ALL’OPERAZIONE MARE NOSTRUM DELLA MARINA MILITARE, SI AGGIUNGONO I TEAM SPECIALISTICI DELL’IMMIGRAZIOENE E DELLA POLIZIA DI STATO

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LAMPEDUSA – 22 ottobre mattina: in prossimità dell’isola di Lampedusa sono imbarcati a bordo della nave anfibia San Marco, sede del comando del dispositivo umanitario “Mare Nostrum”, 30 rappresentanti del Dipartimento Pubblica Sicurezza – Direzione Centrale dell’Immigrazione e della Polizia delle Frontiere e 6 mediatori culturali.  Sempre nella stessa giornata, è avvenuto il trasbordo di parte dei team specialisti del Dipartimento Pubblica Sicurezza sulle altre navi della Marina Militare del gruppo navale “Mare Nostrum”.  L’attività, nello spirito di collaborazione tra i diversi Dicasteri, permetterà al dispositivo navale della Marina Militare di potenziare le proprie capacità e svolgere in maniera più agevole le procedure di identificazione dei migranti eventualmente soccorsi. 

IMMIGRAZIONE E AFFARI

33658-sopravvissuti-della-strage-di-lampedusa.jpgC’é una organizzazione per la loro l’accoglienza, e che organizzazione …  Sapete che c’e’ una grande consorzio, “Sisifo”, che raggruppa 25 cooperative sociali sparse in Sicilia e che opera dal 2001 nell’ assistenza sociale assieme a Bluecoop, Legacoop – emanazione partito democratico, e 3 associazioni onlus?  Cono Galipo’, nominato anche amministratore delegato di “Lampedusa accoglienza”, dal giugno 2007 gestisce il centro di soccorso e prima accoglienza (cspa) di Lampedusa, Messina e il Cara di Mineo a Catania, su incarico del Ministero degli interni.  Il Consorzio “Sisifo” ha la gestione di tutti gli interventi relativi l’assistenza generica e sanitaria, la fornitura di pasti, posto letto completo di cambio biancheria, prodotti per l’igiene personale, vestiario, generi di conforto e servizi di pulizia e gli operatori della Srl fanno turni di lavoro massacranti, anche di 20 ore al giorno. Oltre 44.000 immigrati nei primi due anni e mezzo di funzionamento, a cui si aggiungono le decine di migliaia di transiti del primo semestre 2011, per aggiungersi ancora altre migliaia e migliaia fino a questo periodo. Solo il centro di Lampedusa genera introiti per oltre 2 milioni e mezzo di euro l’anno, scrivono su internet. Cono Galipo’ e’ stato accusato gia’ da un po’ di tempo per truffa aggravata e continuata dalla Procura della repubblica presso il tribunale di Patti (me) ed è stato chiesto il rinvio a giudizio. L’udienza preliminare è fissata per il 19 ottobre (il suo servizio di accoglienza e’ ancora attivo). Per un anno e mezzo (dal settembre 2008 al maggio 2010) ha gestito il Centro di accoglienza per richiedenti asilo (Cara) di Sant’Angelo di Brolo, comune della fascia tirrenica della provincia di Messina. La procuratrice Rosa Raffa sostiene che :  “Il rappresentante del consorzio Galipo’ – si legge nel dispositivo – si è procurato, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, un illecito profitto. Galipò si sarebbe appropriato ingiustamente di 40 euro al giorno per ciascun cittadino comunitario, con pari danno della prefettura di Messina e del Ministero dell’interno”. Si tratta di illegittima permanenza al centro a richiedenti di asilo provenienti da Africa, medio oriente e sud-est asiatico, e per alcuni dei rifugiati si sono toccati tempi record: 33 tra uomini e donne, sono stati trattenuti nel cara di Sant’ Angelo di Brolo per più di 100 giorni dalla concessione del permesso di soggiorno. Negli atti delle indagini, le generalità degli immigrati sono incomplete e alcuni dei nomi trascritti in maniera sbagliata, questo vuol dire che tranquillamente nella lista della nostra spesa potevano esserci nomi inventati. Tra l’altro nessuno di questi immigrati è stato di conseguenza individuato come parte offesa dagli inquirenti e non potrà costituirsi in sede di giudizio. Quindi ci sarebbero anche poche speranze di processarlo, e questo lo incominceremo a capire al processo di questo 19 ottobre. Galipò si giustifica dicendo che “i profughi hanno semplicemente aspettato di essere trasferiti da un centro a un altro. Ex sindacalista, Galipò e’ molto appassionato di correnti politiche: ex iscritto pci, consigliere comunale con il psi, indipendente con forza italia, poi margherita e oggi pd. Galipò gestisce a Capo D’Orlando (Me) il settore turistico – alberghiero, ed è presidente dell’associazione siciliana leucemia onlus e di sanità, società legacoop, attiva a livello nazionale nel settore dell’assistenza sanitaria.

 

Fabrizio Martone

 

IL RUOLO DFELLA PREFETTURA DI SIRACUSA, SOLIDARIETA’ SENZA CONFINI ANCHE DELLA GENTE DI AUGUSTA

images (1).jpgAUGUSTA – Continuano senza sosta gli sbarchi di migranti irregolari al Porto grande di Siracusa. Dopo lo sbarco di 105 migranti irregolari  più un cadavere di donna (48 uomini, 22 donne e 35 minori), avvenuto nel pomeriggio del 2 settembre c.a. alle ore 15:30 circa, la Capitaneria di Porto di Siracusa rende noto che nella notte del 3 settembre. sono sbarcati nel Porto Grande di Siracusa 95 cittadini extracomunitari, probabilmente  di nazionalità siriana di cui  19 uomini, 28 donne e 46 minori. Il barcone su cui navigavano verso le coste siciliane è stato segnalato in mattinata da un migrante a bordo tramite una chiamata da telefono satellitare successivamente rintracciato. L’unita è stata raggiunta dall’ unità della Guardia Costiera motovedetta CP 304 della Capitaneria di Porto di Pozzallo e in aggiunta la motovedetta CP 271 della Capitaneria di Porto di Catania a circa 90 miglia a sud est di Siracusa. I migranti soccorsi sono stati successivamente trasbordati a bordo delle unità della Guardia Costiera per motivi di sicurezza. Alle ore 2.40 di notte,  il convoglio navale ha raggiunto il porto di Siracusa  dove i cittadini extracomunitari tra cui diversi minori e bambini hanno ricevuto l’assistenza sanitaria. 

Un gesto di particolare generosità e solidarietà è stato compiuto a Siracusa dove, all’ospedale Umberto I, è stato autorizzato il prelievo multiorgano sulla quarantanovenne siriana sbarcata lo scorso mercoledì lungo le coste siracusane e deceduta per emorragia cerebrale. La donna era un’ infermiera professionale a Damasco,  sfuggita alla guerra assieme al marito e ai loro due figli. “Per le sue gravi condizioni di salute verificate al momento dello sbarco, con evidenti segni di sofferenza cerebrale” – sottolinea il coordinatore dell’Ufficio Trapianti dell’Asp di Siracusa Franco Gioia – “era stata ricoverata d’urgenza all’ospedale Umberto I e, dopo due giorni, per l’aggravarsi delle condizioni, era stata trasferita nel reparto di Rianimazione. Il marito, pur nella sofferenza per la perdita della propria consorte, travalicando i confini della disperazione per la guerra che li ha costretti a fuggire e il proprio credo religioso islamico, non ha esitato a dare un segnale di grande altruismo al popolo che li aveva accolti acconsentendo al prelievo di fegato e reni per restituire la vita ad altre tre persone”. Il prelievo è stato eseguito dalle équipe provenienti dall’Ismett di Palermo, dal Policlinico di Catania e dell’ospedale Umberto I di Siracusa. Il fegato e un rene sono andati a Palermo, l’altro rene nel capoluogo etneo. La Prefettura di Siracusa è impegnata sin dall’inizio dell’emergenza sbarchi nell’attivazione di ogni possibile misura utile a garantire presso la struttura le migliori condizioni igienico-sanitarie, pur a fronte dell’enorme difficoltà di mantenere standard adeguati in presenza di flussi migratori che determinano spesso condizioni di sovraffollamento tali da non rendere pienamente visibili – soprattutto nei casi di possibili, concomitanti emergenze di natura sanitaria – gli sforzi quotidianamente attuati in tale direzione con la preziosa collaborazione di Emergency, dell’ASP e del Comune di Siracusa.

Nella consapevolezza della necessità di proseguire senza risparmio di energie nell’opera di costante miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie della struttura, è già stato programmato ed è in corso di realizzazione, con risorse straordinarie messe a disposizione dal Ministero dell’Interno in virtù del maggior numero di presenze e dell’accentuato turn over registratosi nelle ultime settimane, un intervento mirato alla sostituzione di  kit igienici, oltre che all’installazione di batterie mobili di bagni e docce. L’Umberto I è stato inizialmente attivato, in stato di emergenza, sulla base di specifici affidamenti temporanei in conformità ai servizi già resi dalla struttura nel contesto della cosiddetta Emergenza NordAfrica, conclusasi alla fine dello scorso mese di febbraio. Recentemente, in considerazione del ripetuto utilizzo della struttura, d’intesa con il Ministero dell’Interno, il rapporto con l’Ente gestore è stato formalizzato con apposita convenzione. Analogamente si procederà, appena conclusa la necessaria attività istruttoria, con riferimento al Centro Papa Francesco, reso operativo l’8 agosto scorso in concomitanza con l’arrivo sulle coste siracusane, in rapidissima successione, di diverse centinaia di migranti, tra cui numerosissimi minori non accompagnati.  Il collocamento dei minori stranieri non accompagnati nelle strutture attivate dalla prefettura aretusea, in stato di emergenza, per l’accoglienza dei migranti adulti (e minori accompagnati) – Centro Umberto I di Siracusa e, da alcuni giorni, Centro Papa Francesco di Priolo Gargallo – è effettuato, ai sensi dell’art.403 c.c., a cura dell’Autorità di Pubblica Sicurezza, in accordo con la competente Autorità Giudiziaria minorile, in ragione dell’accertata indisponibilità, nell’immediatezza dello sbarco, di idonea sistemazione nell’ambito delle comunità a tal fine specificamente autorizzate o iscritte nell’apposito albo della Regione Siciliana (art.26 legge 22/86). La presenza di minori stranieri non accompagnati presso il Centro Umberto I e ora, in via prioritaria, in quanto più idoneo, presso il Centro Papa Francesco costituisce, all’evidenza, una modalità di accoglienza di carattere assolutamente emergenziale alla quale i Comuni interessati e l’autorità di pubblica sicurezza continuano a fare ricorso, in via eccezionale, per il tempo strettamente necessario all’individuazione di idonea comunità di accoglienza, ovvero, qualora nel frattempo il minore, con il necessario supporto del tutore, acquisti lo status di richiedente asilo, nell’ambito del circuito SPRAR. Proprio su tale ultima, fondamentale modalità di accoglienza  la Prefettura sta già da tempo indirizzando la massima attenzione, in costante raccordo con i competenti uffici centrali, dal momento che, grazie anche all’importante contributo offerto dalle organizzazioni di volontariato in vista della pronta attivazione della procedura di tutela, diversi minori hanno già avanzato domanda di asilo. Ciò in analogia a quanto già positivamente sperimentato con riguardo ad altre peculiari categorie di migranti, quali in particolare donne sole o con bambini, che hanno potuto trovare valida ospitalità nell’ambito di strutture SPRAR prontamente attivate, su input ella stessa  Prefettura, sul territorio siracusano.

 

-“Erano stipati su un peschereccio di oltre 15 metri”. Il comandante della motovedetta CP 322 della Guardia costiera di Lipari ha descritto così la scena che ha avuto davanti in mare a circa 35 miglia dalle coste Siracusane. Il mezzo è stato inviato nell’area segnalata per soccorrere i migranti , molte donne e bambini. Da quando in Siria è scoppiata la guerra civile, le popolazioni scappano, una delle vie è raggiungere i paesi europei passando per la Sicilia e l’Italia, una tappa obbligata. Così nel giorno della visita del ministro degli Interni Angelino Alfano a Siracusa un ennesimo episodio dell’emergenza umanitaria che da mesi vede impegnati migliaia di uomini e donne delle forze dell’ordine, sanitari, volontari. E’ scattata ancora una volta la procedura di emergenza. Due motovedette della Guardia costiera e un rimorchiatore hanno trasbordato i migranti tra cui tre feriti. Una donna, probabilmente colpita da ictus, è rimasta paralizzata, per fortuna tra i migranti c’era anche un chirurgo siriano che ha prestato i primi soccorsi. I tre feriti sono stati trasportati all’ospedale Muscatello di Augusta. Alle ore 19.45 un primo mezzo della Guardia costiera è arrivato ad Augusta con 138 donne e bambini. Il rimorchiatore Punta Magnisi è arrivato alle 22 con un altro gruppo di 155, di cui 8 donne e 12 minori. Ad attenderli le forze dell’ordine, personale della capitaneria, la protezione civile del comune, i mezzi di soccorso del 118 e della Misericordia, personale medico. Al lavoro gli uomini del Gruppo interforze di contrasto all’immigrazione clandestina della procura di Siracusa per le prime indagini, che hanno raccolto i racconti dei migranti. In 293 hanno viaggiato per settimane attraverso territori ostili per raggiungere la Libia o l’Egitto dove si sono imbarcati. Sul mezzo che li ha portati a terra molte donne tenevano stretti  in grembo i più piccoli. Tutti i migranti , completate le operazioni di identificazione, sono stati trasferiti in pullman nei centri di prima accoglienza di Priolo e Siracusa.

 G.C.

SBARCATI IMMIGRATI AD AUGUSTA. LA NOTIZIA RIMBALZA SUI TG NAZIONALI

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AUGUSTA. La notizia dello sbarco di 146 migranti nel porto commerciale  di Augusta è rimbalzata sui telegiornali nazionali. Su un’edizione del TG1 è sta intervistata la comandante della nave Libra, Catia Pellegrino, la prima donna comandante di una nave della Marina Militare, che ha raccolto i profughi. «Nonostante le ristrettezze economiche in cui versa l’Ente – ha detto uno dei  commissari straordinari di Augusta, Francesco Puglisi”- abbiamo assicurato cibo e beni di prima necessità, provveduto all’installazione di bagni chimici e di teloni per far riparare i migranti dal sole». I migranti sono  di nazionalità eritrea, somala, egiziana, pakistana e siriana, sono stati identificati; a causa della presenza di tre minori non accompagnati, è stata richiesta la presenza di assistenti sociali del Comune che si sono impegnate Tra i piccoli migranti un bimbo di appena due mesi. I clandestini sono in buone condizioni di salute. L’arrivo del pattugliatore Libra ad Augusta è stato atteso da personale della Marina militare, Guardia costiera, Polizia e Carabinieri e della Protezione civile di Augusta. A rappresentare i tre commissari, al momento dello sbarco, c’era Giuseppe Occhipinti, consulente delComune.

    Giorgio Càsole