MUORE IMPRENDITORE AUGUSTANO E LA BANDA INTONA “HAPPY DAY” E ’O SOLE MIO”

NEL  RICORDO DI BENITO PORROVECCHIO, CHE AMAVA LA MUSICA

PORROVAUGUSTA.  Dopo la messa funebre, i portantini che trasportano il feretro a spalla si fermano sul sagrato della chiesa madre, in Piazza Duomo. Sembra che si vogliano riposare. Non  è così. Stanno obbedendo a precise disposizioni. Infatti, già sul sagrato avevano preso posizione i componenti della banda cittadina Federico II e i coristi della corale Euterpe diretta da Rosy Messina Madonia. A un cenno di Rosy, la corale intona “Amazing grace”, un bellissimo canto cristiano, adatto ai funerali, utilizzato nelle chiese d’oltreoceano.  La salma in attesa  sul sagrato è quella del 73enne Benito Porrovecchio, imprenditore, titolare della SMAI srl, , originario di Riesi, che ha messo su qui ad Augusta una bellissima famiglia, con un maschio e tre figlie e un’azienda con circa 250 operai, che lui trattava come figli. Lo dice chiaramente uno di loro che , in un  pubblico discorso, ricorda la figura carismatica di Benito sopravvissuto a un ictus che lo colpì nel 2ooo. Naturalmente Porrovecchio andava fiero della famiglia, in particolar modo di Margherita diventata stilista di moda, specializzata nel disegnare cravatte. Anche una figlia legge commossala propria testimonianza d’affetto verso il padre che, fino all’ultimo, ha lottato e ha voluto sentirsi utile all’azienda e alla famiglia. Poi la corale Euterpe intona “Oh happy day” e la folla rimane basìta. “Happy day”, che vuol dire giorno felice, è un canto di gioia, di felicità, appunto, di allegria, cantato per celebrare un compleanno o altro avvenimento festoso, non adatto a un funerale, almeno secondo la nostra ottica tradizionale., non secondo, per esempio, i neri d’America, che cantano e ballano durante i cortei funebri, perché intendono bene l’idea cristiana secondo cui la morte è il passaggio verso la vita vera e, quindi, non può essere giorno di dolore. Per completare la “rappresentazione, che, evidentemente, dev’essere stata preordinata da Benito Porrovecchio, la banda musicale cittadina intona “’O sole mio”.  Addio, Benito. Ora fai parte dell’universo della musica e della luce perenni.

Giorgio Càsole  –  nel tondo, la figlia di Benito, Margherita Porrovecchio, stilista