L’augustano Giovanni Intravaia, presidente dell’associazione “Santa Croce di Gerusalemme”, sugli agli atti di discriminazione, persecuzione e vandalismo perpetrati in Terra Santa ai danni del cristianesimo

tagbGli Ordinari cattolici di Terra Santa condannano con grande preoccupazione  due atti di vandalismo e di profanazione ai danni del monastero di Tabgha, sul lago di Tiberiade, e contro la chiesa ortodossa di Al-Bassah, nel nord-ovest di Israele, durante un battesimo, nonchè una lettera di minacce al Vicariato patriarcale di Nazaret, firmata da un rabbino della zona.  A Tabgha, si legge nella nota degli Ordinari cattolici, una dozzina di giovani, tra i 13 e i 15 anni, vestiti come gli ebrei religiosi ortodossi e provenienti dalla fonte di Giobbe, ha lanciato pietre con violenza contro la grande croce situata accanto all’altare e contro la croce dell’altare. Gli stessi si sono poi diretti verso il convento delle monache benedettine, dove hanno sottratto con forza la croce dell’altare e lo hanno imbrattato di fango. Hanno rovesciato banchi e sedie sulla spiaggia, dopo aver disegnato la stella di David.  Arrestato, invece, il rabbino sospettato di essere l’autore della lettera di minacce arrivata al Vicariato Patriarcale di Nazareth. La missiva conteneva affermazioni tratte dalla Torah e dalla tradizione Halakhita, contro il lavoro straniero in terra di Israele, che è terra santa, e  i lavoratori stranieri cristiani.  La lettera ordina poi agli uomini della Chiesa e a tutti i cristiani di lasciare la terra di Israele, pena gravi rappresaglie. I cristiani della Galilea – conclude la nota – insieme all’Assemblea degli Ordinari, profondamente indignati per i fatti, chiedono con forza alle autorità civili e alle forze di polizia di reagire prontamente con l’arresto dei responsabili, per ristabilire il reciproco rispetto religioso.

Giovanni Intravaia  –  nella foto, la chiesa del Monastero di Tabgha