Il mistero della camera iperbarica

sanità, politica, augustaDopo diversi anni non si hanno più notizie della costosa apparecchiatura che non è mai stata montata e giacerebbe inutilizzata nei magazzini dell’ospedale”. A chiedere spiegazioni alla direzione dell’Asp, su quello che pare  mistero è il deputato al’ARS, Enzo Vinciullo (OPdl, ex AN)Il deputato siracusano ha reso noto,ndurante una conferenza stampa tenuta nel circolo EzraPoun presieduto da Puccio Forestiere,  di aver presentato sulla vicenda, un’interrogazione parlamentare indirizzata al Presidente della Regione e all’Assessore regionale della Salute. “La mancata utilizzazione di questa struttura – spiega Vinciullo – costringe i medici dell’ospedale di Augusta a trasferire i malati presso l’ospedale Umberto I° di Siracusa, il più vicino centro ospedaliero fornito di camera iperbarica, con i conseguenti e prevedibili rischi per chi, colpito da embolia, ha la propria vita legata alla velocità di intervento sanitario”. Vinciullo chiede spiegazioni sulla mancata entrata in funzione dell’apparecchiatura che, per le proprie peculiarità tecniche e mediche, è da ritenersi all’avanguardia per la cura dei malati colpiti da embolia o necessari di particolari terapie iperbariche. La camera iperbarica, completa di tutti gli accessori, costata, alle casse regionali, centinaia di migliaia di euro è inutilizzata, nonostante sia indiscutibile la necessità di averla attiva, visti i numerosi casi di embolia registrati negli ultimi anni sia ad Augusta che nei centri costieri che usufruiscono dell’assistenza ospedaliera dell’ospedale Muscatello. L’on. Vinciullo chiede di nominare un ispettore per verificare la veridicità di quanto asserito da alcuni sanitari e se le condizioni rispondono al vero di “mettere in funzione detta camera iperbarica per garantire il pronto intervento medico in quei casi ove sia necessaria una immediata terapia iperbarica ed avviare una inchiesta per appurare i motivi che hanno causato la mancata attivazione della camera iperbarica dell’ospedale “Muscatello” di Augusta, onde individuare gli eventuali responsabili di questa ignominiosa vicenda”.

C. C. Enzo

QUANDO AL MUSCATELLO NASCEVANO PIU’ BAMBINI CHE ALTROVE IN PROVINCIA

RSCN0165.JPGAugusta. Sono trascorsi poco più di quarant’anni anni da quando il reparto di ginecologia-ostetricia dell’ospedale Muscatello di Augusta mieteva i primi successi divenendo in breve tempo un Centro Parto di eccellenza, paragonabile per la qualità delle prestazioni mediche ai migliori Centri Parto regionali. Un successo dovuto non al caso ma esclusivamente alla professionalità ed alla dedizione del Personale medico e paramedico guidato dal primario prof Salvatore Paci, abile professionista, apprezzato non solo per la sua alta preparazione scientifica ma anche per le sue doti morali ed umane. Il Centro Parto del Muscatello era diventato il fiore all’occhiello della Sanità provinciale di cui gli augustani andavano orgogliosi. Dal 1970 al 1979 (10 anni) al Centro Parto di Augusta sono nati 7507 bambini con una media di 750,7/anno, raggiungendo il massimo nel 1975 con 868 nuovi nati; nel decennio successivo (1980- 1989) si è registrata una lieve flessione con 6984 nuovi nati (698,4/anno), ma nulla di preoccupante perché dovuta al fenomeno generale del calo delle nascite, in linea con l’andamento nazionale; dal 1990 al 2000 (11 anni) le nascite sono state 6945 (631/anno), un calo più marcato che fa scattare il primo allarme, attribuito all’andata in quiescenza del primario; il calo è continuato ad aumentare nel decennio successivo, dovuto a diversi motivi, quali il rinvio, sine die, dell’assetto della pianta organica e la fuga di alcuni medici, attestandosi alla fine del 2006 a circa 500 nascite l’anno. Negli anni 2007-2008 c’è stata una flessione verticale dovuta ad un evento del tutto contingente quale la ristrutturazione dei locali, raggiungendo il minimo storico con circa 300 nuovi nati/anno.

Questo evento, è stata la causa del declino del Muscatello.  E’ chiaro che 300 nascite/anno sono poche per mantenere un Centro Parto, motivo per cui l’assessorato alla sanità regionale, nel preparare il nuovo piano di riordino ospedaliero della provincia, senza tenere conto del passato ed ignorando che il riferimento di circa 300 parti/anno era un valore assolutamente privo di rappresentatività statistica, (essendo la domanda del bacino naturale di utenza del Muscatello, secondo i dati ISTAT, di circa 650 parti/anno e non 300), decreta l’eliminazione del Centro Parto di Augusta con una motivazione che sa di cinismo: costa troppo, si deve chiudere.  Una scelta non condivisa dai cittadini di Augusta, ritenuta ingiusta perché non supportata da elementi di valutazione oggettivi, ed anomala perché è incomprensibile che si possa chiudere, anziché riconoscerne il merito, una struttura che per decenni si è distinta per qualità ed efficienza. Il decreto, infatti oltre alla presunta illegalità per la mancata applicazione dell’art. 6 della legge 5, per cui il comune di Augusta ha fatto ricorso al TAR di Catania, presenta, a giudizio del sottoscritto, altre anomalie riconducibili al metodo di valutazione usato per il riordino ospedaliero, metodo che non ha tenuto conto né di alcuni Indicatori epidemiologici né dei reali Indicatori demografici del territorio, indici che hanno un ruolo determinante nel processo decisionale per la distribuzione delle risorse economiche nel territorio. Indignati per tale ingiustizia, i cittadini di Augusta si sono rivolti alle parti politiche chiedendo loro di far luce sulle molte ombre che il decreto assessoriale presenta, ma fino ad ora sono arrivate soltanto risposte ambigue e fuorvianti. Pare che i giochi siano stati fatti e per il Centro Parto di Augusta non c’è scampo: deve chiudere. Dall’altare alla polvere.
Fine modulo

 Giuseppe Moschitto   Chimico industriale

IL COMITATO PRO-MUSCATELLO DI AUGUSTA RITIRA LE DIMISSIONI

Il comitato  fa l’esame di coscienza e  a distanza di poco si ricostituisce.

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A seguito dell’ “incidente di percorso” causato dal raduno cittadino organizzato il 27 settembre alla nuova Darsena dal comitato a difesa del presidio ospedaliero “Muscatello” di Augusta, raduno che avrebbe provocato nel contempo le dimissioni degli organizzatori per non avere  raggiunto i risultati sperati in termini di partecipazione alla protesta,  lo stesso comitato, nel riconoscere  comunque responsabilmente  un difetto nella macchina organizzativa, ha deciso ieri di ricostituirsi per portare avanti le ragioni della protesta.

In effetti, il sit-in del 27 settembre con  la partecipazione di qualche centinaio di cittadini è risultato deludente a fronte degli altri sit-in, quello del 26 marzo scorso, per esempio, che portò alla nuova darsena circa 5.000 persone, o quello del 30 e 31 maggio che vide il blocco totale delle attività e della viabilità. Molto probabilmente, si dirà, l’evento è stato fortemente  condizionato  dalla visita ad Augusta del governatore di Sicilia Lombardo il quale, si dà il caso, nel giorno precedente rassicurava la cittadinanza che non ci sarebbe stata una vera e propria chiusura del Muscatello  bensì  un graduale spostamento di alcuni reparti a Lentini,  alla luce dei  provvedimenti che sarebbero piombati “dall’alto” (come se la nostra regione non fosse a statuto autonomo). Succede quindi che il discorso ad effetto del governatore riesce in qualche modo, alla vigilia del raduno cittadino, a dividere l’opinione pubblica, tanto che  la manifestazione  rischia di fallire e il comitato decide conseguentemente di dimettersi.

La questione sembrava essersi conclusa fin quando l’azienda sanitaria provinciale di Siracusa non decide di emanare frettolosamente, in barba al principio della gradualità e contestualità enunciata da Lombardo, una prima disposizione che attualizzerebbe, dal 30 settembre, il trasferimento a Lentini dei reparti di ostetricia, ginecologia e pediatria e il day hospital di talassemia, compromettendo così quel delicato equilibrio che vedeva già  una parte dell’ opinione pubblica schierata contro le decisioni dei nostri amministratori.

«Da oggi stesso – dicono quelli del comitato  – saremo nuovamente in piazza per informare la popolazione degli ultimi sviluppi della situazione che riguarda il Muscatello.

Invitiamo il sindaco, l’Amministrazione e il Consiglio comunale a intraprendere le azioni necessarie per far rispettare la piena integrità del nostro ospedale».

   Giuseppe  Tringali

L’ ADDIO DEL COMITATO CITTADINO COSTITUITOSI PER LA DIFESA DEL MUSCATELLO

Sarà l’ addio al Muscatello ……..?

LETTERA APERTA DEL COMITATO

AUGUSTA,  28 SETT 2011

muscatello.jpgAlla luce di quanto è successo nella manifestazione del 27, il comitato cittadino, che si era costituito volontariamente a difesa dell’ospedale Muscatello, ha deciso con una sofferta decisione di sciogliersi autonomamente. L’arrivo del governatore Lombardo che ha ribadito il nuovo riassetto del Muscatello, cioè la rifunzionalizzazione dell’ospedale e 2 posti letto per un servizio di assistenza di base pediatrica, ci aveva convinto a non disdire lo sciopero del 27 settembre. La giornata della manifestazione, non ha sortito gli effetti sperati di coinvolgimento della popolazione augustana e ci assumiamo le nostre responsabilità, forse non abbiamo saputo dare le giuste informazioni. Ci rammarichiamo che l’ospedale verrà chiuso alle donne, mamme e bambini, ma cerchiamo di avere fede su ciò che il governatore Lombardo ha detto nell’aula magna che l’ospedale sarà anzi potenziato con strutture d’eccellenza e che i trasferimenti dei reparti avverranno contestualmente a quelli assegnati. Il Comitato stigmatizza l’assenza di persone delle istituzioni e dei sindacati politicizzati lasciando in abbandono dei cittadini che chiedevano un loro diritto, protestando per bloccare un’ingiustizia sociale. Ringraziamo tutte le donne, mamme, studenti, i lavoratori del porto operanti sui rimorchiatori che ci sono stati sempre vicino in questa vertenza e tutta la cittadinanza sensibile che ci ha seguito. Un ringraziamento particolare a tutte le forze dell’ordine che, con la loro professionalità hanno condotto, in piena sicurezza, l’ordine pubblico evitando che le manifestazioni degenerassero.

Tutti i componenti del comitato saranno sempre presenti e affiancheranno coloro che in avvenire si prenderanno a cuore il problema dell’ospedale, quando ci saranno tempi migliori. Un grazie a tutta la città.

   Il Comitato

La manifestazione di oggi a sostegno del Muscatello di Augusta

 

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I cittadini di Augusta, sostenuti dalle popolazioni dei paesi limitrofi, a distanza di quattro mesi dalla mobilitazione generale cittadina del 30 maggio, che vide la massiccia partecipazione della  popolazione locale, sono tornati a manifestare avverso il  decreto 1377 del 25 maggio 2010 che, come risaputo, porterebbe al depotenziamento del presidio ospedaliero locale “Muscatello”. Questo, è il caso di politica,sanità,augusta,muscatelloricordarlo, avviene l’indomani del paradossale investimento che ha visto l’ingente sperpero del denaro dei contribuenti “non parassiti”, cioè di quelli che pagano regolarmente le tasse, attraverso la realizzazione di un nuovo padiglione che rischia di divenire l’ennesima cattedrale nel deserto in un drammatico periodo storico, di grave crisi economica, almeno così si suol dire.  E come se ciò non bastasse, come se non bastasse il danno, la beffa a volere ridimensionare l’esistente, nient’altro che una modesta struttura, interamente ristrutturata dopo chissà quanti decenni e sempre coi soldi degli onesti cittadini. La gente,  stufa e sfiduciata, stenta ormai a credere alle rassicurazioni che arrivano da più politica,sanità,augusta,muscatelloparti; inutile quindi il tentativo di ieri  pomeriggio del Governatore Lombardo (video sotto), in visita ad Augusta o del sindaco Carrubba che, dopo avere capeggiato le prime rivolte cittadine,  oggi appare alquanto “assopito”, stante ai commenti generali, e invita la popolazione ad un “moderato ottimismo”, anche alla luce della recente nota del 21  settembre che garantirebbe, a suo dire, un primo risultato. “Potremmo avere 120  posti letto per acuti al Muscatello” – spiega ancora  il sindaco Carrubba “e ci allontaneremmo dal paventato rischio di ridimensionamento  della struttura”,   e questo grazie anche alla  conferenza dei sindaci del 28 luglio; in quell’ occasione, infatti, l’assessore regionale alla sanità Massimo Russo annunciava la modifica del decreto 1377. Tante promesse ma al momento, nessuna certezza e nessun risultato concreto, tanto che a distanza di tempo la popolazione   stenta oramai a credere alle promesse annunciate dai nostri politici comunali e regionali. Così oggi, di buon mattino, armata di ombrello per ripararsi dalla scrosciante pioggia, la DSCN0169.JPGcittadinanza si è presentata  in massa al raduno organizzato dal comitato presso la nuova darsena di Augusta,  per annunciare ancora una volta la propria presenza e la propria perseveranza nella lotta per la difesa della salute, assieme ai lavoratori della “Società Augustea S.p.A.” che, essendo del posto, hanno anch’ essi aderito a nome di tutta la comunità portuale.

I cittadini rilanciano e  fanno sapere che anche in futuro non abbasseranno il livello di guardia nel sostegno ad oltranza del proprio ospedale, disposti ad affrontare qualsiasi intemperia.

  Giuseppe  Tringali

Il gazebo di Piazza Duomo allestito dal comitato pro-muscatello

gaz.jpgAugusta I rappresentanti del coordinamento in difesa dell’ospedale “Muscatello” hanno allestito un gazebo nel centro storico della città, in Piazza Duomo, anche se non è molto frequentata, non per raccogliere firme, ma per sensibilizzare la cittadinanza SULLE SORTI PRECARIE DELL’OSPEDALE CIVICO “MUSCATELLO che rischia la chiusura, per  il cui mantenimento  sono state tentate tutte le strade. Il gazebo è da oltre una settimana e rimane fino  al prossimo 26 settembre, lunedì vigilia della programmata mobilitazione contro il paventato ridimensionamento del nosocomio, iniziativa voluta e promossa dal Comitato per la difersa dell’ospedale,  già sperimentata con successo nei mesi scorsi, ideata per coinvolgere tutta la cittadinanza. Come si ricorderà, , nel corso di una pubblica assemblea, si è deciso di tornare protestare giorno 27 per la tutela del pieno diritto alla salute degli augustani. Il coordinamento pro Muscatello ha invitato” tutti ad aderire a una giornata di mobilitazione generale. Quella che si intende mettere in atto, secondo le intenzioni degli organizzatori, è una protesta pacifica e civile, ma allo stesso tempo anche forte e incisiva perché ritenuta forse l’ultima occasione per far echeggiare il grido degli augustani che considerano un atto di ingiustizia sociale quello perpetrato nei loro confronti. Salvo nuove disposizioni che troveranno concreta attuazione solo se messe nero su bianco, vedranno infatti il proprio ospedale privato di reparti essenziali e quindi, secondo quanto è stato più volte evidenziato da tecnici del settore, destinato a morire. I rappresentanti del comitato, si sono ripetutamente detti intenzionati a non creare disagi alla popolazione così come invece è avvenuto il 30 e il 31 maggio scorsi. L’intera città è invitata a fermarsi per nuova giornata di mobilitazione in difesa dell’ospedale.”

C. C.   Nella foto: il gazebo in  Piazza Duomo

MUSCATELLO AUGUSTA: SE FOSSE VERO QUEL CHE DICE MARIO BONOMI, DEPUTATO REGIONALE API ?…. – di A. Mascia

bonomo 2.JPG“Se riuscissimo a fare una battaglia forte, ma proprio forte, riusciremo a difendere a malapena 80-85 posti letto per l’ospedale di Augusta”. La dichiarazione che ha suscitato inquietudine è di Mario Bonomo, deputato regionale dell’API, espresso dal territorio siracusano, intervenuto a una recente assemblea cittadina tenuta presso la sala conferenze del nuovo padiglione del Muscatello, organizzata dal comitato pro ospedale. Realista? Disfattista? Di fatto il suo contributo non ha sciolto i nodi che ancora tengono imbrigliato il futuro del nosocomio.

Ciò che, invece, ha impressionato positivamente è la pertinacia di quei cittadini che a quelle assemblee non mancano mai. Periodicamente il comitato pro ospedale invita, di volta in volta, i politici del siracusano che dovrebbero farsi carico delle istanze della cittadinanza augustana. Li invita, li interroga, li incarica, li responsabilizza. I cittadini più zelanti ronzano attorno ai politici per ottenere risposte sul destino dell’ospedale. Somigliano a quel gruppo di studenti che assediano i professori subito dopo la lezione per chiedere spiegazioni, approfondimenti, incontri. Ricordano quelle moschine che infastidiscono le mandrie che, invece, vorrebbero pascolare in santa pace tra le copiose erbe del prato. Immagini che rievocano la setta de’ cattivi i cui appartenenti Dante destinava a essere “stimolati molto da mosconi e vespe”. Un impegno che non conosce riposo estivo né in termini di riunioni e contatti né sotto il profilo degli aggiornamenti online tramite l’account Facebook “Augustani pro ospedale”. Le richieste che i cittadini hanno rivolto all’onorevole Bonomo sono sempre le stesse: intervenire seriamente sul famigerato decreto assessoriale che umilia l’ospedale di Augusta con il trasferimento dei reparti di ginecologia, ostetricia e pediatria. Da una prima analisi sembrerebbe che i cittadini stiano conducendo una battaglia egoistica nell’incancrenirsi su quei reparti. Invece proprio quelli, oltre che aiutare a mettere al mondo nuove vite umane, costituiscono la vita stessa dell’ospedale. Toglierli equivarrebbe a smontare il motore dall’auto. Rimarrebbe una carrozzeria incapace di proseguire il cammino, destinata alla ruggine e alla rottamazione. Ginecologia, ostetricia e pediatria sono reparti trainanti. E, considerate le nascite firmate Muscatello, risultano molto più trainanti rispetto all’ospedale di Lentini, dove dovrebbero essere trasferiti per decreto assessoriale. Non si può negare che il nuovo ospedale di Lentini debba essere riempito. Di pazienti, certo. Ma anche di arredi, di attrezzature, di medicamenti, di viveri, di appalti. Un ospedale nuovo dovrà appaltare. Un ospedale vecchio, no. Ha già appaltato.

Bonomo è stato cortese ad accettare l’invito a partecipare all’assemblea cittadina. Tuttavia non ha voluto scontentare nessuno, né gli augustani tantomeno i lentinesi e le loro legittime aspettative. Perciò ha detto ma non ha detto. Ha ipotizzato che il privato, ovvero Villa Salus, invece che ad Augusta, possa essere ospitato nei locali liberi dell’ospedale di Lentini. Con un “budget aperto”, secondo l’ipotesi Bonomo, il privato riuscirebbe a far scendere medici da altri pianeti. E poi, ha sostenuto, non è detto che Villa Salus faccia solo e sempre ortopedia. Per evitare i doppioni di reparto potrà organizzarsi per fare altro. L’ipotesi creativa di Bonomo non deve aver convinto gli astanti che si guardavano l’un l’altro per capire se avessero udito bene. Perplessità da toccare con mano, dunque. Anche frustrazione e senso di impotenza.

Tra i cittadini c’è chi ha protestato per l’assenza del sindaco Carrubba. E chi lo dava appena tornato da una vacanza all’estero. In tal caso sarebbe stato assente giustificato. Subito dopo la vacanza, andare a farsi mordere i polpacci da quelli esagitati del comitato non è consigliabile.

Augusta è specchio del governo regionale. Anche a Palermo, infatti, il MPA di Lombardo governa con il PD. E proprio da quelle sponde è giunta ad Augusta la mannaia del decreto ammazza Muscatello. Come rispedirla al mittente? Carrubba potrebbe fare un’azione clamorosa per difendere il proprio territorio? Potrebbe autosospendersi dal PD o rescindere l’alleanza con il MPA creando un imbarazzante scandalo?

All’assemblea c’era anche l’assessore provinciale Nicki Paci, che ha storto il naso quando qualcuno ha ripetuto il mantra “l’ospedale non verrà chiuso”. Paci non è affatto convinto di questa rassicurazione. Come dire: c’è dietro una fregatura di cui ora non possiamo renderci conto. “Chi ci assicura che in futuro, a rifunzionalizzazione ormai avvenuta, non scoprano che il Muscatello è diventato antieconomico?”. Il timore legittimo di Paci è che sul decreto assessoriale ci sia scritto l’inizio della fine del nosocomio augustano. E ha chiesto a Bonomo, e a tutta la deputazione siracusana all’ARS, di fare pressione su Massimo Russo, assessore regionale alla salute, di metterlo sotto scacco.

C’è sempre un’alternativa a tutto. In caso di estrema emergenza, per dirla con Bonomo, Augusta farà una battaglia forte, ma proprio forte per proteggere il Muscatello da qualsiasi tentativo di offesa.

Alessandro Mascia –   nel tondo in alto, Mario Bonomo

Il giorno dello sciopero cittadino a difesa del civico Muscatello – di G. Càsole

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politica,muscatello,augusta,palajonio 1 giugno 2011,sanità

Ore sei del mattino di lunedì 30 maggio: la giornata si preannuncia calda, dal punto di vista meteo e dal punto di vista morale. Fino a sera inoltrata del giorno prima è passata un’autovettura, con tanto di volantinaggio al seguito,  per ricordare alla gente di Augusta lo sciopero dell’indomani in difesa dell’ospedale cittadino.  Ricordando il gran numero di persone – circa diecimila –  che,  sabato 26 marzo, per la stessa ragione, sfilavano in corteo  lungo la via principale per confluire nell’area della nuova darsena ad ascoltare la formidabile invettiva del pediatra Ricardo Fazio, ero convinto che, alle 6,15, Viale Italia fosse animato. Percorro quella via per recarmi nel punto di raduno, così come raccomandato dai numerosi messaggi inseriti nella rete telematica: gli abitanti della “Borgata” si rechino in Piazza America, nome comunemente usato in luogo di quello ufficiale, “Piazza Fontana”.

 Viale Italia e, sì,  animato, ma secondo l’ordinario. C’è il solito bar, dove si fa una sosta prima d’andare a lavorare,  ci sono  rade automobili che sfrecciano nelle due direzioni di marcia;  è aperta la chiesa di Santa Lucia, è semiaperta un’agenzia di pompe funebri. Si tratta di “segnali” scaramantici?  Arrivo in  Piazza Fontana in tempo per veder partire il corteo dei manifestanti, preceduti dal suono costante di un tamburo.  Il corteo è sorvegliato da un nutrito stuolo di agenti di polizia di varie divise. In proporzione sono più gli uomini delle forze di polizia che i manifestanti. Mi sembra già un brutto segno,anche perché il corteo non procede compatto, ma in ordine sparso: chi segue  il tamburo, chi una donnina che impartisce ordini attraverso un megafono e non le par vero di  impartirli a Enzo Inzolia, generale in congedo dei carabinieri, che mantiene fede al suo impegno di augustano attaccato alle radici: essere presente per manifestare la sua solidarietà. La stessa donnina vede defilato  un politico priolese e lo insulta gratuitamente, solo perché  politico o perché non è intruppato (?) corteo si scinde. Un gruppuscolo va a presidiare l’area del distributore Esso-Casalaina, per impedire  a chi viene da fuori di entrare in città, un altro si dirige verso il ponte Federico II per recarsi nei pressi della piscina.
Faccio marcia indietro, a piedi naturalmente, per capire meglio e, poco dopo, arrivo alla Porta Spagnola, in tempo per assistere al primo tentativo di forzare il blocco, compiuto da un ex giovane politico rampante, che ama collocare il suo sorriso su gigantografie  e che avrebbe l’interesse a non perdere la calma, come prima non l’ha persa il collaudato esponente priolese che ad Augusta raccoglie messe di voti.  L’ex giovane tuttora rampante, invece, gratifica di insulti il povero Mimmo Di Franco, componente del comitato pro ospedale, che in questo momento rappresenta legalmente il comitato per aver firmato la richiesta di autorizzazione a svolgere la protesta. Scene simili si ripeteranno durante la giornata, ma non tutti reagiscono come l’ex giovane: tutti sono costretti ad andare a piedi se non vogliono scioperare e tutti vanno a piedi: dal medico Felice Ventura a uomini e donne in divisa della Marina Militare, da insegnanti e personale non docente delle varie scuole,  che restano aperte (tutte, tranne il  II istituto superiore): i dirigenti scolastici hanno ammonito: “Se non vi fanno passare con l’auto, andate a piedi”. Nessun ufficio pubblico è  ufficialmente in sciopero.

Da chi è stato proclamato lo sciopero cittadino? Da un comitato privato, che non può dettare legge in casa altrui. Può esercitare un’azione di persuasione e di pressione nei confronti dei privati, ma, certo, non può intervenire nelle pubbliche amministrazioni se non c’è un accordo congiunto con i sindacati. Non tutti i privati hanno aderito.  Nell’isola centro-storico  due , che si fronteggiano in  centro, sono rimasti aperti a fare affari, come qualche tabaccheria e  altri negozi, per non parlare degli sportelli bancari. E’opinione consolidata che astenersi dal lavoro significa per i lavoratori  provocare un disagio  all’azienda per rivendicare un diritto. Lo sciopero o sit-in, come pure è stato definito , del 30 maggio aveva lo scopo di battersi per l’ospedale, a chi ha provocato disagio? Non sarebbe stato più logico organizzare un sit-in nell’area portuale e in quella industriale o addirittura a Palermo?

Com’è stato organizzato, allora, lo “sciopero” con tanto di blocchi nei punti nodali della città, se poi non si dà a tutti la possibilità di solidarizzare concretamente? Ecco una prima domanda che in molti si pongono, cui, per corollario, segue questa: “Come mai è stato scelto un lunedì e non un sabato, come il 26, quando in migliaia scesero in piazza?” Notoriamente, il sabato è il giorno in cui molti non vanno a lavorare.  Per qualche ora, nella mattinata del  30, è stato  bloccato il traffico ferroviario, ma non si è pensato a bloccare il traffico all’interno del porto e delle industrie inquinanti della raffinazione. Perché, come mai non è stato fatto?  Solo se si bloccano queste attività produttive è possibile sperare in un’azione concreta, positiva, di revoca del famigerato decreto Russo  volto a far chiudere il “Muscatello” come ospedale.  E’ il  porto di Augusta, il nostro porto, quello per cui i nostri padri  si batterono nella famosa, storica, giornata del 28 dicembre 1960, che dà all’erario, cioè alle casse pubbliche fior di milioni di euro, è dalle industrie  inquinanti di raffinazione che parte il carburante per approvvigionare un terzo dell’ Italia.

Non aver fatto questo non ha prodotto risultati, nemmeno dal punto di vista mediatico. Nessuno ci ha filati, nemmeno quel TGR siciliano che, spesso, manda inutili servizi da Palermo, come se fosse una tivvù cittadina. Se escludiamo un flash nella sera del 30, niente. Avete visto una telecamera della RAI? Altra domanda rivolta molto umilmente e cortesemente ai componenti il comitato: pensate sinceramente e realisticamente che l’assessore Russo revochi il decreto solo perché noi augustani ci chiudiamo a riccio  e impediamo ai nostri concittadini  di andare a sostenere un colloquio di lavoro o un esame universitario o perché impediamo ai poveri ambulanti di vendere la verdura o il pesce  fresco?

Giorgio Càsole

Nella foto di G. Tringali: momenti della manifestazione del 30 maggio

La voce dei lettori sul “sit in” cittadino di ieri contro il ridimensionamento del civico ospedale Muscatello

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 Diamo voce ai lettori, pubblicando i commenti rilasciati in questo blog, testè  come pervenuti.

       1 giugno 2011: si allunga la lista

   

    <Sono di Augusta, ho partecipato al corteo del 31 maggio ma credo che bloccare la cittadinanza per 2 (o forse più) giorni non sia affatto la mossa più corretta per far sentire le nostre ragioni! Non ha senso segregare all’interno dello stesso quartiere gli onesti cittadini che appoggiano la protesta. Questo significa farsi del male da sé (per non dire “darsi le martellate sui…”). Chi ci rimette siamo noi stessi cittadini.  Il problema della chiusura di alcuni reparti del P.O. Muscatello, è più complesso di quanto si possa pensare e di certo non dipende né dai cittadini, né dal personale paramedico della limitrofa Lentini.
Se veramente vogliamo far valere le nostre ragioni, non dobbiamo bloccare Augusta. Si deve iniziare a bloccare le sedi direttive dell’ASP n.8 a Siracus (in Corso Gelone). Blocchiamo QUELLE strade, ma non le nostre! Allora sì che qualcuno potrà sentirci!
Avvisiamo anche TUTTE le testate giornalistiche locali, siciliane e nazionali (Rai, Sky, Mediaset, La7). Non lo stesso giorno, ma almeno 1 settimana prima, in modo che si organizzino preventivamente. E mentre ci troviamo nei paraggi, blocchiamo anche gli ingressi alla zona industriale, in modo da fermare per un paio di giorni gli impianti petrolchimici (dispensatori di malattie e morte), così da far riflettere i dirigenti del nord che da decenni si arricchiscono facendo morire di cancro i cittadini di Augusta (e che ripagano con le briciole chi ci lavora).  Ragazzi, riflettiamo su questi aspetti ed evitiamo di fare del male a noi stessi, alla nostra città già fin troppo martoriata.>

    

    <Allora, giustamente qualcuno dice che lo sciopero cosi come fatto è poco incisivo e dannoso solo agli stessi cittadini. Ok! un pò è anche vero. Quando i benzinai fanno sciopero non è che regalano la benzina facendo danno alle industrie, ma mettono disagio ai cittadini stessi, anzichè andare a fermare le fabbriche, chi governa tanto sa che non ci perde, perche la benzina la verderà il giorno prima o il giorno dopo. ALLORA bisogna colpire al cuore vale a dir, occupare le strade di accesso alle fabbriche i dipendenti stessi delle industrie devono astennersi di lavorare e fermare la produzione , basta pensare quanti miliardi perderebbero le iundustrie in un solo giorno di fermo, questo bastrebbe a far NUOVERE IL GOVERNO e non solo…e se è il caso si va a ROMA…>

    

     <E me lo chiami “sciopero con le palle” questo? E’ stato solo fatto un danno agli stessi augustani (manifestanti) che sono stati segregati nei loro quartieri! Non è questo il modo di protestare, fra l’altro senza che TG nazionali e regionali ne abbiano parlato. Si deve bloccare Siracusa, gli ingressi degli uffici ASP n.8 e soprattutto gli ingressi del petrolchimico!  Si devono FERMARE gli impianti per alcuni giorni (io spererei per sempre).Sono questi che ci fanno ammalare e che ci obbligano a tenere un ospedale con reparto oncologico! Organizziamolo meglio questo sciopero, a favore dei cittadini e non a loro sfavore. Bisogna indirizzarsi verso i vertici dell’ASP 8 e degli impianti industriali Esso & C. Blocchiamo loro, non i cittadini>

   

     <Gli augustanesi avremmo bisogno di un Ospedale “Efficiente” ed “Adeguato” alla popolazione, non se ne fanno nulla di una scatolone sempre più grande, ma sempre più vuoto. Sono ormai anni che vengono distolte risorse sia economiche che umane dall’ospedale Muscatello, a scapito degli utenti della cittadina megarese. Quindi uniamo le nostre forze e chiariamo bene i termini della richiesta ” Un Ospedale completo” e soprattutto “Efficiente”, fatto di gente che sappia trattare con i pazienti, che come dice la stessa parola già sono pazienti per trovarsi in uno stato di bisogno, quindi non gli rimane tanta pazienza per sopportare angherie e sorprusi vari, così come ci hanno abituato i lavoratori ospedalieri.”>

  

       <finalmente uno sciopero con le palle facciamoci sentire ma non un solo giorno tutti i santi giorniiiiiiiii>

 

     <per tutti i veleni che ci sono ad Augusta nessuno protesta perché ci mangiano, sono 40 anni che gli augustani ci mangiano, invece per il trasferimento di 10 medici a Lentini stanno paralizzando una citta booooh>

      <…non capisco!…davvero nn capisco….disagio solo ed esclusivamente x gli augustani!! cassa di risonanza pari a zero! nessun tg nazionale si è interessato…nessun sito a livello nazionale si è posto il problema di augusta…ma quale è il senso di questa manifestazione “locale”???…mmha! 

    <Chissà per quale motivo al mondo c’è sempre qualcuno che va contro corrente. Siamo circondati da Ospedali?? Azz… ma allora che lottiamo a fare siamo dei veri imbecilli… meno male che ci sono persone che ci aprono gli occhi…. arritititi beddu
La questione inquinamento è un busines multimiliardario oltre che di interesse Nazionale ed internazionale e manco se tutti i cittadini si incatenano riusciranno a sbooccare, fatevene una ragione, quando le energie alternative meno inquinanti avranno preso il sopravvento al petrolio, allora si che le raffinerie saranno chiuse , ma in quel tempo la città di Augusta avrà si e no 1000 abitanti… poi magari ricomincerà a crescere ma ci vediamo fra 200 anni ok, io vi aspetto..>

 

    <Sono di Augusta e non riesco a capire. Ma che senso ha bloccare i vostri concittadini?????? Io non capisco! Ma se chi decide sta nei palazzi del potere a Palermo o Siracusa o Roma, cosa significa bloccare tutte le strade di Augusta? Che senso ha, aprire le portiere di un’ambulanza per controllare chi c’è dentro? Cosa si vuol ottenere impedendo a tutti i cittadini di poter svolgere le proprie attività?
Avrebbe più senso bloccare le asl a Siracusa o protestare a Palermo contro l’assessorato interessato! Così non otterrete nessuna pubblicità a livello nazionale.>

    < Augusta è circondata da tanti ospedali perchè protestate? Mobilitatevi invece contro l’inquinamento del Petrolchimico…>

   < premetto che non sono di Augusta, ma mi reco spesso in questo paese come è successo ieri sera.Nonostante gli allarmanti avvisi, io sono riuscito ad entrare in città senza difficoltà.Lottate per una causa giustissima, soprattutto alla luce dei miliardi spesi per costruire l’ospedale di lentini (non ancora funzionante) nonostante i miliardi spesi per costruire un nuovo Muscatello (e mai aperto). Non mollate, continuate, continuaiamo a lottare.Una cosa però non la capisco. Il blocco di ieri (che se non ho capito male proseguirà anche oggi) ha portato disagio a SOLO ai cittadini di Augusta, alle imprese di Augusta. Non potete e non dovet gettarvi la zappa sui piedi da soli.
Il disagio dovete portarlo agli altri. Andate a bloccare le autostrade, le ferrovie, se è il caso anche gli assessorati a palermo ma lasciate libera la vs città.>

   < A ROMAAA FATE LA MARCIA SU ROMA AUGUSTANI TUTTI AL CAMPIDOGLIO….. PERNOTTAMENTO FORZATO IN PIAZZA FINO A QUANDO QUALCUNO DEI POLITICI NON SI ALZA DALLA POLTRONA. IO SONO A MILANO E MI ACCODERO’ AD UNA COSA COSI. NON MOLLATE>

    < LEGGENDO I VS. COMMENTI CAPISCO CHE NON CAPITE L’IMPORTANZA DI QUELLO CHE VI STANNO TOGLIENDO. PENSATE SOLAMENTE CHE PER UNA PERSONA CHE HA UN INFARTO, OGNI ISTANTE E’ PREZIOSO PER SALVARSI LA VITA ED IL TEMPO CHE DOVREBBE IMPIEGARE UN AMBULANZA PER ARRIVARE DA LENTINI GLI POTREBBE ESSERE FATALE! INOLTRE PROVATE A PENSARE SE QUESTA PERSONA FOSSE UN VOSTRO FAMILIARE. E QUESTO E’ SOLO UN ESEMPIO… INOLTRE L’ OSPEDALE AD AUGUSTA GLI SPETTA PER LEGGE, PERCHE’ “ATTUALMENTE” AUGUSTA E’ UN POLO PETROLCHIMICO, HA UNA BASE MILITARE, UN PORTO E E UNA POPOLAZIONE DI CIRCA 35.OOO ABITANTI. SICURAMENTE LA POTRESTA DI IERI POTEVA ESSERE ORGANIZZATA MEGLIO, MAGARI MANTENDO LA CIRCOLAZIONE ALL’INTERNO DEL PAESE, BLOCCANDO SOLO I PUNTI D’INGRESSO, MA QUESTO NON SIGNIFICA CHE ANDAVA FATTA! ANCHE PERCHE’ GRAZIE A QUESTA DOMANI 1 GIUGNO 2011 ALLE ORE 11.00, IL PREFETTO DI SIRACUSA  INCONTRERA’ IL NOSTRO SINDACO, I RAPPRESENTANTI DEL NOSTRO COMITATO CITTADINO E L’ORGANO COMPETENTE DELLA SANITA’ REGIONALE, PER DISCUTERE LA PROBLEMATICA. IL COMUNE DI AUGUSTA E IL COMITATO CITTADINO RICHIEDERANNO LA SOSPENSIONE DEL PROVVEDIMENTO. SE VOLETE SAPERE L’ESITO, VENITE DOMANI ALLE ORE 18.00 ALLA DARSENA, DOVE INCONTREREMO IL COMITATO CITTADINO. INFINE VOLEVO PRECISARE CHE RAI 3 HA FATTO IL SERVIZIO SULLO SCIOPERO DI IERI. E VOLEVO ANCHE CONSIGLIARVI DI ESSERE UN PO’ MENO SUPERFICIALI NELL’ ESPRIMERE I GIUDIZI!>

     <Tanto furore per nulla. Si crea il caos per evitare il disagio di percorrere pochi chilometri e nessuno si accorge che il megaporto commerciale di Augusta è un fantasma. Si aprono le porte industriali e commerciali con l’oriente in seguito alle lotte di democratizzazione di quei paesi e il porto commerciale, proiettato verso questi paesi, resta deserto. Potrebbe dare ricchezza e lavoro ed espansione alla città, che sta morendo, e i cittadini ciechi, gregge governato da qualche pappone politico, alzano la testa per un riscatto di vuoto orgoglio di campanile. Peggio per loro. Peggio per loro.” >

    < previsto anche per l’ 1 di giugno lo sciopero?” >

    NEL SITO YOUTUBE CHE OSPITA IL FILMATO DELL’EVENTO, E’ STATO RILASCIATO QUESTO VERIFICABILE COMMENTO :

      < Cari amici di Augusta, vi auguro che il vostro ospedale non venga chiuso, ma non credo che a qualche politico interessi le vostre proteste. Faranno come fanno sempre, in ogni paese d’Italia: vi faranno promesse che non manterranno. E allora cosa bisogna fare? Innanzi tutto non credergli più, nè a quelli di sinistra, nè a quelli di destra, cioè non votarli mai più. Potete invece il 12 e 13 giugno prossimi votare “sì” ai referendum abrogativi sul nucleare e sull’acqua pubblica. Ecco cosa farei io.>

 

      Nella foto in alto, un momento del sit in

I LAVORATORI DEL PORTO SCIOPERANO IN DIFESA DELL’OSPEDALE

Solidarietà dei cittadini di Melilli e Noto

  

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Augusta – Operazioni commerciali paralizzate nel porto  per 24 ore, dalle 7 del mattino di giovedì 5 alle 7 del mattino di venerdì 6 maggio per l’annunciato sciopero del personale imbarcato sui rimorchiatori per protestare in difesa dell’ospedale Muscatello. Si è  trattato  della seconda azione di una serie di scioperi mirati a provocaree disagi alla funzionalità del porto, ma, soprattutto,  per colpire i grossi interessi economici che vi ruotano attorno e richiamare così l’attenzione dei politici regionali e nazionali sulla protesta della cittadinanza a difesa dell’ospedale. Oltre a Lombardo e a Russo, rispettivamente “governatore” e assessore alla salute qui in Sicilia, dovrebbero  incominciare a preoccuparsi Berlusconi e Tremonti, giacché lo scalo di Augusta è uno dei porti petroliferi più importanti, se non il maggiore, d’Italia e procura allo Stato fior di quattrini in diritti erariali.

Lo sciopero ha arrecato maggiori danni di quello di 9 ore dello scorso 18 aprile, bloccando l’attività di circa 10 unità navali. Un migliaio i cittadini che hanno sostenuto la protesta dando vita a un sit  in nel piazzale della nuova Darsena.

Venerdì   6 gli ormeggiatori e il Gruppo Barcaioli e bunker hanno scioperato  sciopereranno dalle 11 del mattino fino alle alle 7  del mattino di sabato. L’appuntamento per il sit- in vecchia Darsena. I marittimi dei rimorchiatori della  Cmr e della Cgil che hanno incrociato le braccia hanno  garantito soltanto  i servizi di sicurezza ed emergenza.

Al  sit-in hanno preso parte una delegazione della Cgil e rappresentanze del comitato cittadino in difesa dell’ospedale di Noto e del comune di Melilli. “A testimonianza del fatto che” – ha sottolineato il segretario provinciale della Cgil, Paolo Zappulla – “che il Muscatello non è indispensabile solo al territorio di Augusta, ma è al servizio di un vasto bacino d’utenza. Siamo qui oggi a confermare il nostro impegno e il nostro sostegno alla battaglia che la città sta portando avanti contro il ridimensionamento del suo ospedale”.

“Stiamo agendo con i fatti” – ha detto il sindaco Massimo Carrubba –“  la città porta sostegno a coloro che si stanno facendo interpreti della volontà degli augustani di salvare l’ospedale. Uno sciopero di 48 ore che paralizza l’attività del porto non è di certo un’iniziativa che passa inosservata. Attendiamo la visita dell’assessore regionale alla Sanità, Massimo Russo,  per ottenere rassicurazioni sul futuro del Muscatello e la sentenza del Tar fissata per giorno 12 sul ricorso da noi presentato per chiedere la sospensione del Decreto n. 1150 del 15 giugno 2009”.

“Non ci fermeremo qua” – ha ribadito Riccardo Fazio, portavoce del coordinamento del comitato cittadino – “tutte le iniziative che si stanno mettendo in atto, porteranno, in assenza di risultati concreti, a uno sciopero generale che coinvolgerà l’intera città”