Collaborazione e dialogo Italo-Algerino tra le Marine dei due Paesi. Unità Navali, elicotteri, team subacquei ed anfibi in addestramento nello Ionio

110919MMbors4.jpgAUGUSTA – Dal 16 al 20 settembre 2013, nelle acque antistanti la rada di Augusta, si è svolta la settima edizione dell’esercitazione bilaterale italo-algerina denominata MEDEX 13. Interazione tra le forze navali dei rispettivi Pesi per promuovere la cooperazione e la pace nella regione mediterranea. L’esercitazione, diretta dal Comando delle Forze da Pattugliamento per la Sorveglianza e Difesa Costiera, ha visto il diretto coinvolgimento di Nave Comandante Bettica, Nave Lipari e della corvetta algerina Djebel Chenoua, unitamente a diversi reparti specialistici, tra i quali un elicottero EH-101 del 3° gruppo di Catania e i team subacquei ed anfibi delle due marine. Attività di ricerca e soccorso in mare (SAR – Search And Rescue) e operazioni di Maritime Security (MSO) hanno rafforzato l’interoperabilità tra gli Equipaggi  italiani  ed algerini, culminata nel consolidamento di procedure standard comuni, soprattutto nello scambio informativo tra gli staff operanti presso i comandi delle rispettive flotte. Ciò è stato possibile anche attraverso l’efficace condivisione dati attuata con il sistema Virtual – Regional Maritime Traffic Center (V-RMTC). La Medex 13 – tra Italia e Algeria –  appena conclusa, così come la Canale 13 – tra Italia e Malta – condotta nel mese di giugno, rientrano nelle attività afferenti alla cooperazione e la pace nella regione mediterranea dell’Iniziativa “5 + 5 “. Attiva fin dal 1991, e creata su impulso Italo-Francese, ne fanno parte Italia, Francia, Malta, Portogallo e Spagna dal lato Europeo mentre, per la parte Nord Africana, ne fanno parte Libia, Algeria, Marocco, Mauritania e Tunisia. La cooperazione sub-regionale dei 5+5 ha raggiunto ottimi livelli di dialogo nel campo politico e, soprattutto, nel campo delle tematiche legate alla sicurezza e cooperazione militare sul mare.

CAMPAGNA IDROGRAFICA 2013. IL DIPARTIMENTO DI SCIENZE BIOLOGICHE ED AMBIENTALI SU NAVE MAGNAGHI

idrogr.jpg Nave Ammiraglio Magnaghi, unità idrografica d’altura della Marina Militare, al Comando del Capitano di Fregata Marco Grassi, sta dirigendo verso le Isole Eolie per completare i rilievi iniziati nel mese di luglio, necessari per l’aggiornamento della carta nautica delle Isole di Lipari, Salina e Vulcano. L’attività si colloca nell’ambito della Campagna Idrografica 2013 che sta impegnando l’equipaggio dell’Unità dal mese di maggio. In particolare sarà determinato il fondale del litorale di Lipari tramite ecoscandagli multifascio installati su imbarcazione idrografica minore. Sarà inoltre rideterminata la linea di costa, la topografia di porticcioli e approdi e la posizione di fari e fanali, impiegando sistemi di posizionamento e apparecchiature di ultima generazione. Infine, saranno effettuate delle prese di fondo allo scopo di determinare la natura del fondale. I dati raccolti saranno poi valorizzati presso l’Istituto Idrografico della Marina di Genova, allo scopo di produrre una nuova carta nautica delle Isole Eolie. Nel corso dell’attività saranno presenti a bordo studenti e dottorandi del Dipartimento di Scienze Biologiche ed Ambientali dell’Università di Messina che avranno l’opportunità di familiarizzare con la strumentazione idro-oceanografica di bordo e con i metodi di acquisizione e valorizzazione dei dati. L’imbarco sul Magnaghi rappresenta per loro una occasione importante, al termine di un ciclo di studi, per confrontarsi con l’attività reale, con strumentazione moderna e aggiornata e con il personale specialista idro-oceanografo della Marina Militare, che con esperienza e professionalità, estate dopo estate, è impegnato nell’aggiornamento della documentazione nautica dei mari Italiani.

C. C.

LA NAVE MILITARE FOSCARI IN SOCCORSO DI 233 MIGRANTI NEL CANALE DI SICILIA

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Nella prima mattinata di martedì 20 agosto il pattugliatore  Comandante Foscari della Marina Militare in navigazione nel canale di Sicilia, ha avvistato un’imbarcazione di legno a sud dell’Isola di Lampedusa con a bordo 233 migranti tra cui donne e bambini.  Accertate le precarie condizioni di galleggiabilità del natante, i naufraghi, ai quali sono stati somministrati generi di conforto e assistenza medica, sono stati imbarcati a bordo del pattugliatore della Marina Militare e sulle motovedette della Capitaneria di Porto intervenute in concorso alle operazioni di trasbordo.

I mezzi della Marina Militare hanno poi ripreso la navigazione verso le coste italiane.

MARINA MILITARE E ISPRA INSIEME PER LO STUDIO DELLA BIODIVERSITÀ

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Studio della fauna, analisi qualitativa del substrato marino e prelievo di campioni del fondale sono solo alcune delle attività in corso nelle acque antistanti il porto di Milazzo (Me).  La Nave Idrografica della Marina Militare, Nave Ammiraglio Magnaghi,  al Comando del  Capitano di Fregata Marco Grassi,  e l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) stanno conducendo uno studio approfondito dei mari antistanti le coste Siciliane, uno studio che non riguarda solo il fondale, ma anche le specie ittiche presenti e di passaggio. Un sistema di ripresa subacquea, il Baited Remote Underwater Video (BRUV), consente la registrazione e l’analisi delle specie ittiche che popolano il fondale, attirate nel campo della telecamera da un’esca opportunamente posizionata.  L’Equipe imbarcata su Nave Magnaghi, composta da personale dell’Equipaggio e da Ricercatori dell’ISPRA, ha già completato uno studio nell’area antistante il Porto di Levante dell’Isola di Vulcano (Arcipelago delle Eolie). Anche in questo caso sono stati prelevati dei campioni del fondale e, grazie ad un ecoscandaglio multifascio – installato su imbarcazione idrografica – si è potuto determinare anche la morfologia del fondale marino. Il 20 luglio, alle ore 1500, il Comandante dell’unità, il Capitano di Fregata Marco Grassi e ISPRA, sono stati disponibili a illustrare alla stampa a bordo I risultati delle attività effettuate in stretta sinergia, volte all’accrescimento delle conoscenze sugli habitat marini e la caratterizzazione dei fondali marini. La campagna di ricerca è svolta nell’ ambito dell’accordo di collaborazione per il Coordinamento Nazionale della Geofisica Marina (CO.NA.GEM). I campioni acquisiti, dopo i primi trattamenti a bordo, saranno analizzati dal personale ISPRA in laboratori specializzati.Le prime attività, svolte nell’ambito della Campagna idro-oceanografica 2013 che impegna la Nave da maggio ad ottobre, hanno riguardato il rilievo idrografico delle Isole di Salina, Vulcano e Lipari, effettuando scandagliamento sia da Nave che da Barca. I dati acquisiti, opportunamente analizzati, verranno impiegati dall’Istituto Idrografico della Marina Militare per l’aggiornamento della documentazione nautica attualmente in vigore per poi essere messi a disposizione di tutti i naviganti. Il 20 e 21 luglio Nave Magnaghi ormeggerà presso il porto di Milazzo e sarà disponibile per visite a bordo da parte della popolazione civile (sabato 20 dalle 1500 alle 1800 e domenica 21 dalle 1000 alle 1200 e dalle 1500 alle 1800).

   M. S.

23 LUGLIO 1943 – 23 LUGLIO 2013. 70 ANNNI FA LA TRAGEDIA DEL SOMMERGIBILE ASCIANGHI

Eroi senza gloria saranno ricordati con il lancio di una corona d’alloro

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AUGUSTA. Anche se non paragonabile alle straordinarie imprese del Toti, dello Scirè, del Todaro, tuttavia il piccolo sommergibile Ascianghi d’attacco costiero, scrisse il 23 luglio del ‘43, nell’ultimo conflitto, e al largo di Augusta, la sua pagina di storia, quale indiscutibile esempio di coraggio e valore. L’ infelice fine dell’Ascianghi fu immeritatamente liquidata dall’agonizzante regime con uno scarno bollettino di guerra del giorno dopo. Il sommergibile Ascianghi dislocava appena 698 tonnellate, per una lunghezza di 60,18 m con 6,5 m di larghezza. Dotato di quattro tubi lancia siluri, due a prua e due a poppa, con 6 siluri di scorta, inoltre montava, sulla coperta, un cannone da 100/47 e due mitragliere Breda da 13,2 mm indipendenti. L’unità, malgrado alcune sfortunate vicende, non poté conseguire grandi successi, tuttavia compì 22 missioni di guerra percorrendo il mare per ben 24.000 miglia in emersione e 4.313 in immersione. Ebbene, quando già lo sbarco alleato in Sicilia era avvenuto e inspiegabilmente la grande Squadra navale della Regia Marina restava rintanata nei porti della penisola, al piccolo Ascianghi venne dato l’ordine di “contrastare le operazioni di sbarco alleato”. Strano ordine, perché già le truppe dell’8a armata di Montgomery straripavano su mezza Sicilia orientale, e la Marina di Sua maestà britannica aveva occupato e teneva saldamente i porti di Augusta e Siracusa. A questo punto, giova fare una breve premessa. Pochi giorni prima della vicenda dell’Ascianghi e precisamente il 20 luglio ’43, il Regio Sommergibile NICHELIO compì una clamorosa impresa e con successo nelle acque tra Siracusa ed Augusta. Per tre lunghi giorni aveva atteso in agguato, rispettando il motto del sommergibilista “accoppia coraggio e pazienza e aspetta”. Infatti, il quarto giorno avvista un grosso trasporto inglese in convoglio. Manda a segno due siluri che vanno a squarciare la fiancata destra della nave che si inabissa velocemente con le sue ottomila tonnellate. Il Nichelio, riesce a disimpegnarsi dai cacciatorpediniere di scorta inglese, riuscendo con grande perizia e  astuzia, a posarsi sul fondo della secca di Murro di Porco. Attese in assoluto silenzio per alcune ore, e poi, riemergere e guadagnare indenne la base nel continente.

Probabilmente anche l’Ascianghi sulla scia del successo del Nichelio voleva emularne l’impresa. Il 18 luglio ’43 lasciava il porto di Napoli al comando dell’STV Fiorini, l’unico giovane Sottotenente di Vascello che con tale grado ebbe a comandare nella Regia Marina italiana un sommergibile. Il Fiorini attende in perlustrazione per cinque giorni, sempre nella acque tra Siracusa e Augusta, quando il 23 luglio avvista un convoglio inglese composto da incrociatori pesanti e caccia torpediniere. Decise di attaccare l’incrociatore pesante di prima fila, lanciando la prima coppiola di siluri di prua che purtroppo andarono a vuoto. Con altrettanta rapidità lanciò la seconda coppiola di poppa, uno dei quali colpì a prua l’incrociatore pesante NEW FOUNDLAND di 8.000 tonnellate che fu visto sbandare vistosamente. Come poi riportato dagli stessi inglesi, fu rimorchiato con grande difficoltà a Malta, dove vi rimase inattivo fino al 1944. La reazione dei caccia inglesi fu immediata, violenta e senza sosta: la sorte del piccolo sommergibile era segnata! Braccato, inseguito, circondato in particolare dai due veloci caccia, LAFOREY ed ECLIPSE, fu fatto segno a incessante lancio di bombe di profondità. Apertesi nella zona prodiera dello scafo numerose vie d’acqua, il sommergibile cominciò a sprofondare oltre la soglia di sicurezza e per non finire schiacciato dalla pressione, il Comandante Fiorini fu costretto a dare l’ordine di emersione. Non appena emerso, gli inglesi con inaudita ferocia, spazzarono la coperta e il già malandato scafo del sommergibile, con intenso fuoco delle artiglierie e le mitraglie di bordo. Dei cinquanta uomini di equipaggio 23 furono inghiottiti dal mare insieme al battello, 27, di cui alcuni feriti, laceri e sporchi di nafta furono recuperati e fatti prigionieri. Per questi li aspettavano altre sofferenze e disagi sotto il sole cocente di Algeria. Breve fu l’agonia del piccolo Ascianghi, affondò e lentamente, rivolgendo la poppa al cielo e per un attimo rimase dritto come a salutare quel vicino porto di Augusta che per gli anni di guerra pregressi l’aveva spesso ospitato. E così, anche l’Ascianghi e il suo equipaggio al limitare di una guerra dallo scontato esito infausto, scrisse la propria pagina di storia, vergata dal sangue di 23 giovani marinai, che, quest’anno compiono settant’anni, che giacciono e riposano in fondo al mare a quasi 10 miglia a nord-est dal porto di Augusta. Erano le 15,43 quando il piccolo sommergibile italiano condusse l’attacco, ed erano le 16,23 di quel pomeriggio del 23 luglio 1943, quando tutto era già compiuto! L’Ascianghi, però lasciò il simbolo più puro del valore e del coraggio, e soprattutto il senso dell’obbedienza alla patria, comunque essa venisse rappresentata, e anche se per il loro sacrificio non c’era più posto per la gloria. Grazie alla sensibilità dell’ammiraglio Roberto Camerini, comandante di Marisicilia Augusta, il 23 luglio prossimo, sarà posata in mare, lungo l’ultima rotta del sommergibile Ascianghi, una corona d’alloro in onore ai suoi caduti

Francesco Migneco

IN BARCA A VELA CONTRO I PREGIUDIZI

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AUGUSTA:  Il comando di Marisicilia, con sede in Augusta, informa i lettori che  Il 2 luglio da Livorno a bordo di Nave Italia ci saranno i ragazzi dell’Ospedale Bambino Gesù, affetti da epilessia, per un’ “un’avventura all’insegna del divertimento e dell’indipendenza”. Alzarsi, preparare la colazione, rifare le cabine letto e pulire le stoviglie. Poi tutti sul ponte per studiare il fitto programma della giornata all’insegna della vita di mare. Attività affascinanti che per questi ragazzi rappresentano una grande conquista d’indipendenza, la prima esperienza – per molti di loro – lontano dalle attenzioni della famiglia.  Arrivata al terzo anno, l’iniziativa congiunta Bambino Gesù – Fondazione Tender to Nave Italia Onlus (creata dallo Yacht Club Italiano e dalla Marina Militare) raddoppia: saranno infatti due gli equipaggi formati da piccoli pazienti dell’Ospedale che salperanno verso una nuova avventura sul più grande brigantino a vela del mondo, all’insegna del divertimento e dell’indipendenza.  Parte così domani, da Livorno,  la seconda delle due navi, con a bordo 15 ragazzi affetti da una malattia che si porta dietro ancora tanti pregiudizi, l’epilessia, per arrivare a La Spezia il 6 luglio. Nelle varie forme con cui si manifesta (siano esse dovute a lesioni strutturali cerebrali piuttosto che a predisposizione genetica), l’epilessia colpisce circa l’1% della popolazione senza distinzione di età, anche se, in oltre il 60% dei casi, esordisce in età pediatrica, spiega Federico Vigevano, direttore del Dipartimento di Neuroscienze dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, che sarà a bordo con i ragazzi insieme ad una equipe medica e infermieristica: “Solo nel ‘900 l’epilessia è stata accettata come patologia di natura neurologica e non mentale. Tuttavia, ancora oggi, rimane una malattia nei confronti della quale si nutrono forti pregiudizi. Spesso chi ne è colpito soffre maggiormente per l’esclusione e l’emarginazione sociale a scuola, al lavoro, piuttosto che per la malattia stessa. In quest’ottica, esperienze come quella di Nave Italia che consentono ai ragazzi di confrontarsi con le proprie capacità, di mettersi alla prova in un ambiente – quello della vita di bordo – in cui possono guadagnare fiducia in se stessi lontani da pregiudizi e da limitazioni ingiustificate, risultano fondamentali per l’aumento dell’autostima e per l’acquisizione di quel grado di indipendenza tanto importante in vista della vita adulta”.  La prima nave del Bambino Gesù era partita lo scorso 12 giugno, da Civitavecchia destinazione Palau, con i 14 piccoli lupi di mare affetti da malattie metaboliche, un gruppo ben definito delle malattie rare che comprende numerose patologie genetiche causate da difetti biochimici. Ad oggi quelle conosciute sono oltre 500 e per alcune di esse, come la Fenilchetonuria, è possibile la diagnosi precoce attraverso lo screening neonatale. Si tratta, per i ragazzi della terza avventura a bordo del brigantino a vela più grande del mondo. Il 15 giugno, ritorno a Roma in aereo.

SABATO 29 GIUGNO, VARO DELLA FREGATA MARGOTTINI

 0235634f-fdd5-40d0-8225-b91436333fafweb_1164Medium.jpgAUGUSTA – Marisicilia fa sapere che il 29 giugno, alle ore 12.15, ha avuto luogo nello stabilimento Fincantieri di Riva Trigoso,  la cerimonia del varo della Nave Carlo MARGOTTINI, la terza Fregata Europea Multimissione (FREMM). All’evento presenti il Sottosegretario alla Difesa, Senatrice Roberta Pinotti e il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Ammiraglio Luigi Binelli Mantelli, il Capo di Stato Maggiore della Marina Militare, Ammiraglio di Squadra Giuseppe De Giorgi, l’Amministratore Delegato di Fincantieri, Ing Giuseppe Bono e autorità politiche e civili locali. Madrina del varo, la signora Stefania Portaccio, nipote della Medaglia d’Oro al Valor Militare Capitano di Vascello Carlo Margottini, Comandante della XI Squadriglia Cacciatorpediniere, perito sotto i colpi inglesi nell’affondamento di Nave Artigliere il 12 ottobre 1940.  Nave Carlo MARGOTTINI è caratterizzata da un equipaggio ridotto di 133 unità e da spiccate capacità antisommergibile. A differenza della Capoclasse, Nave Carlo BERGAMINI, la nave è infatti dotata, di un sonar rimorchiato a profondità variabile, di una cortina idrofonica, di un sistema combinato missile-siluro a medio raggio e di un eco scandaglio panoramico. A seguito del varo, le attività di allestimento proseguiranno presso il Cantiere del Muggiano, a La Spezia, seguite dall’Ufficio Allestimento e Collaudo Nuove Navi della Marina Militare. L’avvio delle prove in mare è previsto per fine settembre, terminate le quali, a febbraio 2014, la nave sarà consegnata alla Marina Militare.

M. S.

LUNEDÌ 24 GIUGNO CON WWF SU NAVE VESPUCCI PER UN MEDITERRANEO DI QUALITÀ

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AUGUSTA. Il comando di Marisicilia, con sede in Augusta, informa i nostri lettori che Il WWF e la Marina Militare, a 35 anni dalla prima collaborazione “Il mare deve vivere”, sono di nuovo insieme per educare le nuove generazioni alla tutela degli ambienti marini. Per tutta l’estate le Navi Scuola maggiori della Marina Militare, per la prima volta con la bandiera del panda a riva, visiteranno i principali porti italiani insieme agli esperti del WWF, in uno speciale tour di sensibilizzazione per un “Mediterraneo di Qualità”, che svelerà ai visitatori, all’Equipaggio e agli Allievi a bordo della Nave le meraviglie del nostro mare, le sue minacce e le azioni necessarie per salvaguardarlo e viverlo nel rispetto delle sue straordinarie ricchezze naturali.  In questo contesto, durante la navigazione del VESPUCCI da Civitavecchia a Napoli, gli Allievi della Scuola Navale Militare Morosini di Venezia, impegnati nella loro campagna di istruzione, hanno iniziato un percorso, grazie ad un biologo del WWF, attraverso lezioni di biologia marina e attività pratiche come l’avvistamento dei cetacei. Lunedì 24 giugno alle ore 11.00 a bordo di Nave Vespucci ormeggiata nei pressi della stazione marittima verrà tenuta una conferenza stampa per consentire ai media locali di comprendere meglio l’importanza ed il valore di questa vincente sinergia tra la Marina Militare ed il WWF. Ospiti di questo evento Fulco Pratesi, fondatore e presidente onorario del WWF Italia, Adriano Paolella, direttore generale del WWF Italia e Massimiliano Rosolino, campione olimpico di nuoto e endorser del WWF.

 

AUGUSTA/CATIA PELLEGRINO, 33enne LECCESE, PRIMO COMANDANTE DONNA DELLA MARINA MILITARE ITALIANA

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AUGUSTA. Il 19 giugno 2013 può essere considerato un giorno storico per il movimento femminista italiano. Certamente sarà una data indimenticabile sia per la protagonista, sia per la Marina Militare italiana. Il nome di Catia Pellegrino, prima donna italiana ritenuta idonea a esercitare il comando d’un’ unità navale, sarà scolpito nelle menti e nei cuori di tutte quelle le donne  che inseguono questo sogno. Una giovane trentatreenne da mercoledì 19 giugno, dunque, è il responsabile del pattugliatore Libra, ormeggiato ad Augusta, sede di Comforpat, comando dei pattugliatori del Mediterraneo, e di Marisicilia. Sul ponte di volo del Libra, sotto un sole cocente, è avvenuta la storica cerimonia, in cui la Pellegrino, pur emozionata,  è stata altamente professionale. E non poteva che essere così, visto che il capo di stato maggiore della Marina Militare, De Giorgi, si è complimentato, alcuni giorni fa, con il TV (tenente vi vascello) Catia Pellegrino, per essere stata ritenuta la prima donna italiana degna di assumere il comando di una  nave della Marina Militare italiana, compito per il quale Pellegrino ha lavorato tenendo duro, come Demi Moore nel film Soldato Jane, operando, insieme ai suoi colleghi uomini,  nel campo di prevenzione e repressione antipirateria  in aree calde delle rotte internazionali. Catia Pellegrino è originaria della bellissima penisola salentina, cioè della provincia di Lecce, precisamente di Copertino,città natale di quel San Giuseppe, appunto da Copertino,  famoso per la sua capacità di levitazione. E’ nata il 6 marzo 1976. Ha frequentato l’Accademia Navale dal 2000 al 2005, laureandosi nel 2004 in Scienze Politiche a indirizzo Internazionale all’’Università di Firenze. Nel 2006 è stata imbarcata con l’incarico di Addetto Nucleo Artiglieria prima e di Capo Nucleo Missili poi a bordo di Nave Garibaldi. Ha frequentato il corso formatori all’ l’Accademia Navale di Livorno nel 2008, ha svolto l’incarico di Sottordine alla prima classe normale Marescialli a  Mariscuola Taranto da giugno 2008 a settembre 2009. Da settembre a novembre 2009 ha trascorso un periodo di full immersion a Brighton in Inghilterra. Ha frequentato nel 2010 la 9^ sessione del Corso di Tattica Navale presso Maricentadd Taranto al termine della quale ha assunto l’incarico di capo nucleo missili su nave Durand de la Penne. Da settembre a dicembre 2010 ha partecipato all’operazione di contrasto al fenomeno della pirateria marittima al largo e lungo le coste della Somalia e del Corno d’Africa “Ocean Shield” a bordo di nave Bersagliere. E’ stata promossa tenente di vnell’ottobre 2010. Nel 2011 ha preso parte all’operazione “Emergenza Libia” a bordo di Nave Andrea Doria. Nel 2012 ha frequentato la 257^ sessione della Scuola di Comando Navale e da agosto a novembre dello stesso anno ha partecipato all’operazione di prevenzione e repressione degli atti di pirateria marittima “Atalanta” a bordo di nave San Giusto. Da gennaio ad aprile 2013 ha frequentato il 61° corso normale di Stato Maggiore all’Istituto di Studi Militari Marittimi di Venezia. Il 19 giugno 2013 ha assunto il comando di Nave Libra, pattugliatore OPV con capacità antinquinamento appartenente al comando delle forze da pattugliamento di Augusta.

Giorgio Càsole

LA M. M. ITALIANA CONTRO LA PIRATERIA INTERNAZIONALE

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AUGUSTA. Il comando di Marisicilia, con sede in Augusta, informa i nostri lettori che lunedì 17giugno,  a bordo di Nave San Marco, nella splendida cornice porto di Aksaz (Turchia), alla presenza del Comandante in Capo della Squadra Navale, Ammiraglio di Squadra Filippo Maria Foffi e del Comandante della Componente Marittima della NATO, Ammiraglio di Squadra Peter Hudson (Marina Britannica), ha avuto luogo la cerimonia di Passaggio di consegne del comando del Secondo Gruppo Navale Permanente della NATO tra il Contrammiraglio Antonio Natale e il Contrammiraglio Eugenio Diaz del Rio della Marina Spagnola.  Più di 200 i giorni in cui l’Italia ha guidato lo storico Gruppo Navale della NATO che, in particolare, dal 7 dicembre 2012 allo scorso 7 giugno, ha preso parte all’Operazione Ocean Shield. L’Ammiraglio Natale ha infatti comandato la Task Force composta da 4 Unità, la turca TCG GOKOVA, l’americana USS HALYBURTON poi avvicendata dall’ USS NICHOLAS, la danese HDMS IVER HUITFELDT da poco avvicendata dall’olandese HNMS Van Speijk che assieme ad altri importanti attori rappresentanti l’intera comunità internazionale ha salvaguardato i traffici marittimi dall’incubo della pirateria marittima nel Golfo di Aden.

“Abbiamo raggiunto un punto di svolta in cui non si può più prescindere da azioni maggiormente focalizzate verso lo sviluppo dello stato somalo, al fine di facilitare l’imposizione ed il mantenimento dello stato di diritto e di maggiore sicurezza e controllo del territorio stesso: questa è la sfida più impegnativa che la Somalia e le nazioni che la stanno supportando, devono affrontare” ha affermato l’ammiraglio Natale rivolgendosi allo schieramento ed agli ospiti intervenuti per la cerimonia tra cui i Comandanti delle Squadra Navale Spagnola e Turca. Una lunga missione fatta di costante presenza, deterrenza, incontri, esercitazioni, incessante pressione sui noti hubs criminali ed assistenza medica a centinaia di pazienti somali – attività svolta anche con il supporto di un’equipe cinese ed andata in onda sulla CCTV, emittente cinese a copertura globale –  ma anche fine diplomazia navale nonché cooperazione con tutti i principali e importanti Paesi che si affacciano sull’Oceano Indiano tra cui Djibouti, Oman, Emirati Arabi Uniti, Tanzania, Kenya, Seychelles Madagascar, Yemen. Non solo, anche celebri record, momenti che resteranno nella storia, come i primi appontaggi di elicotteri cinesi e russi su un’Unità italiana e viceversa e le esercitazioni congiunte in mare, evento non solo storico ma visto in diretta sulla CNN da milioni di persone. “Vi voglio ringraziare tutti, dal Comandante al più giovane dei marinai, nessuno si è risparmiato in questa lunga avventura, in questo viaggio che ci ha portato lontani da casa, al fine di salvaguardare la libertà di navigazione in quest’arteria tanto preziosa quanto vitale per il nostro Paese. Ma il grazie più grande va ai vostri cari, perché senza il loro supporto non avremmo potuto fare quanto abbiamo fatto. Loro ora sono a casa, vi stanno aspettando e sono fieri di voi perché siete uno degli esempi migliori che il nostro Paese può offrire” Così l’Ammiraglio ha ringraziato l’intero equipaggio al tramonto, nell’ultima sera di Comando, proprio perché i grandi viaggi e le grandi esperienze si possono comprendere solo una volta arrivati a destinazione quando, con un filo di malinconia, ci si volta indietro.

 

L’Italia contribuisce all’attività di contrasto alla pirateria nel Corno d’Africa sin dal dicembre 2008 e ha assunto il comando dell’Operazione Ocean Shield dal 7 dicembre 2012 allo scorso 7 giugno. Nave San Marco, Unità Flagship della Task Force, a breve farà rientro in Italia dopo circa 7 mesi di attività in mare.

Le nazioni della NATO, lo scorso 19 marzo 2012, hanno raggiunto un accordo per prolungare l’Operazione Ocean Shield sino alla fine del 2014.