I COMPRENSIBILI RITARDI DELLO “SPENDING REVIEW”

Ghigliottina.jpgLa riorganizzazione della Pubblica Amministrazione non sta procedendo secondo le scadenze fissate originariamente dal Governo. Non che questo ci dispiaccia ovviamente, ma i “professori tecnici” guardano la scadenza elettorale con occhi diversi, da politici consumati. L’avvio del piano di tagli e conseguente gestione delle “eccedenze” (ricollocazione, prepensionamenti e mobilità) subisce quindi un forte rallentamento poiché il Dpcm iniziale, riguardante gli esuberi per la prima fase di riorganizzazione, oltre a non essere operativo non risulta neppure formalmente varato. Il grande serbatoio elettorale della pubblica amministrazione, in particolare quello interessato dalla prima fase della spending review – Difesa (solo personale civile), Sviluppo Economico, Politiche Agricole, Ambiente, Infrastrutture e Trasporti, Lavoro, Istruzione e Università, Beni Culturali, Salute, i 21 enti di ricerca (compresi Enea, Asi, Cnr e Istat) e i 20 enti pubblici non economici a partire dall’ Inail – non può cadere nelle mani degli avversari politici e correre il rischio di perdere un numero consistente di consensi importanti. E pensare che il primo Dpcm dovrebbe essere seguito da altri due provvedimenti analoghi, per un totale di 7416 eccedenze, che riguardano l’Inps e l’Enac e il decreto della Presidenza del Consiglio sui 24 enti parco nazionali.  Senza considerare che resta incerta la situazione per altri tre ministeri: Giustizia, Affari Esteri e Interno dove, in quest’ultimo caso, l’individuazione degli esuberi è stata di fatto rinviata in parallelo con lo slittamento del taglio delle Province imposto dal Parlamento uscente. Stiamo per affrontare la stagione invernale dove, solitamente, neve e gelo si abbattono sul nostro paese e il “congelamento” è un evento con il quale fare i conti. E’ anche vero però che in primavera torneranno a risvegliarsi gli animi e gli appetiti di tutti, poichè l’ex Governo degli ex-tecnici, sostenuto da una larga maggioranza parlamentare, ha operato scelte e deciso “operazioni” sulle teste e nelle tasche dei lavoratori.

   USB DIFESA

CARICHE NEI CONFRONTI DI GIOVANISSIMI STUDENTI CHE HANNO MANIFESTATO IERI A ROMA

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Gli onesti cittadini italiani esprimono solidarietà agli studenti che hanno manifestato ieri 14 novembre a Roma e condannano le violentissime cariche da parte delle forze dell’ordine, attuate nei confronti di giovanissimi manifestanti, fra cui molti studenti delle scuole medie. Sono stati impiegati addirittura blindati contro gli studenti, che vengono anche inseguiti singolarmente e trascinati sull’asfalto in una “caccia all’uomo” a cui si sono giustamente opposti numerosi cittadini romani; l’uso massiccio di lacrimogeni, che ha provocato malori e crisi di panico, costituiscono un comportamento assurdo ed inadeguato.  C’erano davvero i nostri figli, decine di migliaia di ragazzi nelle piazze italiane, lo slogan piu’ gridato a Roma era “Tutti insieme famo paura!“, ma hanno trovato sulla loro strada chi, infischiandosene della loro età, della loro insicurezza del presente e paura del futuro, ha deciso di massacrarli per impedirgli di arrivare a gridare la propria rabbia sotto le finestre della politica. Manganellate, lacrimogeni di ultima generazione che tolgono il fiato, cariche con i blindati addosso ai ragazzi, rastrellamenti, arresti, botte. Questo  e’ il quadro della manifestazione di ieri a Roma, ma anche a Brescia, Milano, Torino, ecc. Eppure, il ritrovato protagonismo degli studenti, quelli delle superiori più degli universitari, per riprendersi il presente, dice con ancora più forza che la politica, quella vera, è quella che sta nelle piazze, nelle assemblee, negli scioperi e nella rabbia dei giovani operai dell’Ilva per l'”omicidio” del loro collega grazie ad un infame accordo sindacale che ha drasticamente ridotto la sicurezza, nella fuga dei ministri a bordo di elicottero dalla sardegna inseguiti dagli operai del Sulcis e dell’Alcoa, nella marea di lavoratori e precari, studenti, occupanti di casa e sfrattati.

  USB  – Unione Sindacale di Base