FLASH CRONACA

AUGUSTA. CONTINUA LA SERIE DI RAPINE AI SUPERMERCATI

AUGUSTA. Continua la serie di rapine ai supermercati, spesso in aree isolate, buie e comunque non sorvegliate. E Un’altra rapina è avvenuta, alle 11 circa del mattino di mercoledì 20 novembre, ai danni del supermercato Eurospin, nei pressi dell’ospedale Muscatello, poco distante dall’erigenda nuova caserma dei Carabinieri, una pattuglia dei quali è stata chiamata subito dopo la rapina portata a compimento, armi in pughno, da due con il volto travisato, che hanno fatto irruzione nel supermercato, armi in pugno, per farsi dare tutto i denaro in cassa: 8oo euro che hanno arraffato davanti ai clienti presenti e spaventati. I due sono fuggiti a bodo d’un’auto guidata da un complice.  I CC stanno esaminando le immagini del circuito televisivo interno

    C. C.

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CORSE CAVALLI CLANDESTINI A VILLASMUNDO: I CC FERMANO 7 UOMINI

 AUGUSTA: I Carabinieri di Villasmundo, della compagnia di Augusta, hanno tratto in arresto sette uomini, di Floridia e Solarino, organizzatori di una corsa clandestina di cavalli, di proprietà del cinquantenne A. S.,  sulla statale 193, nei pressi della Frazione di Melilli – Villasmundo. Gli animali sono stati posti sotto sequestro e affidati in custodia al proprietario. Oltre ai carabinieri, sono intervenuti i veterinari dell’Asp 8 che hanno effettuato prelievi e campioni di sangue degli animali per verificare l’uso di eventuali sostanze dopanti. Non è la prima volta che i carabinieri bloccano il mercato delle corse clandestine di animali, che si svolgono all’alba,  proprio sulla statale, nei pressi di Villasmundo,

C. C.

AUGUSTA/ AGENZIA DI VIAGGI CHIUDE E LASCIA A TERRA UN CENTINAIO DI CLIENTI

Nuova immagine.jpgAUGUSTA – R. M., 65 anni, scrive sul suo profilo di Facebook: “Arrivati a Londra, clima primaverile”. In realtà, R.M. a Londra non è andato. E’ rimasto a terra, con altri amici con cui aveva programmato, organizzato e pagato un soggiorno nella capitale britannica per alcuni giorni. R.M. si è sfogato su FB, con lieve ironia, per la beffa e il danno subìti a causa dell’improvvisa chiusura dell’agenzia augustana di viaggi, con sede in Piazza Risorgimento che, qualche mattina fa, ha lasciato un avviso sulla porta esterna, avvertendo che  «per ragioni amministrative l’agenzia viaggi non può fornire i titoli di viaggio. I clienti hanno diritto al loro rimborso le cui modalità saranno rese note successivamente». R. M. e  i suoi sfortunati compagni di avventura, coppie di sposi che anno già pagato il viaggio di nozze e che  dovranno organizzarne un altro, pagandolo, sentono odore di truffa. Quali sono queste “ragioni  amministrative”? L’agenzia in questione, dal marchio in franchising, ha pagato oppure no i tour operator che organizzano i viaggi?, ha pagato oppure noi le compagnie proprietarie delle navi da crociera? Ha versato oppure no il pagamento al vettore aereo per il trasporto da Fontanarossa ad altri scali? Le agenzie di viaggi hanno una funzione intermediari. Una volta che incassano i quattrini dei clienti, devono  pagare a chi poi emetterà i titoli di viaggio, trattenendo per sé la commissione riconosciuta. Se l’agenzia di Piazza Risorgimento non ha consegnato ai clienti i titoli di viaggio è segno che ha trattenuto per sé i quattrini.  Semplicissimo. Ad Augusta i clienti rimasti a terra sarebbero un centinaio. Il denaro incassato dall’agenzia, circa centomila euro. Una bella somma, davvero! Truffa? Non è, purtroppo, la prima volta che agenzie o tour operatori incassano  e poi chiudono e i clienti non possono recuperare i quattrini. Ad Augusta, dopo lo scioglimento del consiglio comunale per mafia, dopo il caso Incardona, ecco un altro caso sciagurato  che  causa ancora più cattiva fama.  Che il 2013 sia un un anno orribile per gli augustani?


Giulia Casole

AUGUSTA/ SCENDE LA PIOGGIA E CROLLA LA BIBLIOTECA

biblio.jpgAUGUSTA. “Scende la pioggia, ma che fa/ crolla il mondo addosso a me”.  Questo è l’incipit di un famoso ritornello della celebre canzone “Scende la pioggia”, cantata e portata al successo da Gianni Morandi nel 1970. Ricordiamo  questi due versi per parafrasarli in  “Scende la pioggia e crolla la biblioteca”. La pioggia cui ci riferiamo è quella tempestosa dello scorso lunedì 23 , quando, poco dopo l’una del pomeriggio,  si sono aperte le cateratte del cielo, come nel biblico diluvio, e l’acqua si è rovesciata sul territorio di Augusta. La biblioteca è quella, parziale, di chi scrive, allocata in uno scantinato che si affaccia sulla strada pubblica denominata Via delle Saline. La foto non rende giustizia della scena quale è apparsa nell’immediatezza dell’evento dell’inondazione dello scantinato da parte dell’acqua che, come un fiume, scorreva sulla via citata. Nel momento cruciale, dopo  il boato del crollo che ha richiamato la presenza sul posto, non c’è stato tempo di scattare una foto, ma solo quello di salvare il maggior numero di libri, di giornali, di memorie scritte e dattiloscritte, di documenti, amorevolmente raccolti nel corso di mezzo secolo, potremmo dire. La foto non mostra nemmeno il fango rimasto dopo la ritirata delle acque. La foto è stata scattata egualmente, il giorno dopo,  come testimonianza di un evento che ha provocato una ferita sul piano emotivo-affettivo, non solo e non tanto per ragioni economiche. Quella di  lunedì scorso è stata l’ennesima inondazione  subìta dalla biblioteca allocata nello scantinato da vent’anni a questa parte, dal 1992, da quando, cioè,  è stato acquistato l’appartamento, costruito nel 1960  secondo la tipologia dell’edilizia convenzionata  per cooperative.  In un  appartamento di una  palazzina vicina ha abitato, per quasi quarant’anni, l’attuale sindaco, figlio di quel geometra Pippo Carrubba, scomparso  giusto tre anni fa, di questi tempi. Specifichiamo  questo dato perché  il primo cittadino era ed è ben consapevole del fenomeno dell’acqua alta,  che si ripete proprio dove sorgono le palazzine. Lo zio del sindaco, Santo Carrubba, anch’egli geometra, memoria storica del quartiere, residente sin dai primordi, ha ripetuto più  volte ai colleghi della carta stampata che il fenomeno dell’acqua alta non si è manifestato se non quando l’Amministrazione comunale ha deciso di asfaltare Via delle Saline, che risulta sollevata rispetto all’area dove furono costruite, con regolare licenza edilizia,  le palazzine –  area colmata dove una volta,  e fino a cinquant’anni fa, c’erano, appunto, le saline. Se il Comune avesse provveduto a realizzare caditoie e altri sbocchi per l’acqua piovana, sostiene il geometra Carrubba, il problema non si sarebbe mai posto. Invece, si fece affidamento solo su un canalone, che corre alle pendici della  ferrovia, che passa da lì, per consentire lo smaltimento. Nel corso degli anni, però, il canalone non è servito perché  non ripulito per incuria del Comune o dell’ente ferroviario, i quali , molto italianamente, hanno giocato al solito gioco dello scarica barile, nefasto per gli utenti. Tale canalone, oggi,  è addirittura del tutto inservibile perché “devitalizzato” dalla ditta che vinse l’appalto per il rifacimento del Lungomare Rossini, rifacimento finanziato con fondi della Protezione civile, come preziosa via di fuga in caso di calamità, anche perché si tratta dell’arteria più breve che dal centro cittadino conduce all’ospedale Muscatello. Il rifacimento della strada non ha portato alcun miglioramento. Anche qui la pavimentazione risulta sollevata rispetto all’area delle palazzine, i cui proprietari sono stati costretti a sobbarcarsi a  una spesa non indifferente per dotare l’area di pompe  interrate di sollevamento,  per arrestare, almeno  per una parte, il fenomeno dell’acqua alta e comunque per non farlo prolungare nel tempo.  Ma  è rimasto “scoperto” il  il lato di Via delle Saline, che, letteralmente, diventa come il letto di un fiume in piena, le cui acque, si riversano, appunto, sistematicamente all’interno degli scantinati e anche con forza quando soffia il vento e, specialmente, quando transitano  i mezzi, anche pesanti autobotti, che provengono dalla parte opposta del Lungomare Rossini.  Ecco perché, dopo vent’anni dì inondazioni, la  biblioteca di scrive è crollata.

   Giorgio Càsole

Terribile situazione presso la Casa Reclusione di Noto – Aggressioni nei confronti della Polizia Penitenziaria

Carcere di Noto.jpgL’ Organizzazione Sindacale  FSA/CNPP denuncia l’ennesimo episodio di aggressione nei confronti dei colleghi della Polizia Penitenziaria. Il gravissimo episodio che si denuncia è avvenuto il 18 Luglio scorso presso la Casa Reclusione di Noto ove un detenuto extracomunitario si è reso responsabile di una violenta aggressione, con calci e pugni, nei confronti di un Vice Sovrintendente e di un Assistente Capo, cagionando loro varie contusioni. Avendo più volte denunciato simili episodi, questa Segreteria Provinciale del CNPP, deve ribadire con fermezza che non è più tollerabile assistere a queste continue aggressioni. Il personale è ormai esasperato e l’Amministrazione non può più colmare le sue lacune con la pelle dei suoi uomini. Il personale è costretto quotidianamente ad espletare turni di lavoro straordinario lavorando costantemente sotto i livelli minimi di sicurezza. Presso la Casa di Reclusione di Noto la situazione è divenuta insostenibile a causa del sovraffollamento, di una carenza di Polizia Penitenziaria al limite dell’indecenza e di condizioni di lavoro difficoltosissime.Il CNPP ha inviato una lettera di denuncia al Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Presidente Giovanni Tamburino, Al Provveditore della regione Sicilia Dott. Maurizio Veneziano, al Direttore della Casa Reclusione di Noto Dott.ssa Angela Lantieri chiedendo di intervenire con celerità ed efficacia con idonei provvedimenti che mirino a migliorare le condizioni lavorative ed a predisporre l’assegnazione di un idoneo contingente di personale.

   Massimiliano DI CARLO –   Segretario Prov. FSA/CNPP

VIENE FERMATO, REAGISCE, SI DA’ ALLA FUGA: DENUNCIATO PER RESISTENZA

polizia.jpgAUGUSTA. Un   giovane augustano, il 21enne S. Z.,  nella mattinata  del  7 luglio, è stato intemperante, forse a causa del caldo ed è stato denunciato  per resistenza a pubblico ufficiale.  Agenti delle volanti del Commissariato di Augusta hanno accertato un’infrazione al codice della strada, compiuto dal ventunenne.  Mentre  i poliziotti erano intenti a stilare il verbale, il giovane, improvvisamente, dopo aver spinto uno degli agenti, si dava alla fuga. Inseguito dai poliziotti, è stato bloccato, ma continuava a opporre una strenua resistenza tanto che si rendeva necessario l’accompagnamento presso i locali del commissariato dove è stato denunciato in stato di libertà.

  

 

GIALLO TRINGALI. VARIE IPOTESI SUL TAPPETO. IERI I FUNERALI IN CHIESA MADRE AD AUGUSTA.

cronaca,augusta,tringali L’autopsia sul cadavere di Giancarlo Tringali ha chiarito taluni aspetti dell’omicidio, ma ha aperto delle ulteriori circostanze di riflessione per gli inquirenti. Il mosaico che si ricava a 24 ore di distanza dalla scoperta del corpo del commerciante di auto di Augusta comprende molti tasselli, ma rimane tuttora incompleto per cui, se non si può parlare di inquirenti che brancolano nel buio, è anche vero che la soluzione del rebus non è a portata di mano. Né è possibile fare previsioni sui tempi che occorrono per dire chi e per quale motivo ha ucciso Giancarlo Tringali. Veniamo intanto all’autopsia, eseguita ieri mattina all’obitorio del cimitero di Priolo da parte dell’equipe del medico legale Franco Coco. Al capo dell’uomo è stato rilevato un solo foro, quello di entrata del proiettile. Diciamo subito che la pallottola non è entrata né alla fronte, come inizialmente paventato dallo stesso medico legale allorquando ha effettuato l’ispezione cadaverica all’interno della stanza da lui occupata nel residence realizzato a ridosso del Palaenichem di Priolo, né alla nuca come da alcuni organi d’informazione riferito. Il foro d’entrata del proiettile è stato riscontrato dal medico legale nella zona occipitale sinistra, quasi sotto l’orecchio, ed è stato provocato da un proiettile calibro 7,65, il cui bossolo è stato rinvenuto e messo a disposizione del Pubblico Ministero Maurizio Musco. Il proiettile, infatti, non ha avuto la spinta per fuoriuscire dal cranio. Dopo aver fatto una strana traiettoria verso l’alto, il proiettile si è fermato all’altezza della parte superiore dell’occhio destro, arrestandosi sotto la pelle.

 L’equipe di medicina legale ha potuto quindi estrarlo e depositarlo in una busta, poi consegnata agli investigatori del commissariato di Priolo che, su delega del Pubblico Ministero Musco, stanno svolgendo le indagini sull’omicidio del venditore di auto. Una volta accertata la presenza di un solo foro e la traiettoria fatta dal proiettile, il medico legale Coco ha potuto stabilire, anche se in via approssimativa, che la morte del malcapitato sia avvenuta presumibilmente nella notte di sabato della scorsa settimana. I successivi esami degli organi prelevati dall’equipe di medicina legale consentiranno di chiarire, quasi con assoluta certezza, l’ora in cui è morto Giancarlo Tringali . Se è vero come è vero che il proiettile è entrato sotto l’orecchio sinistro non si può non tenere conto che l’assassino fosse sdraiato su quello stesso letto dove appunto è stato trovato il corpo privo di vita di Tringali o, è anche verosimile, che sia entrato nel cuore della notte all’interno del residence, con l’uso di una chiave passe-partout abbia fatto accesso nella stanza occupata dal commerciante e, vedendolo immerso nel sonno, ha puntato la canna della pistola contro la testa pigiando poi il grilletto. Ma ammesso e non concesso che la dinamica del fatto omicidiario  possa essere questa sorge immediatamente un interrogativo al quale gli inquirenti stanno cercando di dare adeguata risposta. Fermo restando che il colpo di pistola è stato esploso nel corso della notte di sabato della scorsa settimana come mai nessuno ha avvertito il boato? La risposta dovrebbe essere quella che all’arma era stata avvitata la canna del silenziatore, grazie al quale è stato attutito il boato. Ecco spiegato il motivo che ha permesso all’assassino di allontanarsi indisturbato dal residence in cui alloggiano le atlete della squadra di pallacanestro e prendersi delle ore, anzi dei giorni di vantaggio sugli inquirenti che hanno iniziato a indagare sul delitto soltanto alcuni giorni di distanza dal momento in cui è stato commesso. Restano in piedi sia l’ipotesi a) relativa alla presenza nella stanza di un persona, in questo caso di sesso femminile, sdraiata sul letto al fianco di Giancarlo Tringali e che ha aspettato che lui prendesse sonno per sparargli contro il colpo di pistola sia l’ipotesi b) dell’intrusione di un uomo o una donna nella stanza, in piena notte, per sorprendere nel sonno il bersaglio della sua spedizione punitiva. Le due ipotesi sono strettamente collegate alla sospetta circostanza del ritrovamento della Bmw di proprietà del Tringali nel piazzale della stazione centrale di Siracusa, quindi a oltre sedici chilometri dal luogo in cui è avvenuto l’omicidio. E’ stato lo stesso Tringali ad avere parcato la vettura in quel posto o a parcheggiarla è stato l’autore dell’omicidio? Anche questo interrogativo è alla ricerca di una risposta. Gli inquirenti, che da martedì pomeriggio, giorno in cui è stato scoperto il cadavere del Tringali, stanno incessantemente conducendo gli interrogatori, non hanno attinto informazioni utili per rispondere al quesito su chi avesse potuto parcheggiare la Bmw alla stazione ferroviaria di Siracusa. Nell’ipotesi in cui fosse stato l’omicida ad abbandonarla in quel piazzale è da presumere che potrebbe essersi recato allo scalo ferroviario o per prendere un treno o perché là aveva l’appuntamento con colui che gli ha commissionato l’omicidio. Le indagini hanno consentito di appurare che Tringali avesse intrapreso una relazione con una giocatrice di pallacanestro di nazionalità straniera. Ieri, 30 marzo, i funerali in  Chiesa madre, ad Augusta.

 

Pino Guastella

 

GIALLO A PRIOLO, MA LA VITTIMA ERA DI AUGUSTA: GIANCARLO TRINGALI, 56 anni, IMPRENDITORE, FRATELLO DELL’EX SINDACO CARMELO

2168782164.jpgEra sdraiato sul letto con un foro alla fronte, provocato da un proiettile sparato da distanza ravvicinata, poi fuoriuscito dalla nuca. Il cadavere del morto ammazzato è stato scoperto ieri mattina dal personale delle pulizie del residence confinante con il Palaenichem, che ha aperto la porta con una chiave passe-partout dopo che, per alcuni giorni, non era riuscito ad accedere nella stanza per rimetterla in ordine. L’identificazione del cadavere è stata effettuata dall’amministratore del residence condominiale. L’ucciso non è un priolese ma un augustano. Si tratta di Giancarlo Tringali, 56 anni, fratello dell’ex sindaco di Augusta, Carmelo, ex dirigente della Democrazia Cristiana della provincia di Siracusa e già appartenente all’Udc quando a dirigerlo era il parlamentare nazionale onorevole Pippo Gianni. Dato l’allarme sul posto si sono recati gli agenti del commissariato di Priolo, il sostituto procuratore Maurizio Musco e il medico legale Franco Coco. Dal primo sopralluogo all’interno dell’appartamentino gli inquirenti hanno ricevuto l’input per escludere l’ipotesi del suicidio e indirizzare le indagini verso la pista dell’omicidio. A fare imboccare la pista omicidiaria è stato il mancato rinvenimento della pistola dalla quale è stato esploso il proiettile che ha provocato il foro alla fronte di Giancarlo Tringali. Se fosse stato suicidio sicuramente l’arma sarebbe stata trovata o tra le mani dell’uomo oppure ai piedi del letto. Difficile, al momento, poter dire il calibro dell’arma utilizzata dal killer per uccidere Giancarlo Tringali. Si spera, quindi, nell’autopsia per poter stabilire il calibro dell’arma e del proiettile. Sulle modalità del delitto gli inquirenti non vanno, però, a tentoni ma hanno delle quasi certezze. Il killer avrebbe attirato il Tringali dentro il residence, le cui camere sono occupate dalle atlete della squadra di pallacanestro, e, approfittando dell’assenza in quel momento delle giocatrici, gli ha sparato da distanza ravvicinata il colpo di pistola, mentre la vittima si era sdraiata sul letto. Il problema è capire se sia stato il Tringali ad aprire la porta al killer oppure, qualora sia stato quest’ultimo ad attirare in una trappola la vittima, capire quante persone siano in possesso delle chiavi delle stanze ubicate nel residence. Comunqe sia, gli investigatori ritengono che l’omicida potrebbe essere una persona che si trovava in compagnia del Tringali e quindi da quest’ultimo ben conosciuta, al punto di fidarsi e di seguirla all’interno di quel residence. Il dato si deduce dall’assenza di segni di effrazione alla serratura della porta o delle finestre. L’assassino dovrebbe essere una persona che ben conosceva il residence e la sua destinazione d’uso. Oltre a sapere che vi abitassero le atlete della squadra di pallacanestro del Priolo, l’omicida era ben consapevole che c’erano delle stanze non occupate da inquilini e che nel giorno e nell’ora in cui si è consumato l’omicidio egli avrebbe potuto agire con assoluta tranquillità perché non sarebbe stato disturbato dle fittavole e testimoni frequentatori del residence. Il ragionamento vale anche nel caso in cui fosse proprio il Tringali l’inquilino dell’appartamentino in cui è stato assassinato. Si tratta adesso di comprendere il tipo e il calibro della pistola usata dall’assassino. Le risposte ai vari quesiti, purtroppo, tarderanno ad arrivare . Dicono gli inquirenti che le difficoltà per poter immediatamente stabilire il diametro del foro provocato dal passaggio del proiettile, in modo da poter ipotizzare il calibro dell’arma e della pallottola, sono costituite dall’inoltrato stato di decomposizione del cadavere. A quanto pare la morte di Giancarlo Tringali sarebbe avvenuta quattro o cinque giorni addietro. Il medico legale Franco Coco, che ieri mattina si è limitato ad effettuare l’ispezione cadaverica, ritiene che soltanto con l’autopsia potrà sciogliere alcuni dei molti nodi riguardo al giorno e all’ora in cui è sopraggiunta la morte del Tringali, e al tipo di proiettile esploso dall’omicida. Il magistrato che coordina le indagini, il sostituto procuratore Maurizio Musco, tra i primi a recarsi nel residence in cui è stato commesso l’omicidio, ha posto una serie di quesiti agli investigatori del commissariato della Polizia di Stato, che, a quanto è dato sapere, si avvarranno della preziosa collaborazione dei colleghi della Squadra Mobile e della Polizia Scientifica. Gli investigatori, dopo aver dato un nome al morto ammazzato, hanno convocato i suoi congiunti per ottenere delle preziose indicazioni sulle amicizie che intratteneva non solo nella città natia di Augusta, ma anche a Priolo, sui rapporti di lavoro che aveva in corso, su eventuali contrasti avuti in passato e recentemente con persone estranee al nucleo familiare.  Altre investigazioni riguardano la branca di lavoro del Tringali. Egli, infatti, gestiva un autosalone in Augusta e, a quanto pare, intratteneva rapporti con moltissime persone.

   Pino Guastella

Drammatica situazione alla Casa Reclusione di Augusta: la denuncia del CNPP alla Procura della Repubblica di Siracusa!

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Come già annunciato nei giorni scorsi, l’intervento del sindacato non si è fatto attendere! Infatti, a seguito dell’iniziativa di Massimiliano Di Carlo – segretario provinciale della FSA/CNPP -, è intervenuta da Roma la segreteria generale del sindacato rappresentativo della Polizia Penitenziaria che ha scritto alla Procura della Repubblica di Siracusa, al Capo del Dap, al Provveditore regionale della regione Sicilia ed al Direttore del carcere di Augusta, chiedendo immediati ed incisivi interventi risolutori e I’ individuazione di tutti i responsabili che, nel corso degli anni, hanno determinato le attuali criticità: 

“ Questa Organizzazione Sindacale, dopo i numerosi interventi volti a denunciare la gravissima situazione lavorativa all’interno del carcere, ha dapprima constatato con rammarico, che tutte le autorità sinora coinvolte non hanno adottato alcun provvedimenti concreto né manifestato alcun cenno d’interessamento.Non possiamo che ribadire con forza la necessità d’interventi tangibili per sanare le carenze strutturali e igienico sanitarie, dovute a cedimento inferriate esterne, scoppio e cedimento canna fumaria del gruppo elettrogeno, presenza serbatoi di gas inutilizzati, impianti elettrici non a norma, inagibilità camminamento muro di cinta, anello antincendio non funzionante, pareti scrostate, sanitari malridotti, docce fatiscenti, riscaldamenti non funzionanti, infiltrazioni d’acqua, precarietà dispositivi elettrici delle celle ecc., già accertate e relazionate anche dal Comando Provinciale Vigili del Fuoco, dalla Direzione della Casa di Reclusione e dai Rappresentanti della Sicurezza dei luoghi di Lavoro. Considerato che tale struttura è peraltro gravata da carenza d’organico, non colmata nemmeno dal disperso interpello straordinario appositamente indetto dal PRAP di Palermo con nota no 116522-PII1 del 17/11/2011, e dal sovraffollamento che ha nettamente oltrepassato la cd. capienza tollerabile, diviene oltremodo preoccupante il disagio lavorativo di cui tutti sanno parlare solo nei momenti più drammatici e quando tutto è diventato irrimediabile. Visto che la situazione venutasi a creare è divenuta ormai indecorosa e inaccettabile e che organi ed autorità competenti appaiono inerti, si Chiedono immediati ed incisivi interventi risolutori e I’individuazione di tutti i responsabili che, nel corso degli anni, hanno determinato le attuali criticità.”

 

Giuseppe DI CARLO – SEGRETARIO GENERALE

OPERAZIONI DI POLIZIA, ARRESTATO UN 22ENNE PER RICETTAZIONE

 Augusta. Il 22 febbraio, gli agenti del locale commissariato, in esecuzione di  un ordine di carcerazione emesso dalla procura generale della Repubblica di Catania, hanno arrestato  il 22enne Ruben Schifitti,  che  deve espiare otto mesi di reclusione per il reato di ricettazione. Gli sono stati concessi i benefici  degli arresti domiciliari.

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Ad Avola i poliziotti hanno denunciato in stato di libertà quattro persone di età compresa tra i 69 ed i 25 anni per aver organizzato una serata danzante senza le previste e necessarie autorizzazioni di polizia.

 

Blitz delle fiamme gialle nella provincia di Siracusa

finanza.jpgAugusta – La Guardia di finanza ha individuato 11 evasori fiscali nella provincia di Siracusa. In particolare, sono stati scoperti ad Augusta un supermercato che da due anni è risultato sconosciuto al fisco per un’ evasione che si aggirerebbe attorno ai 2 milioni di euro, oltre ad un’impresa risultata fantasma dal 2006, quest’ ultima specializzata nella fabbricazione di macchine industriali, che è riuscita a sottrarsi al fisco per un ammontare di altrettanto 2 milioni di euro. Nel territorio di Carlentini è stata scoperta una società di autotrasporti che dal 2007 avrebbe invece occultato al fisco oltre 4 milioni di euro mentre, sempre dal 2007, una società di colture agrumicole di Francofonte non presentava le dichiarazioni dei redditi e a Noto una ditta edile dal 2011 avrebbe evaso oltre 200 mila euro. Altre società non in regola con i tributi sono state smascherate dai militari delle fiamme gialle a Siracusa e a Canicattini Bagni.

   G.T.