AD AUGUSTA, IL CROLLO ANNUNCIATO DELL’ULTIMO RIVELLINO

fortezze.jpgAUGUSTA –. «Ho sentito un boato, stavo transitando per i ponti per raggiungere il centro storico . Immediatamente mi sono accorto di quanto era accaduto, anche perché conoscevo la pericolosità della situazione e più volte in passato avevo segnalato alle autorità competenti la precarietà del sito. Una vasta porzione del muro in pietra era crollata a mare. Ho subito informato dell’accaduto i Vigili del Fuoco del distaccamento mare, che prontamente si sono recati  sul posto». Le affermazioni sono di Carmelo Miano, consigliere di circoscrizione del cosiddetto quartiere Borgata,  testimone del crollo annunciato del rivellino “Quintana”, avvenuto  intorno alle sette del mattino di domenica 3 marzo – data da ricordare come mònito per tutti, amministratori comunali, Soprintendenza ai Beni culturali e altre cosiddette autorità. Da molti anni, la gravità della situazione dei vecchi ponti spagnoli e dello stesso Castello Svevo è stata segnalata alle autorità competenti che hanno preso atto della situazione, ma non hanno mai avviato alcun intervento. Mai. Solo quando si sono manifestate  le prime avvisaglie dell’aggravarsi  della situazione si è  provveduto a transennare e vietare al transito pedonale il rivellino, ma nulla più è stato fatto.E ancora una volta il tratto del rivellino crollato è stato transennato. Nessuno di queste cosiddette autorità recita il mea culpa o  richiama la corresponsabilità di tutti gli enti che dovrebbero tutelare il patrimonio culturale, in senso lato, che, al di là di ogni considerazione di carattere turistico, deve valere come testimonianza del passato, come radice del nostro presente. Al posto dell’istmo che collegava l’Isola di Augusta alla terraferma, in epoca spagnola,  furono costruiti tre rivellini: Quintana, Sant’Anna e Santo Stefano, come prima porta d’accesso alla città. Il collegamento con la terraferma fu assicurato da due ponti levatoi, sostituiti nel 1800 da due ponti in  muratura. L’unico  esistente era  il rivellino Quintana, che sorgeva  su un isolotto triangolare costruito contestualmente alla fortificazione della città. La storia dei rivellini è legata a quella dei ponti. Negli anni ‘Trenta del Novecento,  nel primo ammodernamento e ampliamento dei ponti, furono eliminati i rivellini di Sant’Anna e di Santo Stefano. Nel 1978, per esigenze di traffico, fu realizzato un ulteriore ampliamento dei ponti.Riportiamo il desolato commento di Luca Di Giacomo, esperto in conservazione dei beni culturali: “Noi siamo questo, pezzi di pietra , della qualità più pregiata estratta in questa terra, resa bella da altri nel corso dei secoli. Noi non abbiamo interesse, stiamo crollando a pezzi, in questo mare bellissimo che non è fruibile, non è balneabile, è inquinato. Le coste stanno crollando, praticamente l’immagine del Rivellino crollato siamo noi”.  Recatisi sul posto i vigili del fuoco hanno riscontrato preoccupanti crepe nel manto stradale e, forse, suggeriranno di interdire il traffico ai mezzi pesanti. Era ora. Nel frattempo, chi arrossirà di vergogna?

G. C.