Nuova produzione del Teatro Stabile di Catania che inaugura la stagione 2012-2013

Leo Gullotta è Bottom in Sogno di una notte di mezza estate

Adattamento e regia sono di Fabio Grossi. Dal 30 novembre alla sala Verga

leo-gullotta.jpg CATANIA – Leo Gullotta ritorna da protagonista nel teatro che lo ha visto nascere e formarsi. Il teatro della sua città. Nel ruolo di Bottom, il grande attore etneo animerà lo scespiriano Sogno di una notte di mezza estate, nuova produzione del Teatro Stabile di Catania che inaugura la stagione 2012-2013, incentrata dal direttore Giuseppe Dipasquale sul tema “L’Arte della Commedia”, mutuato da un famoso titolo di Eduardo.  “In tempo di guerra” – sottolinea Di Pasquale – “si ride. In tempo di pace si riflette sulla guerra. La storia del Teatro, e dell’Umanità, è andata avanti con questo paradossale assioma. E poiché la forza del Teatro è la persuasione, solo con un’allegria di naufragi, per dirla con Ungaretti, è possibile leggere con distanza e la dovuta ironia la difficoltà dei tempi odierni. Commedia è il meccanismo sociale, come diceva Bergson, che permette all’uomo di recuperare il disagio della tragedia”.

In questa visione nasce il progetto del nuovo cartellone catanese, che si apre con il Sogno, allestimento di grande formato, in scena in prima nazionale alla Sala Verga dal 30 novembre al 16 dicembre. Lo spettacolo sarà poi in tournée nei palcoscenici della penisola, dove cresce l’attesa per la nuova prova di Leo Gullotta e del regista Fabio Grossi, che insieme hanno dato vita a spettacoli risultati campioni d’incassi delle ultime stagioni, capaci di mettere d’accordo pubblico e critica.Dopo il Falstaff delle Allegre comari di Windsor, Gullotta torna dunque a Shakespeare con A Midsummer Night’s Dream, nella traduzione e nell’adattamento firmati a quattro mani dallo stesso Grossi e da Simonetta Traversetti. La messinscena sceglie la stilizzazione delle scene e dei costumi disegnati da Luigi Perego. Ampio respiro nell’economia dello spettacolo avranno le musiche originali di Germano Mazzocchetti e le coreografie di Monica Codenache concorrono al suggestivo impatto visivo ravvivato dalle luci di Franco Buzzanca.  Leo Gullotta è affiancato da un cast di qualità che annovera Mimmo Mignemi, Emanuele Vezzoli, Leonardo Marino, e ancora – in ordine rigorosamente alfabetico – Fabrizio Amicucci, Ester Anzalone, Alessandro Baldinotti, Valeria Contadino, Adriano Di Bella, Salvo Disca, Antonio Fermi, Luca Iacono, Marina La Placa, Liliana Lo Furno, Fabio Maffei, Federico Mancini, Sergio Mascherpa, Irene Tetto, Massimo Arduini, Francesco A. Leone, Marzia Licciardello, Mauricio Logeri, Rachele Petrini. Una compagnia numerosa per un lavoro corale, scritto verosimilmente tra il 1594 e il 1596 per essere rappresentata in occasione di un importante matrimonio dell’alta aristocrazia londinese.  Un capolavoro che, nella sua atipicità, elude e al contempo lambisce le convenzionali classificazioni di genere, partecipando e sfuggendo tanto al lirismo della commedia epitalamica che, per esempio, al manierato concettismo rinascimentale della commedia eufuistica. Il suo gusto sta proprio nella diversità delle spezie che ne condiscono l’insieme. E Shakespeare equilibra con raffinata esattezza i sapidi elementi che concorrono all’alchimia del tutto: l’onirismo fantastico, il realismo, la digressione mitologica, la schermaglia d’amore e, certo non ultima, la parodia. I fatti dell’umano hanno sempre qualcosa di magico, misterioso ed è proprio quell’aspetto scuro che interesserà la nostra lettura: personaggi portati al limite, l’altra faccia della medaglia. La struttura drammaturgica si dipana su tre livelli ben precisi, tanto che possono vivere di luce propria o al contempo riflessa. La corte del duca Tèseo rappresenterà il potere, i comici la semplicità del volgo, i Giovani l’Amore e i magici quel mondo fantastico che tanto intimorisce quanto affascina. Verrà così esaltata l’imperscrutabilità dell’Animo, proposta attraverso vizi, pregi, risse, pacificazioni, pianti e risa.”E il Bottom di Gullotta? “Rozzo e burbero artigiano, rappresenterà” – conclude Grossi – “l’improvvisazione di una mente rapida che saprà coniugare l’utile con il dilettevole; e il suo animo critico e scontento lo porterà, a suo modo, a considerare quell’indole umana, che in maniera variata e sfaccettata sarà rappresentata nella commedia. Forza lavoro che, assieme ai suoi compari d’avventura, rappresenta il motore della società, strizzando l’occhio all’oggi, palesando una differenza stilistica che realizza un originale glossario. Ecco, così si snoderà quest’idea di rappresentazione: un inizio lasciato all’Opportuno Ragionamento (Tèseo) e un finale affidato alla Ragione Opportuna (Bottom).