LO STEMMA COMUNALE

Augusta-Stemma.jpgDa qualche tempo, in questa città che non sa amare se stessa, si assiste ad un florilegio di stemmi comunali dalle forme a dai colori bizzarri. Strane aquile malandate con ali malaticce affette da chissà quali infermità aviarie e che in nulla ricordano la solennità dell’Aquila Sveva: neppure nella corona imperiale;  campi dello scudo verdi, azzurri, persino bianchi e celesti di cui non si comprendono le origini; un cartiglio, che con l’appellativo regale di “Veneranda” attesta la demanialità e quindi la diretta appartenenza della città all’Imperatore, che, quando è presente, è di forma davvero sgraziata; la scomparsa dell’acronimo S.P.Q.M.A. che da solo dovrebbe costituire l’orgoglio di un privilegio concesso alla città e l’orgoglio della vicinanza  con la nobilissima città greca di Mégara, vicinanza che altri centri –che pure non vantano la storia né la competenza territoriale che può invece vantare Augusta– ostentano, giustamente, nel loro stemma (penso a Melilli e persino a Priolo Gargallo).

Davvero sconcertante è vedere, poi, che anche il sito della Commissione comunale per il piano di studi di storia patria –che istituzionalmente ha un ruolo fondamentale nella conoscenza, nella divulgazione e nella salvaguardia della storia della città e dei suoi simboli– utilizza uno stemma raffazzonato. Se poi si accede al sito del comune di Augusta si sfiora il ridicolo: nei pochi centimetri quadrati della home page si possono individuare ben tre (sic!) stemmi comunali di diversa forma e colore: il primo, quello per così dire “istituzionale”, con aquila orrenda su campo verde; il secondo, l’unico dall’aspetto gradevole e più vicino al vero stemma, utilizzato per la campagna sulla raccolta differenziata, con aquila “presentabile” su campo verde; il terzo, davvero curioso, inserito manifesto dell’assessorato alla cultura (proprio così, alla cultura!!) che pubblicizza l’estate augustana, con aquila giallo limone (!) su campo celeste…

Ma davvero innumerevoli sono gli esempi che si possono facilmente individuare nel web o nei manifesti sparsi sui muri della città.

Come dire, ci si alza al mattino e che si fa? Un nuovo stemma comunale…

Chi scrive è un Cittadino (credo sia credenziale sufficiente) cresciuto nell’orgoglio di appartenere ad una città fondata dallo “Stupor Mundi” che, oltre a darle il nome le ha donato lo stemma del suo casato, non immaginando certo che gli ingrati Augustani lo avrebbero misconosciuto e così vituperato. Questo non significa che chi scrive è contrario all’evoluzione dei simboli, alla modernizzazione, all’adeguamento che i mutati gusti e i nuovi mezzi di comunicazione di massa richiedono; mutamenti che, sia ben chiaro, possono riguardare anche i colori, le forme e/o consistere anche in stilizzazioni o semplificazioni. Anche l’attuale stemma ha subito modifiche nel corso dei secoli.

Ma questo rinnovamento non può (non deve!) essere affidato alla bizzarra fantasia (o dovrei dire alla insondabile ignoranza?) di un tipografo, di un web designer o di un provider; ma deve (può!) essere il frutto di un profondo e serio studio di chi ha gli strumenti, i titoli, le competenze per farlo.

Ad Augusta esiste, appunto, una Commissione di storia patria, esistono personalità dall’indiscutibile carisma in questo campo…  affidiamoci, vi prego, alla loro intelligenza…

Se è vero, come dice qualcuno, che “il simbolo è la migliore espressione culturale” di un popolo, lasciatemi dire che questa città che non ha neppure un colore in cui identificarsi ha davanti un misero futuro.

          Un cittadino che, suo malgrado, ama la sua Città.