Cena di Emmaus

Il noto pittore Francesco Di Maura fa dono di un altro dipinto alla chiesa del Cristo Re e alla comunità tutta di Augusta.

DSCN1416.JPGDopo il “San Francesco in meditazione”, l’opera del Caravaggio visibilmente esposta tra la moderna navata della chiesa e l’altare, raffigurante il modello del santo fondatore dell’Ordine degli stessi frati che hanno accettato benevolmente di ricevere la pregiata opera, come segno di una divina benedizione, questa è la volta della “Cena di Emmaus”, la raffigurazione più esemplare della testimonianza sulla resurrezione di Cristo, interpretato sempre dal Caravaggio in un contesto storico che, purtoppo, rispecchia il suo terribile stato d’animo, all’epoca turbato violentemente dall’episodio che vide una sua condanna a morte per l’uccisione del Tommasoni.

Nell’ opera, in parte vivacizzata e personalizzata dall’ artista Di Maura quasi a voler sdrammatizzare o mascherare quel turbamento nascosto, è ancor più evidenziato il senso dell’armonia e dei colori  la cui scena, ancora una volta, viene vivacemente illuminata dalla minima fiammella di luce per dare vita a qualcosa di reale, di fantastico e, allo stesso tempo, di misterioso.

CIMG6408.jpgAttraverso la poesia della pittura, l’autore ha voluto imprimere fortemente la realtà nuova della vita “ritrovata” dopo la morte, ovvero la resurrezione.

Arte e vita mescolati così bene fino al punto di fondersi in una poesia che trova il suo spazio e la sua nuova dimensione; una straordinaria capacità espressiva, quella dell’artista Di Maura, più volte riconosciuta e premiata in importanti rappresentazioni, tra le quali si ricorda il “Premio Palazzo Ducale”, a Genova.

Come nel  “San Francesco in meditazione”, anch’esso donato alla comunità di Augusta,  quest’altro dipinto su tela riproduce fedelmente e con realistica evidenza l’atmosfera meditativa assunta con il tema “Cena di Emmaus”, ricordando il momento esatto, cioè  l’attimo in cui il Cristo viene riconosciuto dai suoi discepoli distratti quando benedice il pane spezzato. E’ la scena esatta, il momento dello stupore che fà superare ogni dubbio, come quello superato da noi augustani quando, nell’ammirare questo spettacolare dipinto, abbiamo superato ogni minimo dubbio sul talento del giovane artista Di Maura, perché come una fiammella di luce può inscenare così meravigliosamente l’immenso sfondo nero del dipinto, così anche un minuscolo astro può illuminare il firmamento  artistico.

Alla chiesa del Cristo Re, ad Augusta, il fenomeno è già avvenuto.  Andate ad ammirare!

Onori al grande artista e amico Francesco Di Maura  

                    Giuseppe  Tringali

Chi ha guidato la mano dell’artista?

5c447db264a510979eca85b0201f21bf.jpgQuando il mio amico Francesco Di Maura mi chiese di passare quel giorno da casa sua perché aveva da farmi vedere qualcosa di importante, io non immaginavo minimamente lo stupore che mi avrebbe provocato; pur conoscendo il suo innegabile talento artistico, questa volta, pensai tra me, ha superato sé stesso e l’immaginario collettivo nel volere realizzare un’opera così importante, addirittura un dipinto ispirato al Caravaggio, il “San Francesco in meditazione”.

La domanda mi nasce spontanea: chi ha guidato la mano dell’artista?

Francesco Di Maura, pur essendo credente, non è un fervente religioso, né tantomeno mi risulta essere stato innanzi messo al corrente che  la Chiesa del “Cristo Re” ad Augusta, dove attualmente si trova esposta a bella vista l’opera, è gestita proprio dai frati appartenenti all’Ordine fondato dal suo umile personaggio ispiratore, San Francesco di Assisi; l’artista, insomma, non credo possa essere stato uno studioso cultore della Chiesa e dei santi.

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Da dove trae origine, dunque, il pensiero o l’idea?  Se è vero, come sostenevano gli illustri filosofi di un tempo, che trattasi semplicemente di un banale stimolo elettrico che raggiunge il cervello dopo avere attraversato i neuroni, oserei allora affermare che quella del pittore Francesco Di Maura, in considerazione dei consensi e degli onori ricevuti, è stata proprio un’idea fulminante.

Il quadro, creato nel rispetto delle tecniche più antiche, possiede la sbalorditiva caratteristica di illuminarsi notevolmente in presenza della minima luce, sia essa naturale o artificiale, mentre il soggetto è ritratto nell’espressione più profonda di quella riflessione che sfiora il mistero della morte, oltre che la fortezza e la sapienza della vita.

Tutte le altre indescrivibili sensazioni, possono essere raccolte dagli appassionati cultori delle belle arti, recandosi direttamente sul posto, la moderna “Chiesa del Cristo Re”.

Auguri ed Onore al pittore Francesco Di Maura.

Giuseppe Tringali