ASSEMBLEA CITTADINA DAL TITOLO: AUGUSTA NON DIMENTICA, AUGUSTA NON SI ARRENDE, AUGUSTA VOLTA PAGINA

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AUGUSTA. Promotori dell’incontro nell’auditorium “Don Paolo Liggeri” del civico palazzo San Biagio sono state le liste civiche e i movimenti: “Lista Civica per Augusta”, “Augusta Città Libera” e “L’altra Augusta”. Relatori della serata sono stati Puccio Forestiere, Enzo Inzolia, Angelo Pasqua, Massimo Casertano, Claudio Forestiere e Vincenzo Vinciullo. L’incontro è cominciato con un pensiero rivolto al deputato regionale Nello Musumeci, il quale non ha potuto prendere parte ai lavori di assemblea perché colpito da un gravissimo lutto familiare: a lui, politico da sempre in prima linea nella lotta contro la mafia, è stata manifestata la vicinanza di tutti i partecipanti all’assemblea, sottolineata con un grande applauso. Puccio Forestiere ha detto: “Vogliamo richiamare l’attenzione su due argomenti: Augusta non intende rassegnarsi a questa condizione di minorità e di impotenza a cui è stata relegata dal malgoverno che si è succeduto in questi anni e dal successivo commissariamento; Augusta può e deve ripartire puntando sulle forze sane presenti in città, creando un progetto alternativo alla conduzione negativa vista finora. Dobbiamo reagire, non intendiamo rassegnarci: oggi, consci del passato, gettiamo le basi per accendere la speranza del vero cambiamento. 

La creazione di una consulta cittadina, formata dalle forze sane della città, costituisce il primo passo di questo percorso”. Claudio Forestiere ha messo in evidenza: “I risultati delle passate amministrazioni comunali sono tangibili: basta guardare l’elenco delle eterne incompiute della città, tra cui la scuola Costa 1 per cui mi sono speso in prima persona, il depredamento dei servizi essenziali, come è accaduto per l’ospedale, la condotta agraria e prossimamente il Tribunale e il Giudice di Pace, o ancora lo stato di abbandono dei beni architettonici e culturali, come il Castello Svevo e il Rivellino, o la mancanza di adeguati spazi sportivi, come la piscina e il campo del Megara, o ancora l’emigrazione forzata delle giovani generazioni per mancanza di opportunità lavorative.” Conclude con un singolare paragone: “Se si disegna un cerchio attorno un tacchino, questi rimane all’interno del cerchio, senza oltrepassarlo. L’aquila invece, quando invecchia, ha il becco spuntato , gli artigli consumati e le vecchie penne non consentono il volo. Solitamente l’aquila, in queste condizioni, va in segreto a morire; ma è stato riscontrato che, alle volte, l’aquila fa una cosa insolita: si frantuma il becco contro una roccia, e il becco ricomincia a crescere come nuovo, con il nuovo becco l’aquila si affila gli artigli, e con gli artigli si strappa la vecchie penne. Così l’aquila può tornare a volare e a vivere. Noi augustani possiamo scegliere di fare come il tacchino, continuando a rimanere dentro il cerchio creato dagli altri, oppure fare come l’aquila che, guarda caso, è il simbolo della nostra città.” Vincenzo Vinciullo ha sottolineato che non può passare l’idea che Augusta sia una città mafiosa; ha inoltre ricordato che i finanziamenti ottenuti sia per l’area artigianale che per il porto commerciale sono stati messi seriamente a rischio dalle ombre che venivano gettate sulla città.

  G.C.

ESCLUSIVO / IL TAR DEL LAZIO RESPINGE IL RICORSO DEI 7 EX CONSIGLIERI COMUNALI

Immagine 011.jpgAUGUSTA. Gli ex consiglieri comunali Roberto Conti, Silvia Belfiore, Giulio Morello, Salvatore Ponzio, Agata Sortino, Francesco Sessa e Giuseppe Ramaci, rappresentati e difesi dagli avvocati Scuderi e Luca, non sono stati accontentati dal TAR del Lazio, cui avevano presentato ricorso contro  il Ministero degli Interni e per il decreto del 7 marzo scorso che ha provocato lo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose, l’annullamento delle elezioni amministrative e l’insediamento di una commissione straordinaria, composta dal prefetto Librizzi, che riveste le funzioni di sindaco, dal viceprefetto Cocciufa, che svolge le funzioni riservate alla Giunta, (entrambe donne), e dal funzionario Puglisi, in luogo del consiglio comunale, una triade che dovrebbe restare in carica per almeno diciotto mesi. Il Ministero degli Interni è difeso dall’Avvocatura dello Stato. Il sindaco pro tempore, Librizzi,  non si è presentato in giudizio. I sette ex consiglieri chiedevano l’immediato annullamento del decreto, ma il TAR ha deciso in modo diverso e ha fissato la prima udienza per il 9 aprile del prossimo anno, cioè quando la triade commissariale avrà già maturato  oltre un anno di amministrazione. Questa è la motivazione contenuta nell’ordinanza del TAR pronunciata mercoledì  19 giugno e depositata venerdì 21 giugno scorso: “Considerato  che il provvedimento di scioglimento dell’Ente, per ingerenza della criminalità organizzata mafiosa (presuntivamente, il clan Nardo di Lentini), è intervenuto poche settimane prima dalla conclusione naturale della consiliatura, sicché il pregiudizio per i ricorrenti – tutti consiglieri del Comune di Augusta, e dunque ormai comunque cessati dal mandato – appare, allo stato, piuttosto di natura morale che correlato alla lesione del loro ius ad officium, e dunque riparabile per tale soltanto all’esito del giudizio di merito; che, ciò posto, secondo l’istanza verbale formulata dal difensore dei ricorrenti nel corso dell’udienza camerale, va ordinato all’Amministrazione dell’interno di produrre gli atti fondanti la relazione del Ministro, con la quale è stato richiesto al Presidente della Repubblica lo scioglimento in questione, e così, in particolare, la relazione del prefetto di Siracusa 7 dicembre 2012, la relazione – o le relazioni – della commissione d’indagine nominata dal prefetto il precedente 29 agosto, nonché la relativa documentazione allegata;che la documentazione suddetta andrà trasmessa alla segreteria della I Sezione del T.A.R. per il Lazio, entro sessanta giorni dalla comunicazione in via amministrativa della presente decisione, in copia conforme cartacea, all’interno di un plico sigillato, a garantirne la riservatezza, e accompagnato da elenco completo; in ulteriori tre copie cartacee semplici – con gli stessi indicati accorgimenti – ovvero, per queste ultime, alternativamente su supporto digitalizzato in formato pdf o equivalente; che le spese vive per la formazione della documentazione predetta, debitamente documentate, ex artt. 63, II comma, e 210 c.p.c., andranno anticipate dalle parti ricorrenti, previa comunicazione del loro importo al difensore presso il domicilio eletto;che pare comunque opportuno fissare fin d’ora per il giorno 9 aprile 2014 l’udienza pubblica per la discussione del ricorso in epigrafe. Per questi motivi, Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio (Sezione Prima), definitivamente pronunciando nella presente fase:a) rigetta l’istanza cautelare;b) dispone gli adempimenti istruttori in premesse;c) fissa per discussione nel merito del ricorso la pubblica udienza del 9 aprile 2014.Così deciso in Roma nella camera di consiglio addì 19 giugno 2013 con l’intervento dei signori magistrati: Calogero Piscitello, presidente, Angelo Gabbricci, consigliere  estensore, Alessandro Tomassetti, consigliere.”.Quest’ordinanza fa intuire chiaramente che il TAR del Lazio potrà, eventualmente, dare soltanto ai ricorrenti una sorta di soddisfazione morale. Se ne riparlerà, dunque, il  9 aprile del prossimo anno.

 

    Giorgio Càsole

 

CONSIGLIO COMUNALE DI AUGUSTA: TUTTI A CASA?

AUGUSTAINSIEME e PRESTIGIACOMO (Pdl): I consiglieri di Augusta abbiano un sussulto di dignità e si dimettano. Le incomprensibili scelte del commissario regionale.

comune.jpgAUGUSTA –  Su queste colonne, circa quindici giorni fa, abbiamo pubblicato, se no sbagliamo per primi, un pezzo “preoccupante” per la città, per la dignità di molti augustani onesti. Il pezzo  informava che il consiglio comunale di AUGUSTA POTREBBE ESSERE SCIOLTO PER INFILTRAZIONI MAFIOSE. E QUESTO FATTO NON SOLO RAPPRESENTEREBBE UN’ONTA  non solo per questa città, che ha già la cattiva fama di bambini malformati, morti per tumore in aumento, ecc,, ma comporterebbe  il blocco delle elezioni di primavera per il rinnovo di sindaco-giunta e consiglio comunale e il commissariamento della macchina amministrativa per 18 mesi. Questo dato probabilmente ha  “spaventato” determinati candidati alla sindaca tura e partiti politici e  liste civiche che già si stanno dando battaglia. Il primo “botto” è stato “sparato” dalla lista AUGUSTAINSIEME con un pubblico manifesto  in cui si chiede ai consiglieri comunali di dimettersi prima del tempo, proprio per evitare lo scioglimento.La stessa cosa ha fatto, giorni dopo, l’ex ministra per l’ambiente, la siracusana Prestigiacomo con la seguente nota: “Si dimettano subito i consiglieri comunali di Augusta di tutti i partiti, per evitare alla loro città e a tutti i cittadini onesti la vergogna dello scioglimento del consiglio comunale per mafia, che sarebbe un marchio infamante per la comunità.  Il disastro politico-amministrativo di 10 anni di gestione del centrosinistra e del sindaco Carrubba  non deve trasformarsi in un’onta per tutta la comunità. Il probabile risultato delle ispezioni amministrative disposte dal Ministero dell’Interno sarà la proposta dello scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose. Questo va evitato. Se ci sono stati illeciti i responsabili ne rispondano nelle sedi giudiziarie dove avranno modo di difendersi, ma intanto occorre salvaguardare l’immagine di Augusta. Al Pd, paladino di legalità, che è stato sordo in questi anni alle notizie che provenivano da Augusta, chiedo un sussulto di dignità. Smetta di tenere gli occhi chiusi e inviti i suoi consiglieri a fare l’unica scelta possibile: le dimissioni. Augusta è uno snodo socio-economico fondamentale per la provincia di Siracusa: il polo industriale, il porto commerciale, l’arsenale sono risorse chiave per la nostra economia e fonti ineludibili di lavoro. La loro immagine non può essere inquinata da sospetti di commistioni mafiose. Chiedo a tutti un atto di serietà politica per restituire ad Augusta la speranza”. Così, appunto, si è espressa l’ex miss Parlamento 1994. Su questa scia si sono collocati Paolo Amato, Rino Lazzari e Enzo Puntillo, anch’essi del Pdl, ma hanno addotto altre ragioni. Ecco la loro posizione: “I membri del consiglio comunale, DEVONO DIMETTERSI, ma non per motivazioni attinenti alla presunta commistione con la criminalità organizza, come argomentato dall’ on. Prestigiacomo in recenti dichiarazioni alla stampa o per come campeggia nei manifesti appesi sulle mura cittadine a opera di un imprecisato movimento, per evitare alla città la vergogna incancellabile dello scioglimento per mafia”, eventualità quest’ultima che sarà oggetto di valutazione degli organi di giustizia competenti. I motivi per cui tutti i membri del consiglio dovrebbero rassegnare le dimissioni sono da una parte, l’evidente incapacità di indirizzo e controllo palesata dalla gran parte di esso in questi anni, dall’altra perché il progetto politico dell’amministrazione Carrubba si è concluso e ha raggiunto l’apice del proprio fallimento con l’atto di dimissioni del sindaco. Il consiglio comunale non può rimanere in piedi in queste condizioni fino alla naturale scadenza fissata per il mese di aprile, e con la sola funzione di continuare ad approvare le incomprensibili scelte di un commissario o per benedire incautamente piani di lottizzazione con i quali si costruisce ovunque, (ma non per chiunque), in assenza di un Piano regolatore atteso da circa 40 anni.

I risultati deludenti di questo consiglio comunale sono sotto gli occhi di tutti, ordini del giorno striminziti, provvedimenti lontani dai grandi temi che interessano la città, che guidata in tale maniera continua la discesa verso un inesorabile degrado culturale, morale e civile. Da quando il sindaco Carrubba si è dimesso è arrivato un funzionario di grande esperienza che sta completando il quadro desolante iniziato oltre vent’anni fa, dalle amministrazioni di Centro-sinistra che si sono succedute.  Chiediamo a tutti i consiglieri una manifestazione d’orgoglio, che li porti a rassegnare le dimissioni così come ha intenzione di fare il consigliere del PDL Sebastiano Aloisi. Così da chiudere definitivamente con il passato, fatto di una politica di Centro-sinistra fallimentare che ha governato per oltre vent’anni, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti, degrado ambientale, economico, culturale e morale. Non tutti i consigliere comunali concordano. Per esempio, il consigliere Morello è rimasto stupito da questa presa di posizione e ha fatto capire che la maggior parte dei consiglieri comunali è offesa da questa richiesta che, sostanzialmente, getta il discredito su tutto il massimo consesso civico. Ricordiamo che la spada di Damocle del possibile scioglimento pende da quando la commissione mista- prefettura-forze dell’ordine- ha sequestrato, dopo oltre quattro mesi di lavoro, migliaia di carte dagli archivi municipali.

    Giulia Càsole   nella foto,  il consiglio comunale