BONNIE E CLYDE NOSTRANI RAPINANO LA MONTEPASCHI DI SIENA

20130117_rapina.jpgAUGUSTA. Pomeriggio del  13 febbraio. Sono da poco passate le 15,30. Un uomo e un donna, presumibilmente giovani, (ne sapremo di più quando gl’inquirenti avranno esaminato la registrazione delle telecamere di sorveglianza), entrano regolarmente, come due normali clienti, cioè, dall’ingresso della filiale della Montepaschi di Siena, sul LUNGOMARE Rossini. Si tratta di una filiale non dotata di sorveglianza armata, forse perché, come abbiamo potuto constare in questi giorni, il Monte Paschi è  precipitato in una pesante condizione debitoria. Una volta dentro, la coppia, con straordinaria destrezza, calza immediatamente un passamontagna, estrae una pistola e un taglierino. Ordina la disattivazione dell’allarme e, senza perdere la calma, come due freddi professionisti, si fanno consegnare i telefoni cellulari dai circa dieci clienti, fra cui due bambini, e li hanno rinchiusi all’interno di una delle stanze della filiale, che, probabilmente, avevano già individuato durante una visita precedente durante la quale, per una normale operazione bancaria, avranno potuto  esaminare il luogo della rapina farsi un’idea, seppur sommaria, sulla pianificazione dell’azione criminosa.  Rinchiuso il drappello di clienti, insolito a quell’ora, vicina al momento della chiusura, i due Bonnie e Clyde nostrani hanno obbligato i dipendenti della filiale a racimolare tutto il denaro  presente in quel momento nelle loro casse  e poco dopo hanno svuotato il bancomat, arraffando probabilmente centomila euro (nel momento in cui scriviamo, il bottino non è stato calcolato con precisione, Arraffato alla bell’e meglio un non trascurabile bottino, i due si sono presto dileguati a piedi, facendo perdere immediatamente le tracce, nonostante fossero a piedi. Gl’inquirenti presumono che ci fosse un complice pronto ad aspettarli in un’auto parcheggiata in una delle strade secondarie nei pressi della banca. Ripristinato l’allarme, intervengono sul posto molto rapidamente le volanti della Polizia di Stato, la cui caserma è poco distante, all’interno del Castello svevo nella villa comunale. I poliziotti si rendono conto sùbito che i due non hanno lasciato traccia e, nell’impossibilità di tirare fuori dalla stanza i malcapitati clienti con i bambini molto spaventati, chiamano i vigili del fuoco per liberarli.  I clienti con i bambini erano visibilmente scioccati. Qualcuno ha detto: “Abbiamo vissuto l’esperienza più drammatica della nostra vita”, “Sembrava di vivere un reality, ma, invece, era tutto vero”.  Non è la prima volta che la filiale augustana della Montepaschi viene rapinata, ma è la prima volta, anche in assoluto, che ad Augusta è accaduto un fatto che poteva finire in tragedia.

Giorgio Càsole