dal Direttore della Biblioteca Regionale Universitaria di Catania Maria Grazia Patané, in collaborazione con la Fondazione Verga e il Teatro Stabile di Catania – avràluogo lunedì17 marzo alle ore 17 all’interno del salone di lettura della Biblioteca Regionale in Piazza Università. Ingresso libero. Il racconto “Tortura”, contenuto nella raccolta “Le appassionate”,èuna delle prove narrative piùinteressanti di Capuana, nell’ambito di quelli che lui stesso definiva “casi di coscienza dolorosi o tragici. La protagonista èTeresa, una donna che la violenza sessuale subita dal cognato conduce poco a poco all’instabilitàpsichica. Lo scrittore dàvoce, con essa, al tormento interiore di una creatura sola e subalterna, assediata da sensi di colpa per qualcosa di cui non puòsentirsi responsabile. Da anatomista del cuore, al pari del sodale Federico De Roberto che negli stessi anni licenziava i racconti di analisi psicologica contenuti in “L’Albero della Scienza”, lo scrittore di Mineo si preoccupava non tanto di giungere alla diagnosi clinica di casi morbosi gravi, quanto piuttosto di illuminare quel groviglio di affetti, tensioni, pulsioni istintuali che, variamente combinati, sono presenti in ogni uomo e ne condizionano il comportamento, in un equilibrio facile a spezzarsi. Mentre gli antichi greci erano soliti riunirsi per ascoltare la parola viva contenuta nei libri, ormai da diversi secoli la pratica della lettura individuale è diventata una prassi comune che scardina totalmente il rapporto atavico esistente tra chi legge e chi ascolta. Ristabilire la condivisione e la compartecipazione innescata dalla lettura pubblica è proprio l’obiettivo per cui nasce “Libri ad alta voce”: un ciclo di incontri dedicato alla riscoperta di un rapporto comunicativo piùautentico fra la scrittura e i suoi destinatari. Le voci dei giovani attori dello Stabile etneo, chiamate a guidare il pubblico in questo viaggio fatto di parole e suoni, diventano quindi la cassa di risonanza dei testi scelti per rianimare una tradizione ormai andata perduta: una selezione bibliografica che punta ad ampliare la conoscenza dei grandi autori veristi, facendo leva anche su opere meno note rispetto ai successi letterari comunemente studiati sui banchi di scuola. Ad introdurre e commentare la novella protagonista di questo terzo appuntamento saràil Prof. Rosario Castelli, docente di Letteratura italiana presso il Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’’ Universitàdi Catania. Le pagine del racconto saranno recitate da Luca Iacono e Lucia Portale, guidati dal regista Ezio Donato, mentre l’accompagnamento musicale dal vivo è affidato a Claudia Aiello al pianoforte, Linda Vinciullo al flauto e al soprano Margherita Aiello.

   C.R.A.

Un altro “Otello”: Luigi Lo Cascio e Vincenzo Pirrotta allo Stabile catanese

CFoto-2-Lo-Cascio-Pirrotta-in-Otello-400x215ATANIA – «Luigi Lo Cascio e Vincenzo Pirrotta si confermano un binomio perfetto che il Teatro Stabile di Catania continua a valorizzare: un paio di stagioni fa con la pluripremiata Diceria dell’untore, oggi con un inedito Otello, molto liberamente ispirato a Shakespeare, coprodotto in collaborazione con Emilia Romagna Teatro Fondazione». Così il direttore del TSC Giuseppe Dipasquale sintetizza la sinergia che lega il teatro etneo ai due artisti palermitani.  Ed è davvero l’evento teatrale dell’anno il nuovissimo Otello che sta richiamando in questi giorni a Catania le firme più autorevoli della critica nazionale, a conferma del prestigio ultracinquantenario dello Stabile catanese. Nello spettacolo, in programmazione al Teatro Verga dal 6 al 16 marzo, insieme a Lo Cascio e Pirrotta danno bella prova di sé gli attori Valentina Cenni e Giovanni Calcagno: il quartetto  venerdì 7 marzo alle 17.30 al Teatro Musco nell’ambito di Doppia Scena, la rassegna che lo Stabile dedica all’approfondimento dei titoli in cartellone.  «A partire dall’Otello di Shakespeare, un altro Otello», sottolinea Lo Cascio a proposito della meditata creazione che lo vede impegnato nella triplice veste di autore, regista, attore. Un Otello scarnificato, ridotto a tre, anzi quattro personaggi. Lo Cascio riserva per sé i panni di Iago, sceglie Vincenzo Pirrotta per il ruolo del titolo e Valentina Cenni come Desdemona.

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PRIMA NAZIONALE IL 6 MARZO/ UNA COPRODUZIONE TEATRO STABILE DI CATANIA ED EMILIA ROMAGNA, TEATRO FONDAZIONE

Nel ruolo del titolo Vincenzo Pirrotta, in quello di Iago lo stesso Lo Cascio. Valentina Cenni è Desdemona, Giovanni Calcagno un soldato  

Othello__Iago_and_Desdemona__by_snowdrop7CATANIA – Un Otello scarnificato, condensato nella dimensione dell’atto unico, ridotto a tre, anzi quattro personaggi: il ruolo del titolo, Iago e Desdemona, ai quali si aggiunge l’invenzione di un soldato che si fa narratore, coscienza critica, coro. «A partire dall’Otello di Shakespeare, un altro Otello», sottolinea Luigi Lo Cascio a proposito della sua nuova avventura teatrale, che lo impegna nella triplice veste di autore, regista, attore. E se l’artista palermitano riserva per sé i panni di Iago, sceglie come Otello il conterraneo Vincenzo Pirrotta. Desdemona è Valentina Cenni, la figura del soldato è affidata a Giovanni Calcagno. Scene, costumi e animazioni sono di Nicola Console e Alice Mangano, le musiche di Andrea Rocca, le luci di Pasquale Mari. Dopo i consensi e i prestigiosi premi conquistati nel 2012 e 2013 con la coproduzione di “Un tram che si chiama desiderio”, Teatro Stabile di Catania ed Emilia Romagna Teatro Fondazione realizzano insieme il nuovo allestimento e invitano la stampa alla prima nazionale, fissata per il 6 marzo alla sala Verga di Catania, dove le rappresentazioni si protrarranno fino al 16. Luigi Lo Cascio riassume il percorso che lo ha portato alla personale rivisitazione della tragedia del Bardo elisabettiano: «Mettere in scena l’intero testo, e per di più nella versione compiuta e statuaria dell’originale, appare impresa fuori misura. Così, insieme per prudenza e devozione nei confronti del modello, ho cercato di cavarne un soggetto, fedele il più possibile agli spunti narrativi e ai rimandi alla fonte, ma intraprendente, sempre scontando i limiti delle forze a disposizione, nella ricerca di una via, foss’anche un vicolo, da aggiungere alla mappa sterminata che raccoglie le varianti, le trasposizioni, i calchi di questa tragedia candidamente misteriosa. Fortunatamente, il fatto che l’opera di Shakespeare, pur coinvolgendo lo spazio pubblico, rapidamente converga e punti al cuore di un dramma fortemente individuale, sembra autorizzare un lavoro di concentrazione e restrizione del campo d’azione. Si metteranno a fuoco soltanto alcune parti del testo, quelle che obbligano a confrontarsi con l’enigma di certe passioni umane». Attraverso l’uso dei versi e con una scrittura in cui la lingua italiana e quella siciliana si fronteggiano a colpi di endecasillabi, il plot si presenta modificato già nella sequenza temporale. Come spiega l’autore: «Si comincia dalla fine del testo di Shakespeare. La tragedia di Otello è già compiuta. La prima preoccupazione di chi resta è giustiziare Iago. Per mezzo di atroci torture si vuole penetrare il mistero dell’evidente sproporzione tra il suo risentimento per Otello e la catastrofe che ha voluto innescare. Un soldato che ha assistito agli avvenimenti, non sopportando le distorsioni e i travisamenti con cui la vicenda rischia di venire tramandata, racconta la storia del suo amato generale, praticando alcune infrazioni alla realtà in nome di una verità più radicale. Nella sua versione, la storia di Otello è la storia di un uomo. E ciò che lo conduce al compimento del suo atto scellerato non è chiaramente dovuto alle implicazioni che derivano dal colore nero della pelle. Ma da quella differenza fondamentale che talvolta, invece di generare un incontro tutto da costruire in virtù del desiderio, può spalancare un varco da cui può irrompere un odio smisurato. Questa differenza è quella tra uomo e donna».

Caterina Rita Andò

Il Teatro Stabile di Catania inaugura la nuova stagione

images (1)CATANIA – Una stagione di prosa, la cinquantaseiesima, ricca di proposte variegate, messinscene avvincenti, protagonisti prestigiosi: è la garanzia di qualità del Teatro Stabile di Catania. Lo conferma lo spettacolo inaugurale: l’’appuntamento è al Teatro Verga dal 10 al 15 dicembre con un capolavoro e un’’indimenticabile eroina della letteratura drammatica, Hedda Gabler. Gelida e altera, consapevole del proprio fascino eppure fragile nella sua intima frustrazione, nella sua incapacità di vivere serenamente la propria femminilità, ossessionata dal successo e rapita da un vortice di egoismo, rivalità, deleteria intransigenza: Hedda Gabler è una delle più problematiche, febbrili e seduttive figure femminili ibseniane.  Continua a leggere

Comics: Leonardo Manera è “L’Ottimista”

L’ Esordio al Teatro Verga il 5 e 6 dicembre alle ore 21 – La rassegna è organizzata da Associazione Ecco Godot e Teatro Stabile di Catania

leonardo-maneraCATANIA – Si ispira al “Candido” di Voltaire il nuovo esilarante spettacolo di Leonardo Manera, secondo appuntamento della ventunesima edizione di Comics, la rassegna organizzata dall’associazione culturale Ecco Godot e dal Teatro Stabile di Catania. Manera si esibirà al Teatro Verga con due date, 5 e 6 dicembre (alle ore 21).Comics si inserisce così nella variegata programmazione dello Stabile diretto da Giuseppe Dipasquale, che apre all’umorismo di qualità proposto da Marco Vinci, fondatore e direttore artistico di Ecco Godot. Ginevra, 1759: questo è l’anno di pubblicazione del “Candido”, subito condannato al macero dal Consiglio reggente della città. Condannato perché irriverente, goliardico, dissacratorio; dopo più di duecentocinquant’anni, ancora di straordinaria attualità. Irriverente e dissacratorio perché sbeffeggia gli abusi del potere, il fanatismo religioso, l’ottusità diffusa. Goliardico per il modo in cui centra l’obiettivo con una profonda leggerezza.  Continua a leggere

In teatro torna “Comics”, irresistibile concentrato di umorismo e satira

theatre-mask.jpgCATANIA – Arrivano i fuoriclasse della risata. Battute fulminanti, umorismo irresistibile, satira al fulmicotone. Tutto è pronto per la ventunesima edizione di Comics, autentico concentrato di arguzia e divertimento. Ad organizzare sinergicamente la fortunata rassegna sono l’associazione culturale Ecco Godot (che l’ha ideata e promuove fin dal 1992) e il Teatro Stabile di Catania, nella cui programmazione Comics è presente a pieno titolo già da due stagioni. E visto il crescente successo dei cartelloni, per la prima volta l’inaugurazione avverrà nella capiente sala del Teatro Verga e vedrà alla ribalta, per il secondo anno consecutivo, il gettonatissimo Sergio Vespertino (15 e 16 novembre). Quindi Comics tornerà come di consueto al Teatro Musco, sul cui palcoscenico si succederanno Leonardo Manera in “L’Ottimista” (5 e 6 dicembre), Daniele Raco in The Raco horror picture show (21 e 22 febbraio), Debora Villa in “Donne che corrono dietro ai lupi” (14 e 15 marzo) e Paolo Macedonio in “Un fulmine a ciel sereno” (11 e 12 aprile). «L’inserimento di Comics nel programma dello Stabile – evidenzia il direttore Giuseppe Dipasquale – rientra in una visione più ampia e articolata. Vogliamo essere la casa del teatro, di tutto il teatro, e la comicità di alto livello vanta e merita spazi adeguati. Tanto più in tempo di crisi, come abbiamo avuto diverse volte modo di sottolineare. Divertire con intelligente leggerezza lo spettatore è un modo infallibile per gratificarne l’umore, stimolare la sua riflessione toccando la corda dell’ironia. E proprio l’accurata selezione di nomi e proposte è alla base del riscontro di Comics, che cresce di edizione in edizione nei consensi del pubblico e della critica». 

Buona parte del merito è da ascrivere alle scelte e alla tenacia di Marco Vinci, fondatore e direttore artistico di Ecco Godot, che propone variegate voci fuori dal coro, come vuole l’autentica comicità, con un occhio attento al riscontro teatrale come all’audience televisiva. «Comics – evidenzia Vinci – si conferma così l’appuntamento di sempre, immancabile per alcuni, occasionale per altri. D’accordo con il direttore dello Stabile, l’avvio della rassegna sarà al Verga, per poi ritornare a “casa” – al Teatro Angelo Musco – a partire dal secondo appuntamento. Un premio? Chissà, io farò di tutto per onorare un luogo artisticamente “sacro”. L’importanza dell’apertura mi ha convinto ad affidarmi nuovamente al palermitano Vespertino, una conferma, dopo il successo della scorsa edizione. Sergio torna con il nuovo spettacolo “Il Signor Vattelappesca”, accompagnato ancora dal suo fedele compagno di palcoscenico, Pierpaolo Petta, autore delle musiche. Il secondo appuntamento sarà con Leonardo Manera, decano di Zelig, che sceglie di lasciare a casa i personaggi che lo hanno reso noto al pubblico televisivo. Prendendo spunto dal “Candido” di Voltaire, creerà infatti un immaginario ponte tra il XVIII secolo e la nostra epoca, e con profonda leggerezza farà luce sugli abusi di potere di ora e di allora».  Dopo la pausa di gennaio, la rassegna riprenderà in febbraio con presenze altrettanto interessanti. «Il terzo appuntamento, sempre in area Zelig, sarà dedicato ad un filone fortunato, cominciato alcuni anni fa: la comicità genovese. Infatti dopo Antonio Ornano e Maurizio Lastrico, verrà Daniele Raco, il padre artistico dei comici genovesi. Il quarto appuntamento è dedicato a un’attrice graffiante, a mio avviso, tra le comiche di Zelig, la più incisiva e divertente insieme a Lella Costa, l’alter ego di Dario Cassini: Debora Villa. Se con Dario abbiamo riso delle follie e delle manie delle donne, prepariamoci al peggio, e ora di pagare il conto! Infine chiudiamo, tornando in Sicilia, con lo straordinario artista agrigentino Paolo Macedonio. Inscindibilmente attore e comico insieme, con le sue tante maschere sarà davvero capace di sorprenderci». Le rappresentazioni avranno inizio alle ore 21. Costi abbonamenti: intero: €85 per i turni A e C; €90 per il turno B; ridotto universitari €45, ridotto aziendale €75. Ingresso singolo spettacolo: intero €20; ridotto €18. Info: Associazione Culturale “Ecco Godot”

Caterina Rita Andò

Prosegue Librinscena 2013, il ciclo di novità letterarie promosso dal Teatro Stabile di Catania

CON ELVIRA SEMINARA ARRIVA LA PENULTIMA FINE DEL MONDO

La scrittrice catanese presenta il suo romanzo e offre un aperitivo apotropaico per gli opportuni scongiuri.

seminara.jpgCATANIA – Si buttano giù, nel vuoto, e sorridono. Non si tolgono la vita, ma escono dalla vita Perché lo fanno? La domanda serpeggia lungo tutte le pagine del romanzo. La penultima fine del mondo, nuova fatica della pluripremiata scrittrice e giornalista catanese Elvira Seminara: un racconto il suo, edito nel 2013 per i tipi di Nottetempo, dalla scrittura leggera e divertente, comicamente lieve e satirica, ma che lascia in gola e nell’ anima gli interrogativi di sempre. Il libro è infatti lucida metafora del conformismo globalizzato della nostra società dominata dai media e dall’ effimero, dove però s’ impone un labile confine: la confusione tra la vita e la sua ineluttabilità verso la morte. L’ autrice sarà protagonista martedì 10 settembre, alle ore 21, del terzultimo appuntamento di LibrinScena 2013, il ciclo di incontri letterari promosso dal Teatro Stabile di Catania, nella suggestiva cornice del cortile Platamone, intitolato all’attrice Mariella Lo Giudice. La rassegna, premiata da vivo successo, è stata voluta fortemente dal direttore dello Stabile etneo Giuseppe Dipasquale, per rinnovare così la formula del dialogo con rinomati autori di novità editoriali, nel mondo della narrativa e del giornalismo. 

La nuova edizione di LibrinScena 2013, alla cui cura ha collaborato Ornella Sgroi, è sostenuta dal prezioso contributo dello Sheraton Catania Hotel. La conduzione della serata sarà affidata alla stessa Sgroi, la letture dei brani all’attore Giampaolo Romania. Previste inoltre le proiezioni del booktrailer del romanzo realizzato da Rosario Castelli e di un altro booktrailer di Giovanni Romolo Flaccomio. Innovativa nella scrittura e creativa pop artist, Elvira Seminara condurrà il suo pubblico ad investigare su un surreale caso “noir”, che ha come set un paese da favola, alle pendici dellEtna, con il suo fiume, il suo campanile, la sua pineta, con tanti cani e tanti bambini, simbolo per eccellenza di candida innocenza. Una piccola marqueziana Macondo, insomma, in cui irrompe il contemporaneo con la sua drammaticità: la gente comincia a morire, lanciandosi da balconi e scarpate, senza nessun motivo apparente. Da questo momento tutto inizia a sfaldarsi. Ed è qui che la vena artistica della versatile autrice si dispiega in tutta la sua forza: la Seminara , infatti, comincia a raccontaminare, a rici-creare(per sua stessa ammissione, due neo-verbi a lei molto cari), delineando, così, una città distopica. Anti-utopica. Dove è sempre notte e piove quasi sempre. Piove acqua e piovono inspiegabilmente, quei suicidi che lasciano il mondo con un ghigno beffardo. Partirà uninchiesta che spingerà verso piste di ogni genere, da quella tossico-ambientale a quella satanica. E la stampa internazionale si appassionerà al caso, trasformando il paese in un centro di attrazione mediatica, dove tutto è metafisico, inspiegabile. Per preparare scaramanticamente gli intervenuti all’incontro con “La penultima fine del mondo”, Elvira Seminara offrirà un aperitivo “apotropaico” adeguato a rafforzare gli opportuni scongiuri. E ciò grazie alla disponibilità dell’Azienda Parisi di Carlentini, che per l’occasione ha predisposto diversi tipi di pane che prenderanno la forma dei più tradizionali,  accreditati, efficaci (?)  portafortuna. Insomma per affrontare nella migliore disposizione un tema come quello trattato, è necessaria unatmosfera “magica” e rilassante, alla quale contribuirà il maestro Ferdinando D’Urso, compositore e sassofonista, che ha creato per l’occasione il brano “Ad ali spiegate”. D’Urso eseguirà anche altri pezzi di cui è autore, contenuti in “L’Arsenale delle apparizioni”, disco di prossima uscita, inciso con il suo gruppo “I giganti della montagna”, prodotto e distribuito dalla Slam Productions: una selezione di composizioni che cercano di mettere insieme gli stilemi compositivi della musica d’arte occidentale (in particolare quella legata alla seconda scuola di Vienna) e gli aspetti improvvisativi del jazz d’avanguardia. Il tutto spennellato di musica popolare siciliana. Immancabile il brindisi al (forse) scampato pericolo, grazie al contributo dellAzienda vinicola Al-kantara di Pucci Giuffrida. Il successivo appuntamento con “LibrinScena” è fissato per sabato 14 settembre, alle  ore 21, sempre alla Corte “Mariella Lo Giudice” con la lettura-spettacolo di Fabrizio Gatti, giornalista d’inchiesta del settimanale “L’espresso”, autore dell’incisivo “Gli anni della peste” (Rizzoli), illuminante riflessione sul fenomeno mafioso.

 Caterina Rita Andò

LA SCRITTRICE SIMONETTA AGNELLO HORNBY INAUGURA LIBRINSCENA, GLI INCONTRI LETTERARI PROMOSSI DAL TEATRO STABILE DI CATANIA

Lunedì 17 giugno 2013, ore 21 – Palazzo Platamone, Corte “Mariella Lo Giudice”

 

53.jpgCATANIA – «Il male che si deve raccontare raccoglie le mie memorie di violenza domestica prima in Sicilia e poi in Africa e in Inghilterra, ma non è soltanto un libro di denuncia. Parlo anche di come combattere la violenza domestica e proteggere le vittime, secondo un sistema semplice ed efficace messo a punto da Lady Scotland, coraggiosa avvocatessa inglese diventata ministro sotto il governo Blair».  Vibrante è la missione sociale e civile che anima Simonetta Agnello Hornby, palermitana d’origine e inglese d’adozione, al pari della Scotland in prima linea per lunghi anni nell’attività forense britannica. L’esperienza nei tribunali, in difesa di donne e minori, ha sviluppato nella Agnello una lucida consapevolezza, tangibile anche nella sua produzione di scrittrice. Eccola rinnovare il suo impegno sul campo contro una delle piaghe più dolorose della società moderna con una nuova opera, appunto Il male che si deve raccontare, che presenterà a Catania “in doppio” con il suo ultimo romanzo d’ambientazione siciliana, Il veleno dell’oleandro.

 

 

L’autrice mette qui a fuoco, con la sapienza della sua immaginazione, un micromondo che vuole rappresentare i guasti, le ambizioni e le ansie di liberazione dell’universo famigliare: un altro successo annunciato per una delle firme più amate in Italia e tradotte all’estero. Entrambi i volumi sono editi da Feltrinelli.   L’appuntamento è fissato per lunedì 17 giugno alle ore 21, nella suggestiva Corte di Palazzo Platamone, intitolata all’attrice Mariella Lo Giudice. L’incontro-evento  inaugura la nuova edizione di LibrinScena, che il Teatro Stabile di Catania dedica al mondo della letteratura, della narrativa e del giornalismo. Una rassegna di forte richiamo e pregnanza culturale, la cui nascita è stata tra i primi atti della direzione di Giuseppe Dipasquale, che alla guida dello Stabile ha moltiplicato le occasioni per offrire alla città iniziative mirate a celebrare l’Arte in tutte le sue declinazioni, seguendo il fil rouge che lega tra loro generi e discipline.  Accanto a Doppiascena e FilminScena, ecco dunque tornare e alternarsi il ciclo più squisitamente letterario. E per avviarlo non poteva esserci ospite più adatta, visto anche il felice matrimonio culturale che nella passata stagione ha unito la Agnello Hornby al Teatro Stabile di Catania, portando in scena la riduzione teatrale de “La mennulara”, firmata dall’autrice insieme a Gaetano Savatteri, per la regia di Walter Pagliaro. Saranno dunque i profumi della Sicilia, con tutte le sue luci e le sue ombre così abilmente disegnate dalla penna immaginifica che ha saputo creare altri best sellers come La zia marchesa, Boccamurata e Vento scomposto, a caratterizzare l’esordio della rassegna, che quest’anno si veste di maggiore internazionalità, rinnovandosi in parte anche nella formula, come nel caso del primo incontro di cui la scrittrice sarà unica protagonista insieme agli attori dello Stabile etneo, in un dialogo aperto e diretto con il pubblico.   L’ingresso à gratuito.

 

     Caterina R. Andò