Sul palco anche il tenore Aldo Platania per ‘O Sole mio
PEDARA – Nemo propheta in patria, nessuno è profeta in patria. Il vecchio detto, tratto dal Vangelo di Luca, è sempre valido. Come poteva Gesù predicare a Nazaret dove tutti lo conoscevano come il figlio del falegname Giuseppe? Come poteva il semplice figlio di un artigiano parlare delle cosa sacre? Così ragionavano i concittadini del Nazareno, morto poi sulla croce, autoproclamatosi figlio di Dio? E come può uno di qui essere celebrato quando lo vediamo tutti i giorni e, magari, ne conosciamo difetti e limiti? Bisogna andare fuori per essere celebrati o semplicemente per veder riconosciuto il proprio talento. Occorre emigrare, essere apprezzati e lodati fuori e poi tornare a casa propria. E’ successo a tanti nostri artisti, nei vari campi, in questo nostro tempo. L’ultimo della cronologia è il baritono Giovanni Di Mare, che si è fatto apprezzare da critica e pubblico per le interpretazioni a Taormina nella Carmen di Bizet e nel Barbiere di Rossini. Giovedì 20 agosto ha trionfato a Pedara nella festa della sicilianità, di cui è stato direttore artistico, svoltasi nell’àmbito della sagra dell’artigianato, con ben 220 stand, che ha attirato migliaia di visitatori. Di Mare nel brano conclusivo ‘O sole mio, ha voluto accanto a sé un altro cantante augustano, il tenore Aldo Platania, in prima fila ad applaudirlo. Di Mare e Platania: finale pirotecnico.
G.C.