L’ASP CONTINUA A SBORSARE SOLDI PUBBLICI PER GLI AMBULATORI DI AUGUSTA

Intanto il nuovo plesso del “Muscatello va in malora –  Le accuse di Giorgio Càsole nel ricordo della venuta del gabibbo

Gabibbo e G. C..pngAugusta. Il decreto n.753, del 12 marzo 1010, firmato dall’assessore regionale della Sanità, Russo (medico, come lo è l’attuale presidente della nostra Regione, Lombardo), prevede il drastico ridimensionamento dell’ospedale civico “Muscatello, che serve un bacino di utenza che abbraccia tre comuni: Augusta, Priolo, Melilli. Si tratta di quei tre comuni costituenti l’area definita, già nel 1990, dal Ministero dell’Ambiente “ad alto rischio di crisi ambientale”. Questi i rischi:

industriale, per la presenza di un polo petrolchimico di altissima densità, fra i più inquinanti in Europa; militare per la presenza di una base strategica nel Mediterraneo e non solo, tanto che ad Augustaè stata trasferita, nel 2002, da Messina, la sede di Marisicilia;

sismico, per la presenza di un territorio soggetto a terremoti, l’ultimo dei quali il 13 dicembre del 1990 (cosiddetto terremoto di S.Lucia, che ebbe come epicentro il golfo di Augusta).

Il drastico ridimensionamento dell’ospedale significa sostanzialmente la cancellazione di un presidio che è di vitalissima importanza non solo per la popolazione civile,  ma anche per tutti i dipendenti della base militare, compreso ovviamente il personale imbarcato. Della paventata sostanziale chiusura del “Muscatello” si parla da anni, ma finora nulla è stato fatto tranne qualche corteo di protesta, composto più di studenti dei vari istituti scolastici che di cittadini. Si è arrivati alla prima del decreto, ma, nonostante il gran parlare, non è stata presa la decisione che, nel dicembre di cinquant’anni fa, ebbe il coraggio di prendere l’allora vicesindaco Giovanni saraceno, ( il  sindaco Bordonaro era o si finse ammalato) per scongiurare l’applicazione di un decreto governativo che, di fatto, sottraeva il porto di Augusta al controllo degli augustani. Il decreto prevedeva che parte dell’area portuale cadesse sotto la giurisdizione di Priolo,  non ancora comune autonomo, bensì Frazione di Siracusa. Detto in soldoni, i “siracusani” volevano mettere le ani sul porto di Augusta.

Il 28 dicembre del 1960 ci furono la serrata di ogni attività produttiva e la mobilitazione generale di tutta la popolazione. La mobilitazione era guidata da Giovanni Saraceno. Furono bloccati porto e ferrovie e l’ingresso dell’isola, attraverso  la Porta Spagnola. Soprattutto il blocco dell’attività portuale fece temere Roma, giacché in diritti erariali il porto di Augusta dava circa mille miliardi di lire l’anno allo Stato. Dopo un’intera giornata di protesta, il decreto fu revocato, il porto salvo.

Ora, per evitare un’altra gravissima perdita per un’area con altissima incidenza di malattie tumorali, cioè per evitare di perdere l’ospedale civico “Muscatello”, che andrebbe invece potenziato, tanto che è stato costruito un nuovo plesso costato circa 5 milioni di euro, bloccato  da sei anni, molti cittadini di Augusta hanno indirizzato una richiesta d’intervento a “Striscia la notizia”, il popolare programma che va in onda ogni sera su Canale 5.

 Chi scrive non solo si è associato agli altri cittadini ma ha realizzato un quinto video sulla cancellazione del “ Muscatello”, messo in rete,  nel canale you tube, come gli altri realizzati nel corso di due anni.

La redazione milanese di “Striscia” ha raccolto l’appello, lanciato il 24 aprile, e già il 12 maggio una troupe si è recata nei luoghi per intervistare chi scrive e altri, attraverso il medium del Gabibbo, cioè un pupazzo dal costume rosso,  animato da un ometto che indossa sul viso una calza nera. Chi scrive è stato applaudito per l’energia dell’intervento dal pubblico presente durante la ripresa. Servizio e intervista, diretti da Massimo Tamagnini, regista della troupe e voce del Gabibbo, il 3 giugno scorso.

C’è da registrare l’inattesa visita del Muscatello, il 17 maggio, da parte del fautore del drastico ridimensionamento, cioè l’assessore regionale Russo, che invece dovrebbe potenziare l’ospedale giacché si trova in una zona a rischio. Che i soldi non manchino lo dimostra il fatto che il 19 maggio Russo ha posto la prima pietra di un erigendo ospedale del costo faraonico di 51 milioni di euro in quel di Palermo, come ha mostrato RAI Regione, con un servizio degno dell’ istituto Luce, quando venivano riprese le gesta di Mussolini trebbiatore, muratore, a cavallo, in parata, ecc.

Russo, nonostante le varie manifestazioni di protesta che, certo saranno arrivate alle sue orecchie, contro il suo progetto, non s’era mai degnato di venire ad Augusta e vedere il Muscatello. Notate le date: il 12 viene il Gabibbo, il 17 viene Russo. Sarà stata una coincidenza? Ci crediamo poco. Crediamo, invece, alla potenza mediatica… del Gabibbo. Spes ultima dea, dicevano i  Romani, la speranza è l’ultima a morire, diciamo in italiano. Intanto,  l’ASP di Siracusa continua a spendere fior di quattrini della collettività per gli affitti dei locali,  destinati agli ambulatori, del cosiddetto palazzo di vetro, all’ingresso del centro urbano, quando sarebbe più logico e più economico trasferire  gli ambulatori  nel nuovo plesso del “Muscatello”. Si risparmierebbero soldi pubblici e   non si farebbe andare in malora un plesso costato una barca di  quattrini. Cui prodest?, dicevano ancora i Romani, cioè: A chi giova tutto questo?  Meditate, lettori, meditate!

               Giorgio Càsole

Nella foto. Un momento dell’intervista  sull’ ospedale,  rilasciata dal ns. Giorgio Càsole all’inviato di “Striscia la notizia”, trasmessa su “Canale 5” il 3 giugno scorso.