“VORREI LAVARVI I PIEDI PER METTERE IN ATTO L’INSEGNAMENTO DI GESÙ”
Una Chiesa divisa, una parrocchia in cui non esiste lo spirito del vero e reale servizio a Dio e ai fratelli non crescerà, si frantumerà, sarà di scandalo. Chiunque (sacerdoti e laici) e a qualunque titolo dovesse operare per dividere farebbe male non solo alla Chiesa, ma anche a sé stesso. Devo esprimere la mia sofferenza interiore nel vedere che qualcosa del genere ha colpito anche la mia persona e la comunità affidatami: mi riferisco ai momenti di difficoltà che hanno caratterizzato il rapporto con alcune realtà ecclesiali della Città: Confraternite, Gruppi, Terzordini, Laicati. Come un Padre che ama, talvolta a qualche richiesta, è stato doveroso rispondere, con sofferenza con un no. Sul momento il rifiuto non è mai comprensibile e può generare malumori e rancori. Ognuno di noi, in base alle proprie convinzioni, può ritenersi di stare dalla parte della Verità; e nel caso che le conseguenze di certe scelte dovessero provocare divisioni che, purtroppo, anche nella Chiesa esistono, come insegna la storia. Recentemente, ha affermato il Santo Padre in un incontro con una delegazione di “Fratelli separati”, nella divisione tra le Chiese “vi sono stati, da entrambe le parti, gravi peccati e mancanze umane” . Ripeto da entrambe le parti. “In uno spirito di reciproco perdono e di umile pentimento, abbiamo bisogno adesso di rafforzare il nostro desiderio di riconciliazione e di pace”. Consideriamo quanto accaduto, un peccato di cui chiedere umilmente perdono, ognuno per la sua parte di responsabilità. Consideriamo quanto accaduto come una “prova” che ci faccia crescere nell’amore del Signore. Nell’anno del Giubileo della Misericordia, alla luce della Parola di Dio che mediante l’Apostolo Paolo (testimone diretto della misericordia di Dio) ci esortava con queste parole: “Sopportatevi gli uni gli altri e perdonatevi a vicenda, se uno ha di che dolersi di un altro. Come il Signore vi ha perdonati, così fate anche voi”. Tutti noi, Parroco, Sacerdoti e fedeli, stiamo portando, ormai da tempo, nel nostro cuore una grande sofferenza per queste vicende. Avrei tanto a cuore, per il ruolo che svolgo, in questa Città come Parroco della Chiesa Madre e Rettore delle vostre chiese, come ha scritto in una sua lettera il nostro Arcivescovo citando l’Apostolo Paolo, “non padrone della vostra fede ma collaboratore della vostra gioia”. Pertanto lasciandoci alle spalle questi tristi momenti di divisione, vi invito tutti a coltivare l’unità e l’armonia delle nostre Comunità, nel rispetto delle capacità e dei carismi personali e comunitari per la crescita in santità della Chiesa. Da parte mia, come sincero segno di amore e di riconciliazione verso di voi, così come ho detto al Padre Vescovo il prossimo Giovedi Santo, vorrei lavarvi i piedi per mettere in atto l’insegnamento di Gesù Maestro e Signore affidato a tutta la Chiesa: “Mediante la carità siate a servizio gli uni degli altri. Tutta la legge infatti trova la sua pienezza in un solo precetto: amerai il prossimo tuo come te stesso”. Carissimi fratelli, credo che sia giunto finalmente il momento, in quest’anno in cui celebriamo il Giubileo della Misericordia, porre fine ad alcune laceranti incomprensioni e tensioni che hanno tolto serenità a tutti noi; è mio vivo e sincero desiderio celebrare con animo riconciliato i prossimi appuntamenti pubblici della Comunità cristiana di Augusta: il precetto delle confraternite, la settimana santa, la Pasqua.
Augusta, 06 marzo 2016
Sac. Prisutto Palmiro