INTERVISTA RILASCIATA DALL’ON. NICOLA BONO, EX PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI SIRACUSA SUL FALLIMENTO DELLA SAI 8 E SULLE BOLLETTE PER IL PAGAMENTO DEL CONSUMO DELL’ACQUA
La concessione è stata ritirata dal Commissario Buceti ed anche il TAR di Catania e di Palermo hanno recentemente confermato la correttezza di questa decisione ed hanno respinto gli ennesimi ricorsi proposti da SAI8. In base al contratto tra ATO Idrico e SAI8, contratto sottoscritto prima della mia gestione e che io ho sempre avversato, anche quando, prima della sua sottoscrizione, pur non avendo dirette responsabilità nell’ATO, da deputato presentavo interrogazioni parlamentari nell’inutile tentativo di attirare l’attenzione del governo Prodi sullo scandalo che si stava realizzando a Siracusa, SAI8 deve continuare a gestire il servizio sino a quando l’ATO non sarà in grado di provvedere in altro modo. In tal senso, dopo la recente ordinanza del TAR Catania, il Commissario Buceti sta calendarizzando un programma di cessione degli impianti da SAI8 all’ATO e, per esso, ai Comuni. La strada, quindi, mi sembra spianata, così come contati i giorni di SAI8. II) Addirittura tale SAI 8 minaccia di adire le vie legali per la protezione della propria immagine contro l’assessore Marino e, forse, contro di Lei. E’ arroganza, tracotanza, o sicurezza delle proprie ragioni? E’ l’attività preferita di SAI8, che ha sempre scelto di utilizzare i soldi incassati dagli utenti per sostenere onerose spese legali, anziché per realizzare gli investimenti previsti in contratto e onorare i suoi obblighi. D’altronde, come biasimarli. Questa strategia gli ha consentito di sopravvivere finora , malgrado le ripetute violazioni contrattuali, grazie anche alle protezioni e complicità ai vari livelli istituzionali di cui ha goduto. Ma come dicevo prima, ora i tempi sono cambiati, e ciò anche grazie all’assessore Marino cui va la mia stima personale per l’inflessibilità, sua e della sua squadra, della quale fa parte il Commissario Buceti, con la quale ha sempre dimostrato di persegue obiettivi di legalità, insensibile alle interessate pressioni presumibilmente esercitate da ambienti interni alla maggioranza politica che governa la Regione. III) E su quali fondamenti si basano queste ragioni? Io, sinora, ho visto solo calunnie e, dopo la mia querela, aspetto che sia fatta Giustizia con la G maiuscola. IV) Come si devono comportare gli utenti che stanno ricevendo le bollette da tale Società, che chiede acconti e raramente fa i conguagli? Logica vuole che il servizio deve essere pagato a chi lo rende. Cosa diversa è se il servizio è reso correttamente, se l’acqua distribuita è potabile, se i reflui vengono depurati, se le fatture sono corrette e corrispondono ai consumi effettivi. Sono anche queste le ragioni per le quali la concessione è stata ritirata, ma è compito dell’ATO vigilare ed in questo, vista la struttura minimale di cui è dotata, potrebbe e dovrebbe essere collaborata dai Comuni, soci dell’ATO e futuri destinatari della gestione del servizio. V) Stando alla nuova normativa, i Comuni devono riprendere in mano la gestione della distribuzione dell’acqua. Ad Augusta, retta da tre commissari prefettizi, il Comune non ha agito nel senso voluto dalla legge, perché, sostengono questi commissari amministratori, non c’è il personale idoneo, perché trasferito altrove dalle precedenti amministrazioni. Può un Comune andare contro la legge per questi motivi? C’è stato un referendum e non può essere frustata la volontà dei cittadini che in misura plebiscitaria si sono espressi per una gestione pubblica del servizio idrico. C’è una legge regionale, la n. 2/2013, che conferma in modo inequivocabile questo principio. Comprendo le difficoltà del Comune di Augusta che, in gravissime difficoltà economiche, dovrà attrezzarsi per gestire un servizio dismesso da oltre 5 anni. D’altronde anche Siracusa è in condizioni molto simili ma, pur con le difficoltà di un’utenza quasi quintuplicata rispetto a quella di Augusta, ha dichiarato la disponibilità a riassumere il servizio. Probabilmente, almeno in una fase iniziale, potranno essere di aiuto, sotto il coordinamento dell’ATO, i Comuni limitrofi che, non avendo smesso di gestire il servizio, non hanno perso il know how necessario. Altrettanto utile potrà essere l’utilizzo delle maestranze già transitate in SAI8 e provenienti dai Comuni o Società precedentemente gestori del servizio, utilizzando così l’esperienza del personale preparato ed evitando che le insanabili inadempienze di SAI8 si ripercuotano a danno degli onesti lavoratori dipendenti. VI) I cittadini possono versare al proprio Comune le somme dovute alla SAI 8? Allo stato, penso che la soluzione proposta creerebbe più problemi di quanto ne risolverebbe. So che i conti di SAI8 sono sottoposti al vigile controllo del Tribunale e, quindi, confido che non ci siano sorprese. Comunque, lo spartiacque sarà il ritorno della gestione del servizio ai Comuni, in forma singola o associata. Prima si farà ciò e prima ci sarà l’auspicata chiarezza.
Giorgio Càsole