Due euro per ogni copia venduta andranno in sostegno della scuola salesiana di Goma Ngangi, nella Repubblica Democratica del Congo, tramite il VIS (Volontariato Internazionale per lo sviluppo).
Daniela Averna, nata a San Cataldo, nel nisseno, vive ad Augusta, dove insegna fisica in un istituto superiore della città. Dopo aver esordito con un volume di racconti, Le condizioni di equilibrio (ed. Il filo), ritorna nelle librerie a stimolare l’anima e la mente dei lettori con componimenti dichiaratamente autobiografici. Si tratta di una raccolta di liriche e prose stese in vari momenti della sua vita e adesso assemblate, quasi sotto la spinta di un’irrefrenabile necessità di decodificare, definire e interpretare le variegate esperienze di vita fin qui compiute. La stessa autrice nella introduzione alla raccolta ci spiega, oltre al senso dell’espressione I fuochi dell’ellisse, le motivazioni profonde che sottendono al suo bisogno di chiarezza e autoanalisi. Il titolo naturalmente tradisce una formazione scientifica e, in particolare, una dimestichezza con i concetti della fisica moderna, alludendo velatamente, però, alla condizione particolare del nostro essere o, più esplicitamente, ai due aspetti della nostra mente. Sono la razionalità e l’irrazionalità, in apparenza in eterno conflitto su due fronti contrapposti, in realtà legati a filo doppio (i due fuochi dell’ellisse), talché ove l’Io prevale, la forza dell’inconscio si attenua e, viceversa, ove l’Io si indebolisce le turbolenze ignote del nostro animo emergono rumorosamente. Così la scienza e l’arte sono indissolubilmente legate nella storia dell’umanità anche se non ci è dato sapere attraverso quali connessioni continueranno a dirigerne lo sviluppo. Non ci è concessa nessuna finestra sul nostro futuro, sembra farci capire Daniela, ma forse un’occhiata di soppiatto possiamo darla scavando coraggiosamente dentro noi stessi.
In entrambe le opere si affronta, dunque, il tema della ricerca delle condizioni di equilibrio e in tale ricerca Daniela affida alla scrittura il compito di riportare“ quel granello di follia che c’è in ciascuno … nell’ insieme X delle condizioni dette normali” (Ragioniamo per assurdo). Certo, in un momento come quello che stiamo vivendo oggi in Italia, in cui la cultura viene svalutata, derisa e mortificata, acquista particolare valore l’opera di questa autrice che, nutrita di studi scientifici in costante dialettica con apporti umanistici, continua ad affidare alla letteratura l’importante e indispensabile compito di far parlare le corde più autentiche del cuore, nel tentativo ultimo di svegliare le coscienze, particolarmente delle giovani generazioni.
Gian Paola Camarda