Il teatro a due passi da casa: il “Concorso Internazionale di Belcanto” e “Comics”, l’inaugurazione della rassegna organizzata dall’Associazione Ecco Godot- di Rita Caterina Andò

Concorso-Bellini_-I-vincitori-e-la-giuria-2-470x259.jpg CATANIA.   Emozionante finale per la seconda edizione del Concorso internazionale di Belcanto Vincenzo Bellini, approdato a Catania, città natale del compositore, dopo la prima edizione varata nel 2010 a Parigi, nel Dipartimento delle Hauts de Seine. La staffetta tra la capitale francese e il capoluogo etneo ha potuto contare sul patrocinio della Provincia Regionale di Catania, che ha inserito l’evento nell’ambito di Etnafest e ha ospitato semifinale e finale nell’auditorium Le Ciminiere, dove si sono cimentati candidati dal curriculum già ricco di esperienze e affermazioni. Così prevede la linea direttrice del concorso istituito nel 2010 da Marco Guidarini, direttore artistico dell’Associazione MusicArte di Parigi, in sinergia con il regista Enrico Castiglione che l’anno precedente aveva fondato a sua volta il Bellini Festival. Per accedervi occorre infatti che i giovani partecipanti si siano già distinti in altri concorsi: una regola altamente selettiva che permette di individuare elementi particolarmente maturi e pronti a diffondere il difficile e specifico verbo belcantistico. Il concorso dei concorsi: questo vuol essere la competizione intitolata a Bellini.

E la severa selezione di base è garanzia di qualità, come conferma il livello dei vincitori della seconda edizione. Se la blasonata giuria presieduta da Alain Lanceron, direttore di Emi e Virgin Classic, ha deciso di non assegnare il primo premio, intatte restano le aspettative riposte sulla seconda classificata, il mezzosoprano palermitano Valeria Tornatore, e sul tenore francese Paul Glauger, terzo. Entrambi possiedono la stoffa di autentici belcantisti che li ha già visti affermarsi in altri concorsi lirici e cogliere i primi successi sui palcoscenici europei.Ma nella lode vanno accomunati tutti i sei finalisti – provenienti da varie paesi europei – che hanno affrontato impervie pagine belliniane, ma anche mozartiane, rossiniane e donizettiane, mirabilmente accompagnate al pianoforte da Andrea Del Bianco e Milo Longo.Insieme ad Alain Lanceron, la giuria annoverava il regista Enrico Castiglione, direttore artistico del Bellini Festival, il musicologo Domenico De Meo, il maestro Vincenzo De Vivo, direttore dell’Accademia di Osimo, il basso baritono Stanislaw Kotlinski, direttore del Dipartimento vocale dell’Università di Danzica, il critico musicale Sergio Segalini, direttore artistico di importanti festival ed enti lirici, e il celebre soprano rumeno Leontina Vaduva. “Il premio del concorso – ha sottolineato Enrico Castiglione – non è in denaro ma consiste piuttosto in una serie di scritture. Obiettivo della manifestazione è infatti mirare alla scoperta e al lancio delle migliori voci destinate a diffondere, nel prossimo futuro, l’arte del belcanto di cui Bellini è stato uno dei massimi rappresentanti. Lo conferma il profilo artistico della vincitrice della prima edizione che ha rivelato una nuova stella della lirica. Il soprano Pretty Yende, incoronata nel 2010 e poi primo premio nel 2011 al Concorso Operalia presieduto da Placido Domingo, è infatti richiesta nei maggiori teatri del mondo. Lo stesso, siamo certi, si verificherà per Valeria Tornatore e Paul Glauger”. Il prossimo anno il concorso si svolgerà nuovamente a Parigi, per la quarta edizione del 2014 tornerà a Catania con un’impostazione ancora piùarticolata.“Il nostro è più ampiamente un progetto formativo – ha sottolineato Marco Guidarini – che auspichiamo possa portare all’istituzione di un’accademia di perfezionamento per i giovani talenti che si sentono vocati al Belcanto in senso stretto: un repertorio irrinunciabile della cultura musicale, ma che per la sua difficoltà e carenza di interpreti tende ad essere trascurato dalla programmazione teatrale”. Basta dare uno sguardo ai cartelloni internazionali, dove i titoli di autori pur celebri dell’era del Belcanto – come Rossini, Donizetti e Bellini – scarseggiano di fronte alle successive produzioni verdiane e pucciniane. “L’individuazione e la formazione di cantanti altamente specializzati – ha specificato Alain Lanceron – è dunque fondamentale per l’esecuzione filologica e la diffusione in video e in disco di un raffinato retaggio. Perché soprattutto di raffinata vocalità vive il Belcanto, il cui portato culturale è tale che il termine stesso è diventato in qualche modo sinonimo di melodramma e teatro d’opera”. Si rinnova così il gemellaggio tra il Festival Belliniano di Catania e il Concorso fondato nei luoghi parigini in cui il musicista concluse la sua breve esistenza e compose l’ultimo capolavoro, I Puritani. La kermesse ha chiuso l’ampia programmazione del quarto Bellini Festival, avviato in luglio e agosto a Taormina. La manifestazione è poi proseguita a Catania con la tranche settembrina e quella novembrina: la prima costruita intorno all’anniversario della scomparsa del musicista, la seconda intorno a quello della nascita, avvenuta appunto il 3 novembre 1801.

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Comics: Sergio Vespertino inaugura la stagione del ventennale.  La rassegna è organizzata dall’associazione “Ecco Godot”, con la collaborazione del Teatro Stabile di Catania

 

comics.jpgCATANIA – “Comics” taglia con successo il prestigioso traguardo del ventennale. Venerdì l’inaugurazione della rassegna organizzata dall’Associazione Ecco Godot, che si avvale dal 2010 della collaborazione e dell’ospitalità del Teatro Stabile di Catania.  «La sinergia con “Comics” – spiega il direttore dello Stabile Giuseppe Dipasquale – si fonda sulla qualità della proposte e sulla loro portata sperimentale e innovativa». Crescente è stato negli anni il gradimento dei cartelloni impaginati da Marco Vinci, fondatore e direttore artistico di Ecco Godot: «Da vent’anni “Comics” rimane fedele all’obiettivo di divertire, offrendo uno spaccato variegato della nuova comicità attraverso i suoi esponenti più interessanti, singoli e gruppi». In questa visione, da novembre ad aprile, l’edizione del ventennale prevede cinque appuntamenti. Quattro saranno in scena al Musco, con due turni serali, venerdì e sabato: Sergio Vespertino (16 e 17 novembre), I Senso d’oppio (7 e 8 dicembre), Diego Parassole (15 e 16 febbraio), I Sagapò (15 e 16 marzo). Data unica per Raul Cremona che si esibirà al Teatro Ambasciatori (20 aprile). Tutte le rappresentazioni avranno inizio alle ore 21. Apre dunque il palermitano Sergio Vespertino, una delle maschere comiche più care al pubblico. A Catania presenta lo spettacolo “Papà à la coque” – di cui è autore – arricchito dalle musiche originali di Pier Paolo Petta alla fisarmonica. Quella del padre di famiglia è una figura che, sotto la lente comica e grottesca di Sergio Vespertino, può passare dal tragico al comico in un istante, sotto la spinta di una visionaria e buffa metamorfosi. A tal punto che, al suo cospetto, lo scapolo impenitente, perennemente allegro e scanzonato, sempre pronto a salpare sul bastimento dell’avventura, diventa una sorta di icona esorcistica. Che non conosce borse sotto agli occhi, insonnie procurate; al riparo da pianti inconsolabili, poppate notturne. Cosa ne deriva? Il matrimonio viene sempre più visto come una trappola crudele, che alterna all’euforia incosciente del giorno solenne dell’unione, un lutto perenne, il cordoglio come contrappasso irritante. Con il corredo di crisi cicliche, di problemi sempre più irrisolvibili, di esaurimenti alla porta. Ma non tutto è perduto, almeno secondo Vespertino. Il quale, come è ormai suo costume, prendendo le mosse dagli anfratti del più bieco quotidiano, e pigiando sul pedale dell’ironia e dell’autoironia, in questo suo spettacolo ha fatto dell’irruzione di un figlio il punto di non ritorno della vita famigliare, il giro di boa di abitudini e usi. Quando cioè ogni cosa non è più come prima: tutto diventa piccolo, dalla casa alla macchina, e l’accettazione iniziale, quasi una sorta di condanna subita, può diventare, alla luce di un nuovo sguardo, vergine e irriverente, una nuova e benefica condizione. Il presupposto necessario per riscoprire le gioie di ogni giorno, le conquiste infinitesimali, il sorriso spontaneo e genuino. Il tutto, immerso in una temperie di sano umorismo e di poetici abbandoni, in agguato quando meno uno se l’aspetta. “Papà la coque” è un lavoro emblematico del work in progress di Vespertino, la cui carriera artistica e professionale comincia nel 1990 come capocomico del fortunato quartetto cabarettistico dei Treeunquarto, riscuotendo un grande successo personale. Dieci anni dopo si stacca dal gruppo, ormai popolarissimo, per dedicarsi all’affinamento della propria preparazione di attore di teatro. Nel novembre del 2000 conosce Turi Ferro, con cui lavora nello spettacolo “La cattura” (ultima rappresentazione del grande maestro). Successivamente, nello stesso allestimento, si affianca a Giulio Brogi. Ha lavorato inoltre con altri celebri artisti teatrali come Riccardo Garrone, Tuccio Musumeci, Pippo Pattavina, Anna Malvica. Il suo teatro è frutto di una sapiente manipolazione di repertori tradizionali, popolareschi e cabaret di parola che gli permettono di esprimere sempre e in maniera originale le sue indiscusse qualità istrioniche e attoriali, evidenziate anche nelle sue performace televisive e cinematografiche. In televisione ha partecipato a “Casa Rai Uno”; “Il senso del tatto” e “Il gioco delle tre carte”, sceneggiato della serie “Il commissario Montalbano”; “Il Caravaggio trafugato” in Primo Piano su Rai tre; “Seven Show”, programma comico su Italia 7; “Grand Hotel Cabaret” programma comico su circuito regionale siciliano; “Scuola di Cabaret” programma comico distribuito su 25 emittenti siciliane; “Insieme”, talk show a circuito regionale per la Sicilia e Calabria. Ricopre il ruolo di Pietro Spano nella fiction “Agrodolce”, diretta da Giovanni Minoli per Raitre. Di rilievo anche il suo impegno nel cinema. Nel 2009 è nel cast di “Viola di Mare” di Donatella Maiorca e viene scelto per un ruolo da Giuseppe Tornatore per “Baaria”. Partecipa ai cortometraggi “La goccia” con Remo Girone; “Senso di colpa” di Sergio Cannella; “Aria” di Ernesto Scevoli per la regia dello stesso e di Pippo Gigliorosso. Con quest’ultimo “corto” ha ottenuto il premio al Bizzarro Film Festival di Ravenna come migliore attore protagonista maschile. Anche quello di “Comics” è un appuntamento da non perdere. Info abbonamenti : www.eccogodot.org

   Rita Caterina Andò