Personale civile e militare a contatto con uranio impoverito negli stabilimenti militari?

uranio_impoverito.jpg L’accelerazione impressa all’inchiesta avviata dal procuratore capo di  Lanusei, Domenico Fiordalisi, sulla vicenda delle armi all’uranio  impoverito preoccupa i dipendenti degli Stabilimenti Militari . Il Ministero della Difesa ha sempre smentito di aver utilizzato armi  all’uranio impoverito, ma il fatto che l’innalzamento di casi di  leucemia fra gli abitanti che risiedono nei pressi del poligono di Salto di  Quirra e una dettagliata relazione della competente Asl ha dato un nuovo impulso all’inchiesta che era stata avviata anni orsono.  La magistratura vuole capire se l’Italia ha avuto a disposizione tali tipi  di armamenti ed eventualmente come sono stati stoccati ed impiegati, mentre  i lavoratori dell’ente umbro pretendono ora di sapere se il personale tecnico civile ne è venuto a ‘contatto’, al punto da averli addirittura lavorati.  Nel 2001 era stata presentata un precisa interrogazione all’ex Ministro  della Difesa Mattarella: “Il personale tecnico militare e civile di un  deposito di armamenti in Italia ha richiesto nel mese di gennaio 2001 che  siano effettuati dei controlli e delle analisi per i rischi collegati  all’uranio impoverito; tale personale ha effettuato verifiche e lavorazioni su una serie di munizioni all’uranio impoverito su di un lotto ritornato dalle operazioni della Somalia”.  L’interrogazione riguardava i colpi di artiglieria fabbricati da una  società israeliana che vanno sotto la dicitura di proiettili 105/51mm  APFS-DS-DM33.  Alcuni lotti furono sicuramente arricchiti con uranio impoverito così da  consentire ai colpi stessi di penetrare qualsiasi corazza: difficile però  al momento stabilire se furono anche questi acquistati dall’Italia. Lo Stabilimento Militare di Baiano di Spoleto lavorò quel tipo di colpi,  molti anni più tardi da quell’intervento militare in Somalia (1993) che  finì al centro del documento che i parlamentari posero in interrogazione.

Lo ricorda oggi il Segretario Regionale della USB Difesa Ettore Magrini. “Il nostro ente, mi pare di ricordare che fosse il 2005, fu chiamato ad  operare alcune modifiche a quei colpi israeliani.  Proprio in quei giorni uscì un articolo-inchiesta de La Repubblica che  parlava dell’uranio impoverito applicato a simili colpi di artiglieria e  mi precipitai a chiedere delucidazioni sia alla direzione militare, sia al  servizio prevenzione e protezione”.  La risposta fu precisa, anche se mai messa per iscritto: “ci dissero che  dovevamo stare tranquilli perchè quei colpi di artiglieria non erano stati  arricchiti con materiali radioattivo – continua Magrini – e che tutto  era in regola per la sicurezza dei lavoratori, sia per i meccanici, chiamati  ad intervenire sull’ogiva, sia per gli artificieri.  Non ci fu una risposta scritta, ma ricordo bene di aver messo a verbale la  mia richiesta”.  Domani comunque il sindacato tornerà a farsi sentire chiedendo stavolta un  impegno preciso anche se “le lavorazioni sui DM33” conclude Magrini “sono finite circa 2 anni fa”.  Esprime preoccupazione anche il Sindaco di Spoleto Daniele Benedetti in  merito ai possibili scenari che coinvolgerebbero lo Stabilimento di Baiano di Spoleto. “È chiaro che se le cose corrispondessero al vero” ha detto Benedetti “ci si troverebbe di fronte ad uno scenario molto preoccupante. In  situazioni così delicate non sono ammissibili né ambiguità né  indeterminatezza.  Abbiamo bisogno di sapere con tempestività come stanno esattamente le cose.  Vogliamo rassicurazioni precise e puntuali. Per questo chiediamo che il  Ministero della Difesa faccia totale chiarezza sulla questione.  Siamo molto vicini ai lavoratori e a tutti i cittadini di Baiano e  condividiamo i timori e la pressante richiesta di risposta anche da parte  del sindacato.  Sarà fatto tutto il possibile da parte di questa amministrazione per  ottenere dal Ministero le informazioni necessarie per avere un quadro certo  sulla questione e scongiurare ogni possibile situazione di incertezza che  mette a rischio la salute dei cittadini”.  In Sardegna intanto l’attenzione sull’inchiesta è altissima tanto che  nelle ultime ore si registra la presa di posizione anche dell’assessore alla sanità Antonello Liori: ‘Chiedero’ personalmente al ministro La Russa che lo Stato si faccia carico delle spese di uno studio epidemiologico nella  zona del Poligono di Quirra, curato pero’ direttamente dalla Regione.  E’ un problema di salute pubblica che rischia di danneggiare pesantemente  l’economia del territorio ed è necessario accertare la verità. Perciò  dobbiamo affidarci ad uno studio serio, documentato, imparziale. Ecco perche’ la Regione si deve candidare alla sua gestione, ovviamente in  stretta collaborazione con istituti specializzati, in primis l’Istituto  superiore di sanità, da affiancare alle Aziende sanitarie regionali’.

   USB – DIFESA 

Anoressia e Bulimia, effetti e sintomi

bulimia.jpgAnche ad Augusta  i  disordini alimentari, di cui anoressia e bulimia nervosa sono le manifestazioni più note e frequenti non sono pochi. Nel mondo questi disordini  sono diventati nell’ultimo ventennio una vera e propria emergenza di salute mentale per gli effetti devastanti che hanno sulla salute e sulla vita di adolescenti e giovani adulti.  Negli Stati Uniti, le associazioni mediche che si occupano di disordini alimentari non esitano a definirli una vera e propria epidemia che attraversa tutti gli strati sociali e le diverse etnie. Se non trattati in tempi e con metodi adeguati, i disordini alimentari possono diventare una condizione permanente e nei casi gravi portare alla morte, che, solitamente, avviene per suicidio . Secondo la “American Psychiatric Association”, sono la prima causa di morte per malattia mentale nei paesi occidentali. Uno studio sostiene che minore attenzione si sarebbe dedicata finora a ricerche sui possibili trattamenti di anoressia nervosa e delle altre forme di disordine alimentare.  L’anoressia e la bulimia sono malattie molto complesse, determinate da condizioni di disagio psicologico ed emotivo,che quindi, richiedono un trattamento sia del problema alimentare in sé che della sua natura psichica. Ne parliamo con uno specialista di un’ASP siciliana. -Mi scusi, ma non vi è qualche rimedio per il paziente che soffre di questi sintomi? “Sì certo, infatti l’obiettivo è quello di portare il paziente, attraverso terapie mirate a modificare i comportamenti e l’attitudine, ad adottare soluzioni di gestione dei propri stress emotivi che non siano dannosi per la propria salute e a ristabilire un equilibrato comportamento alimentare” – A quale  età si manifestano questi sintomi? “Questi sintomi possono manifestarsi in persone di età, sesso, provenienze sociali diverse, ma sono solitamente più comuni in giovani donne in età compresa tra i 15 e 25 anni.” –Da che cosa nasce il disordine alimentare? “Al centro del disordine alimentare, che si manifesta come una malattia complessa, risultante dall’interazionedi molteplici fattori biologici, genetici, ambientali, sociali e psichiatrici, c’è comunque da parte del paziente un’ossessiva sopravvalutazione dell’importanza della propria forma fisica, del proprio peso e corpo e una necessità di stabilire un controllo su di esso. Tra le ragioni che portano allo sviluppo di comportamenti anoressici e bulimici,si evidenziano, oltre a una componente di familiarità, l’influenza negativa da parte di altri componenti familiari e sociali, la sensazione di essere sottoposti a un eccesso di pressione. Per alcune persone, si tratta di tendenza autodistruttive che le porta ad alterare il proprio comportamento alimentare o ad abusare di alcol o droghe. –Ma come si manifestano in realtà queste due malattie “Queste malattie si manifestano in più modi. L’anoressia si manifesta in due modi:   con restrizioni, determinata dalla riduzione costante della quantità di alimenti ingeriti e  con abbuffate e successiva eliminazione.  La persona anoressica diventa così ossessionata dal cibo che la propria vita finisce con l’essere totalmente incentrata sulla questione alimentare, impedendo di provare interesse ed entusiasmo verso qualsiasi altra cosa”. -Bene, ora ci parli, invece della bulimia. “La bulimia invece si manifesta in tre modi: • ingestione di una quantità eccessiva di cibo.  • la sensazione di non poter smettere di mangiare. • l’abbuffata è preceduta e seguita da uno stress emotivo molto forte. La persona bulimica si abbuffa in modo molto diverso da quello che avviene quando normalmente si mangia troppo, come abbiamo visto”.
   Mariagrazia   Ballotta

Abbracci gratuiti nelle piazze italiane

 

Domenica 9 gennaio  un gruppo di donne e un ragazzino di 11 anni,  tanti cartelli in mano colorati con scritto ABBRACCI GRATIS hanno scambiato abbracci  in piazza Duomo a Siracusa dalle 12 alle 16… un unico flusso di energia dal cuore…. in molti a chiedere il perchè di questa iniziativa, e alla risposta che non c’era un perchè,  non c’era un’ aspettativa, non c’era un guadagno, non c’era un riconoscimento…. i volti dubbiosi si distendevano e le braccia si aprivano in uno scambio rilassato.

Già a Catania il mese scorso (19 dicembre)…molti catanesi si erano lasciati andare  all’abbraccio selvaggio e anche noi gli abbracciatori, forti di quella esperienza,  ci siamo riproposti con rinnovata fiducia, perchè comunque l’iniziativa accade dal cuore  in uno spazio di apertura e di fragilità e soprattutto di sensibilità….. sensibilità di essere attenti a  non forzare l’abbraccio…. a proporsi soltanto là dove si intravede un’apertura, perchè la gioia va condivisa e non imposta…il più delle volte é sufficiente alzare il cartello e aspettare che dall’altra parte accada qualcosa…..come quando c’é chi passa, facendo finta di non guardare,  anche questo va rispettato, anche chi passa di lì e non vuole scambiare é comunque attirato da quell’energia….

Questa manifestazione (FREE HUGGING INTERNATIONAL TEAM) sta accadendo  in simultanea in sempre più piazze di molte città d’Italia….domenica oltre a Siracusa,  si regalavano abbracci a Milano e  a Genova. Noi abbracciatori ci auguriamo di essere sempre più numerosi e spontanei cosi da suscitare un’onda di abbracci che non si esaurisca nell’evento, ma che stimoli ad abbracciarsi di più nei posti di lavoro, in famiglia dove talvolta si dimentica di farlo vivendo per lo più di abitudini…. e come sarebbe bello portare l’abbraccio davanti alle scuole, negli ospedali là dove un gesto gioioso può risollevare lo spirito e portare guarigione ai cuori.

L’importante é iniziare…poi l’energia va da sé….quando l’intento é positivo tutto accade!!! Ah dimenticavo….l’Abbraccio é terapeutico per tutti chi dà e chi riceve! e vi posso garantire che ogni volta é una esperienza meravigliosa!!!!

Prossimamente ad Augusta ??

MGK- FREE HUGS INTERNATIONAL TEAM SICILIA

 

CONCLUSA LA PRIMA GIORNATA DI “MONITORIZZAZIONE DELLA SALUTE”

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Ha avuto luogo questa mattina, dalle 9 alle 12, la prima giornata di “monitorizzazione della salute” organizzata dal Comitato Provinciale di Messina della Croce Rossa Italiana con lo schieramento in Piazza “Cairoli” del “modulo analisi cliniche”.

Bilancio positivo per l’attività voluta dalla dottoressa Francesca Stagno d’Alcontres, Commissario del Comitato Provinciale di Messina della Croce Rossa Italiana, con la nutrita affluenza, nonostante le avverse condizioni meteorologiche, della cittadinanza: oltre un centinaio sia le misurazioni della pressione arteriosa che i prelievi effettuati dal medico specialista di settore (dott. Mauro Lo Piano) assistito dal personale del Corpo delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana. Mediante il prelievo del sangue saranno effettuate le analisi volte a rilevare i valori di glicemia, azotemia, colesterolo e creatinina. I risultati potranno essere ritirati mercoledì 10 marzo 2010, dalle 10 alle 12, in via Giordano Bruno presso la sede del Comitato.

Il Corpo Militare ed i Pionieri della Croce Rossa Italiana hanno fornito il necessario supporto logistico rendendo, inoltre, disponibile il servizio di informazione al pubblico relativo alle attività precipue della Croce Rossa e alle modalità e l’iter necessario per diventare volontario in una delle componenti: Volontarie del Comitato Femminile, Volontari del Soccorso, Donatori Sangue, Pionieri, Corpo Militare, Infermiere Volontarie.

Il Comitato Provinciale di Messina della Croce Rossa Italiana, una realtà della città dello Stretto, ha preso parte, nell’ultimo anno, ad una serie di attività addestrative (4° Campo Intercomponente di Protezione Civile” a Basicò dal 16 al 23 agosto 2009) ed operative. Fra queste ultime giova citare gli interventi in occasione del terremoto in Abruzzo e dell’alluvione che ha colpito la zona jonica messinese (1 ottobre 2009). Nel 2010 il Comitato ha già attivato la “Cittadella della Salute” a Tortorici, il 31 gennaio, e partecipato alla seconda edizione della “Notte della Cultura”, il 13 febbraio, con una serie di iniziative volte a riscoprire la storia della Croce Rossa Italiana nella città di Messina.

            Enrico  Casale

La pillola abortiva Ru486: specialisti a confronto a Palazzo San Biagio

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Giovedì 18 febbraio,  a cura della FIDAPA di Augusta,  si è svolta presso l’auditorium “Don Paolo Liggeri” del civico palazzo S.Biagio, la conferenza sul tema: “La pillola abortiva Ru486: polemiche, scomunica, norme, rischi, tutela della salute della donna”.  Coordinati dalla presidente Eloisa Di Blasi Romeo, che ha ben svolto  anche il  ruolo di moderatrice nel dibattito finale, si sono alternati  quattro qualificati relatori : il prof. Giuseppe Ettore, direttore del Dipartimento Materno Infantile di Catania, l’avv. Salvatore Perrone, penalista, la dott.ssa Aurora Donzelli, psicologa  e don Salvatore Spataro ,dell’Istituto Superiore di Scienze  Religiose S. Metodio di Siracusa.

Diversi, contrastanti, ma garbati  pareri in un civile confronto, che ha avuto come obiettivo quello di trasmettere  informazioni tecniche al pubblico sulla tanto dibattuta tematica dell’aborto.

 “Decisamente l’uso della Ru486 rappresenta un metodo di aborto farmacologico che è stato approvato dagli organismi scientifici internazionali e di conseguenza da quello italiano e”,- ha asserito il prof.Ettore,- “ viene utilizzato,  nelle strutture da me dirette, in maniera corretta, tenendo conto sia dei dettati normativi sia del sacrosanto principio etico di rispetto della salute della madre e del nascituro; sta all’ esperienza acquisita sul campo e alla saggezza degli addetti ai lavori cercare di mediare tra i  diritti dei due e far prevalere quello che di volta in volta risulti prioritario”.

“Niente di nuovo sotto il sole”,- ha continuato l’avv. Perrone,- “la 194 consente alla donna, nei casi previsti dalla legge, di poter ricorrere alla IVG (interruzione volontaria della ravidanza) in una struttura pubblica nei primi 90 giorni di gestazione,  con vari metodi comprendenti quindi anche quella farmacologico”.

“Tutto regolare”,- ha sottolineato la psicologa Donzelli, “ma  la donna in questo dramma è effettivamente e debitamente assistita e confortata da parenti, servizi istituzionali e di volontariato? Un ipotetico tribunale riconosce in modo soddisfacente i diritti del nascituro che, come individuo più debole e come ultimo anello della catena, non ha potuto di fatto rivendicare? Ma, soprattutto,  in questa situazione di lutto, scevra da riti, consuetudini e comunanza di comportamenti quali quelli che caratterizzano la società umana nelle morti rutinarie, chi davvero si trova al fianco della donna? Nella maggior parte dei casi, la donna affronta da sola questa situazione che la fa entrare in uno stanzino buio di cui solo lei possiede la chiave e che utilizza in tutte le molteplici occasioni che in maniera diretta o indiretta la riportano al luttuoso evento”.

 Don Salvatore, da ottimo rappresentante della Chiesa e delle posizioni assunte in merito, ha concluso la serie di interventi  asserendo che, in ogni caso, l’uso della pillola Ru486 è un delitto nei confronti del nascituro e, quindi, come tale, da condannare senza alcuna riserva e soggetto alla “Scomunica”.

Il religioso ha tenuto a precisare che la scomunica in questione non assume i connotati della terribile arma usata dalla Chiesa nei suoi tristi momenti, ma si limita ad escludere gli interessati dal beneficio di poter ricevere i sacramenti tra cui in particolare l’eucarestia. E,  quando nel  sereno conclusivo  dibattito, dal pubblico, gli sono stati proposti i classici complessi casi dello stupro, dell’obbligo di scelta tra la vita della madre e del nascituro e di tante altre particolari situazioni, sia di natura medica che sociale e psicologica, il docente di S. Metodio, in modo molto categorico, ha confermato che mai bisogna ledere il diritto alla nascita del feto, se non in pochissimi casi laddove risulti evidente la necessità e l’indispensabilità dell’azione terapeutica dell’aborto, nei confronti della madre.

 Perplessità in tal senso sono state espresse dal prof. Ettore, che da vero saggio ha concluso “ probabilmente prima di discettare in un senso o nell’altro bisognerebbe scendere veramente in campo e non stare soltanto in cattedra”

A questo punto nascono spontanee due riflessioni:

          Don Paolo Liggeri, nativo di Augusta,  a cui è stato dedicato il salone di conferenze di palazzo S. Biagio, è stato nei duri anni della guerra il difensore della famiglia, precorrendo di gran lunga  i tempi e fondando  nel 1932 il primo consultorio in Italia.  Risulta che  il sacerdote abbia operato sulla propria pelle, a suon di sacrifici e dall’alto della sua preparazione sia teologica che umana e, da quanto personalmente riferito allo scrivente, non sempre perfettamente in linea a quanto asserito dal potente apparato della Chiesa.

           Sembra veramente di pessimo gusto la richiesta a Benedetto XVI della Pontificia Accademia per la Vita, l’organismo vaticano che si occupa di bioetica, di rimuovere dalla presidenza mons. Rino Fisichella per la dichiarazione rilasciata a proposito della scomunica inferta a una” povera madre” per aver abortito. “Prima di pensare alla scomunica,”- ha infatti asserito Fisichella ,- “ la bambina-madre doveva essere in primo luogo difesa, abbracciata, accarezzata con quella umanità di cui noi uomini di Chiesa dovremmo essere esperti annunciatori e maestri”.     Ma così non è stato.

   Gaetano Gulino

La stanza della legalità

CONFERENZA DEL DIRIGENTE DELL’ASL 8 SUL TERRITORIO, LA SALUTE E L’AMBIENTE 

 

upa conferenza gaetano 22 4 09 003.jpgNella Stanza della Legalità, messa a disposizione dal dirigente della polizia di Stato, Pasquale Alongi, per conto dell’Università Popolare di Augusta, il medico Gaetano Gulino, dirigente medico dell’ASL 8,  ha tenuto un’ interessante conferenza sul tema “Territorio, salute e ambiente” Nella prima parte, con proiezioni  di immagini di Augusta antica , il relatore ha illustrato il percorso che ha visto Augusta passare da piccolo paese a economia prevalentemente fondata sulla pesca, l’agricoltura e la produzione di sale,  a centro cittadino totalmente cementificato, con una caotica viabilità urbana che ha contribuito a implementare il già riconosciuto inquinamento prodotto dai vari insediamenti produttivi.

 Tutto è iniziato nel 1949 con l’insediamento nel territorio augustano della RASIOM prima, e poi di tutte le altre industrie del polo petrolchimico. Nel 1986,  a seguito di accertati aumentati casi di tumori e patologie varie, lo Stato iniziava il percorso giuridico che si concludeva successivamente con l’ individuazione del territorio di Augusta come una area ad alto rischio di crisi ambientale.

La società dei consumi  ha prodotto un eccessivo consumo dei rifiuti, eccessivo consumo di energia derivante da combustibili a base di carbonio,  aumento di emissione di CO2  e di tante altre sostanze nocive derivanti dai vari insediamenti industriali, dal traffico automobilistico , dai vari sistemi di riscaldamento, ecc. Nel 197o varie nazioni  sollecitavano l’uso di fonti energetiche rinnovabili ed ecocompatibili in modo da incentivare uno sviluppo sostenibile che  non alterasse l’ecosistema  e quindi potesse conservare indispensabili risorse per la vita delle future generazioni.

 Nei decenni a seguire i vari summit delle nazioni, riconosciute come civili e industrializzate, hanno definito degli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2,  di  ricorso a fonti energetiche alternative, di tutela dell’ambiente inquinandolo di meno e di forme di incentivazione di produttività compatibili con tali finalità. Negli ultimi decenni, in effetti,  sono emerse pesanti problematiche, quali l’effetto serra, il buco dell’ozono, il surriscaldamento terrestre e il consequenziale scioglimento dei ghiacciai, le variazioni climatiche con accentuazioni sia degli episodi di alluvioni che di siccità e non ultimo la drastica e drammatica riduzione della Biodiversità.

Il dott. Gulino ha poi distribuito un prospetto in cui ha sintetizzato i vari punti della sua relazione, in particolare ha evidenziato tutti i probabili fattori che possono incidere sullo stato di salute, ha descritto i vari studi fatti per cercare di accertare la correlazione causa effetto e in particolare si è soffermato sulla copiosa normativa che è stata emanata, nel corso di più di un ventennio sulla carta, ma che,  solo in minima parte è stata realmente applicata.

Tutto ciò appare inspiegabile alla luce della normativa che disponeva l’informazione obbligatoria al pubblico per esempio sullo stato di superamento di valori soglia o di allarme di determinati inquinanti in modo da coinvolgere e quindi responsabilizzare direttamente la popolazione nel processo di salvaguardia della propria salute.

 Non ultimo l’Agenda 21 avrebbe dovuto comportare il coinvolgimento attivo della popolazione che, sotto la guida forte delle autorità locali, avrebbe dovuto definire e attuare un Piano strategico per affrontare le problematiche prioritarie di sviluppo sostenibile, rispondendo realmente alle varie  esigenze e necessità di salute dei vari settori della popolazione.

Il relatore ha riferito quindi che sono in via di pubblicazione i dati aggiornati sulla mortalità e morbosità che, ahimè  al solito, vedono Augusta primeggiare nelle classifiche sia regionali che nazionali e che giustamente la definiscono sulla carta area ad alto rischio di crisi ambientale e tutto, ancora una volta, probabilmente si concretizzerà solo in sterili definizioni e produzione di ulteriori carte e norme.

E’ seguita una ulteriore proiezione di diapositive con le immagini dei vari insediamenti industriali, ma anche di altre situazioni che giornalmente si creano in ambienti domestici, lavorativi o pubblici che rappresentano comunque importanti fattori di rischio per la salute.

Sono stati esperiti, ha tenuto a evidenziare il relatore, i dovuti studi su tutti i probabili fattori per accertare la eventuale correlazione causa effetto sull’incidenza dei tumori e delle varie patologie, al fine anche di circoscrivere il ruolo delle distorsioni e di garantire il livello di precisione delle stime dei vari e molteplici parametri di interesse richiesti? E’ sufficiente l’attività brillantemente fino a oggi condotta dal Registro Tumori di Siracusa, o probabilmente occorre affiancarlo a ulteriori centri periferici di ricerca e studio  che presuppongano la collaborazione di più figure specialistiche e professionali, nonché l’interfacciamento di istituzioni ed organizzazioni indipendenti operanti nel territorio, riconosciute anche come fonti attendibili di dati?

Alla relazione ha fatto seguito un acceso dibattito che ha registrato interventi di qualificati professionisti che hanno  confermato le perplessità del relatore in merito alla qualità e alla completezza degli studi messi fin ora in campo dalle istituzioni e soprattutto alla mancata applicazione di direttive e norme che già da parecchi decenni dovevano essere riscontrate al fine di tutelare la salute della popolazione.

Il dott. Gulino ha concluso che, per la salvaguardia dell’Ospedale di Augusta, considerato che insiste sempre nello stesso territorio ad alto rischio di crisi ambientale, la normativa prevederebbe l’applicazione di una serie di misure che lo vedrebbe individuato anche come  Centro di Ricerca a Carattere Scientifico nonché di allocazione di Unità Operative Complesse di Eccellenza in campo Oncologico.

Ma la storia insegna che il Sud può comunque benissimo andare avanti  percorrendo le stesse secolari logiche dell’ isolamento, del riconoscimento di altre forme di Stato e di governo, che tutto sommato hanno sempre funzionato.

 In un clima di apatia, di scetticismo, di diffidenza e contrarietà ai cambiamenti, caratterizzato dalle lunghe stagioni afose, da saluti reverenziali e vecchi titoli  che contribuiscono a privilegiare gli interessi di pochi eletti, si continua a convivere con tutta una serie di veleni prodotti  dall’industria petrolchimica, dal nuovo modello di agricoltura che vede il ricorso rutinario ai pesticidi, dall’irrazionale e incontrollato traffico urbano, e… si continua ad ammalarsi e a morire….. ma in fondo, va bene anche così, la morte fa parte della vita! 

   C.C.

Oasi ESSO

Quando il petrolio vale più della vita umana.

a.jpg.jpgAncora un incidente sul lavoro al petrolchimico di Augusta, dentro la raffineria  “Esso” . Due operai sono rimasti gravemente ustionati  in quella che si diceva essere per eccellenza  una raffineria particolarmente sensibile alla sicurezza, alla protezione e alla prevenzione che, a sentir parlare gli stessi dipendenti, darebbe l’idea di una grande oasi. Ma i dipendenti “Esso”, lo sanno tutti, sono trattati con grande rispetto e stima dall’azienda e ciò, se da un lato può fare piacere, dall’altro ha scatenato qualche polemica sindacale da parte della CGIL di Siracusa perchè  i due malcapitati operai in quella occasione pare non abbiano ricevuto lo stesso trattamento nella fase di soccorso. Difatti, uno solo dei due operai è un dipendente della raffineria; l’altro disgraziato, invece, è un dipendente di una ditta dell’indotto operante dentro la raffineria, la Smai. Allo scoppio di un quadro elettrico, l’ala protettiva dell’azienda si è subito allargata verso  il dipendente “Esso”, soccorrendolo prontamente con un’ambulanza per trasportarlo d’urgenza a Catania nel centro ustionati dell’attrezzato ospedale Cannizzaro; l’altro uomo, invece, ha dovuto attendere un po’ di tempo l’aiuto del 118 per essere trasferito “d’urgenza” presso il meno attrezzato ospedale Muscatello di Augusta.

Non a caso l’attenzione si rivolge verso lo stesso presidio ospedaliero, il “Muscatello”, che si vorrebbe addirittura chiudere e del quale non si hanno ancora certezze in merito, malgrado la  vibrante manifestazione cittadina di protesta. Piuttosto che chiudere l’ospedale di Augusta, mi chiedo, non sarebbe più opportuno attrezzare meglio lo stesso presidio, tra l’altro il più vicino nella zona, a questo genere di soccorsi causati da incidenti sul lavoro sempre più frequenti in un’area “pesantemente” industrializzata e, allo stesso tempo, segnata dagli anni? Quanto può valere la vita umana in queste circostanze?

                                                              Giuseppe Tringali