LA DECENZA DEL MERCATO RIONALE DEL “GIOVEDÌ”

GIOVEDI.jpgAUGUSTA  – Non si rivanga la scelta politica del trasferimento del “mercato del giovedì” dalla trafficata zona di Contrada Fontana a quella attuale di via Bruno Buozzi. Ma ci attardiamo a raccogliere gli sfoghi dei residenti angustiati sia dal rumore e dalla difficoltà e disagio di trovare il cancello d’ingresso al condominio ostruito, ma soprattutto a rilevare l’igiene ambientale, per cui è bene definire il contesto “una questione di decenza”. In particolare ci riferiamo all’indecoroso e strafottente comportamento dei bancarellari di frutta e verdura e, soprattutto, dei pescivendoli. I primi accumulano per terra scarti di ogni sorta di verdure e frutta avariata, in modo decisamente trascurato e disinvolto mentre, almeno, dovrebbero essere contenuti in appositi contenitori e non essere dispersi nello spazio circostante. I secondi, cioè i titolari dei banchi del pesce, non risparmiano di sciorinare per terra l’acqua di sciacquio che a rivoli si disperde nel suolo. Il lezzo, il cattivo odore, i miasmi che esalano, restano sospesi nell’aria che ne diventa una vergognosa costante, sottoponendo i residenti dei condomini che fronteggiano la piazza a respirare aria putrida e maleodorante che permane per tutta la settimana. Infatti, il “giovedì” successivo, la musica ricomincia, sotto l’indifferenza generale, sicché il malcostume da lanzichenecchi si ripete aggravando oltremodo il già compromesso sistema ecologico. Non sono da meno tutti gli altri ambulanti che, alla fine della fiera, lasciano per terra in abbandono ogni sorta di rifiuto, scatole, imballaggi e carte che, nelle giornate ventose svolazzano allegramente per ogni dove. Sempre in tema di igiene, va però sottolineato che il malcostume va in parte attribuito anche ai proprietari di cani che a tutte le ore del giorno lasciano fare i bisogni ai loro animali nella stessa piazza, e se è vero che gli ambulanti lasciano in uno stato pietoso la piazza dopo aver svolto i propri affari, è altrettanto vero che alle sei di mattina, quando alzano gli ombrelloni e approntano i loro banconi, devono fare gli slalom fra gli escrementi, frutto di una settimana di “depositi”. Si badi, questa non è una discriminazione sulle povere bestiole che comunque devono assecondare le proprie esigenze fisiologiche, piuttosto è la segnalazione dell’inciviltà di molti dei loro “padroni” che, incuranti dell’altrui libertà di andare in giro senza dover incorrere in una sudicia “calpestata” non pensano nemmeno di dotarsi di paletta e sacchetto per rimuovere le feci appena confezionate (cosa abbastanza normale in cittadine un pochino più civili della nostra). Sarebbe il caso, visto che la disciolta precedente amministrazione, sebbene sollecitata, non ha posto mano al problema, di un preciso intervento del Commissario Straordinario al Comune Dr. La Mattina. In primo luogo, interessasse l’Ufficio Igiene e Sanità a controlli e verifiche circa lo stato di igiene dell’insediamento e contestualmente emettere provvedimenti e condizioni in ordine al corretto uso dello spazio pubblico da parte dei titolari/assegnatari, stroncando, al contempo, atteggiamenti e comportamenti manifestamente incivili, al fine di impedire lo sversamento nell’area in questione di scarti di merce e acque di risulta dal trattamento del pesce. Non da meno, durante la settimana, dovrebbero essere effettuati controlli su chi porta a spasso il proprio cane, per verificare il possesso, a seguito, di mezzi e strumenti per rimuovere gli escrementi dei loro animali. Confidano i residenti che qualcosa si muova e che non stiano, oltremodo, ad aspettare ancora per chi suona la campana. Insisteremo su queste pagine sino a quando ai residenti della zona non sarà restituito il legittimo diritto di fare una sana passeggiata nei dintorni senza il rischio di fare lo slalom (fintanto che ci se ne avvede) tra gli escrementi canini e a respirare l’aria che la natura concede.

            Francesco Migneco