Pur di stare vicino casa rinuncerebbe al 10 per cento dello stipendio, dovendo percorrere più di 200 km al giorno, guidando con la mano sinistra

DSCN0922AUGUSTA – Da un giornale di Modica, città dove risiede, quello di Saro Basile è stato definito un “caso disperato”. Certamente è uno di quei casi in grado di attirare l’attenzione di uno di quei tanti programmi televisivi che s’interessano di casi “difficili”. La presentazione del “caso” può avere un taglio cinematografico che ben s’addice al mezzo televisivo. E’ una calda giornata di luglio (per la precisione il 24 luglio 2007). A cavallo della sua amatissima moto, il ventisettenne Saro Basile, inguainato nella sua scintillante divisa della guardia costiera,  percorre, come sempre ha fatto, la strada per Marina di Modica. E’ una strada che conosce bene. Nella ricostruzione televisiva le riprese potrebbero dare l’immagine della sicurezza di sé e della serenità. In un breve flashback, potrebbero mostrare una scena di lui con la fidanzata, Si potrebbe realizzare  un primo piano,  un primissimo piano,  poi inquadrare un’auto non molto lontana, inquadrare ancora il volto di Saro abbronzato e sorridente, con gli occhiali, lenti a goccia, tipo top gun, poi di nuovo l’auto che, in contrada San Filippo, svolta a sinistra senza accorgersi di lui, a cavallo della sua amatissima moto. Lo scontro è terribile e devastante. Per dieci giorni  si teme che non possa più muoversi. Poi la ripresa, dopo una lunga via crucis. Un braccio, però, gli rimane sostanzialmente paralizzato. Viene dichiarato invalido, non più idoneo al servizio nella Guardia costiera.  Da militare diventa impiegato civile. Il posto di lavoro più vicino per lui è l’arsenale della Marina Militare  in Augusta. Un’altra via crucis, questa volta quotidiana.

Continua a leggere