I giovani del Mègara e la sessualità

aforismi-sessualita-2AUGUSTA – Il sesso è ormai, a partire dalle lotte femministe degli anni 60 e 70, un argomento di discussione affrontato liberamente e senza preconcetti. In Italia però, per motivi culturali, molti tendono a considerare la sfera sessuale un tabù, qualcosa che implica vergogna. Nonostante ciò, negli ultimi anni sono stati fatti molti passi in avanti e la nuova generazione è molto più curiosa e aperta alla conoscenza rispetto ai suoi predecessori. E’ chiaro che uno dei punti nevralgici di questo cambiamento è la scuola, meta di passaggio tra l’età adolescenziale e quella adulta. Nello specifico, l’unico strumento libero da vincoli che gli studenti hanno per esprimersi è l’Assemblea d’Istituto, un evento a cadenza mensile che ha il compito di affrontare un argomento scelto in precedenza sempre dai ragazzi. E durante l’ultima assemblea d’Istituto del Liceo Mègara di Augusta, svoltasi nei locali dell’Aula Magna dell’ITIS, il tema è stato proprio la sessualità. Si è scelto tale argomento poiché alcune ragazze del Liceo avevano effettuato due settimane prima un sondaggio sul sesso, i cui risultati hanno svelato una conoscenza dell’argomento precaria e poco precisa.  L’Assemblea è stata divisa in due giorni, 22 e 23 Gennaio, per motivi di spazio. Il dibattito è stato supportato dal parere scientifico di due esperti dell’ASP di Siracusa, la sessuologa dott. Messina e lo psicologo dott. Saraceno; la gestione pratica è stata invece svolta dai rappresentanti di Istituto e della Consulta Provinciale che, appartenendo essi stessi al corpo studentesco, riescono sempre a controllare l’impulsività dei compagni. Dopo un breve saluto della preside prof. ssa Castorina, sono iniziati i lavori dell’assemblea: due ragazze hanno esposto i risultati del sondaggio su citato, poi gli esperti hanno iniziato un “vademecum” sul sesso;  la sete di conoscenza dei ragazzi si è manifestata sin dai primi minuti, con numerosissime domande da parte di un pubblico via via sempre più catturato e attento. La prima parte dell’assemblea è stata puramente teorica, affrontando l’argomento “Sesso” a 360° (dalla contraccezione a un’osservazione attenta dei genitali maschili e femminili con proiezioni digitali) per dare ai ragazzi una conoscenza generale dell’argomento prima di addentrarsi in profondità. La seconda parte è stata invece dedicata alle domande rivolte agli esperti, divise in due sezioni: le domande anonime, una per classe, e quelle spontanee da parte del pubblico. La dott. Messina e il dott. Saraceno hanno risposto egregiamente ad ogni quesito, sfatando dubbi e luoghi comuni accompagnando dolcemente l’Assemblea ad una felice conclusione. Nonostante il tempo relativamente breve (circa 3 ore), il sottoscritto ha avuto modo di rilevare tra i ragazzi un aumento esponenziale nell’attenzione per la contraccezione e le Malattie Sessualmente Trasmissibili grazie alle parole degli esperti. Come si dice negli USA, “Mission Accomplished”.

   Joseph Insirello

AUGUSTA/QUANDO IL PROF NON OSAVA PRONUCIARE LA PAROLA “CUL”

downloadAUGUSTA. Quasi 5o anni fa, nel 1966, alcuni studenti, due ragazzi e una ragazza,  del prestigioso liceo “Parini” di Milano pubblicarono sul loro  giornale d’Istituto, La zanzara, un’inchiesta sui giovani e la sessualità. L’inchiesta provocò uno scandalo che superò i confini del liceo e di Milano.  I tre giovani furono accusati di oscenità e di “corruzione di minorenni”, perché le ragazze intervistate   non avevano la maggiore età. In virtù di una legge fascista in vigore, il giudice incaricato dell’indagine obbligò gli studenti a spogliarsi, per verificare l’esistenza di tare fisiche e psicologiche. I maschi  si spogliarono, la ragazza rifiutò  decisamente. Finirono sotto processo e su tutti i giornali. Il caso “La zanzara” divenne un caso nazionale. I tre studenti alla fine furono assolti, ma  il caso divenne emblematico d’un’Italia in cui  la censura la faceva da padrona e in cui non  si poteva pronunciare la parola sesso senza timore. Ricordo la mia insegnante di biologia  che, al liceo, saltava a piè pari il capitolo sulla riproduzione; ricordo che, nello stesso liceo, il mio insegnante di Italiano  nel leggere un  verso di Dante sulla scurrilità dei dèmoni infernali, “ed elli avea del cul fatto trombetta”, saltava la parola “cul”, mentre tutti  seguivamo il testo e leggevamo la parola censurata dal docente; ricordo le mie compage di classe che bisbigliavano la parola “assorbente”, per indicare il  tampone intimo indossato durante le mestruazioni e quando io percepii la parola credevo si trattasse  della carta assorbente, usata per asciugare l’inchiostro della penna stilografica; ricordo bene quell’anno perché  diedi vita al giornale studentesco del liceo Il Cicerone , che gravava interamente sulle mie spalle, anche dal punto di vista finanziario, ma che, per poter vendere fra i ragazzi del liceo,  dovevo sottoporre al visto censorio di quello stesso insegnante che non osava pronunciare la parola cul . Dopo quasi mezzo secolo, in quello stesso liceo  si può parlare di sesso, tranquillamente, ufficialmente, com’è successo in una recente assemblea di istituto,  che qui viene riferita da uno studente quindicenne.

   Giorgio Càsole