Questi 800.000 euro, unitamente a tutti quelli delle successive sanzioni, devono richiederli al Ministero dell’Ambiente e ai commissari nominati dai vari Governi che non hanno mosso un dito rispetto alla bonifica del Sito di Interesse Nazionale di Priolo, all’interno del quale ricadono le due discariche. I cittadini di Augusta sono già vittime dell’incapacità della politica nazionale di garantire il loro diritto alla salute, è vergognoso pensare che debbano farsi carico anche della multa. Ma non accadrà, la nostra Amministrazione comunale di Augusta” – conclude Di Pietro – “sta predisponendo nota di risposta per chiarire al Ministro Padoan che i siti di interesse nazionale sono di competenza del suo collega Galletti”. Un ulteriore spunto su Augusta è tirato in ballo dai deputati M5S: “A seguito di nostri accessi agli atti abbiamo constatato che la rada di Augusta nel dicembre 2015 è stata esclusa dalla Commissione Europea dalla lista delle discariche da bonificare, pur in assenza di bonifica. Avevamo lavorato in tal senso perché ritenevamo che i SIN non potessero essere considerate discariche ma siti da bonificare. D’altra parte non capiamo perché la rada di Augusta sia stata esclusa mentre altri due siti ricadenti nello stesso SIN siano stati mantenuti. E soprattutto, se si sono accorti finalmente che inserire la rada di Augusta è stato un errore, vanno ricalcolate la multa iniziale e la prima sanzione semestrale, cosa che ad oggi non è avvenuta, come dimostra la nota del Ministero dell’economia. Abbiamo per questo interrogato la Commissione Europea già lo scorso febbraio e attendiamo risposta a giorni, intendiamo recuperare questi soldi. Mentre il Governo Renzi scarica l’onere sui cittadini per le colpe politiche dell’ultimo decennio, noi – concludono Corrao, Mannino e Trizzino – lavoriamo per recuperare somme e per fare pagare il dovuto a chi doveva agire e non l’ha fatto”. La deputata nazionale Sofia Amoddio, siracusana del PD, pur appartenendo all’area di governo, ha fatto sentire anche la sua nota critica, ma, al contrario dei grillini, chiede che il governo Renzi rinuncia a questa sanzione. Dice Ammoddio: “La comunicazione del Ministero dell’economia con la quale si chiede al comune di Augusta di pagare la sanzione di 800 mila euro comminata dalla corte Europea per le mancate bonifiche di alcuni siti, rappresenta un errore molto grave. Per questo motivo, con una interrogazione e in attesa di presentarne una ad hoc per Priolo, ho chiesto alla Presidenza del Consiglio di far ritirare l’atto di rivalsa nei confronti del Comune di Augusta. Risulta incomprensibile capire per quale motivo il comune di Augusta sia destinatario della diffida dato che la discarica incriminata ricade nel territorio individuato quale sito di interesse nazionale (SIN) e per il quale le competenze sono attribuite dal testo unico ambientale al Ministero dell’ambiente. Occorre ricordare che la mancata bonifica dell’area oggetto della diffida è dovuta a molteplici fattori e inadempimenti del Ministero dell’ambiente e della Regione Siciliana. L’area oggetto della diffida è stata già inserita nell’accordo di programma sottoscritto nel 2008, modificato nel 2009 e nel quale erano state individuate e rese disponibili risorse finanziarie per oltre 106 milioni di euro. onostante la disponibilità in capo al Ministero dell’ambiente ed alla Regione siciliana di ben 106 milioni di euro per la realizzazione delle bonifiche dell’area SIN, al 2015, risultavano spesi solo 3 milioni di euro per studi di caratterizzazione e progettazione. Inoltre, l’accordo di programma sottoscritto in data 25 giugno 2015 è stato stipulato dal Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio del mare, dall’Agenzia per la coesione territoriale, dal Ministero dello sviluppo economico e la Regione Sicilia, senza che il Comune di Augusta o altri Comuni siano stati parte del procedimento e men che meno sottoscrittori dell’accordo stesso. Il progetto di bonifica è stato affidato ad Invitalia Attività Produttive S.p.A. dal Commissario Delegato per l’emergenza Bonifiche e la Tutela delle Acque della Regione Sicilia, oggi Assessorato Regionale dell’Energia e dei servizi di pubblica utilità quindi. È incomprensibile in ragione di quale norma o fatto possa essere attribuita la responsabilità al Comune di Augusta oppure al comune di Priolo per la mancata esecuzione delle bonifiche. Al contrario, il Comune di Augusta, il Comune di Priolo e i cittadini che risiedono in tutto i territori vicini al sito industriale sono soggetti lesi dagli inadempimenti decennali dell’amministrazione statale e regionale”. “Dal 2013” – conclude Sofia Amoddio – “ho presentato diverse interrogazioni aventi ad oggetto le bonifiche dell’area SIN di Priolo Gargallo invitando il Ministero dell’Ambiente ad eseguire le bonifiche. Ho chiesto perfino al Governo di esercitare i poteri sostitutivi nei confronti della Regione Sicilia soggetto attuatore degli interventi di bonifica, ma in nessuna delle risposte alle interrogazioni è mai stato riportato che le mancate bonifiche siano addebitabili a ritardi delle amministrazioni comunali”. Quale sarà le reazione del governo renzi, il Cpomune di Augusta non intende pagare.
Diletta Càsole